ATTO SECONDO
Scena Prima
(Gran sala, ove si raduna il Tribunale degli Ospedalieri, alla cui giurisdizione è soggetta la provincia: porta in prospetto. All'alzarsi del sipario i Giudici sono tutti assisi sui loro scanni, e in mezzo a loro, in seggio più elevato, è il Priore, che presiede al Tribunale. Da un lato, dinanzi ai Giudici, è Osburgo accompagnato dai terrazzani, che, da lui sedotti, deposero contra Alaide. La sala è circondata da guardie)
▼IL PRIORE▲
Udimmo. Il tuo racconto
Avvalora i sospetti. A lei donante
Sosterrai tu quanto hai riferto a noi?
Rifletti ancora.
▼OSBURGO▲
E dubitar ne puoi?
Quel che vid'io soltanto, e vider meco
Tutti costor, narrai. Piacesse al cielo
Ch'ella sgombrar potesse ogni sospetto!
▼IL PRIORE▲
L'accusata si guidi al mio cospetto.
▼OSBURGO▲
(Fra sè)
Ardir. Non puote Arturo
Custodito smentirmi, e compro ha l'oro
Chi lo trasse dall'onde, e a lui soccorse.
▼CORO▲
Eccola.
Scena Seconda
(Alaide in mezzo alle guardie: essa é coperta da un gran velo: nobile n'è il contegno, e nel tempo istesso modesto. Il Priore l'osserva alcuni momenti, quasi colpito da qualche rimembranza)
▼IL PRIORE▲
(Fra sè)
E a tanto error costei trascorse?
(Ad Alaide)
Ti appressa… e il ver rispondi.
Chi sei tu?
▼ALAIDE▲
La Straniera. A me tal nome
Die' la sventura, e cancellò per sempre
Il nome, ch'io portava ai dì ridenti.
Io l'obliai.
▼IL PRIORE▲
(Fra sè)
Qual voce! e quali accenti!…
(ad Alaida)
Ieri fu morto, e spinto
Valdeburgo nel lago, e tu sul lido,
Di sangue intrisa, e rinvenuta fosti
Sbigottita, tremante. Il tuo terrore,
Il tuo stesso parlar, ed il mistero
In cui ti avvolgi, son bastanti a farti
Comparir delinquente.
Discolparti puoi tu?
▼ALAIDE▲
Sono innocente.
▼IL PRIORE▲
Fosti di tanto eccesso tu spettatrice?
▼ALAIDE▲
No.
▼IL PRIORE▲
Vedesti almeno la vittima?
▼ALAIDE▲
Neppur.
▼IL PRIORE▲
Perché dicesti
Ch'era all'ucciso l'amor tuo funesto?
(Alaide tace vivamente commossa)
▼IL PRIORE▲
Perché? favella.
▼ALAIDE▲
Mio segreto é questo.
▼IL PRIORE▲
Sciagurata! Lo svela. Il segreto ti perde.
▼CORO▲
In tua difesa nulla produr puoi tu?
▼ALAIDE▲
Nulla.
▼IL PRIORE▲
E non sai qual t'aspetta destin?
▼CORO▲
Morte é sospesa sul capo tuo.
Scena Terza
(Arturo si precipita nella sala affannoso, ed anelante)
▼ARTURO▲
Morte cadrà sul mio.
▼TUTTI▲
Arturo!
▼ARTURO▲
Ella é innocente: il reo son io.
▼OSBURGO▲
Giudici, nol credete…
Egro ei giacea… vaneggia ancor… delira.
▼ARTURO▲
Ribaldo! E chi t'inspira
Sì ria menzogna? Io Valdeburgo uccisi,
Lo giuro, o Cavalier; io che furente,
E ben lo sa costui,
Un mio rival credea punire in lui.
▼ALAIDE▲
(Fra sè)
Misero!
▼OSBURGO▲
(Fra sè)
Ei si é perduto.
▼CORO▲
(Fra sè)
Ei il ver parlò?
▼IL PRIORE▲
Straniera, udisti il Conte.
È desso l'uccisor? - Tu taci? Assolta
Non sei perciò: complice sua creduta
Esser tu puoi.
▼ARTURO▲
Complice mia!
▼CORO▲
La scure ambidue può colpir nel punto istesso.
Scena Quarta
(Si apre la porta in fondo, e si presenta Valdeburgo pallido, ed avvolto in un bianco manto. Sorpresa generale)
▼VALDEBURGO▲
Ambi fian sciolti.
▼GRIDO GENERALE▲
Ah! Valdeburgo!
▼ALAIDE▲
(arretrandosi sbigottita)
É desso.
(Silenzio e terrore generale)
▼VALDEBURGO▲
Sì, li sciogliete, o Giudici;
Non avvi in lor delitto:
In singolar conflitto
Caddi d'Arturo al piè.
▼CORO▲
Oh! qual prodigio!
▼IL PRIORE▲
E sorgere te dalla tomba io miro!
▼VALDEBURGO▲
Bando al terror: miratemi:
L'aura vital respiro:
Del lago in mezzo ai vortici
Un Dio soccorse a me.
▼TUTTI▲
Tu vivi?
(Alaide si getta nelle sue braccia)
▼ARTURO▲
(per correre a lui)
Ah! gioia!
▼VALDEBURGO▲
Scostati: Morto son io per te.
(ad Adelaide)
Meco tu vieni, o misera,
Lunge da queste porte,
Ove celar le lagrime
Ti scorgerà la sorte:
Tomba, ove ignota scendere,
La terra a te darà.
(Per trarla seco)
▼ARTURO▲
Oh! Valdeburgo!
▼VALDEBURGO▲
Arrestati: a me straniero or sei.
▼CORO▲
Odi: partirsi incognita
Non può da noi costei.
La legge il vieta: scoprasi.
▼VALDEBURGO▲
(tornando in dietro, prendendo a parte il Priore)
A te si scoprirà.
(Alaide ritira il velo in modo che sia veduta dal solo Priore)
▼IL PRIORE▲
(Maravigliato)
Ah!
▼ALAIDE▲
Taci.
▼IL PRIORE▲
(al Coro)
Uscir può libera…
(ad Alaide)
A noi, perdona e va.
(Il Coro che avea circondato Alaide e Valdeburgo, rispettosamente si scioglie, e lascia libero il passo a Valdeburgo)
▼CORO▲
Tanto confuso il Preside!
Così per lei commosso!
▼ARTURO▲
(Fra sè)
Me la rapisce il barbaro,
E oppormi a lui non posso!
▼CORO▲
Mistero inesplicabile!
Costei chi mai sarà?
▼VALDEBURGO▲
Ella perdona; ed ultimo,
Eterno addio vi dà.
(Valdeburgo conduce seco Alaide. la porta del fondo si chiude. Il Coro rimane maravigliato. Arturo si allontana in atto di estrema desolazione)
Scena Quinta
(Il Priore, Osburgo, Cavalieri, e popolo)
▼IL PRIORE▲
Tu, che osasti mentir a questo in faccia
Augusto tribunal, trema. - Se astretto
Da possente cagion, lascio per ora
Impunito il misfatto, io nol perdono.
▼OSBURGO▲
Se reo son io, nol sono
Che di soverchio zel…
▼IL PRIORE▲
Alla tua colpa
Scuse non ricercar, se investigarne
Le cagioni io non cerco - Esci, e presente
Abbi al pensiero ognor che i passi tuoi
Sono esplorati, e a me fuggir non puoi.
(Osburgo parte col popolo)
Scena Sexta
(II Priore, e i Cavalieri)
▼IL PRIORE▲
Voi, che presenti foste
A sì mirabil caso, e interrogarmi
Non vi attentate, forse un dì potrete
Di tanto arcano sollevare il velo.
Per or vi basti, e il cielo
Ne chiamo testimon, che la Straniera
Giustificata é appien; che donna in terra
Non avvi al par di lei scevra di colpa;
Che non é Cavalier chi ancor l'incolpa.
(Parte)
Scena Settima
(Foresta come alla scena ottava dell Atto Primo. Arturo, indi Valdeburgo)
▼ARTURO▲
A tempo io giungo… Ei non partì… qui trasse
La soffrente Alaide - Udirmi, udirmi
Dovranno entrambi, o di mia man trafitto
Vedermi qui… sulle vietate soglie.
Vadasi or tosto
Ahi! qual timor mi coglie!
Con qual cor, con qual fronte
Di Valdeburgo sosterrò l'aspetto,
Io sciagurato, io tinto
Del sangue dell'amico?… Ebben, vendetta
Prenda di me qual vuol, purch'ei m'ascolti,
Pur che un istante sol vegga il mio pianto!
(Va per entrare: si presenta Valdeburgo)
▼VALDEBURGO▲
Tu qui!
▼ARTURO▲
Deh! Valdeburgo…
▼VALDEBURGO▲
E osar puoi tanto?
Chi ti conduce a me?
▼ARTURO▲
Dolor, rimorso
Vergogna, amor,
tutti gli affetti insieme,
Che più straziano un cor. - Oh! tu, che amico
Mi hai stretto al sen,
del mio soffrire estremo
Tu non avrai pietade? A me per sempre
Chiuder vorrai le braccia?
▼VALDEBURGO▲
Il sangue sparso
Fra noi s'innalza, e ci divide, e tronca
Ogni legame, che nostr'alme unia.
Lasciami.
▼ARTURO▲
(Arrestandolo)
Non andrai… mi uccidi in pria.
▼VALDEBURGO▲
Che vuoi da me? Che ardisci sperar ancor?
▼ARTURO▲
Il tuo perdono, e quello dell'offesa Alaide.
▼VALDEBURGO▲
Il mio… s'ei puote
Consolarti un istante… io nol ricuso;
Quel d'Alaide… solo in ciel l'avrai.
▼ARTURO▲
Ch'io l'implori da lei…
▼VALDEBURGO▲
Da lei! giammai.
▼ARTURO▲
E chi potria vietarmi?
Ch'io mi prostri al suo piè?
▼VALDEBURGO▲
Tu il chiedi? Il vieta
D'Alaide la vita, e la sua pace.
Egra, languente giace,
Priva di sensi quasi…
▼ARTURO▲
Ella! gran Dio!
Sgombrami il passo… io son furente, insano…
▼VALDEBURGO▲
Fermati, e un'altra volta arma la mano.
Sulla salma del fratello
T'apri il passo, a lei t'invia:
Del mio sen tu sai la via,
Non ti resta che ferir.
▼ARTURO▲
Ah! pietà… non io favello;
è un amore disperato…
è il dolor d'un cor piagato,
è l'angoscia del morir.
▼VALDEBURGO▲
Infelice!
▼ARTURO▲
A te mi prostro…
(Supplichevole)
Ch'io la vegga un solo istante!
▼VALDEBURGO▲
Vanne dunque, e reca, o mostro,
Morte a lei col tuo sembiante…
Leggi in volto alla giacente
Il terror di te presente;
Da quel labbro scolorito
Odi un muto maledir…
▼ARTURO▲
Ah! non più… così aborrito?…
▼VALDEBURGO▲
Tu lo merti…
▼ARTURO▲
Oh! rio martir!
▼VALDEBURGO▲
Tu togliesti alla dolente
Ogni speme di riposo…
Tu tradisti un'innocente,
Che ti amò, ti elesse a sposo…
Un amico hai tu trafitto…
Violato onore e fè…
Qual ti resta a far delitto?
Chi pi? reo sarà di te?
▼ARTURO▲
Ah! non sai d'un cor ardente
Il delirio tormentoso…
Offuscata è la mia mente,
Per me il cielo é tenebroso…
Altra luce non vegg'io
Che Alaide innanzi a me.
Ah! morir, morir desio,
Se più guida a me non è.
▼VALDEBURGO▲
Forsennato! e insisti ancora?
▼ARTURO▲
Che far debbo? chi mi regge?
▼VALDEBURGO▲
Alaide all'ultim'ora
Ti favella e a te dà legge…
▼ARTURO▲
Parla… parla…
▼VALDEBURGO▲
Estingui in petto
Un dannato e cieco affetto…
D'Isoletta alfin pietoso,
Porgi a lei la man di sposo,
E tranquilla e consolata
Alaide ancor vivrà.
▼ARTURO▲
Viva, ah! viva, e sia placata…
Il mio cor s'immolerà.
Ma in mercede almen di questo
Sacrificio a cui m'appresto…
Sia presente in quel momento…
Mi sostenga nel cimento…
La virtù, ch'io non avrei,
Un suo sguardo a me darà.
▼VALDEBURGO▲
E ubbidir prometti a lei?
▼ARTURO▲
Lo prometto.
▼VALDEBURGO▲
Ebben verrà.
Tergi il pianto, e vanne omai
A mertar perdono e pace:
Del coraggio, che non hai,
All'altar sarai capace…
Il tuo cor rigenerato
Nuovi sensi acquisterà…
La memoria del passato
Come sogno sparir?.
▼ARTURO▲
Ah! se me non vuoi spergiuro,
Se a soffrir mi vuoi capace,
Non parlarmi del futuro,
Non offrirmi un ben fallace…
Quanto io sono sventurato
Il tuo core appien lo sa…
La memoria del passato.
Sol con me morir potrà?.
(Partono)
Scena Ottava
(Gabinetto d'Isoletta nel castello di Montolino. Isoletta sola: essa è in abito dimesso, e profondamente addolorata)
▼ISOLETTA▲
Né alcun ritorna?… Oh! cruda,
Dolorosa incertezza! - Ognun mi lascia!
Quel che avvenne ignorar - Tutto è mistero,
è tristezza, è squallor quanto qui vedo.
Artur m'abbandonò… che più richiedo…
(S'abbandona sopra una sedia)
E di mie nozze il giorno
Era pur questo!… E sul mio petto ancora
Stassi il pegno d'amor, che di sua mano
Vi appese l'infedel! Eccolo… ei sembra
(si stacca dal seno un ritratto)
Di un suo tenero sguardo ancor bearmi…
Sembra, ah! sembra che ancor giuri d'amarmi.
(Sorge e contempla il ritratto, e con esso favella)
Ah! se non m'ami più,
Perché sì dolce ancor
Sembra parlar d'amor il tuo sorriso?
Ah! se non m'ami più,
Mi rendi il core almen.
Il core che dal sen
Tu m'hai diviso.
Ma che parlo? a chi favello?
Lunge é Artur…
Scena Nona
(Coro di Damigelle, e detta)
▼CORO▲
(Accorrendo lietamente)
Esulta; ei riede.
▼ISOLETTA▲
Che mai dite?…
▼CORO▲
È nel castello.
▼ISOLETTA▲
A che vien?
▼CORO▲
Perdono ei chiede;
Te fin d'oggi all'ara ei brama,
E il consente il genitor.
▼ISOLETTA▲
E fia ver?
▼CORO▲
Ei t'ama, ei t'ama,
è pentito dell'error.
▼ISOLETTA▲
Io sua sposa!… Oh! lieto giorno!
Mi ama ancora!… Oh sommo bene!
Se il dolor tal premio ottiene,
Fortunato il mio dolor.
Al mio sguardo un roseo velo
Veste il cielo - il suol s'infiora;
Ogni oggetto amor colora
Della gioia del mio cor.
▼CORO▲
Sì, vincesti, esulta alfine:
Orna il seno, ingemma il crine,
Vagheggiata - invidiata
All'altar ti attende amor.
(Partono)
Scena Decima
(Atrio che mette al tempio degli Spedalieri. Il luogo è occupato dal corteggio nuziale. Dame e Cavalieri. Coro)
▼DAME▲
È dolce la Vergine
Qual luna modesta,
Che i teneri desta
Pensieri del cor.
▼CAVALIERI▲
È fervido il giovine
Qual sole di maggio,
Che avviva d'un raggio
La prole dei fior.
▼DAME▲
Oh! quanti costarono
Sospiri agli amanti
Quegli occhi brillante
Di onesto pudor!
▼CAVALIERI▲
Oh! quante destarono
D'amor scintille
Le ardenti pupille
Spiranti valor!
▼TUTTI▲
Ma fu di mill'anime
la fiamma negletta:
D'Arturo e Isoletta:
è scelta d'amor.
Tal gode all'anemone
Superbo fiorente
Viola innocente
Unire il cultor.
Scena Undicesima
(Il Conte di Montolino, Isoletta e Arturo; indi Valdeburgo e Alaide. Isoletta ha in capo una corona di rose)
▼MONTOLINO▲
Dolce di un padre al cor suona la voce,
Che plaude al lieto evento, onde son paghi
Dell'Armorica i voti, e il desìr mio.
▼ISOLETTA▲
(Fra sè)
Impallidisce Artur.
▼ARTURO▲
(Fra sè)
Dove son io!
▼MONTOLINO▲
Siate presenti al rito,
Ed ai paterni auguri unisca i suoi
La sincera amistà, l'amor, la fede.
(Esce dalla folla Valdeburgo. Una donna coperta d'un gran velo si presenta da lontano e si nasconde dietro i monumenti dell'atrio, non veduta da alcuno. Arturo si accorge di Valdeburgo, e gli corre incontro)
▼ARTURO▲
Valdeburgo!
▼VALDEBURGO▲
(Fra sè)
Coraggio: ella ti vede.
▼ISOLETTA▲
Arturo!
▼ARTURO▲
(senza badare a Isoletta, a Valdeburgo)
Io tremo… il piede
Mi sostiene a fatica.
▼ISOLETTA▲
Artur! non m'odi?
(Avvicinandosi a lui)
Nè un guardo sol, nè un detto
A me rivolgi?…
▼ARTURO▲
(Scuotendosi)
Io… sì… t'ascolto… io debbo
A te sola pensar… ed in te sola
Sono assorti i miei sensi.
(Suona la squilla del tempio, il quale s'illumina)
Scena Dodicesima
(Il Priore con alcuni Cavalieri si presenta alla gran porta)
▼IL PRIORE▲
Già all'altare del piè fuman gl'incensi.
Voi soli attesi siete.
▼MONTOLINO▲
Andiam: la destra
Porgi alla sposa tua…
▼ARTURO▲
Va… mi precedi…
(Con sommo turbamento, a Montolino)
Tutto all'uopo disponi… ultimo io chiedo
Con lei venirne.
▼MONTOLINO▲
Al tuo volere io cedo.
(Parte)
Scena Tredicesima
(Arturo, Isoletta, Valdeburgo, e Alaide nascosta)
▼VALDEBURGO▲
(Fra sè)
Che far vuoi tu? Rammenta
I giuramenti tuoi.
▼ARTURO▲
(Fra sè)
Misero!
▼ISOLETTA▲
(Osservando Arturo con somma ansietà)
E quale
Sul tuo volto pallor? Che volgi in mente?
▼ARTURO▲
Non so… Qual uom demente,
Non conosco me stesso…
Ah! quel ch'io soffro
Immaginar non può pensiero umano.
▼VALDEBURGO▲
(Fra sè)
Infedel!
▼ARTURO▲
Ma son tuo… Ecco la mano.
Stringila omai… ti affretta
Pria che tolta ti venga.
(Isoletta stende la mano tremando. Si mostra Alaide le sfugge un sospiro, e piega il capo su un monumento)
▼ALAIDE▲
Ah!
▼ARTURO▲
(veggendo Alaide)
Cielo!
▼ISOLETTA▲
È fredda…
Fredda come il tuo cor… Oh! Arturo! Arturo!
Perché mi hai lusingata?
Non più Imene per me… non sono amata!
(Si copre il volto lacrimando. Valdeburgo la sostiene)
▼VALDEBURGO▲
Sì! tu il sei.
(Con fermezza, prendendo per un braccio Isoletta, e dando un'occhiata di rimprovero ad Arturo)
▼ISOLETTA▲
Nol fui giammai.
Dal mio ciglio è il vel caduto.
▼ARTURO▲
Oh! Isoletta!… tu non sai…
▼ISOLETTA▲
Io so tutto.
▼ALAIDE▲
(Fra sè)
Oh! cielo, aiuto!
Quartetto
▼VALDEBURGO▲
(Fra sè)
Infedele, che far tu vuoi?
▼ALAIDE, ISOLETTA, ARTURO▲
(Fra sè)
Qual sarà dolor che uccide,
se resisto al mio dolore,
Qual sarà, ah! qual sarà
se io resisto al mio dolor….
▼VALDEBURGO▲
(Ad Arturo)
Sei presente ad Alaide,
ella t'ode, o mancator….
ella t'ode, o mancator,
o mancator, mancator….
rammenta i giuramenti,
i giuramenti tuoi,
o mancator, o mancator,
rammenta i giuramenti tuoi,
o mancator, o mancator,
mancator, o mancator,
mancator…
▼ALAIDE, ISOLETTA▲
(Fra sè)
Ah! qual sarà dolor
ah! qual sarà, qual sarà
s'io resisto al mio dolore,
al mio dolor, ah! qual sarà
s'io resisto al mio dolore,
al mio dolor, al mio dolor,
al mio dolor…
▼ARTURO▲
(Fra sè)
Ah! qual sarà dolor
dolor che uccide,
s'io resisto al mio dolor,
ah! s'io resisto al mio dolor,
al mio, al mio dolor,
al mio al mio dolor…
Deh perdona…
▼ISOLETTA▲
Taci, Arturo…
infelice io non vo' farti:
da' miei mali i tuoi misuro…
sciolto sei….. da me ti parti.
Lungi, o rose: a me s'addice
trista benda di squallor.
(Si strappa la ghirlanda nuziale. Alaide si scuote e si avanza risolutamente)
▼ALAIDE▲
Ferma.
▼VALDEBURGO▲
(Fra sè)
È dessa.
▼ARTURO▲
(Fra sè)
Oh! me infelice!
▼ISOLETTA▲
A che vieni?
▼ALAIDE▲
A farti cor.
(Raccoglie la ghirlanda)
▼ISOLETTA▲
Chi sei tu, che in tal momento
Hai per me cotanto zelo?…
▼ALAIDE▲
(Scoprendosi)
La Straniera.
▼ISOLETTA▲
(attonita)
Oh mio spavento!
▼ALAIDE▲
(li prende entrambi per mano)
All'altar vi chiama il cielo:
Ubbidite: - me seguite…
Là comincia il vostro amor.
(Alaide strascina seco nel tempio Arturo ed Isoletta, senza dar loro il tempo di riaversi. Valdeburgo li segue)
Scena Quattordicesima
(Dopo alcuni momenti esce dal tempio Alaida ella è tremante, agitata, e quasi fuori di sè)
▼ALAIDE▲
Sono all'ara… Barriera tremenda
Fra noi sorge… ed io stessa l'alzai!
Più non veggo… ardo, agghiaccio a vicenda…
Non l'amore, la speme lasciai.
(S'inginocchia, e stende le mani al cielo pregando)
Ciel pietoso, in sì crudo momento
Al mio labbro perdona un lamento…
è l'estrema favilla d'un foco,
Che fra poco - più vita non ha.
Se i sospiri, se i pianti versati
I tuoi sdegni non hanno placati,
Questo almeno ti renda propizio
Sacrifizio - che il core ti fa.
(Odesi musica religiosa nel tempio: un Coro intona l'inno nuziale. Alaide sorge sbigottita, e porge l'orecchio)
▼CORO▲
Pari all'amor degli angioli,
Nume, è il lor casto affetto…
Ascenda al tuo cospetto
Come d'incensi odor.
▼ALAIDE▲
(durante il canto)
Ahimè! Comincia
Il rito nuzial!… Fuggiam… non posso…
Vacilla il piè… Tutto vuotar, gran Dio,
Questo nappo crudel, tutto degg'io.
▼CORO▲
Stringi le due bell'anime
Come i beati in cielo…
Come in un solo stelo
Fiore si unisce a fior.
▼ALAIDE▲
Ah! sì felici
Vivan insiem… Mai più non oda Arturo
Il mio nome suonar. Udiam… silenzio
(Cessa la musica)
Succede ai canti del devoto Coro…
Il giuramento… è profferito…
io moro!
(Si abbandona a' piedi d'un monumento)
Scena Quindicesima
(Odesi tumulto dal tempio e gridare di molte voci. Da lì a poco n'esce Arturo precipitosamente, e come fuori di sè. Alaide si scuote)
▼CORO▲
(Di dentro)
Vaneggia… Il passo sgombrisi…
Sostengsi Isoletta…
▼ARTURO▲
(Veggendo Alaide)
Ancor ti trovo.
▼ALAIDE▲
Ahi! misera!
▼ARTURO▲
Seguimi… il passo affretta.
Da me volean dividerti…
Giammai… tu sei con me.
(L'afferra per un braccio)
▼LAIDE▲
Ah! che mai tenti?
▼ARTURO▲
O vivere,
O morir teco io tento.
▼ALAIDE▲
Lasciami.
▼ARTURO▲
Vieni
▼ALAIDE▲
Ah! sentimi…
▼ARTURO▲
(Strascinandola)
Sol le mie furie io sento.
▼ALAIDE▲
Aita, aita!
▼ARTURO▲
In vano…
Non mi uscirai di mano;
Chi primo s'avvicina,
Morto cadrammi al piè.
(Snuda la spada)
Scena Ultima
(Il Priore degli Spedalieri, Coro, e Popolo tutti accorrendo. Poi Valdeburgo)
▼IL PRIORE▲
Chi veggio? La Regina!
▼TUTTI▲
Regina!
▼ARTURO▲
(Vivamente percosso)
Quale! ov'è?
▼IL PRIORE▲
Tu l'hai presente… Mirala;
Onora Agnese in lei.
Spenta è Isemberga, e riedere,
Regina, al soglio dèi.
Mi annunzia il lieto evento
Con questo foglio il Re.
▼ARTURO▲
Sovra il mio corpo spento
Ritorna al soglio.
(si precipita innanzi ad Agnese. Si trafigge)
▼TUTTI▲
(inorriditi)
Ahimè!
▼ALAIDE▲
(Per accorrere a lui)
Arturo! Arturo!
▼VALDEBURGO▲
(arrestandola)
Scostati.
Deh! si soccorra.
▼TUTTI▲
Ei muore.
▼ALAIDE▲
Muore!! D'Agnese è vittima,
Del mio funesto amore…
▼IL PRIORE▲
Regina!
▼VALDEBURGO▲
Agnese?
▼TUTTI▲
(confortandola)
Calmati,
Riedi, deh! riedi in te.
▼ALAIDE▲
(nell'estrema disperazione)
Or sei pago, o ciel tremendo…
Or vibrato è il colpo estremo…
Più non piango - più non temo
Tutto io sfido il tuo furor.
Morte io chiedo, morte attendo;
Che più tarda, e in me non piomba?…
Solo il gelo della tomba
Spegner puote un tanto amor!
▼TUTTI▲
Ah! lo spirto l'abbandona…
Ciel perdona - un tanto error.
(Alaida si abbandona fra le braccia del Coro)
ATTO SECONDO
Scena Prima
(Gran sala, ove si raduna il Tribunale degli Ospedalieri, alla cui giurisdizione è soggetta la provincia: porta in prospetto. All'alzarsi del sipario i Giudici sono tutti assisi sui loro scanni, e in mezzo a loro, in seggio più elevato, è il Priore, che presiede al Tribunale. Da un lato, dinanzi ai Giudici, è Osburgo accompagnato dai terrazzani, che, da lui sedotti, deposero contra Alaide. La sala è circondata da guardie)
IL PRIORE
Udimmo. Il tuo racconto
Avvalora i sospetti. A lei donante
Sosterrai tu quanto hai riferto a noi?
Rifletti ancora.
OSBURGO
E dubitar ne puoi?
Quel che vid'io soltanto, e vider meco
Tutti costor, narrai. Piacesse al cielo
Ch'ella sgombrar potesse ogni sospetto!
IL PRIORE
L'accusata si guidi al mio cospetto.
OSBURGO
(Fra sè)
Ardir. Non puote Arturo
Custodito smentirmi, e compro ha l'oro
Chi lo trasse dall'onde, e a lui soccorse.
CORO
Eccola.
Scena Seconda
(Alaide in mezzo alle guardie: essa é coperta da un gran velo: nobile n'è il contegno, e nel tempo istesso modesto. Il Priore l'osserva alcuni momenti, quasi colpito da qualche rimembranza)
IL PRIORE
(Fra sè)
E a tanto error costei trascorse?
(Ad Alaide)
Ti appressa… e il ver rispondi.
Chi sei tu?
ALAIDE
La Straniera. A me tal nome
Die' la sventura, e cancellò per sempre
Il nome, ch'io portava ai dì ridenti.
Io l'obliai.
IL PRIORE
(Fra sè)
Qual voce! e quali accenti!…
(ad Alaida)
Ieri fu morto, e spinto
Valdeburgo nel lago, e tu sul lido,
Di sangue intrisa, e rinvenuta fosti
Sbigottita, tremante. Il tuo terrore,
Il tuo stesso parlar, ed il mistero
In cui ti avvolgi, son bastanti a farti
Comparir delinquente.
Discolparti puoi tu?
ALAIDE
Sono innocente.
IL PRIORE
Fosti di tanto eccesso tu spettatrice?
ALAIDE
No.
IL PRIORE
Vedesti almeno la vittima?
ALAIDE
Neppur.
IL PRIORE
Perché dicesti
Ch'era all'ucciso l'amor tuo funesto?
(Alaide tace vivamente commossa)
IL PRIORE
Perché? favella.
ALAIDE
Mio segreto é questo.
IL PRIORE
Sciagurata! Lo svela. Il segreto ti perde.
CORO
In tua difesa nulla produr puoi tu?
ALAIDE
Nulla.
IL PRIORE
E non sai qual t'aspetta destin?
CORO
Morte é sospesa sul capo tuo.
Scena Terza
(Arturo si precipita nella sala affannoso, ed anelante)
ARTURO
Morte cadrà sul mio.
TUTTI
Arturo!
ARTURO
Ella é innocente: il reo son io.
OSBURGO
Giudici, nol credete…
Egro ei giacea… vaneggia ancor… delira.
ARTURO
Ribaldo! E chi t'inspira
Sì ria menzogna? Io Valdeburgo uccisi,
Lo giuro, o Cavalier; io che furente,
E ben lo sa costui,
Un mio rival credea punire in lui.
ALAIDE
(Fra sè)
Misero!
OSBURGO
(Fra sè)
Ei si é perduto.
CORO
(Fra sè)
Ei il ver parlò?
IL PRIORE
Straniera, udisti il Conte.
È desso l'uccisor? - Tu taci? Assolta
Non sei perciò: complice sua creduta
Esser tu puoi.
ARTURO
Complice mia!
CORO
La scure ambidue può colpir nel punto istesso.
Scena Quarta
(Si apre la porta in fondo, e si presenta Valdeburgo pallido, ed avvolto in un bianco manto. Sorpresa generale)
VALDEBURGO
Ambi fian sciolti.
GRIDO GENERALE
Ah! Valdeburgo!
ALAIDE
(arretrandosi sbigottita)
É desso.
(Silenzio e terrore generale)
VALDEBURGO
Sì, li sciogliete, o Giudici;
Non avvi in lor delitto:
In singolar conflitto
Caddi d'Arturo al piè.
CORO
Oh! qual prodigio!
IL PRIORE
E sorgere te dalla tomba io miro!
VALDEBURGO
Bando al terror: miratemi:
L'aura vital respiro:
Del lago in mezzo ai vortici
Un Dio soccorse a me.
TUTTI
Tu vivi?
(Alaide si getta nelle sue braccia)
ARTURO
(per correre a lui)
Ah! gioia!
VALDEBURGO
Scostati: Morto son io per te.
(ad Adelaide)
Meco tu vieni, o misera,
Lunge da queste porte,
Ove celar le lagrime
Ti scorgerà la sorte:
Tomba, ove ignota scendere,
La terra a te darà.
(Per trarla seco)
ARTURO
Oh! Valdeburgo!
VALDEBURGO
Arrestati: a me straniero or sei.
CORO
Odi: partirsi incognita
Non può da noi costei.
La legge il vieta: scoprasi.
VALDEBURGO
(tornando in dietro, prendendo a parte il Priore)
A te si scoprirà.
(Alaide ritira il velo in modo che sia veduta dal solo Priore)
IL PRIORE
(Maravigliato)
Ah!
ALAIDE
Taci.
IL PRIORE
(al Coro)
Uscir può libera…
(ad Alaide)
A noi, perdona e va.
(Il Coro che avea circondato Alaide e Valdeburgo, rispettosamente si scioglie, e lascia libero il passo a Valdeburgo)
CORO
Tanto confuso il Preside!
Così per lei commosso!
ARTURO
(Fra sè)
Me la rapisce il barbaro,
E oppormi a lui non posso!
CORO
Mistero inesplicabile!
Costei chi mai sarà?
VALDEBURGO
Ella perdona; ed ultimo,
Eterno addio vi dà.
(Valdeburgo conduce seco Alaide. la porta del fondo si chiude. Il Coro rimane maravigliato. Arturo si allontana in atto di estrema desolazione)
Scena Quinta
(Il Priore, Osburgo, Cavalieri, e popolo)
IL PRIORE
Tu, che osasti mentir a questo in faccia
Augusto tribunal, trema. - Se astretto
Da possente cagion, lascio per ora
Impunito il misfatto, io nol perdono.
OSBURGO
Se reo son io, nol sono
Che di soverchio zel…
IL PRIORE
Alla tua colpa
Scuse non ricercar, se investigarne
Le cagioni io non cerco - Esci, e presente
Abbi al pensiero ognor che i passi tuoi
Sono esplorati, e a me fuggir non puoi.
(Osburgo parte col popolo)
Scena Sexta
(II Priore, e i Cavalieri)
IL PRIORE
Voi, che presenti foste
A sì mirabil caso, e interrogarmi
Non vi attentate, forse un dì potrete
Di tanto arcano sollevare il velo.
Per or vi basti, e il cielo
Ne chiamo testimon, che la Straniera
Giustificata é appien; che donna in terra
Non avvi al par di lei scevra di colpa;
Che non é Cavalier chi ancor l'incolpa.
(Parte)
Scena Settima
(Foresta come alla scena ottava dell Atto Primo. Arturo, indi Valdeburgo)
ARTURO
A tempo io giungo… Ei non partì… qui trasse
La soffrente Alaide - Udirmi, udirmi
Dovranno entrambi, o di mia man trafitto
Vedermi qui… sulle vietate soglie.
Vadasi or tosto
Ahi! qual timor mi coglie!
Con qual cor, con qual fronte
Di Valdeburgo sosterrò l'aspetto,
Io sciagurato, io tinto
Del sangue dell'amico?… Ebben, vendetta
Prenda di me qual vuol, purch'ei m'ascolti,
Pur che un istante sol vegga il mio pianto!
(Va per entrare: si presenta Valdeburgo)
VALDEBURGO
Tu qui!
ARTURO
Deh! Valdeburgo…
VALDEBURGO
E osar puoi tanto?
Chi ti conduce a me?
ARTURO
Dolor, rimorso
Vergogna, amor,
tutti gli affetti insieme,
Che più straziano un cor. - Oh! tu, che amico
Mi hai stretto al sen,
del mio soffrire estremo
Tu non avrai pietade? A me per sempre
Chiuder vorrai le braccia?
VALDEBURGO
Il sangue sparso
Fra noi s'innalza, e ci divide, e tronca
Ogni legame, che nostr'alme unia.
Lasciami.
ARTURO
(Arrestandolo)
Non andrai… mi uccidi in pria.
VALDEBURGO
Che vuoi da me? Che ardisci sperar ancor?
ARTURO
Il tuo perdono, e quello dell'offesa Alaide.
VALDEBURGO
Il mio… s'ei puote
Consolarti un istante… io nol ricuso;
Quel d'Alaide… solo in ciel l'avrai.
ARTURO
Ch'io l'implori da lei…
VALDEBURGO
Da lei! giammai.
ARTURO
E chi potria vietarmi?
Ch'io mi prostri al suo piè?
VALDEBURGO
Tu il chiedi? Il vieta
D'Alaide la vita, e la sua pace.
Egra, languente giace,
Priva di sensi quasi…
ARTURO
Ella! gran Dio!
Sgombrami il passo… io son furente, insano…
VALDEBURGO
Fermati, e un'altra volta arma la mano.
Sulla salma del fratello
T'apri il passo, a lei t'invia:
Del mio sen tu sai la via,
Non ti resta che ferir.
ARTURO
Ah! pietà… non io favello;
è un amore disperato…
è il dolor d'un cor piagato,
è l'angoscia del morir.
VALDEBURGO
Infelice!
ARTURO
A te mi prostro…
(Supplichevole)
Ch'io la vegga un solo istante!
VALDEBURGO
Vanne dunque, e reca, o mostro,
Morte a lei col tuo sembiante…
Leggi in volto alla giacente
Il terror di te presente;
Da quel labbro scolorito
Odi un muto maledir…
ARTURO
Ah! non più… così aborrito?…
VALDEBURGO
Tu lo merti…
ARTURO
Oh! rio martir!
VALDEBURGO
Tu togliesti alla dolente
Ogni speme di riposo…
Tu tradisti un'innocente,
Che ti amò, ti elesse a sposo…
Un amico hai tu trafitto…
Violato onore e fè…
Qual ti resta a far delitto?
Chi pi? reo sarà di te?
ARTURO
Ah! non sai d'un cor ardente
Il delirio tormentoso…
Offuscata è la mia mente,
Per me il cielo é tenebroso…
Altra luce non vegg'io
Che Alaide innanzi a me.
Ah! morir, morir desio,
Se più guida a me non è.
VALDEBURGO
Forsennato! e insisti ancora?
ARTURO
Che far debbo? chi mi regge?
VALDEBURGO
Alaide all'ultim'ora
Ti favella e a te dà legge…
ARTURO
Parla… parla…
VALDEBURGO
Estingui in petto
Un dannato e cieco affetto…
D'Isoletta alfin pietoso,
Porgi a lei la man di sposo,
E tranquilla e consolata
Alaide ancor vivrà.
ARTURO
Viva, ah! viva, e sia placata…
Il mio cor s'immolerà.
Ma in mercede almen di questo
Sacrificio a cui m'appresto…
Sia presente in quel momento…
Mi sostenga nel cimento…
La virtù, ch'io non avrei,
Un suo sguardo a me darà.
VALDEBURGO
E ubbidir prometti a lei?
ARTURO
Lo prometto.
VALDEBURGO
Ebben verrà.
Tergi il pianto, e vanne omai
A mertar perdono e pace:
Del coraggio, che non hai,
All'altar sarai capace…
Il tuo cor rigenerato
Nuovi sensi acquisterà…
La memoria del passato
Come sogno sparir?.
ARTURO
Ah! se me non vuoi spergiuro,
Se a soffrir mi vuoi capace,
Non parlarmi del futuro,
Non offrirmi un ben fallace…
Quanto io sono sventurato
Il tuo core appien lo sa…
La memoria del passato.
Sol con me morir potrà?.
(Partono)
Scena Ottava
(Gabinetto d'Isoletta nel castello di Montolino. Isoletta sola: essa è in abito dimesso, e profondamente addolorata)
ISOLETTA
Né alcun ritorna?… Oh! cruda,
Dolorosa incertezza! - Ognun mi lascia!
Quel che avvenne ignorar - Tutto è mistero,
è tristezza, è squallor quanto qui vedo.
Artur m'abbandonò… che più richiedo…
(S'abbandona sopra una sedia)
E di mie nozze il giorno
Era pur questo!… E sul mio petto ancora
Stassi il pegno d'amor, che di sua mano
Vi appese l'infedel! Eccolo… ei sembra
(si stacca dal seno un ritratto)
Di un suo tenero sguardo ancor bearmi…
Sembra, ah! sembra che ancor giuri d'amarmi.
(Sorge e contempla il ritratto, e con esso favella)
Ah! se non m'ami più,
Perché sì dolce ancor
Sembra parlar d'amor il tuo sorriso?
Ah! se non m'ami più,
Mi rendi il core almen.
Il core che dal sen
Tu m'hai diviso.
Ma che parlo? a chi favello?
Lunge é Artur…
Scena Nona
(Coro di Damigelle, e detta)
CORO
(Accorrendo lietamente)
Esulta; ei riede.
ISOLETTA
Che mai dite?…
CORO
È nel castello.
ISOLETTA
A che vien?
CORO
Perdono ei chiede;
Te fin d'oggi all'ara ei brama,
E il consente il genitor.
ISOLETTA
E fia ver?
CORO
Ei t'ama, ei t'ama,
è pentito dell'error.
ISOLETTA
Io sua sposa!… Oh! lieto giorno!
Mi ama ancora!… Oh sommo bene!
Se il dolor tal premio ottiene,
Fortunato il mio dolor.
Al mio sguardo un roseo velo
Veste il cielo - il suol s'infiora;
Ogni oggetto amor colora
Della gioia del mio cor.
CORO
Sì, vincesti, esulta alfine:
Orna il seno, ingemma il crine,
Vagheggiata - invidiata
All'altar ti attende amor.
(Partono)
Scena Decima
(Atrio che mette al tempio degli Spedalieri. Il luogo è occupato dal corteggio nuziale. Dame e Cavalieri. Coro)
DAME
È dolce la Vergine
Qual luna modesta,
Che i teneri desta
Pensieri del cor.
CAVALIERI
È fervido il giovine
Qual sole di maggio,
Che avviva d'un raggio
La prole dei fior.
DAME
Oh! quanti costarono
Sospiri agli amanti
Quegli occhi brillante
Di onesto pudor!
CAVALIERI
Oh! quante destarono
D'amor scintille
Le ardenti pupille
Spiranti valor!
TUTTI
Ma fu di mill'anime
la fiamma negletta:
D'Arturo e Isoletta:
è scelta d'amor.
Tal gode all'anemone
Superbo fiorente
Viola innocente
Unire il cultor.
Scena Undicesima
(Il Conte di Montolino, Isoletta e Arturo; indi Valdeburgo e Alaide. Isoletta ha in capo una corona di rose)
MONTOLINO
Dolce di un padre al cor suona la voce,
Che plaude al lieto evento, onde son paghi
Dell'Armorica i voti, e il desìr mio.
ISOLETTA
(Fra sè)
Impallidisce Artur.
ARTURO
(Fra sè)
Dove son io!
MONTOLINO
Siate presenti al rito,
Ed ai paterni auguri unisca i suoi
La sincera amistà, l'amor, la fede.
(Esce dalla folla Valdeburgo. Una donna coperta d'un gran velo si presenta da lontano e si nasconde dietro i monumenti dell'atrio, non veduta da alcuno. Arturo si accorge di Valdeburgo, e gli corre incontro)
ARTURO
Valdeburgo!
VALDEBURGO
(Fra sè)
Coraggio: ella ti vede.
ISOLETTA
Arturo!
ARTURO
(senza badare a Isoletta, a Valdeburgo)
Io tremo… il piede
Mi sostiene a fatica.
ISOLETTA
Artur! non m'odi?
(Avvicinandosi a lui)
Nè un guardo sol, nè un detto
A me rivolgi?…
ARTURO
(Scuotendosi)
Io… sì… t'ascolto… io debbo
A te sola pensar… ed in te sola
Sono assorti i miei sensi.
(Suona la squilla del tempio, il quale s'illumina)
Scena Dodicesima
(Il Priore con alcuni Cavalieri si presenta alla gran porta)
IL PRIORE
Già all'altare del piè fuman gl'incensi.
Voi soli attesi siete.
MONTOLINO
Andiam: la destra
Porgi alla sposa tua…
ARTURO
Va… mi precedi…
(Con sommo turbamento, a Montolino)
Tutto all'uopo disponi… ultimo io chiedo
Con lei venirne.
MONTOLINO
Al tuo volere io cedo.
(Parte)
Scena Tredicesima
(Arturo, Isoletta, Valdeburgo, e Alaide nascosta)
VALDEBURGO
(Fra sè)
Che far vuoi tu? Rammenta
I giuramenti tuoi.
ARTURO
(Fra sè)
Misero!
ISOLETTA
(Osservando Arturo con somma ansietà)
E quale
Sul tuo volto pallor? Che volgi in mente?
ARTURO
Non so… Qual uom demente,
Non conosco me stesso…
Ah! quel ch'io soffro
Immaginar non può pensiero umano.
VALDEBURGO
(Fra sè)
Infedel!
ARTURO
Ma son tuo… Ecco la mano.
Stringila omai… ti affretta
Pria che tolta ti venga.
(Isoletta stende la mano tremando. Si mostra Alaide le sfugge un sospiro, e piega il capo su un monumento)
ALAIDE
Ah!
ARTURO
(veggendo Alaide)
Cielo!
ISOLETTA
È fredda…
Fredda come il tuo cor… Oh! Arturo! Arturo!
Perché mi hai lusingata?
Non più Imene per me… non sono amata!
(Si copre il volto lacrimando. Valdeburgo la sostiene)
VALDEBURGO
Sì! tu il sei.
(Con fermezza, prendendo per un braccio Isoletta, e dando un'occhiata di rimprovero ad Arturo)
ISOLETTA
Nol fui giammai.
Dal mio ciglio è il vel caduto.
ARTURO
Oh! Isoletta!… tu non sai…
ISOLETTA
Io so tutto.
ALAIDE
(Fra sè)
Oh! cielo, aiuto!
Quartetto
VALDEBURGO
(Fra sè)
Infedele, che far tu vuoi?
ALAIDE, ISOLETTA, ARTURO
(Fra sè)
Qual sarà dolor che uccide,
se resisto al mio dolore,
Qual sarà, ah! qual sarà
se io resisto al mio dolor….
VALDEBURGO
(Ad Arturo)
Sei presente ad Alaide,
ella t'ode, o mancator….
ella t'ode, o mancator,
o mancator, mancator….
rammenta i giuramenti,
i giuramenti tuoi,
o mancator, o mancator,
rammenta i giuramenti tuoi,
o mancator, o mancator,
mancator, o mancator,
mancator…
ALAIDE, ISOLETTA
(Fra sè)
Ah! qual sarà dolor
ah! qual sarà, qual sarà
s'io resisto al mio dolore,
al mio dolor, ah! qual sarà
s'io resisto al mio dolore,
al mio dolor, al mio dolor,
al mio dolor…
ARTURO
(Fra sè)
Ah! qual sarà dolor
dolor che uccide,
s'io resisto al mio dolor,
ah! s'io resisto al mio dolor,
al mio, al mio dolor,
al mio al mio dolor…
Deh perdona…
ISOLETTA
Taci, Arturo…
infelice io non vo' farti:
da' miei mali i tuoi misuro…
sciolto sei….. da me ti parti.
Lungi, o rose: a me s'addice
trista benda di squallor.
(Si strappa la ghirlanda nuziale. Alaide si scuote e si avanza risolutamente)
ALAIDE
Ferma.
VALDEBURGO
(Fra sè)
È dessa.
ARTURO
(Fra sè)
Oh! me infelice!
ISOLETTA
A che vieni?
ALAIDE
A farti cor.
(Raccoglie la ghirlanda)
ISOLETTA
Chi sei tu, che in tal momento
Hai per me cotanto zelo?…
ALAIDE
(Scoprendosi)
La Straniera.
ISOLETTA
(attonita)
Oh mio spavento!
ALAIDE
(li prende entrambi per mano)
All'altar vi chiama il cielo:
Ubbidite: - me seguite…
Là comincia il vostro amor.
(Alaide strascina seco nel tempio Arturo ed Isoletta, senza dar loro il tempo di riaversi. Valdeburgo li segue)
Scena Quattordicesima
(Dopo alcuni momenti esce dal tempio Alaida ella è tremante, agitata, e quasi fuori di sè)
ALAIDE
Sono all'ara… Barriera tremenda
Fra noi sorge… ed io stessa l'alzai!
Più non veggo… ardo, agghiaccio a vicenda…
Non l'amore, la speme lasciai.
(S'inginocchia, e stende le mani al cielo pregando)
Ciel pietoso, in sì crudo momento
Al mio labbro perdona un lamento…
è l'estrema favilla d'un foco,
Che fra poco - più vita non ha.
Se i sospiri, se i pianti versati
I tuoi sdegni non hanno placati,
Questo almeno ti renda propizio
Sacrifizio - che il core ti fa.
(Odesi musica religiosa nel tempio: un Coro intona l'inno nuziale. Alaide sorge sbigottita, e porge l'orecchio)
CORO
Pari all'amor degli angioli,
Nume, è il lor casto affetto…
Ascenda al tuo cospetto
Come d'incensi odor.
ALAIDE
(durante il canto)
Ahimè! Comincia
Il rito nuzial!… Fuggiam… non posso…
Vacilla il piè… Tutto vuotar, gran Dio,
Questo nappo crudel, tutto degg'io.
CORO
Stringi le due bell'anime
Come i beati in cielo…
Come in un solo stelo
Fiore si unisce a fior.
ALAIDE
Ah! sì felici
Vivan insiem… Mai più non oda Arturo
Il mio nome suonar. Udiam… silenzio
(Cessa la musica)
Succede ai canti del devoto Coro…
Il giuramento… è profferito…
io moro!
(Si abbandona a' piedi d'un monumento)
Scena Quindicesima
(Odesi tumulto dal tempio e gridare di molte voci. Da lì a poco n'esce Arturo precipitosamente, e come fuori di sè. Alaide si scuote)
CORO
(Di dentro)
Vaneggia… Il passo sgombrisi…
Sostengsi Isoletta…
ARTURO
(Veggendo Alaide)
Ancor ti trovo.
ALAIDE
Ahi! misera!
ARTURO
Seguimi… il passo affretta.
Da me volean dividerti…
Giammai… tu sei con me.
(L'afferra per un braccio)
LAIDE
Ah! che mai tenti?
ARTURO
O vivere,
O morir teco io tento.
ALAIDE
Lasciami.
ARTURO
Vieni
ALAIDE
Ah! sentimi…
ARTURO
(Strascinandola)
Sol le mie furie io sento.
ALAIDE
Aita, aita!
ARTURO
In vano…
Non mi uscirai di mano;
Chi primo s'avvicina,
Morto cadrammi al piè.
(Snuda la spada)
Scena Ultima
(Il Priore degli Spedalieri, Coro, e Popolo tutti accorrendo. Poi Valdeburgo)
IL PRIORE
Chi veggio? La Regina!
TUTTI
Regina!
ARTURO
(Vivamente percosso)
Quale! ov'è?
IL PRIORE
Tu l'hai presente… Mirala;
Onora Agnese in lei.
Spenta è Isemberga, e riedere,
Regina, al soglio dèi.
Mi annunzia il lieto evento
Con questo foglio il Re.
ARTURO
Sovra il mio corpo spento
Ritorna al soglio.
(si precipita innanzi ad Agnese. Si trafigge)
TUTTI
(inorriditi)
Ahimè!
ALAIDE
(Per accorrere a lui)
Arturo! Arturo!
VALDEBURGO
(arrestandola)
Scostati.
Deh! si soccorra.
TUTTI
Ei muore.
ALAIDE
Muore!! D'Agnese è vittima,
Del mio funesto amore…
IL PRIORE
Regina!
VALDEBURGO
Agnese?
TUTTI
(confortandola)
Calmati,
Riedi, deh! riedi in te.
ALAIDE
(nell'estrema disperazione)
Or sei pago, o ciel tremendo…
Or vibrato è il colpo estremo…
Più non piango - più non temo
Tutto io sfido il tuo furor.
Morte io chiedo, morte attendo;
Che più tarda, e in me non piomba?…
Solo il gelo della tomba
Spegner puote un tanto amor!
TUTTI
Ah! lo spirto l'abbandona…
Ciel perdona - un tanto error.
(Alaida si abbandona fra le braccia del Coro)