ATTO SECONDO
SCENA PRIMA
Strada
Don Giovanni con un mandolino in mano e Leporello
Nr. 14 - Duetto
DON GIOVANNI
Eh via, buffone, non mi seccar!
LEPORELLO
No, no, padrone, non vo'restar
DON GIOVANNI
Sentimi, amico…
LEPORELLO
Vo'andar, vi dico!
DON GIOVANNI
Ma che ti ho fatto
Che vuoi lasciarmi?
LEPORELLO
O niente affatto,
Quasi ammazzarmi
DON GIOVANNI
Va, che sei matto,
Fu per burlar
LEPORELLO
Ed io non burlo,
Ma voglio andar.
DON GIOVANNI
Leporello!
LEPORELLO
Signore?
DON GIOVANNI
Vien qui, facciamo pace, prendi!
LEPORELLO
Cosa?
DON GIOVANNI
Gli dà del denaro
Quattro doppie.
LEPORELLO
Oh, sentite:
per questa volta la cerimonia accetto;
ma non vi ci avvezzate; non credete
di sedurre i miei pari,
prendendo la borsa
come le donne, a forza di danari.
DON GIOVANNI
Non parliam più di ciò! Ti basta l'animo
di far quel ch'io ti dico?
LEPORELLO
Purchè lasciam le donne.
DON GIOVANNI
Lasciar le donne? Pazzo!
Sai ch'elle per me
son necessarie più del pan che mangio,
più dell'aria che spiro!
LEPORELLO
E avete core d'ingannarle poi tutte?
DON GIOVANNI
È tutto amore!
Chi a una sola è fedele,
verso l'altre è crudele:
io che in me sento
sì esteso sentimento,
vo' bene a tutte quante.
Le donne poiché calcolar non sanno,
il mio buon natural chiamano inganno.
LEPORELLO
Non ho veduto mai
naturale più vasto, e più benigno.
Orsù, cosa vorreste?
DON GIOVANNI
Odi ! Vedesti tu la cameriera di
Donna Elvira?
LEPORELLO
Io? No!
DON GIOVANNI
Non hai veduto
qualche cosa di bello,
caro il mio Leporello; ora io con lei
vo' tentar la mia sorte, ed ho pensato,
giacché siam verso sera,
per aguzzarle meglio l'appetito
di presentarmi a lei col tuo vestito.
LEPORELLO
E perchè non potreste
presentarvi col vostro?
DON GIOVANNI
Han poco credito
con genti di tal rango
gli abiti signorili.
Si cava il mantello
Sbrigati, via!
LEPORELLO
Signor, per più ragioni…
DON GIOVANNI
con collera
Finiscila! Non soffro opposizioni!
Fanno cambio del mantello e del cappello
SCENA SECONDA
Don Giovanni, Leporello e Donna Elvira alla finestra della locanda. Si fa notte a poco a poco.
Nr. 15 - Terzetto
DONNA ELVIRA
Ah taci, ingiusto core!
Non palpitarmi in seno!
È un empio, e un traditore
È colpa di aver pietà.
LEPORELLO
sottovoce
Zitto! di Donna Elvira,
Signor, la voce io sento!
DON GIOVANNI
come sopra
Cogliere io vo' il momento,
Tu fermati un po' là!
Si mette dietro Leporello
Elvira, idolo mio!…
DONNA ELVIRA
Non è costui l'ingrato?
DON GIOVANNI
Si, vita mia, son io,
E chieggo clarità.
DONNA ELVIRA
(Numi, che strano affetto,
Mi si risveglia in petto!)
LEPORELLO
(State a veder la pazza,
Che ancor gli crederà!)
DON GIOVANNI
Discendi, o gioia bella,
Vedrai che tu sei quella
Che adora l'alma mia
Pentito io sono già.
DONNA ELVIRA
No, non ti credo, o barbaro!
DON GIOVANNI
con trasporto e quasi piangendo
Ah credimi, o m'uccido!
Idolo mio, vien qua!
LEPORELLO
sottovoce
Se seguitate, io rido!
DONNA ELVIRA
(Dei, che cimento è questo!
Non so s'io vado o resto!
Ah proteggete voi
La mia credulità.)
DON GIOVANNI
(Spero che cada presto!
Che bel colpetto è questo!
Più fertile talento
Del mio, no, non si dà.)
LEPORELLO
(Già quel mendace labbro
Torna a sedur costei,
Deh proteggete, o dei!
La sua credulità.)
DON GIOVANNI
allegrissimo
Amore, che ti par?
LEPORELLO
Mi par che abbiate
un'anima di bronzo.
DON GIOVANNI
Va là, che sei il gran gonzo! Ascolta bene:
quando costei qui viene,
tu corri ad abbracciarla,
falle quattro carezze,
fingi la voce mia: poi con bell'arte
cerca teco condurla in altra parte.
LEPORELLO
Ma, Signor…
DON GIOVANNI
Non più repliche!
LEPORELLO
Ma se poi mi conosce?
DON GIOVANNI
Non ti conoscerà, se tu non vuoi.
Zitto: ell'apre, ehi giudizio!
Va in disparte
SCENA TERZA
Donna Elvira e detti
DONNA ELVIRA
Eccomi a voi.
DON GIOVANNI
(Veggiamo che farà.)
LEPORELLO
(Che bell'imbroglio!)
DONNA ELVIRA
Dunque creder potrò che i pianti miei
abbian vinto quel cor? Dunque pentito.
l'amato Don Giovanni al suo dovere
e all'amor mio ritorna?
LEPORELLO
alterando sempre la voce
Sì, carina!
DONNA ELVIRA
Crudele, se sapeste
quante lagrime e quanti
sospir voi mi costaste!
LEPORELLO
Io, vita mia?
DONNA ELVIRA
Voi.
LEPORELLO
Poverina! Quanto mi dispiace!
DONNA ELVIRA
Mi fuggirete più?
LEPORELLO
No, muso bello.
DONNA ELVIRA
Sarete sempre mio?
LEPORELLO
Sempre.
DONNA ELVIRA
Carissimo!
LEPORELLO
Carissima! (La burla mi dà gusto.)
DONNA ELVIRA
Mio tesoro!
LEPORELLO
Mia Venere!
DONNA ELVIRA
Son per voi tutta foco.
LEPORELLO
Io tutto cenere.
DON GIOVANNI
(Il birbo si riscalda.)
DONNA ELVIRA
E non m'ingannerete?
LEPORELLO
No, sicuro.
DONNA ELVIRA
Giuratelo.
LEPORELLO
Lo giuro a questa mano,
che bacio con trasporto, e a que' bei lumi…
DON GIOVANNI
fingendo di uccidere qualcheduno
Ah! eh! ih! ah! ih! ah, sei morto…
DONNA ELVIRA e LEPORELLO
Oh numi!
Fuggon assieme
DON GIOVANNI
Ha, ha, ha! Par che la sorte
mi secondi; veggiamo!
Le finestre son queste. Ora cantiamo.
Nr. 16 - Canzonetta
DON GIOVANNI
Canta accompagnandosi col mandolino
Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro,
Deh, vieni a consolar il pianto mio.
Se neghi a me di dar qualche ristoro,
Davanti agli occhi tuoi morir vogl'io!
Tu ch'hai la bocca dolce più del miele,
Tu che il zucchero porti in mezzo al core!
Non esser, gioia mia, con me crudele!
Lasciati almen veder, mio bell'amore!
SCENA QUARTA
Masetto, armato d'archibuso e pistola, Contadini e detto.
DON GIOVANNI
V'è gente alla finestra,
forse è dessa!
chiamando
zi, zi!
MASETTO
ai contadini armati di fucili e bastoni
Non ci stanchiamo; il cor mi dice che
trovarlo dobbiam.
DON GIOVANNI
(Qualcuno parla!)
MASETTO
ai contadini
Fermatevi; mi pare
che alcuno qui si muova.
DON GIOVANNI
(Se non fallo, è Masetto!)
MASETTO
forte
Chi va là?
a' suoi
Non risponde;
animo, schioppo al muso!
più forte
Chi va là?
DON GIOVANNI
(Non è solo, ci vuol giudizio.)
Amici…
Cerca di imitare la voce di Leporello
(Non mi voglio scoprir.)
Sei tu, Masetto?
MASETTO
in collera
Appunto quello; e tu?
DON GIOVANNI
Non mi conosci? Il servo
son io di Don Giovanni.
MASETTO
Leporello!
Servo di quell'indegno cavaliere!
DON GIOVANNI
Certo; di quel briccone!
MASETTO
Di quell'uom senza onore: ah, dimmi un poco
dove possiam trovarlo?
Lo cerco con costor per trucidarlo!
DON GIOVANNI
(Bagattelle!) Bravissimo, Masetto!
Anch'io con voi m'unisco,
per fargliela a quel birbo di padrone.
Ma udite un po' qual è la mia intenzione.
Nr. 17 - Aria
DON GIOVANNI
accennando a destra
Metà di voi qua vadano,
accennando a sinistra
E gli altri vadan là!
E pian pianin lo cerchino,
Lontan non fia di qua!
Se un uom e una ragazza
Passeggian per la piazza,
Se sotto a una finestra
Fare all'amor sentite,
Ferite pur, ferite,
Il mio padron sarà.
In testa egli ha un cappello
Con candidi pennacchi,
Addosso un gran mantello,
E spada al fianco egli ha.
ai Contadini
Andate, fate presto!
a Masetto
Tu sol verrai con me.
Noi far dobbiamo il resto,
E già vedrai cos'è.
Partono i Contadini da opposte vie
SCENA QUINTA
Don Giovanni, Masetto
DON GIOVANNI
Zitto, lascia ch'io senta! Ottimamente.
essendosi assicurato che i Contadini sono già lontani
Dunque dobbiam ucciderlo?
MASETTO
Sicuro!
DON GIOVANNI
E non ti basterìa rompergli l'ossa,
fracassargli le spalle?
MASETTO
No, no, voglio ammazzarlo,
vo' farlo in cento brani.
DON GIOVANNI
Hai buone armi?
MASETTO
Cospetto!
Ho pria questo moschetto,
e poi questa pistola.
Dà moschetto e pistola a Don Giovanni
DON GIOVANNI
E poi?
MASETTO
Non basta?
DON GIOVANNI
Eh, basta certo. Or prendi:
Batte Masetto col rovescio della spada
questa per la pistola,
questa per il moschetto…
MASETTO
Ahi, ahi!… la testa mia!
DON GIOVANNI
Taci, o t'uccido!
Questi per ammazzarlo,
Questi per farlo in brani!
Villano, mascalzon! Ceffo da cani!
Masetto cade e Don Giovanni parte
SCENA SESTA
Masetto, indi Zerlina con lanterna.
MASETTO
Ahi! ahi! la testa mia!
Ahi, ahi! le spalle e il petto!
ZERLINA
Di sentire mi parve
la voce di Masetto!
MASETTO
O Dio, Zerlina mia,
soccorso!
ZERLINA
Cosa è stato?
MASETTO
L'iniquo, il scellerato
mi ruppe l'ossa e i nervi.
ZERLINA
Oh poveretta me! Chi?
MASETTO
Leporello!
o qualche diavol che somiglia a lui!
ZERLINA
Crudel, non tel diss'io
che con questa tua pazza gelosia
ti ridurresti a qualche brutto passo?
Dove ti duole?
MASETTO
Qui.
ZERLINA
E poi?
MASETTO
Qui, e ancora qui!
ZERLINA
E poi non ti duol altro?
MASETTO
Duolmi un poco
questo pie', questo braccio, e questa mano.
ZERLINA
Via, via, non è gran mal, se il resto è sano.
Vientene meco a casa;
purché tu mi prometta
d'essere men geloso,
io, io ti guarirò, caro il mio sposo.
Nr. 18 - Aria
ZERLINA
Vedrai, carino,
se sei buonino,
Che bel rimedio
ti voglio dar!
È naturale,
non dà disgusto,
E lo speziale
non lo sa far.
È un certo balsamo
Ch'io porto addosso,
Dare tel posso,
Se il vuoi provar.
Saper vorresti
dove mi sta?
Sentilo battere,
toccami qua!
Gli fa toccare il cuore, poi partono
SCENA SETTIMA
Atrio oscuro con tre porte in casa di Donna Anna
Donna Elvira e Leporello.
LEPORELLO
fingendo la voce del padrone
Di molte faci il lume
s'avvicina, o mio ben: stiamo qui un poco
finché da noi si scosta.
DONNA ELVIRA
Ma che temi,
adorato mio sposo?
LEPORELLO
Nulla, nulla…
Certi riguardi, io vo' veder se il lume
è già lontano. (Ah, come
da costei liberarmi?)
Rimanti, anima bella!
s'allontana
DONNA ELVIRA
Ah! non lasciarmi!
Nr. 19 - Sestetto
DONNA ELVIRA
Sola, sola in buio loco
Palpitar il cor mi sento,
E m'assale un tal spavento,
Che mi sembra di morir.
LEPORELLO
andando a tentone
(Più che cerco, men ritrovo
questa porta sciagurata;
Piano, piano, l'ho trovata!
Ecco il tempo di fuggir.)
sbaglia l'uscita
SCENA OTTAVA
Donn'Anna, Don Ottavio, vestiti a lutto. Servi con lumi, e detti.
Donn'Elvira al venire dei lumi si ritira in un angolo, Leporello in un altro
DON OTTAVIO
Tergi il ciglio, o vita mia,
E dà calma a tuo dolore!
L'ombra omai del genitore
Pena avrà de' tuoi martir.
DONNA ANNA
Lascia almen alla mia pena
Questo piccolo ristoro;
Sol la morte, o mio tesoro,
II mio pianto può finir.
DONNA ELVIRA
senza esser vista
Ah dov'è lo sposo mio?
LEPORELLO
dalla porta senza esser visto
(Se mi trova, son perduto!)
DONNA ELVIRA e LEPORELLO
Una porta là vegg'io,
Cheto, cheto, vo'partir!
Leporello, nell'uscire, s'incontra con Masetto e Zerlina.
SCENA NONA
Masetto con bastone, Zerlina e detti.
ZERLINA e MASETTO
Ferma, briccone, dove ten vai?
Leporello s'asconde la faccia
DONNA ANNA e DON OTTAVIO
Ecco il fellone… com'era qua?
QUARTETTO
Ah, mora il perfido che m'ha tradito!
DONNA ELVIRA
È mio marito! Pietà!
QUARTETTO
È Donna Elvira? quella ch'io vedo?
Appena il credo! No, no, Morrà!
Mentre Don Ottavio sta per ucciderlo, Leporello si scopre e si mette in ginocchio
LEPORELLO
quasi piangendo
Perdon, perdono, signori miei!
Quello io non sono - sbaglia costei!
Viver lasciatemi per carità!
QUINTETTO
Dei! Leporello! Che inganno è questo!
Stupido resto! Che mai sarà?
LEPORELLO
(Mille torbidi pensieri
Mi s'aggiran per la testa;
Se mi salvo in tal tempesta,
È un prodigio in verità.)
QUINTETTO
(Mille torbidi pensieri
Mi s'aggiran per la testa:
Che giornata, o stelle, è questa!
Che impensata novità!)
Donn'Anna parte
ZERLINA
a Leporello, con furia
Dunque quello sei tu, che il mio Masetto
poco fa crudelmente maltrattasti!
DONNA ELVIRA
Dunque tu m'ingannasti, o scellerato,
spacciandoti con me per Don Giovanni!
DON OTTAVIO
Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento!
DONNA ELVIRA
A me tocca punirlo.
ZERLINA
Anzi a me.
DON OTTAVIO
No, no, a me.
MASETTO
Accoppatelo meco tutti e tre.
Nr. 20 - Aria
LEPORELLO
Ah, pietà, signori miei!
Dò ragione a voi, a lei
Ma il delitto mio non è.
II padron con prepotenza,
L'innocenza mi rubò.
piano a Donna Elvira
Donna Elvira, compatite!
Voi capite come andò.
a Zerlina
Di Masetto non so nulla,
accennando a Donna Elvira
Vel dirà questa fanciulla.
È un oretta cirumcirca,
Che con lei girando vo.
a Don Ottavio, con confusione
A voi, signore, non dico niente,
Certo timore, certo accidente,
Di fuori chiaro, di dentro scuro,
Non c'è riparo, la porta, il muro.
additando la porta dov'erasi chiuso per errore
Io me ne vado verso quel lato,
Poi qui celato, l'affar si sa!
Ma s'io sapeva, fuggìa per qua!
fugge precipitosamente
SCENA DECIMA
Don Ottavio, Donna Elvira, Zerlina e Masetto.
DONNA ELVIRA
Ferma, perfido, ferma!
MASETTO
Il birbo ha l'ali ai piedi!
ZERLINA
Con qual arte si sottrasse l'iniquo.
DON OTTAVIO
Amici miei, dopo eccessi sì enormi,
dubitar non possiam che Don Giovanni
non sia l'empio uccisore
del padre di Donn'Anna; in questa casa
per poche ore fermatevi, un ricorso
vo'far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
Così vuole dover, pietade, affetto!
Nr. 21 - Aria
DON OTTAVIO
Il mio tesoro intanto
Andate a consolar,
E del bel ciglio il pianto
Cercate di asciugar.
Ditele che i suoi torti
A cendicar io vado;
Che sol di stragi e morti
Nunzio vogl'io tornar.
Partono
SCENA UNDICESIMA
Zerlina, con coltello alla mano, conduce fuori Leporello per i capelli.
ZERLINA
Lo ferma pel vestito
Restati qua.
LEPORELLO
Per carità, Zerlina!
ZERLINA
Eh! non c'è carità pei pari tuoi.
LEPORELLO
Dunque cavar mi vuoi…
ZERLINA
I capelli, la testa, il cor e gli occhi!
LEPORELLO
Senti, carina mia!
Vuol farle alcune smorfie.
ZERLINA
Lo respinge
Guai se mi tocchi!
Vedrai, schiuma de' birbi,
qual premio n'ha chi le ragazze ingiuria.
LEPORELLO
(Liberatemi, o Dei, da questa furia!)
ZERLINA
chiamando verso la scena
Masetto, olà, Masetto!
Dove diavolo è ito… servi, gente!
Nessun vien… nessun sente.
Si trascina dietro Leporello per tutta la scena.
LEPORELLO
Fa piano, per pietà, non trascinarmi
a coda di cavallo.
ZERLINA
Vedrai, vedrai come finisce il ballo!
Presto qua quella sedia.
LEPORELLO
Eccola!
ZERLINA
Siedi!
LEPORELLO
Stanco non son.
ZERLINA
Tira fuori dalla saccoccia un rasoio
Siedi, o con queste mani
ti strappo il cor e poi lo getto ai cani.
LEPORELLO
Siedo, ma tu, di grazia,
metti giù quel rasoio:
mi vuoi forse sbarbar?
ZERLINA
Sì, mascalzone!
Io sbarbare ti vo' senza sapone.
LEPORELLO
Eterni Dei!
ZERLINA
Dammi la man!
LEPORELLO
Esita
La mano?
ZERLINA
minacciando
L'altra.
LEPORELLO
Ma che vuoi farmi?
ZERLINA
Voglio far… voglio far quello che parmi!
Lega le mani a Leporello con un fazzoletto.
Nr. 21 a - Duetto
LEPORELLO
Per queste tue manine
candide e tenerelle,
per questa fresca pelle,
abbi pietà di me!
ZERLINA
Non v'è pietà, briccone;
son una tigre irata,
un aspide, un leone
no, no, non v'è pietà.
LEPORELLO
Ah! di fuggir si provi…
ZERLINA
Sei morto se ti movi.
LEPORELLO
Barbari, ingiusti Dei!
In mano di costei
chi capitar mi fe'?
ZERLINA
Barbaro traditore!
Lo lega con una corda, e lega la corda all finestra.
Del tuo padrone il core avessi qui con te.
LEPORELLO
Deh! non mi stringer tanto,
l'anima mia sen va.
ZERLINA
Sen vada o resti, intanto
non partirai di qua!
LEPORELLO
Che strette, o Dei, che botte!
E giorno, ovver è notte?
Che scosse di tremuoto!
Che buia oscurità!
ZERLINA
Di gioia e di diletto
sento brillarmi il petto.
Così, così, cogli uomini,
così, così si fa.
Parte.
SCENA DODICESIMA
Leporello seduto e legato.
LEPORELLO
ad un contadino che passa in fondo della scena:
Amico, per pietà,
un poco d'acqua fresca o ch'io mi moro!
Guarda un po' come stretto
mi legò l'assassina!
Il contadino parte.
Se potessi
liberarmi coi denti… Oh, venga il diavolo
a disfar questi gruppi! Io vo' veder di rompere la corda.
Come è forte! Paura della morte!
E tu, Mercurio, protettor de' ladri,
proteggi un galantuomo Coraggio!
Fa sforzi per sciogliersi, cade la finestra ove sta legato il capo della corda.
Bravo! Pria che costei ritorni
bisogna dar di sprone alle calcagna,
e trascinar, se occorre una montagna.
Corre via trascinando seco sedia e finestra.
SCENA TREDICESIMA
Donna Elvira e Zerlina
ZERLINA
Signora, andiam. Vedrete in qual maniera
ho concio il scellerato.
DONNA ELVIRA
Ah! sopra lui si sfoghi il mio furore.
ZERLINA
Stelle! in qual modo si salvò il briccone?
MASETTO
No, non si trova
un’anima più nera.
ZERLINA
Ah Masetto, Masetto,
Dove forsti finor?
MASETTO
Un’infelice
Volle il ciel ch’io salvassi.
Era io sol pochi passi
Lontan da te, quando gridare io sento
Nell’opposto sentiero:
Con lor v’accorro; veggio
Una donna che piange,
Ed un uomo che fugge: vo’ inseguirlo,
Mi sparisce dagliocchi,
Ma da quel che mi disse la fanciulla,
Ai tratti, alle sembianze, alle maniere,
Lo credo quel briccon del cavaliere.
ZERLINA
È desso senza fallo: anche di questo
Informiam Don Ottavio: a lui si spetta
far per noi tutti, o domandar vendetta.
Parte.
SCENA QUATTORDICESIMA
Donna Elvira sola.
Nr 21 b - Recitativo ed Aria
DONNA ELVIRA
In quali eccessi, o Numi, in quai misfatti
orribili, tremendi
è avvolto il sciagurato!
Ah no! non puote tardar l'ira del cielo,
la giustizia tardar. Sentir già parmi
la fatale saetta,
che gli piomba sul capo! Aperto veggio
il baratro mortal! Misera Elvira!
Che contrasto d'affetti, in sen ti nasce!
Perchè questi sospiri? e queste ambascie?
Aria
Mi tradì, quell'alma ingrata,
Infelice, o Dio, mi fa.
Ma tradita e abbandonata,
Provo ancor per lui pietà.
Quando sento il mio tormento,
Di vendetta il cor favella,
Ma se guardo il suo cimento,
Palpitando il cor mi va.
Parte