SCENA VII
Il divertimento danzante.
Due valletti sollevano il velario del teatrino, segnato ai lati da quinte ornamentali e in alto da ghirlande di fiori: lo sfondo rappresenta un paesaggio classico col mare in lontananza.
Paride in abito di pastor frigio, riposa adagiato sovra un poggetto di verzura. Uno stuolo d'Amorini tesse, intorno all'assopito, una carola. Al suono tenue di strumenti pastorali, voci lontane accompagnano le danze puerili.
VOCI LONTANE
Dormi, dormi o pastorello!
È l'amor dolce ruina,
al suo regno ti destina!
Dormi pur, non ti destar!
Mercurio entra del fondo del teatrino e desta Il Priamide. A questo il celeste messaggero mostra e affida l'aureo pomo esperidèo con le fatali parole:
»Alla più bella« gittato dalla Discordia fra le dee intervenute alle nozze di Tetide e Peleo, per vendicarsi d'essere stata esclusa a disegno.
L'aligero iddio gli annuncia che, per comando di Giove, a lui tosto verranno Giunone, Pallade e Afrodite, le quali si contendono il pomo e richiedono il suo giudizio: primo effetto raggiunto dalla vendicativa dea.
Mercurio, compiuto il messaggio, dispare. Il frigio pastore si avanza sul palco in preda a gran turbamento, mentre le Ninfe e gli Amorini gli cantano intorno.
Bel pastor di Frigia, bada!
Ogni frutto un verme serra.
La Discordia è scesa in terra:
temi il dono e chi lo fa ...
Dall'arcata di destra, onde i cortinaggi s'alzano subitamente, seguita da Iridi leggiadre, entra Giunone dalle bianche braccia in nitide vesti, cinto il nero crine da fulgido diadema e onusto il dorso di purpurea clamide regale.
La gran dea sorge maestosa, e significa a Paride genuflesso, essere ella la possente consorte di Giove, regina del cielo e della terra, castissima custode dei talami, patrona delle spose fidenti e delle madri soavi, bella della più pura, salda e serena bellezza, quella della bontà, sì che a lei, sovra tutte le dee conviene e s'addice il frutto disputato.
Preceduta da focose Amazzoni sorviene Pallade, azzurreggiante e corrusca nell'armi magnifiche, in capo l'elmo biforo, sul petto l'egida Medusèa, in pugno l'antenna portentosa, pendulo al fianco l'impenetrabile scudo. A Paride, stupito e sgomento, ella dichiara i pregi e i difetti suoi: prediletta figlia di Giove, fiore del pensiero suo onnipossente, nata in armi dalla balenata sua fronte, purissima e sapientissima virago, che alla forte armonia delle membra quasi virili associa l'immortale fulgor dell'idea; tutrice ella d'ogni umana energia, d'ogni audacia feconda, genio della forza cosciente e insieme della ragion vincitrice, raffigurante l'arte della guerra e la guerra della sapienza. L'aureo pomo a lei spetta, come alla irresistibile bellezza della verità militante e gloriosa. Ed ecco, mentre l'esule principe troiano sta per cedere al fascino della magnifica Vergine, ecco giungere, di tra un dolce stuolo di Carità e Voluttà, soffusa di tenui veli trapunti, coronata di candide rose e adorna del simbolico cinto, Venere flava.
»Io son la Bellezza immortale – cosi si esprime in suo muto linguaggio la Dea lusingatrice – la Bellezza che basta a se stessa, la Bellezza ragion dell'arte e premio della vita, la Bellezza che appaga il desiderio, cancella il Dolore e trionfa perfino della Parca spietata. A me, dunque, il pomo contesto, a me d'Amor genitrice, d'Amore sovrano degli uomini e dei Numi, d'Amore principio e fine di tutte le cose«. Paride, meravigliato e commosso, scende nel mezzo per meglio considerare le tre dèe che insieme offronsi al suo sguardo rapito. Egli ammira l'augusta maestà di Giunone, la vereconda marzial giovinezza di Minerva, le dolcissime grazie di Venere, ondeggiando perplesso in estasi deliziosa. D'improvviso la bionda Afrodite, impaziente e sdegnata, gittando le inutili bende, tutta gli si discopre nella radiosa sua nudità, umanamente gioconda e divinamente impudica. Il Pastorello vacilla, quasi abbacinato da tanta luce di bellezza, che tutto di caldi aneliti |lo accende; e, cedendo alla possente malìa, s'appressa alla dea della Voluttà, e già le porge l'aureo premio agognato.
Ma no: il suo sguardo, distratto un momento, ha scorto la Principessa di Bouillon seduta; e a questa corre, a questa consegna il pomo delle Esperidi, piegando il ginocchio. La Principessa lo accoglie benignamente, mentre gli astanti mandano tutti un lungo unanime plauso.
Le tre Dee, reso omaggio alla Principessa, ripartono, rincorse come trionfo, dai tre cortei femminili insieme intreccianti rapidissima danza.
Durante l'ultima parte del balletto nel crocchio a destra si svolge a mezza voce una conversazione piccante che si anima sempre più.
L'ABATE
piano alla Principessa, accennando ad una delle dame creduta amica di Maurizio
È quella dama al certo! ...
LA PRINCIPESSA
piano all'Abate, scrollando le spalle
Non capite niente ...
L'ABATE
tutto umiliato
Infatti! ...
LA PRINCIPESSA
indicando col capo Maurizio, rivolgendosi ad Adriana
La bella del conte ...
non ignota, forse, a madamigella ...
ADRIANA
di soprassalto
Io? ...
LA PRINCIPESSA
con sottile ironia
Si parlava a Corte d'una commediante ...
ADRIANA
di rimando
Ed a teatro invece d'una dama galante ...
LA PRINCIPESSA
insistendo
Un incontro notturno ...
ADRIANA
rincarando
Un convegno segreto ...
L'ABATE
stupefatto
La storia è assai piccante ...
ALCUNE DAME
solleticate
Il caso è assai faceto ...
L'ABATE
incredulo
Ma quali son le prove?
LA PRINCIPESSA
fissando Adriana
Un mazzolin gentile dato all'eroe ...
ADRIANA
trasalendo tra sé
(Il mio!)
fissando a sua volta la Principessa
O piuttosto un monile perso fuggendo ...
LA PRINCIPESSA
allibita
(Il mio!)
ALCUNE DAME
ridendo
Un proverbio cinese ...
L'ABATE
imitandole
Un romanzo spagnolo ...
ADRIANA
con forza
No, la vita francese ... poiché quel braccialetto
me l'han recato or or ... Eccolo! ...
Adriana si toglie dal braccio sinistro un monile e lo mostra. L'Abate lo prende e lo passa alle signore. La Principessa fa violenza a se stessa per serbarsi calma.
L'ABATE
alle Dame del crocchio
Bello!
LE DAME
osservando curiosamente
Splendido!
LA PRINCIPESSA
con simulata indifferenza
Prezioso lavor!
IL PRINCIPE
avvicinandosi, curioso, alle signore
Che consultate, in grazia?
LE DAME
Un braccialetto ...
Il Principe ha preso dalle mani d'una dama il monile, e lo osserva attentamente insieme a Maurizio.
IL PRINCIPE
sorridendo
È quello di mia moglie ...
LE DAME
quasi spaventate
(Sua moglie!)
LA PRINCIPESSA
fra sé guardando Adriana
(È lei.)
ADRIANA
fra sé guardando la Principessa
(È lei.)
DAME E CAVALIERI
Qual mister! Che cosa avviene!
C'è un mistero fra le due dame.
Dàn baleni al par di lame
gli occhi lor, senza pietà!
LA PRINCIPESSA
che ha ricevuto da Paride il pomo, si sforza di sorridere, poi rivolta ad Adriana, con grazia affettata
Invano avrem sperato d'udirvi in qualche brano?
ADRIANA
signoreggiandosi appena, fra sé
(Dei versi, a lei?)
MICHONNET
sottovoce ad Adriana
Prudenza!
IL PRINCIPE
ad Adriana
Che mai reciterete?
LA PRINCIPESSA
con intenzione
Il monologo d' »Arianna abbandonata«?
ADRIANA
affogando di sdegno, fra sé
(È troppo!)
IL PRINCIPE
Meglio »Fedra«, la scena del richiamo ...
ADRIANA
subitamente
E »Fedra« sia!
TUTTI
Udiamo ...
ADRIANA
declamando
"... Giusto Cielo! che feci in tal giorno?
Già s'accinge il mio sposo col figlio al ritorno:
testimon d'un'adultera fiamma, ei vedrà
in cospetto del padre tremar mia viltà,
e gonfiarsi il mio petto de' vani sospir,
e tra lacrime irrise il mio ciglio languir!«
guarda Maurizio, che conversa con la Principessa, la quale ostentatamente gli si piega sull'omero, per parlargli più sommesso
Credi tu che, curante di Tèseo la fama,
disvelargli non osi l'orrendo mio drama?
Che mentire ei mi lasci al parente ed al re?
E raffreni l'immenso ribrezzo per me?«
Maurizio raccoglie il ventaglio lasciato cadere a bello studio dalla Principessa, e glielo rende con garbo galante.
»Egli invan tacerebbe! So il turpe mio inganno,
o Enon, né compormi potrei, come fanno ... avanzandosi fuori di sé, verso la Principessa
le audacissime impure, cui gioia è tradir,
una fronte di gel, che mai debba arrossir!«
Adriana, dicendo l'ultimo verso di Racine, ha mostrato col gesto la Principessa, e rimane alcun tempo in quell'atto. Tutte le dame, che han seguito con grande emozione ogni suo moto, si alzano quasi sbigottite. La Principessa sola resta seduta, affettando la massima calma, e dà il segno degli applausi.
LA PRINCIPESSA
battendo le mani
Brava! ...
TUTTI
applaudendo
Brava! Sublime!
MICHONNET
piano ad Adriana
O sconsigliata, che mai facesti?
ADRIANA
con impeto
(Son vendicata!)
LA PRINCIPESSA
fra sé, lacerando il fazzoletto con rabbia
(Un tale insulto! Io sconterà! ...)
rapidamente a Maurizio
Restate!!! ...
ADRIANA
al Principe che viene a felicitarla
Chiedo in bontà di ritirarmi ...
piano a Maurizio
Sèguimi! ...
MAURIZIO
piano ad Adriana
A domattina ...
Il Principe offre la mano ad Adriana, che risale con lui verso l'arcata di destra, seguita da Michonnet. I signori aggruppati a sinistra e le dame in piedi a destra s'inchinano. Adriana manda a Maurizio un'ultima occhiata piena d'amarezza, mentre la Principessa, rimasta indietro, fremente d'ira, la segue con la minaccia degli occhi.