ATTO PRIMO
Ouverture
SCENA PRIMA
Giardino - Notte.
Leporello, con ferraiolo, passeggia davanti alla casa di Donn'Anna; indi Don Giovanni e Donn'Anna ed in ultimo il Commendatore.
Leporello, entrando dal lato destro con lanterna in mano, s'avanza cauto e circospetto.
Nr. 1 - Introduzione
LEPORELLO
Notte e giorno faticar,
Per chi nulla sa gradir,
Piova e vento sopportar,
Mangiar male e mal dormir.
Voglio far il gentiluomo
E non voglio più servir…
Oh che caro galantuomo!
Vuol star dentro colla bella,
Ed io far la sentinella!
Voglio far il gentiluomo
E non voglio più servir…
Ma mi par che venga gente;
Non mi voglio far sentir.
Si ritira
Don Giovanni esce dal palazzo del Commendatore inseguito da Donn'Anna; cerca coprirsi il viso ed è avvolto in un lungo mantello.
DONNA ANNA
Trattenendo Don Giovanni
Non sperar, se non m'uccidi,
Ch'io ti lasci fuggir mai!
DON GIOVANNI
sempre cercando di celarsi
Donna folle! indarno gridi,
Chi son io tu non saprai!
LEPORELLO
avanzandosi
Che tumulto! Oh ciel, che gridi!
Il padron in nuovi guai.
DONNA ANNA
Gente! Servi! Al traditore!
DON GIOVANNI
Taci e trema al mio furore!
DONNA ANNA
Scellerato!
DON GIOVANNI
Sconsigliata!
LEPORELLO
Sta a veder che il malandrino
Mi farà precipitar!
DONNA ANNA
Come furia disperata
Ti saprò perseguitar!
DON GIOVANNI
Questa furia disperata
Mi vuol far precipitar!
IL COMMENDATORE
con spada e lume
Lasciala, indegno!
Donn'Anna, udendo la voce del padre, lascia Don Giovanni ed entra in casa.
Battiti meco!
DON GIOVANNI
Va, non mi degno
Di pugnar teco.
IL COMMENDATORE
Così pretendi da me fuggir?
LEPORELLO
Potessi almeno di qua partir!
DON GIOVANNI
Misero, attendi,
se vuoi morir!
Si battono. Il Commendatore è mortalmente ferito
IL COMMENDATORE
Ah, soccorso! son tradito!
L'assassino m'ha ferito,
E dal seno palpitante
Sento l'anima partir.
DON GIOVANNI
Ah, già cade il sciagurato,
Affannoso e agonizzante,
Già dal seno palpitante
Veggo l'anima partir.
LEPORELLO
Qual misfatto! qual eccesso!
Entro il sen dallo spavento
Palpitar il cor mi sento!
Io non so che far, che dir.
Il Commendatore muore.
SCENA SECONDA
DON GIOVANNI
sottovoce
Leporello, ove sei?
LEPORELLO
Son qui, per mia disgrazia, e voi?
DON GIOVANNI
Son qui.
LEPORELLO
Chi è morto, voi o il vecchio?
DON GIOVANNI
Che domanda da bestia! Il vecchio.
LEPORELLO
Bravo, due imprese leggiadre!
Sforzar la figlia ed ammazzar il padre!
DON GIOVANNI
L'ha voluto, suo danno.
LEPORELLO
Ma Donn'Anna, cosa ha voluto?
DON GIOVANNI
Taci, non mi seccar, vien meco, se non
vuoi qualche cosa ancor tu!
LEPORELLO
Non vo'nulla, signor, non parlo più.
alzando da terra la lanterna ed il mantello. Partono.
SCENA TERZA
Don Ottavio, Donn'Anna e Servi con lumi.
DONNA ANNA
Ah, del padre in periglio
in soccorso voliam.
DON OTTAVIO
con ferro ignudo in mano
Tutto il mio sangue verserò, se bisogna.
Ma dov'è il scellerato?
DONNA ANNA
ln questo loco…
vede il cadavere.
ma qual mai s'offre, o Dei,
spettacolo funesto agli occhi miei!
II padre!… padre mio!…mio caro padre!…
DON OTTAVIO
Signore!
DONNA ANNA
Ah, l'assassino mel trucidò.
Quel sangue - quella piaga - quel volto,
tinto e coperto del color di morte -
ei non respira più -
fredde ha le membra -
padre mio!… caro padre!… padre amato!…
io manco… io moro.
Sviene.
DON OTTAVIO
Ah, soccorrete, amici, il mio tesoro!
Cercatemi, recatemi
qualche odor, qualche spirto. Ah! non tardate.
Partono due servi.
Donn'Anna! sposa! amica! II duolo
estremo la meschinella uccide.
DONNA ANNA
Ahi!
DON OTTAVIO
Già rinviene…
ritornano i servi
Datele nuovi aiuti.
DONNA ANNA
Padre mio!
DON OTTAVIO
Celate, allontanate agli occhi suoi
quell'oggetto d'orrore.
Viene portato via il cadavere.
Anima mia, consolati, fa core.
Nr. 2 - Duetto
DONNA ANNA
disperatamente
Fuggi, crudele, fuggi!
Lascia che mora anchi'io
Ora che è morto, oh Dio!
Chi a me la vita die'!
DON OTTAVIO
Senti, cor mio, deh! senti;
Guardami un solo istante!
Ti parla il caro amante,
che vive sol per te.
DONNA ANNA
Tu sei!… perdon, mio bene -
L'affanno mio, le pene…
Ah! il padre mio dov'è?
DON OTTAVIO
Il padre? Lascia, o cara,
la rimembranza amara.
Hai sposo e padre in me.
DONNA ANNA
Ah! Vendicar, se il puoi,
Giura quel sangue ognor!
DON OTTAVIO
Lo giuro agli occhi tuoi,
Lo giuro al nostro amor!
A DUE
Che giuramento, o dei!
Che barbaro momento!
Tra cento affetti e cento
Vammi ondeggiando il cor.
Partono.
SCENA QUARTA
Notte. Strada.
Don Giovanni e Leporello, poi Donn'Elvira in abito da viaggio.
DON GIOVANNI
Orsù, spicciati presto. Cosa vuoi?
LEPORELLO
L'affar di cui si tratta è importante.
DON GIOVANNI
Lo credo.
LEPORELLO
È importantissimo.
DON GIOVANNI
Meglio ancora. Finiscila.
LEPORELLO
Giurate di non andar in collera.
DON GIOVANNI
Lo giuro sul mio onore,
purché non parli del Commendatore.
LEPORELLO
Siamo soli.
DON GIOVANNI
Lo vedo.
LEPORELLO
Nessun ci sente.
DON GIOVANNI
Via!
LEPORELLO
Vi posso dire tutto liberamente?
DON GIOVANNI
Sì.
LEPORELLO
Dunque quando è così,
caro signor padrone,
la vita che menate
all'orecchio, ma forte
è da briccone.
DON GIOVANNI
Temerario, in tal guisa…
LEPORELLO
E il giuramento?
DON GIOVANNI
Non so di giuramenti. Taci, o chi'io…
LEPORELLO
Non parlo più, non fiato, o padron mio.
DON GIOVANNI
Così saremo amici. Ora dì un poco:
Sai tu perché son qui?
LEPORELLO
Non ne so nulla. Ma essendo l'alba chiara, non sarebbe
qualche nuova conquista?
Io lo devo saper per porla in lista.
DON GIOVANNI
Va là, che sei il grand'uom!
Sappi chi'io sono innamorato d'una
bella dama, e son certo che m'ama.
La vidi, le parlai; meco al casino
questa notte verrà…
Viene dal fondo Donna Elvira.
Zitto, mi pare
sentire odor di femmina…
LEPORELLO
(Cospetto, che odorato perfetto!)
DON GIOVANNI
All'aria mi par bella.
LEPORELLO
(E che occhio, dico!)
DON GIOVANNI
Ritiriamoci un poco, e scopriamo terren.
LEPORELLO
Già prese foco!
Vanno in disparte
SCENA QUINTA
Donna Elvira e detti
Nr. 3 - Aria
DONNA ELVIRA
Ah, chi mi dice mai
Quel barbaro dov'è,
Che per mio scorno amai,
Che mi mancò di fe?
Ah, se ritrovo l'empio
E a me non torna ancor,
Vo' farne orrendo scempio,
Gli vo' cavare il cor.
DON GIOVANNI
piano a Leporello
Udisti? Qualche bella dal vago
abbandonata. Poverina! Cerchiam di
consolare il suo tormento.
LEPORELLO
(Così ne consolò mile e ottocento).
DON GIOVANNI
Signorina…
DONNA ELVIRA
Chi è là?
DON GIOVANNI
Stelle! che vedo!
LEPORELLO
(O bella! Donna Elvira!)
DONNA ELVIRA
Don Giovanni!…
Sei qui, mostro, fellon, nido d'inganni!
LEPORELLO
(Che titoli cruscanti! Manco male
che lo conosce bene!)
DON GIOVANNI
Via, cara Donna Elvira,
calmate quella collera… sentite…
Lasciatemi parlar…
DONNA ELVIRA
Cosa puoi dire, dopo azion sì nera? In casa mia
entri furtivamente. A forza d'arte,
di giuramenti e di lushinghe arrivi
a sedurre il cor mio;
m'innamori, o crudele!
Mi dichiari tua sposa, e poi, mancando
della terra e del ciel al santo dritto,
con enorme delitto
dopo tre dì da Burgos t'allontani.
M'abbandoni, mi fuggi, e lasci in preda
al rimorso ed al pianto,
per pena forse che t'amai cotanto!
LEPORELLO
(Pare un libro stampato!)
DON GIOVANNI
Oh, in quanto a questo, ebbi le mie
ragioni.
a Leporello, ironicamente
È vero?
LEPORELLO
È vero.
E che ragioni forti!
DONNA ELVIRA
E quali sono,
se non la tua perfidia,
la leggerezza tua? Ma il giusto cielo
volle ch'io ti trovassi,
per far le sue, le mie vendette.
DON GIOVANNI
Eh via!
siate più ragionevole!…(Mi pone
a cimento costei!). Se non credete
a labbro mio, credete
a questo galantuomo.
LEPORELLO
(Salvo il vero.)
DON GIOVANNI
forte
Via, dille un poco…
LEPORELLO
sottovoce a Don Giovanni
E cosa devo dirle?
DON GIOVANNI
Sì, sì, dille pur tutto.
Parte non visto da Donn'Elvira.
DONNA ELVIRA
Ebben, fa presto.
LEPORELLO
balbettando
Madama… veramente… in questo mondo
Conciòssia cosa quando fosse ché…
il quadro non è tondo…
DONNA ELVIRA
Sciagurato! Così del mio dolor giuoco
ti prendi, Ah! Voi…
verso Don Giovanni che non crede partito
Stelle! L'iniquo fuggì! Misera me!
Dov'è? In qual parte?
LEPORELLO
Eh! lasciate che vada. Egli non merta
che di lui ci pensiate.
DONNA ELVIRA
Il scellerato
m'ingannò, mi tradì…
LEPORELLO
Eh! Consolatevi;
non siete voi, non foste, e non sarete
né la prima, né l'ultima. Guardate:
questo non picciol libro è tutto pieno
dei nomi di sue belle:
Cava di tasca una lista
ogni villa, ogni borgo, ogni paese
è testimon di sue donnesche imprese.
Nr. 4 - Aria
LEPORELLO
Madamina, il catalogo è questo
Delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt'io;
Osservate, leggete con me.
In Italia seicento e quaranta;
In Almagna duecento e trentuna;
Cento in Francia, in Turchia novantuna;
Ma in Ispagna son già mille e tre.
V'han fra queste contadine,
Cameriere, cittadine,
V'han contesse, baronesse,
Marchesine, principesse.
E v'han donne d'ogni grado,
D'ogni forma, d'ogni età.
Nella bionda egli ha l'usanza
Di lodar la gentilezza,
Nella bruna la costanza,
Nella bianca la dolcezza.
Vuol d'inverno la grassotta,
Vuol d'estate la magrotta;
È la grande maestosa,
La piccina e ognor vezzosa.
Delle vecchie fa conquista
Pel piacer di porle in lista;
Sua passion predominante
È la giovin principiante.
Non si picca - se sia ricca,
Se sia brutta, se sia bella;
Purché porti la gonnella,
Voi sapete quel che fa.
Parte
SCENA SESTA
Donna Elvira sola
DONNA ELVIRA
In questa forma dunque
mi tradì il scellerato! È questo il premio
che quel barbaro rende all'amor mio?
Ah! Vendicar vogl'io
l'ingannato mio cor. Pria ch'ei mi fugga
si ricorra… si vada… Io sento in petto
sol vendetta parlar, rabbia e dispetto.
Parte
SCENA SETTIMA
Zerlina, Masetto e Coro di Contadini d'ambo i sessi, che cantano, suonano e ballano.
Nr. 5 - Coro
ZERLINA
Giovinette che fate all'amore,
Non lasciate che passi l'età!
Se nel seno vi bulica il core,
Il rimedio vedetelo qua!
La ra la, la ra la, la ra la.
Che piacer, che piacer che sarà!
CORO
La ra la, ecc.
MASETTO
Giovinetti leggeri di testa,
Mon andate girando di là.
Poco dura de'matti la festa,
Ma per me cominciato non ha.
La ra la. La ra la. La ra la. Che piacer, che piacer che sarà!
CORO
La ra la, ecc.
ZERLINA e MASETTO
Vieni, vieni, carino. godiamo,
E cantiamo e balliamo e suoniamo!
Che piacer, che piacer che sarà!
SCENA OTTAVA
Don Giovanni, Leporello e detti.
DON GIOVANNI
Manco male, è partita. Oh guarda, che
bella gioventù; che belle donne!
LEPORELLO
(Fra tante, per mia fè,
vi sarà qualche cosa anche per me.)
DON GIOVANNI
Cari amici, buon giorno, Seguitate a
stare allegramente, seguite a suonar,
buona gente. C'è qualche sposalizio?
ZERLINA
Sì, signore, e la sposa. son io.
DON GIOVANNI
Me ne consolo. Lo sposo?
MASETTO
Io, per servirla.
DON GIOVANNI
Oh bravo! Per servirmi; questo è vero
parlar da galantuomo.
LEPORELLO
(Basta che sia marito.)
ZERLINA
Oh, il mio Masetto
è un uom d'ottimo core.
DON GIOVANNI
Oh anch'io, vedete!
Voglio che siamo amici. Il vostro nome?
ZERLINA
Zerlina.
DON GIOVANNI
a Masetto
E il tuo?
MASETTO
Masetto.
DON GIOVANNI
O caro il mio Masetto!
Cara la mia Zerlina! v'esibisco
la mia protezione, Leporello?
a Leporello che fa scherzi alle altre contadine
Cosa fai lì, birbone?
LEPORELLO
Anch'io, caro padrone,
esibisco la mia protezione.
DON GIOVANNI
Presto, va con costor; nel mio palazzo
conducili sul fatto. Ordina ch'abbiano
cioccolatta, caffè, vini, prosciutti:
cerca divertir tutti,
mostra loro il giardino,
la galleria, le camere; in effetto
fa che resti contento il mio Masetto.
Hai capito?
LEPORELLO
ai contadini
Ho capito. Andiam!
MASETTO
Signore!
DON GIOVANNI
Cosa c'è?
MASETTO
La Zerlina
senza me non può star.
LEPORELLO
a Masetto
In vostro loco
ci sarà sua eccellenza; e saprà bene
fare le vostre parti.
DON GIOVANNI
Oh, la Zerlina
è in man d'un cavalier. Va pur, fra poco
ella meco verrà.
ZERLINA
Va, non temere.
Nelle mani son io d'un cavaliere.
MASETTO
E per questo…
ZERLINA
E per questo
non c'è da dubitar…
MASETTO
Ed io, cospetto…
DON GIOVANNI
Olà, finiam le dispute! Se subito
senza altro replicar non te ne vai,
mostrandogli la spada
Masetto, guarda ben, ti pentirai.
Nr. 6 - Aria
MASETTO
Ho capito, signor sì!
Chino il capo e me ne vo.
Giacch´ piace a voi così,
Altre repliche non fo.
Cavalier voi siete già.
Dubitar non posso affé;
Me lo dice la bontà
Che volete aver per me.
a Zerlina, a parte
Bricconaccia, malandrina!
Fosti ognor la mia ruina!
a Leporello, che lo vuol condur seco
Vengo, vengo!
a Zerlina
Resta, resta.
È una cosa molto onesta!
Faccia il nostro cavaliere
cavaliera ancora te.
Masetto parte con Leporello ed i contadini
SCENA NONA
Don Giovanni e Zerlina.
DON GIOVANNI
Alfin siam liberati,
Zerlinetta gentil, da quel scioccone.
Che ne dite, mio ben, so far pulito?
ZERLINA
Signore, è mio marito…
DON GIOVANNI
Chi? Colui?
Vi par che un onest'uomo,
un nobil cavalier, com'io mi vanto,
possa soffrir che quel visetto d'oro,
quel viso inzuccherato
da un bifolcaccio vil sia strapazzato?
ZERLINA
Ma, signore, io gli diedi
parola di sposarlo.
DON GIOVANNI
Tal parola
non vale un zero. Voi non siete fatta
per essere paesana; un altra sorte
vi procuran quegli occhi bricconcelli,
quei labretti sì belli,
quelle dituccie candide e odorose,
parmi toccar giuncata e fiutar rose.
ZERLINA
Ah!… Non vorrei…
DON GIOVANNI
Che non vorreste?
ZERLINA
Alfine
ingannata restar. Io so che raro
colle donne voi altri cavalieri
siete onesti e sinceri.
DON GIOVANNI
È un impostura
della gente plebea! La nobilità
ha dipinta negli occhi l'onestà.
Orsù, non perdiam tempo; in questo istante
io ti voglio sposar.
ZERLINA
Voi!
DON GIOVANNI
Certo, io.
Quel casinetto è mio: soli saremo
e là, gioiello mio, ci sposeremo.
Nr. 7 - Duettino
DON GIOVANNI
Là ci darem la mano,
Là mi dirai di sì.
Vedi, non è lontano;
Partiam, ben mio, da qui.
ZERLINA
(Vorrei e non vorrei,
Mi trema un poco il cor.
Felice, è ver, sarei,
Ma può burlarmi ancor.)
DON GIOVANNI
Vieni, mio bel diletto!
ZERLINA
(Mi fa pietà Masetto.)
DON GIOVANNI
Io cangierò tua sorte.
ZERLINA
Presto… non son più forte.
DON GIOVANNI
Andiam!
ZERLINA
Andiam!
A DUE
Andiam, andiam, mio bene.
a ristorar le pene
D'un innocente amor.
Si incamminano abbracciati verso il casino.
SCENA DECIMA
Donna Elvira e detti
DONNA ELVIRA
che ferma con atti disperatissimi Don Giovanni
Fermati, scellerato! II ciel mi fece
udir le tue perfidie. Io sono a tempo
di salvar questa misera innocente
dal tuo barbaro artiglio.
ZERLINA
Meschina! Cosa sento!
DON GIOVANNI
(Amor, consiglio!)
piano a Donna Elvira
Idol mio, non vedete
ch'io voglio divertirmi?
DONNA ELVIRA
Divertirti,
è vero? Divertirti… Io so, crudele,
come tu ti diverti.
ZERLINA
Ma, signor cavaliere,
è ver quel ch'ella dice?
DON GIOVANNI
piano a Zerlina
La povera infelice
è di me innamorata,
e per pietà deggio fingere amore,
ch'io son, per mia disgrazia, uom di buon cuore.
Nr. 8 - Aria
DONNA ELVIRA
Ah, fuggi il traditor!
Non lo lasciar più dir!
Il labbro è mentitor,
fallace il ciglio.
Da' miei tormenti impara
A creder a quel cor,
E nasca il tuo timor
Dal mio periglio.
parte conducendo via Zerlina
SCENA UNDICESIMA
Don Giovanni, poi Don Ottavio e Donn'Anna vestita a lutto.
DON GIOVANNI
Mi par ch'oggi il demonio si diverta
d'opporsi a miei piacevoli progressi
vanno mal tutti quanti.
DON OTTAVIO
a Donn'Anna
Ah! Ch'ora, idolo mio, son vani i pianti,
di vendetta si parli. Oh, Don Giovanni!
DON GIOVANNI
(Mancava questo intoppo!)
DONNA ANNA
Amico, a tempo
vi ritroviam: avete core, avete
anima generosa?
DON GIOVANNI
(Sta a vedere
che il diavolo gli ha detto qualche cosa.)
Che domanda! Perchè?
DONNA ANNA
Bisogno abbiamo
della vostra amicizia.
DON GIOVANNI
(Mi torna il fiato in corpo.) Comandate.
con moilto fuoco
I congiunti, i parenti,
questa man, questo ferro, i beni, il sangue
spenderò per servirvi.
Ma voi, bella Donn'Anna,
perchè così piangete?
II crudele chi fu che osò la calma
turbar del viver vostro?
SCENA DODICESIMA
Donna Elvira e detti
DONNA ELVIRA
a Don Giovanni
Ah, ti ritrovo ancor, perfido mostro!
Nr. 9 - Quartetto
DONNA ELVIRA
a Donn'Anna
Non ti fidar, o misera,
Di quel ribaldo cor;
Me già tradì quel barbaro,
te vuol tradir ancor.
DONNA ANNA e DON OTTAVIO
(Cieli, che aspetto nobile,
Che dolce maestà!
II suo pallor, le lagrime
M'empiono di pietà.)
DON GIOVANNI
a parte; Donna Elvira ascolta
La povera ragazza
È pazza, amici miei;
Lasciatemi con lei,
Forse si calmerà.
DONNA ELVIRA
Ah non credete al perfido!
DON GIOVANNI
È pazza, non badate.
DONNA ELVIRA
Restate ancor, restate!
DONNA ANNA e DON OTTAVIO
A chi si crederà?
DONNA ANNA, DON OTTAVIO, DON GIOVANNI
Certo moto d'ignoto tormento
Dentro l'alma girare mi sento
Che mi dice, per quell'infelice,
Cento cose che intender non sa.
DONNA ELVIRA
Sdegno, rabbia, dispetto, spavento
Dentro l'alma girare mi sento,
Che mi dice, di quel traditore,
Cento cose che intender non sa.
DON OTTAVIO
a Donn'Anna
Io di qua non vado via
Se non so com'è l'affar.
DONNA ANNA
a Ottavio
Non ha l'aria di pazzia
II suo tratto, il suo parlar.
DON GIOVANNI
(Se m'en vado, si potrìa
Qualche cosa sospettar.)
DONNA ELVIRA
a Donn'Anna e Ottavio
Da quel ceffo si dovrìa
La ner'alma guidicar.
DON OTTAVIO
a Don Giovanni
Dunque quella?…
DON GIOVANNI
È pazzarella.
DONNA ANNA
Dunque quegli?…
DONNA ELVIRA
È un traditore.
DON GIOVANNI
Infelice!
DONNA ELVIRA
Mentitore!
DONNA ANNA e DON OTTAVIO
Incomincio a dubitar.
Passano dei contadini
DON GIOVANNI
Zitto, zitto, che la gente
Si raduna a noi d'intorno;
Siate un poco più prudente,
Vi farete criticar.
DONNA ELVIRA
forte, a Don Giovanni
Non sperarlo, o scellerato,
Ho perduta la prudenza;
Le tue colpe ed il mio stato
Voglio a tutti palesar.
DONNA ANNA e DON OTTAVIO
a parte, guardando Don Giovanni
Quegli accenti sì sommessi,
Quel cangiarsi di colore,
Son indizi troppo espressi
Che mi fan determinar.
Donn'Elvira parte
DON GIOVANNI
Povera sventurata! I passi suoi
voglio, seguir; non voglio
che faccia un precipizio:
perdonate, bellissima Donn'Anna;
se servirvi poss'io,
in mia casa v'aspetto. Amici, addio!
SCENA TREDICESIMA
Donn'Anna e Don Ottavio
Nr. 10 - Recitativo ed Aria
DONNA ANNA
Don Ottavio, son morta!
DON OTTAVIO
Cosa è stato?
DONNA ANNA
Per pietà.. soccorretemi!
DON OTTAVIO
Mio bene,
fate coraggio!
DONNA ANNA
Oh dei! Quegli è il carnefice
del padre mio!
DON OTTAVIO
Che dite?
DONNA ANNA
Non dubitate più. Gli ultimi accenti
che l'empio proferì, tutta la voce
richiamar nel cor mio di quell'indegno
che nel mio appartamento …
DON OTTAVIO
O ciel! Possibile
che sotto il sacro manto d'amicizia…
ma come fu? Narratemi
lo strano avvenimento:
DONNA ANNA
Era già alquanto
avanzata la notte,
quando nelle mie stanze, ove soletta
mi trovai per sventura, entrar io vidi,
in un mantello avvolto,
un uom che al primo istante
avea preso per voi.
Ma riconobbi poi
che un inganno era il mio.
DON OTTAVIO
con affanno
Stelle! Seguite!
DONNA ANNA
Tacito a me s'appressa
e mi vuole abbracciar; sciogliermi cerco,
ei più mi stringe; io grido;
non viene alcun: con una mano cerca
d'impedire la voce,
e coll'altra m'afferra
stretta così, che già mi credo vinta.
DON OTTAVIO
Perfido!.. alfin?
DONNA ANNA
Alfine il duol, l'orrore
dell'infame attentato
accrebbe sì la lena mia, che a forza
di svincolarmi, torcermi e piegarmi,
da lui mi sciolsi!
DON OTTAVIO
Ohimè! Respiro!
DONNA ANNA
Allora
rinforzo i stridi miei, chiamo soccorso;
fugge il fellon; arditamente il seguo
fin nella strada per fermarlo, e sono
assalitrice ed assalita: il padre
v'accorre, vuol conoscerlo e l'indegno
che del povero vecchio era più forte,
compiè il misfatto suo col dargli morte!
Aria
DONNA ANNA
Or sai chi l'onore
Rapire a me volse,
Chi fu il traditore
Che il padre mi tolse.
Vendetta ti chiedo,
La chiede il tuo cor.
Rammenta la piaga
Del misero seno,
Rimira di sangue
Coperto il terreno.
Se l'ira in te langue
D'un giusto furor.
Parte
SCENA QUATTORDICESIMA
Ottavio solo
DON OTTAVIO
Come mai creder deggio,
di sì nero delitto
capace un cavaliero!
Ah! Di scoprire il vero
ogni mezzo si cerchi. Io sento in petto
e di sposo e d'amico
il dover che mi parla:
disingannarla voglio, o vendicarla.
Nr. 10 a - Aria
DON OTTAVIO
Dalla sua pace la mia dipende;
Quel che a lei piace vita mi rende,
Quel che le incresce morte mi dà.
S'ella sospira, sospiro anch'io;
È mia quell'ira, quel pianto è mio;
E non ho bene, s'ella non l'ha.
Parte