ATTO PRIMO
Una villa dell'Esarca Basilio, fra la marina e la pineta spessa e viva. La vecchia madre dell'Esarca, la patrizia Eudossia, siede vigilando il lavoro delle ancelle; al suo fianco, china anch'essa e intenta all'ago, è la patrizia Silvana, seconda moglie dell'Esarca
▼CORO DI DONNE▲
(chine al lavoro a bocca chiusa)
Mm…
▼EUDOSSIA▲
Nel nome di Dio, Monica
sei tu incantata? o con gli angeli?
(a Silvana)
Lo vedi come bisogna vigilare, sempre.
Tu non sei usa.
▼CORO DI DONNE▲
Mm…
▼EUDOSSIA▲
Quella che è nella pace di Gesù diceva:
Tele di ruvide tempre non fanno begli arredi:
mani d'ancella, se donna non sprona,
non fanno corona.
▼CORO DI DONNE▲
Mm…
▼EUDOSSIA▲
Anche diceva:
Punto perduto più non si raggiunge;
donna che pensa all'ago non si punge.
▼ZOE▲
Era una santa.
▼EUDOSSIA▲
Di tanta nobiltà di sangue
e tanta dovizia, e pur sapeva fiorir
la varia meraviglia chiusa tra
i licci dei telai.
Dita d'oro…
(Silvana si leva impetuosamente, come se la sua anima voglia sfuggire all'oppressione. Lenta, implacabile, la suocera volge gli occhi verso di lei e chiede con voce sorda)
▼EUDOSSIA▲
Che hai?
(Ma Silvana si è già ricomposta al lavoro, in silenzio)
Che dici, Zoe?
▼ZOE▲
(barbuglia fra sè qualche parola incomprensibile)
So io.
▼EUDOSSIA▲
Meglio t'è allora non mormorare;
ma lavora ed ora.
(Eudossia si leva, ed esce, seguita da Silvana e da Zoe)
▼CORO▲
(interno)
A - Ah!
(Le donne respirano)
▼SABINA▲
Cantare!
▼MONICA▲
Sì, un bel canto!
▼AGATA▲
Ora si può…
▼LUCILLA▲
E ridere…
▼SABINA▲
Ridere…
▼MONICA, AGATA, LUCILLA▲
Ridere…
▼SABINA▲
E ciarlare, dopo tanto silenzio…
▼AGATA▲
Io che non so trarre agugliata
se non ciarlo o canto!
▼MONICA▲
Che avrà fatto in Bisanzio,
la patrizia Eudossia,
alle Crisopili?
Era forse gran Domestica delle Silenziarie?
▼SABINA▲
O forse era primizia
nel monastero chiuso di Metànoia?
▼AGATA▲
Vedesti come torse gli
occhi quando la nuora…
▼MONICA▲
Ah, no, no!
Silvana è troppo paziente,
troppo sommessa,
e tacendo s'accora.
A labbra ferme, continuamente
le si dice: Ricordati,
non sei la padrona!
Ricordati, non sei degna…
▼LUCILLA▲
Ma è vero che la sua madre?
▼AGATA▲
Taci. Non si sa.
▼SABINA▲
Ah, vivere vorrei tra gente
giovine e ilare:
qua nessuno mai sorride!
▼AGATA▲
Viviamo nel maniero
di Fredegonda,
la regina cruda che con lo sguardo uccide!
▼MONICA▲
Come la strega che ha fatto
il sortilegio a Cesario di Gallo!
▼LUCILLA▲
È morto?
▼MONICA▲
Fin qui si udivan le grida, stamani.
▼SABINA▲
Quella vecchia del diavolo
fa danno a chiunque: sa
l'arte delle immagini
e delle fatture.
Sa tutti gli incanti…
Libera nos…
▼LUCILLA▲
Quando l'incontro, io mi segno.
▼AGATA▲
O fior d'ogni amorosa,
(Silvana rientra e riprende il lavoro)
era la sorte ascosa in te, Boccadirosa…
▼CORO DONNE▲
Ahi! Ahi! Nè più, nè più si monda questa
mano che gronda sangue, o Rosamonda!
▼AGATA▲
Ahi, ahi, sì paurosa
era la sorte ascosa in te, Boccadirosa…
▼CORO DONNE▲
Ahi! Ahi!
Com'è perfida l'onda,
come oscura e profonda
la selva, o Rosamonda!
▼MONICA▲
(a Silvana)
Ancora l'ambascia ti prende?
Sei stanca di ciarle, no?
Vuoi che tacciano? Di'…
▼SILVANA▲
No, Monica, lascia…
L'ombra mi aduggia, anche qui all'aperto,
e l'aria mi manca anche qui,
come sotto la rossa volta cupa,
tra muri enormi.
Soffoco e avvampo.
Non puoi comprendere, e mai tu lo possa.
Ah, romper l'aspro tormento che il
petto mi preme e mi duole!
Sobbalzo nel buio e m'avvento
ansiosa di spazio, di spazio e di sole.
Lontano, in non so quale terra,
in mare, col vento! ma via dal carcere
che mi rinserra, ma sola con l'anima mia!
Invano, se questo è il destino,
se debba la mia giovinezza
sfiorire nel chiuso giardino
la sua sconsolata tristezza.
Il volo di un attimo…
e poi il freddo nel cuore e nell'ossa,
il manto di piombo…
Non puoi comprendere, e mai
e mai tu lo possa, nè mai lo possa!
▼CORO▲
(interno)
A - Ah!
(Viene di lontano un clamore selvaggio; le donne balzano in piedi e accorrono verso il fondo)
▼SILVANA▲
Ma chi grida? chi grida?
▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲
La strega! Cesario è morto!
▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲
Per suo malefizio!
▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲
Ma è l'ultimo!
▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲
La cercano!
▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲
Ammazza, ammazza!
▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲
E la misera madre li guida!
▼MONACA, AGATA, CORO DI DONNE▲
Ora voltano…
Andiamo a vedere!
▼LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE▲
Libera nos a malo.
▼MONICA, AGATA, CORO DI DONNE▲
Libera nos.
▼TUTTI▲
Domine!
(Le donne escono via correndo. Silvana è sola. Rabbrividisce, si copre gli occhi con le palme e mormora:)
▼SILVANA▲
Orrore!
(Dall'opposta parte sbuca tra i pruni lacera, sanguinante, livida di terrore, la vecchia Agnese di Cervia)
▼AGNESE▲
Silvana!
▼SILVANA▲
Tu qui? Che vuoi qui?
▼AGNESE▲
Salvami! Salvami!
▼SILVANA▲
Va via! Non posso.
▼AGNESE▲
Non lascerai che mi prendano e facciano
strazio di me… Salvami!
Ho tanta paura dei tormenti…
Che ho fatto? Perchè mi danno
la caccia? Perchè? Ho paura…
non voglio morire…
▼SILVANA▲
Vattene o grido.
▼AGNESE▲
Un rifugio… dammi soltanto
un rifugio! Qui non oseranno
cercarmi, nessuno saprà…
Se mi scacci, tua madre ti
maledice giù dall'inferno,
in eterno!
▼SILVANA▲
Dio ti salvi, Agna, io non posso.
▼AGNESE▲
Li odi? Mi cercano i cani rabbiosi,
che Satana onnipotente li fulmini.
Salvami! Pensa a tua madre.
▼SILVANA▲
Puoi tu giurare, per la santa
fede di Cristo.
▼AGNESE▲
Ah, salvami!
▼SILVANA▲
Lo giuri,
▼AGNESE▲
Salvami!
▼SILVANA▲
che non sei stata con Satana?
▼AGNESE▲
Satana? Chi sa?
Chi può dire quand'è il Maligno
che ci tenta, quando è Cristo che ci guida…
Anche tua madre…
▼SILVANA▲
Che dici?
▼AGNESE▲
Non so, non so, non badare
alle parole mie cieche…
Ho paura, ho tanta paura!
Abbi pietà: forse un giorno
(Dio t'aiuti!) avrai
bisogno di misericordia
anche tu? Ho tanta paura…
abbi pietà!
(Silvana, udendo voci e passi che si avvicinano, con subitanea decisione indica alla vecchia la scaletta a destra)
▼SILVANA▲
Lassù… Taci. Lesta. Lassù.
(Si fa il segno della croce. E quando entrano le donne, essa sta immobile, assorta)
▼AGATA▲
Patrizia, è tornato di Bisanzio
il figlio dell'Esarca.
▼SABINA▲
Viene il tuo figlio,
l'eminentissimo Donello…
▼MONICA▲
È un bel giovine!
▼AGATA▲
Smonta da cavallo adesso,
nella corte grande!
▼MONICA▲
Ah!
▼LUCILLA▲
E i comiti e gli spatari recan
molti cofani…
▼MONICA▲
Chi sa…
▼SABINA▲
I doni, certo…
▼AGATA, LUCILLA▲
Chi sa…
▼MONICA, AGATA, LUCILLA, SABINA▲
Che bei doni!
▼CORO DI DONNE▲
Ecco, patrizia, egli viene!
▼DONELLO▲
(entra)
Domina, accogli il mio primo saluto.
Sei la sposa del padre mio che venero
e però mi sei cara:
abbimi come figlio obbediente.
▼SILVANA▲
Ben venuto in questa tua casa…
Quando sei giunto?
▼DONELLO▲
Approdammo a Classe, ieri sul vespero:
e solo a notte giunsi a Ravenna, dal padre.
E la nonna?
▼SILVANA▲
Sì, sì, donne, cercatela!
Ditele che tornato è il suo nepote,
ditele che è qui.
(Le donne obbediscono veloci)
▼DONELLO▲
(si volge intorno)
Il prato de' miei giochi!
Oltre le siepe c'è un fosso, vero?
E senza mutamento ogni cosa…
Il rosaio s'è infoltito e rampica su ai
nidi delle rondini: macchierà tutto
il muro di sanguigno al novel tempo!
E la mia bella pergola!
Una vite fa l'uva moscatella,
oh, mi ricordo!
E laggiù la pineta che s'infiamma
al tramonto, verso terra,
e si fa tutta fosca verso il mare.
Ciascuna cosa m'è nella memoria,
ed anche tu, domina,
ch'io non vidi mai prima d'oggi,
mi rammenti un viso noto,
o una voce udita non so dove,
non so quando…
▼SILVANA▲
Io lo so, quando; io so, dove.
Or è molt'anni, all'entrata di maggio,
che tu correvi con i paggi, a gara,
per la pineta spessa,
e il cavallo d'uno de' tuoi compagni
inciampicò ne' tronchi, e lo travolse…
▼DONELLO▲
Ah, mi sovviene!
▼SILVANA▲
Voi lo portaste a braccia,
tramortito, tutto graffiato
da' pruni…
▼DONELLO▲
Maurisio! -
▼SILVANA▲
Io tornavo da Sant'Apollinare:
ti riconobbi: t'avevo veduto
tante volte, ma sempre di lontano.
▼DONELLO▲
Sì, veramente, e ci guidasti a
una casa lì presso…
d'Agnese di Cervia…
▼SILVANA▲
Non so… forse…
▼DONELLO▲
Era nome pauroso ai fanciulli,
e però mi torna in mente.
E quella giovinetta, ecco…
Tu eri? che mi dicesti…
▼SILVANA▲
Non ricordo più. E chi potrebbe?
È come un'altra vita.
Ora son vecchia.
Ora tu sei mio figlio.
(Eudossia viene ad abbracciare il nepote)
▼EUDOSSIA▲
O Donello, Donello, o sangue mio,
o figlio mio due volte,
laudato sia Gesù, laudato!
Iddio che le preghiere accolte volle,
e a queste pupille diede la grazia di
vedere il giorno del tuo ritorno.
E mille volte e mille sia benedetto
il nome di Maria che ti fu
guida nella lunga via.
▼DONELLO▲
Sempre a Dio grazie, o madre, e alla divina
Teotocos…
▼EUDOSSIA▲
Ah, ch'io ti guardi, o bello,
ch'io ti ravvisi, o forte:
di prestanza bisantina
e di membri gagliardi…
Dono di Dio, Donello!
▼DONELLO▲
La basilissa Irene ti saluta
e ti manda una lampadetta
d'oro e una icona, venuta
per prodigio, non fatta
di man d'uomo. La lampadetta
accenderai nel Coro
di San Vitale, con incenso
e amomo, ma il santissimo
volto del Pastore vuole che tu
lo tenga per suo amore.
▼EUDOSSIA▲
Lunga vita all'Autocrate!
Fortuna sempre
e onore all'Augusta!
E Bisanzio? Bisanzio?
la città mia, che ho nel cuore
e non vedrò mai più…
▼DONELLO▲
Forse non sarà eterno questo esilio
e un giorno non lontano
più bella che nel sogno
e nel ricordo agli occhi tuoi
velati apparirà la regina del mondo,
che si asside fra il Corno d'oro
e il cerchio dei cipressi.
▼EUDOSSIA▲
Bisanzio, la mia città,
che ho nel cuore e non vedrò mai più…
▼CORO▲
(interno)
Avanti! Non c'è
Su, su, caccia la strega!
La strega! Di qua!
Mora, mora! Avanti!
Ogni tana, ogni fosso!
Ogni tana, ogni fosso! Mora!
(Un uomo, giunto presso la siepe, leva un grido di trionfo)
▼UNA VOCE▲
Una traccia!
Nei pruni c'è ancora
un lembo di veste…
▼TUTTI▲
Ah! Guarda! Qui! Guarda!
Nella fratta! Certo è passata di qui!
Qui, che si varca, è passata la maliarda!
Vedete la traccia?
Ora sì…
La casa quest'è dell'Esarca: chi osa?
▼L'ESORCISTA▲
Io!
▼CORO▲
(interno)
Tutti!
(Si fa innanzi l'esorcista Leone)
▼L'ESORCISTA▲
Patrizia Eudossia, son io,
l'esorcista di Sant'Anastasia:
giustizia di chiesa e di popolo
cerca Agnese di Cervia.
Fu vista qui presso.
Lasciane entrare.
▼EUDOSSIA▲
Leone, quel limitare è sacro,
tu sei testimonio.
Ma entrate: che se qui si trova,
allora sì, questa è la prova.
Se c'è le fu guida il demonio.
(La turba invade ogni parte. Un grido acutissimo viene dal rifugio di Agnese. Appare la vecchia miserabile, trascinata da due uomini, che urla e si divincola)
▼AGNESE▲
(in terra, tendendo le mani verso Eudossia)
Ah, salvami! Io sono innocente
come Cristo… Cercai fuggire
perchè ho paura…
Son vecchia! Ah, salvami!
Ah, tristo a te, Patrizia.
Non voglio morire! Lasciatemi!
Dirò tutto! Confesso! Ma i tormenti, no!
Maledetta sia tu, Eudossia, e il figlio tuo,
e il figliuolo del tuo figlio.
Cani! E tutti voi dilanierà
l'artiglio del demonio!
(a Silvana)
E anche tu sarai domani come me…
Vedo i tuoi occhi!
T'aspetta la stessa sorte!
E verrai maledetta!
▼CORO▲
Al rogo!
▼LA MADRE▲
Il figlio mio che tu m'hai morto!
▼CORO▲
Al rogo, al fuoco!
Non suggerai più il sangue degli infanti!
Non ti varrà più immagine de cera! Larva!
Alla fossa! Succuba!
Strige! Lamia!
▼LA MADRE▲
Figlio mio!
▼CORO▲
Luogo ai chierici!
Vengono!
Viene il diacono e la croce!
▼UNA VOCE▲
Humiliate capita vestra Deo.
▼CORO▲
Domini Crux mecum.
Flectamus genua.
▼UNA VOCE▲
Emmanuel! Libera nos a malo,
et ab insidiis diaboli nos libera.
▼CORO▲
È strega! Mora!
Bruci! Gello!
Gello! Empusa!
Maga! Empusa!
Sortiera!
Al demonio s'accoppia!
▼UNA VOCE▲
Che il Vescovo la giudichi!
▼CORO▲
È giudicata!
Ha giudicato il popolo!
▼AGNESE▲
Ah!
▼EUDOSSIA▲
Tal sia di chi ti disserrò le porte!
▼CORO▲
Mora!
▼SILVANA▲
No! quell'urlo, ch'io non l'oda dentro me,
fino all'ora della morte!
▼CORO▲
Mora!
Emmanuel! S'accende il rogo,
che gli spiriti mali affina.
Deus, in adjutorium meum intende!
Domine, ad adjuvandum me festina!
Deus, in adjutorium meum intende!
Si rinnova nel fuoco il sacrificio
giusto e pio: sia benedetta, la
prova tremenda che riconcilia il
peccator con Dio.
Mora! Strega! Lamia! Maga! Emmanuel!
▼UNA VOCE▲
Nobiscum Deus. Crux est vita mihi.
Crux erit mors atra, inimice, tibi.
▼CORO▲
Ha la pupilla doppia! Maga! Strega!
Per sua malia Cesario è morto!
Gello! Bruci! Mora! Emmanuel! Ah!
ATTO PRIMO
Una villa dell'Esarca Basilio, fra la marina e la pineta spessa e viva. La vecchia madre dell'Esarca, la patrizia Eudossia, siede vigilando il lavoro delle ancelle; al suo fianco, china anch'essa e intenta all'ago, è la patrizia Silvana, seconda moglie dell'Esarca
CORO DI DONNE
(chine al lavoro a bocca chiusa)
Mm…
EUDOSSIA
Nel nome di Dio, Monica
sei tu incantata? o con gli angeli?
(a Silvana)
Lo vedi come bisogna vigilare, sempre.
Tu non sei usa.
CORO DI DONNE
Mm…
EUDOSSIA
Quella che è nella pace di Gesù diceva:
Tele di ruvide tempre non fanno begli arredi:
mani d'ancella, se donna non sprona,
non fanno corona.
CORO DI DONNE
Mm…
EUDOSSIA
Anche diceva:
Punto perduto più non si raggiunge;
donna che pensa all'ago non si punge.
ZOE
Era una santa.
EUDOSSIA
Di tanta nobiltà di sangue
e tanta dovizia, e pur sapeva fiorir
la varia meraviglia chiusa tra
i licci dei telai.
Dita d'oro…
(Silvana si leva impetuosamente, come se la sua anima voglia sfuggire all'oppressione. Lenta, implacabile, la suocera volge gli occhi verso di lei e chiede con voce sorda)
EUDOSSIA
Che hai?
(Ma Silvana si è già ricomposta al lavoro, in silenzio)
Che dici, Zoe?
ZOE
(barbuglia fra sè qualche parola incomprensibile)
So io.
EUDOSSIA
Meglio t'è allora non mormorare;
ma lavora ed ora.
(Eudossia si leva, ed esce, seguita da Silvana e da Zoe)
CORO
(interno)
A - Ah!
(Le donne respirano)
SABINA
Cantare!
MONICA
Sì, un bel canto!
AGATA
Ora si può…
LUCILLA
E ridere…
SABINA
Ridere…
MONICA, AGATA, LUCILLA
Ridere…
SABINA
E ciarlare, dopo tanto silenzio…
AGATA
Io che non so trarre agugliata
se non ciarlo o canto!
MONICA
Che avrà fatto in Bisanzio,
la patrizia Eudossia,
alle Crisopili?
Era forse gran Domestica delle Silenziarie?
SABINA
O forse era primizia
nel monastero chiuso di Metànoia?
AGATA
Vedesti come torse gli
occhi quando la nuora…
MONICA
Ah, no, no!
Silvana è troppo paziente,
troppo sommessa,
e tacendo s'accora.
A labbra ferme, continuamente
le si dice: Ricordati,
non sei la padrona!
Ricordati, non sei degna…
LUCILLA
Ma è vero che la sua madre?
AGATA
Taci. Non si sa.
SABINA
Ah, vivere vorrei tra gente
giovine e ilare:
qua nessuno mai sorride!
AGATA
Viviamo nel maniero
di Fredegonda,
la regina cruda che con lo sguardo uccide!
MONICA
Come la strega che ha fatto
il sortilegio a Cesario di Gallo!
LUCILLA
È morto?
MONICA
Fin qui si udivan le grida, stamani.
SABINA
Quella vecchia del diavolo
fa danno a chiunque: sa
l'arte delle immagini
e delle fatture.
Sa tutti gli incanti…
Libera nos…
LUCILLA
Quando l'incontro, io mi segno.
AGATA
O fior d'ogni amorosa,
(Silvana rientra e riprende il lavoro)
era la sorte ascosa in te, Boccadirosa…
CORO DONNE
Ahi! Ahi! Nè più, nè più si monda questa
mano che gronda sangue, o Rosamonda!
AGATA
Ahi, ahi, sì paurosa
era la sorte ascosa in te, Boccadirosa…
CORO DONNE
Ahi! Ahi!
Com'è perfida l'onda,
come oscura e profonda
la selva, o Rosamonda!
MONICA
(a Silvana)
Ancora l'ambascia ti prende?
Sei stanca di ciarle, no?
Vuoi che tacciano? Di'…
SILVANA
No, Monica, lascia…
L'ombra mi aduggia, anche qui all'aperto,
e l'aria mi manca anche qui,
come sotto la rossa volta cupa,
tra muri enormi.
Soffoco e avvampo.
Non puoi comprendere, e mai tu lo possa.
Ah, romper l'aspro tormento che il
petto mi preme e mi duole!
Sobbalzo nel buio e m'avvento
ansiosa di spazio, di spazio e di sole.
Lontano, in non so quale terra,
in mare, col vento! ma via dal carcere
che mi rinserra, ma sola con l'anima mia!
Invano, se questo è il destino,
se debba la mia giovinezza
sfiorire nel chiuso giardino
la sua sconsolata tristezza.
Il volo di un attimo…
e poi il freddo nel cuore e nell'ossa,
il manto di piombo…
Non puoi comprendere, e mai
e mai tu lo possa, nè mai lo possa!
CORO
(interno)
A - Ah!
(Viene di lontano un clamore selvaggio; le donne balzano in piedi e accorrono verso il fondo)
SILVANA
Ma chi grida? chi grida?
MONICA, AGATA, CORO DI DONNE
La strega! Cesario è morto!
LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE
Per suo malefizio!
MONICA, AGATA, CORO DI DONNE
Ma è l'ultimo!
LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE
La cercano!
MONICA, AGATA, CORO DI DONNE
Ammazza, ammazza!
LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE
E la misera madre li guida!
MONACA, AGATA, CORO DI DONNE
Ora voltano…
Andiamo a vedere!
LUCILLA, SABINA, CORO DI DONNE
Libera nos a malo.
MONICA, AGATA, CORO DI DONNE
Libera nos.
TUTTI
Domine!
(Le donne escono via correndo. Silvana è sola. Rabbrividisce, si copre gli occhi con le palme e mormora:)
SILVANA
Orrore!
(Dall'opposta parte sbuca tra i pruni lacera, sanguinante, livida di terrore, la vecchia Agnese di Cervia)
AGNESE
Silvana!
SILVANA
Tu qui? Che vuoi qui?
AGNESE
Salvami! Salvami!
SILVANA
Va via! Non posso.
AGNESE
Non lascerai che mi prendano e facciano
strazio di me… Salvami!
Ho tanta paura dei tormenti…
Che ho fatto? Perchè mi danno
la caccia? Perchè? Ho paura…
non voglio morire…
SILVANA
Vattene o grido.
AGNESE
Un rifugio… dammi soltanto
un rifugio! Qui non oseranno
cercarmi, nessuno saprà…
Se mi scacci, tua madre ti
maledice giù dall'inferno,
in eterno!
SILVANA
Dio ti salvi, Agna, io non posso.
AGNESE
Li odi? Mi cercano i cani rabbiosi,
che Satana onnipotente li fulmini.
Salvami! Pensa a tua madre.
SILVANA
Puoi tu giurare, per la santa
fede di Cristo.
AGNESE
Ah, salvami!
SILVANA
Lo giuri,
AGNESE
Salvami!
SILVANA
che non sei stata con Satana?
AGNESE
Satana? Chi sa?
Chi può dire quand'è il Maligno
che ci tenta, quando è Cristo che ci guida…
Anche tua madre…
SILVANA
Che dici?
AGNESE
Non so, non so, non badare
alle parole mie cieche…
Ho paura, ho tanta paura!
Abbi pietà: forse un giorno
(Dio t'aiuti!) avrai
bisogno di misericordia
anche tu? Ho tanta paura…
abbi pietà!
(Silvana, udendo voci e passi che si avvicinano, con subitanea decisione indica alla vecchia la scaletta a destra)
SILVANA
Lassù… Taci. Lesta. Lassù.
(Si fa il segno della croce. E quando entrano le donne, essa sta immobile, assorta)
AGATA
Patrizia, è tornato di Bisanzio
il figlio dell'Esarca.
SABINA
Viene il tuo figlio,
l'eminentissimo Donello…
MONICA
È un bel giovine!
AGATA
Smonta da cavallo adesso,
nella corte grande!
MONICA
Ah!
LUCILLA
E i comiti e gli spatari recan
molti cofani…
MONICA
Chi sa…
SABINA
I doni, certo…
AGATA, LUCILLA
Chi sa…
MONICA, AGATA, LUCILLA, SABINA
Che bei doni!
CORO DI DONNE
Ecco, patrizia, egli viene!
DONELLO
(entra)
Domina, accogli il mio primo saluto.
Sei la sposa del padre mio che venero
e però mi sei cara:
abbimi come figlio obbediente.
SILVANA
Ben venuto in questa tua casa…
Quando sei giunto?
DONELLO
Approdammo a Classe, ieri sul vespero:
e solo a notte giunsi a Ravenna, dal padre.
E la nonna?
SILVANA
Sì, sì, donne, cercatela!
Ditele che tornato è il suo nepote,
ditele che è qui.
(Le donne obbediscono veloci)
DONELLO
(si volge intorno)
Il prato de' miei giochi!
Oltre le siepe c'è un fosso, vero?
E senza mutamento ogni cosa…
Il rosaio s'è infoltito e rampica su ai
nidi delle rondini: macchierà tutto
il muro di sanguigno al novel tempo!
E la mia bella pergola!
Una vite fa l'uva moscatella,
oh, mi ricordo!
E laggiù la pineta che s'infiamma
al tramonto, verso terra,
e si fa tutta fosca verso il mare.
Ciascuna cosa m'è nella memoria,
ed anche tu, domina,
ch'io non vidi mai prima d'oggi,
mi rammenti un viso noto,
o una voce udita non so dove,
non so quando…
SILVANA
Io lo so, quando; io so, dove.
Or è molt'anni, all'entrata di maggio,
che tu correvi con i paggi, a gara,
per la pineta spessa,
e il cavallo d'uno de' tuoi compagni
inciampicò ne' tronchi, e lo travolse…
DONELLO
Ah, mi sovviene!
SILVANA
Voi lo portaste a braccia,
tramortito, tutto graffiato
da' pruni…
DONELLO
Maurisio! -
SILVANA
Io tornavo da Sant'Apollinare:
ti riconobbi: t'avevo veduto
tante volte, ma sempre di lontano.
DONELLO
Sì, veramente, e ci guidasti a
una casa lì presso…
d'Agnese di Cervia…
SILVANA
Non so… forse…
DONELLO
Era nome pauroso ai fanciulli,
e però mi torna in mente.
E quella giovinetta, ecco…
Tu eri? che mi dicesti…
SILVANA
Non ricordo più. E chi potrebbe?
È come un'altra vita.
Ora son vecchia.
Ora tu sei mio figlio.
(Eudossia viene ad abbracciare il nepote)
EUDOSSIA
O Donello, Donello, o sangue mio,
o figlio mio due volte,
laudato sia Gesù, laudato!
Iddio che le preghiere accolte volle,
e a queste pupille diede la grazia di
vedere il giorno del tuo ritorno.
E mille volte e mille sia benedetto
il nome di Maria che ti fu
guida nella lunga via.
DONELLO
Sempre a Dio grazie, o madre, e alla divina
Teotocos…
EUDOSSIA
Ah, ch'io ti guardi, o bello,
ch'io ti ravvisi, o forte:
di prestanza bisantina
e di membri gagliardi…
Dono di Dio, Donello!
DONELLO
La basilissa Irene ti saluta
e ti manda una lampadetta
d'oro e una icona, venuta
per prodigio, non fatta
di man d'uomo. La lampadetta
accenderai nel Coro
di San Vitale, con incenso
e amomo, ma il santissimo
volto del Pastore vuole che tu
lo tenga per suo amore.
EUDOSSIA
Lunga vita all'Autocrate!
Fortuna sempre
e onore all'Augusta!
E Bisanzio? Bisanzio?
la città mia, che ho nel cuore
e non vedrò mai più…
DONELLO
Forse non sarà eterno questo esilio
e un giorno non lontano
più bella che nel sogno
e nel ricordo agli occhi tuoi
velati apparirà la regina del mondo,
che si asside fra il Corno d'oro
e il cerchio dei cipressi.
EUDOSSIA
Bisanzio, la mia città,
che ho nel cuore e non vedrò mai più…
CORO
(interno)
Avanti! Non c'è
Su, su, caccia la strega!
La strega! Di qua!
Mora, mora! Avanti!
Ogni tana, ogni fosso!
Ogni tana, ogni fosso! Mora!
(Un uomo, giunto presso la siepe, leva un grido di trionfo)
UNA VOCE
Una traccia!
Nei pruni c'è ancora
un lembo di veste…
TUTTI
Ah! Guarda! Qui! Guarda!
Nella fratta! Certo è passata di qui!
Qui, che si varca, è passata la maliarda!
Vedete la traccia?
Ora sì…
La casa quest'è dell'Esarca: chi osa?
L'ESORCISTA
Io!
CORO
(interno)
Tutti!
(Si fa innanzi l'esorcista Leone)
L'ESORCISTA
Patrizia Eudossia, son io,
l'esorcista di Sant'Anastasia:
giustizia di chiesa e di popolo
cerca Agnese di Cervia.
Fu vista qui presso.
Lasciane entrare.
EUDOSSIA
Leone, quel limitare è sacro,
tu sei testimonio.
Ma entrate: che se qui si trova,
allora sì, questa è la prova.
Se c'è le fu guida il demonio.
(La turba invade ogni parte. Un grido acutissimo viene dal rifugio di Agnese. Appare la vecchia miserabile, trascinata da due uomini, che urla e si divincola)
AGNESE
(in terra, tendendo le mani verso Eudossia)
Ah, salvami! Io sono innocente
come Cristo… Cercai fuggire
perchè ho paura…
Son vecchia! Ah, salvami!
Ah, tristo a te, Patrizia.
Non voglio morire! Lasciatemi!
Dirò tutto! Confesso! Ma i tormenti, no!
Maledetta sia tu, Eudossia, e il figlio tuo,
e il figliuolo del tuo figlio.
Cani! E tutti voi dilanierà
l'artiglio del demonio!
(a Silvana)
E anche tu sarai domani come me…
Vedo i tuoi occhi!
T'aspetta la stessa sorte!
E verrai maledetta!
CORO
Al rogo!
LA MADRE
Il figlio mio che tu m'hai morto!
CORO
Al rogo, al fuoco!
Non suggerai più il sangue degli infanti!
Non ti varrà più immagine de cera! Larva!
Alla fossa! Succuba!
Strige! Lamia!
LA MADRE
Figlio mio!
CORO
Luogo ai chierici!
Vengono!
Viene il diacono e la croce!
UNA VOCE
Humiliate capita vestra Deo.
CORO
Domini Crux mecum.
Flectamus genua.
UNA VOCE
Emmanuel! Libera nos a malo,
et ab insidiis diaboli nos libera.
CORO
È strega! Mora!
Bruci! Gello!
Gello! Empusa!
Maga! Empusa!
Sortiera!
Al demonio s'accoppia!
UNA VOCE
Che il Vescovo la giudichi!
CORO
È giudicata!
Ha giudicato il popolo!
AGNESE
Ah!
EUDOSSIA
Tal sia di chi ti disserrò le porte!
CORO
Mora!
SILVANA
No! quell'urlo, ch'io non l'oda dentro me,
fino all'ora della morte!
CORO
Mora!
Emmanuel! S'accende il rogo,
che gli spiriti mali affina.
Deus, in adjutorium meum intende!
Domine, ad adjuvandum me festina!
Deus, in adjutorium meum intende!
Si rinnova nel fuoco il sacrificio
giusto e pio: sia benedetta, la
prova tremenda che riconcilia il
peccator con Dio.
Mora! Strega! Lamia! Maga! Emmanuel!
UNA VOCE
Nobiscum Deus. Crux est vita mihi.
Crux erit mors atra, inimice, tibi.
CORO
Ha la pupilla doppia! Maga! Strega!
Per sua malia Cesario è morto!
Gello! Bruci! Mora! Emmanuel! Ah!