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ATTO PRIMO

Scena Prima

(Atrio nel Castello di Montolino: di fronte il lago, e al di là del lago veduta del villaggio illuminato. Quanto si vede indica che si sta celebrando una festa. Si festeggia infatti l'anniversario, in cui la Bretagna è stata restituita dagl'Inglesi a Filippo Augusto, e il vicino matrimonio d'Isoletta di Montolino con Arturo di Ravenstel. Il lago è sparso di navicelle addobbate, e illuminate. Odesi da lontano una lieta armonia e festose voci di applauso. A poco a poco si sente distinto il canto; ed ora da una, ora dall'altra navicella uomini e donne cantano le seguenti strofe a coro)

▼CORO I DI UOMINI▲
Voga, voga, il vento tace,
Splendon gli astri in cielo azzurro;
Sol con placido sussurro
Bacia i lidi il dolce umor.
Voga, voga: é l'alma pace
Messaggiera dell'amor.

▼CORO I DI DONNE▲
O Castel di Montolino,
Dell'amor già sei soggiorno;
Quando spunti il nuovo giorno,
Lo sarai d'Imene ancor.
Voga, voga: egli è vicino
Di due cori a fare un cor.

▼CORO II DI UOMINI▲
Lievi, lievi in sen del lago
Tuffan l'ali amiche aurette;
E la luna vi riflette
Il suo placido splendor.
Voga, voga: ella é l'immago
D'innocente e casto ardor.

▼CORO II DI DONNE▲
A noi reca un'aura pura
L'olezzar del suol fiorente;
Al rumor della corrente
Mesce il lido il suo rumor.
Voga, voga: è la natura
Che si desta, e sente amor.

Scena Seconda

(Valdeburgo e Isoletta)

▼VALDEBURGO▲
Trista e pensosa, mentre a te d'intorno
Tutto sorride, abbandonar sì tosto.
Isoletta, puoi tu la nobil festa,
Che delle nozze tue precede il giorno?

▼ISOLETTA▲
Col cuor trafitto dalla festa io torno.
Sì, Valdeburgo, a te d'Arturo amico,
A te pietoso cor tutte io confido
Le segrete mie pene.
Gioia da questo Imene
Più sperar non poss'io…
Cambiato è Arturo,
Crudelmente cambiato… Un altro oggetto
Su quell'anima ardente arbitro impera.

▼VALDEBURGO▲
Altro oggetto! e il sai tu?

▼ISOLETTA▲
Sì: la Straniera.

▼VALDEBURGO▲
Che dici?
Ignota donna,
Raminga, errante, e da ciascun fuggita,
Preporre a te, spirto gentile e raggio
D'innocenza e beltà? Deh! non pensarlo,
Vano sospetto ei fia.

▼ISOLETTA▲
Fatto, ahi! fatto è certezza all'alma mia.

(Dopo aver guardato intorno, prende dopo con precauzione, e gli dice)

Io la vidi.

▼VALDEBURGO▲
Tu! che ascolto?
Dove? quando?

▼ISOLETTA▲
Ier, sul lago.

▼VALDEBURGO▲
E ti parve?

▼ISOLETTA▲
Agli atti, al volto
Non mortal, divina imago…

Ma il suo schifo a me d'innante
Via spari com'ombra errante,
E ne usciva un suon dolente,
Qual sospir d'un cor morente;
E di Arturo al nome unita
Questa voce di dolor:
"Ogni speme è a te rapita,
Che riponi nell'amor"

▼VALDEBURGO▲
Qual mistero!

▼ISOLETTA▲
Il più funesto…
Io ne tremo.

▼VALDEBURGO▲
E Arturo intanto?…

▼ISOLETTA▲
Più nol veggo.

▼VALDEBURGO▲
Oh! come presto
Per te sorse il dì del pianto!

Giovin rosa, il vergin seno
Schiudi appena al ciel sereno,
E già langui scolorita,
Gioco al vento struggitor?
Ah! l'aurora della vita!
Ma fa core: è forse Arturo
Meno reo, che tu non credi.

▼ISOLETTA▲
Mi abbandona lo spergiuro;
E in che istante, oh Dio! tel vedi.

▼VALDEBURGO▲
Spera ah! spera…

▼ISOLETTA▲
Ognor presenti
Al pensier ho quegli accenti…
"Ogni speme é a te rapita
Che riponi nell'amor"

▼VALDEBURGO▲
Ah! l'aurora della vita
é l'aurora del dolor!

Scena Terza

(Odonsi grida lontane. Una navicella bruna attraversa il lago: vedesi in essa la Straniera co perta d'un velo. Molte barche l'inseguono)

▼CORO▲
(In lontano)
La Straniera! la Straniera!

▼ISOLETTA▲
Cielo! é dessa.

(Sbigottita riconoscendola)

▼CORO▲
Ah! trista festa,
Se l'iniqua fattucchiera
Del suo aspetto la funesta!

▼ISOLETTA▲
(Tremante a Valdeburgo)
Odi! Ahi lassa! é vero, é vero.

▼VALDEBURGO▲
Sgombra, ah! sgombra un van timor.

▼CORO▲
Precidetele il sentiero.
Si raggiunga.

Scena Quarta

(Accorrono da varie parti il signor di Montolino, Osburgo, ed altri Cavalieri ecc. Isoletta è tremante appoggiata a Valdeburgo)

▼MONTOLINO▲
(Veggendo Isoletta, e accorrendo a lei)
Qual rumor!
Che mai veggo? figlia!…

▼ISOLETTA▲
Ah! padre!
Odi tu? sciagura a noi.

▼MONTOLINO, CORO▲
E tu pur di vili squadre
Il terror divider puoi?

▼ISOLETTA▲
La Straniera!… Arturo!… oh! ambascia!
Trema il cor, nè sa perchè.

▼OSBURGO, MONTOLINO, CORO▲
Lo spavento al volgo lascia;
Troppo indegno egli è di te.

(Isoletta si avvicina a Valdeburgo, e conducendolo in disparte li dice con somma passione)

▼ISOLETTA▲
Oh tu, che sai gli spasimi
Di questo cor piagato,
Tu solo puoi comprendere,
Se giusto é il mio terror.
Deh! per pietà, confortami,
Conduci a me l'ingrato;
Oppur mi assisti a reggere
Al peso del dolor.

▼VALDEBURGO▲
Nascondi altrui le lagrime,
Acqueta il cor turbato;
Io spero, io voglio riedere
A te consolator.
Ma se restar tu vittima
Dovessi di un ingrato,
Un seno dove piangere
Nel mio ti resta ancor.

▼CORO, MONTOLINO, OSBURGO▲
Ritorna ai Giochi, e mostrati
Con volto men turbato;
Non far che il nostro giubilo
Rattristi il tuo timor.

(Isoletta parte con Valdeburgo seguitata dal Coro. A poco a poco la scena rimane vuota)

Scena Quinta

(Montolino ed Osburgo)

▼MONTOLINO▲
Osburgo!… Io non divido la sicurezza tua.

▼OSBURGO▲
Tu pur col volgo
Temerai la Straniera?

▼MONTOLINO▲
Arturo io temo.
Questo disprezzo estremo
D'Isoletta e di me, questo sì strano
De' suoi doveri oblio, d'onde in lui nato?

▼OSBURGO▲
Da un cor, ben tel diss'io, sempre agitato,
Un inquieto istinto
Di tristezza lo pasce, e lo trascina
Ove geme, l'affanno e la sventura.
Nelle vietate mura,
Ove nascosta ad ogni sguardo alberga
La bandita dal trono e dagli altari,
Agnese di Merania, osò l'insano
Con suo periglio penetrare un giorno,
Saper lo dèi.

▼MONTOLINO▲
Fama ne corse intorno.
Giusta lo spinse allora
Pietà d'Agnese, chè la sua caduta
Di stupore colmò l'Europa intiera.
Ma d'ignota Straniera
Perché tanto pensier?…

▼OSBURGO▲
Pietade istessa
Lo guida a lei, perché la crede oppressa.

▼MONTOLINO▲
Funesta al suo riposo indole é questa…

▼OSBURGO▲
E la lusinga e nutre
Questo Stranier, misterioso anch'esso,
Che di tanta amistade a lui si é stretto.

▼MONTOLINO▲
Ben dici: e aver sospetto dobbiam di tutti.

▼OSBURGO▲
E sovra tutti attento
Io veglio quindi ad ogni costo, sposo
Fia d'Isoletta tua l'unico germe
De' nostri Prenci…

▼MONTOLINO▲
Me possente a un tempo,
E te ricco farai. Purché si stringa
Codesto nodo, l'avvenir non curo.

▼OSBURGO▲
In me riposa - é ne' miei lacci Arturo.

(Partono)

Scena Sesta

(Interno della capanna ove abita la Straniera. Arturo entra guardingo)

▼ARTURO▲
É sgombro il loco… Rimaner degg'io,
O non visto partir? - Beato albergo!
Irresistibil forza
Come un magico cerchio in te m'arresta:
L'aura, sì l'aura ch'ella spira è questa.

(S'inoltra)

Oh potess'io scoprire
Cara donna, chi sei; scioglier potessi
Il velo in cui ti copri anco a te stessa!…

(S'accorge di un ritratto)

Un ritratto?… veggiam… è dessa, é dessa.
Ricco manto la copre; il crin le cinge
Serto di gemme…
Eri tu dunque un tempo
Più felice, mio ben! Parla, deh! parla.
Più felice di pria può farti Arturo,
Se confidarti all'amor suo consenti…

(Odesi da lontano un suono di liuto)

Qual suon!… Essa è Alaide…
o cari accenti!

▼UNA VOCE CANTA DA LONTANO▲
Sventurato il cor che fida
Nel sorriso dell'amor:
Brilla e muor qual luce infida,
Che smarrisce il viator.

▼ARTURO▲
É mesta la sua voce,
Meste come il suo cor son le sue note.

▼VOCE PIÙ VICINA▲
Infelice il cor che apprezza
Alto stato e verde età.
Una larva è la grandezza,
Fior caduco è la beltà.

▼ARTURO▲
Fortunato chi puote
Dar conforto a quell'alma, e far che un riso
Torni a brillar su quell'amabil viso!

▼VOCE VICINISSIMA▲
Ogni speme, ogni ventura
Lunghi dì durar non può.
Solo, ahi! solo il pianto dura,
E per sempre io piangerò.

Scena Settima

(Arturo va per uscire: s'incontra con Alaide essa é vestita di nero)

▼ARTURO▲
Alaide!

▼ALAIDE▲
Che miro! In queste soglie,
Sciagurato, che cerchi?

▼ARTURO▲
A te vicino,
Un istante di pace.

▼ALAIDE▲
É meco il lutto,
La sventura, il dolor.

▼ARTURO▲
Divider teco
Tutto il peso vogl'io de' mali tuoi.

▼ALAIDE▲
Dividere i miei mali? ah tu nol puoi!
Compiangimi soltanto;
Altro non ti é concesso.

▼ARTURO▲
In tuo soccorso
Forse il cielo m'invia. Credilo a questo,
Che mi spinge ver te potere arcano;
Credilo all'amor mio. T'amo, lo sai,
E son tuo, tuo per sempre, io tel giurai.

▼ALAIDE▲
Tenero cor!

(Fra sè)

Che dico? Ove trascorro?

(Ad Arturo)

Va, lasciami, fuggi,
Non t'appressar. Insuperabil pose
Fra noi barriera il ciel. Deh! non punirlo
Dell'amor suo, gran Dio!
Sola io merto soffrir… la rea son io.

▼ARTURO▲
Che ascolto? e fia verace
Dunque la fama? E tu proscritta, errante,
Infamata, avvilita…

▼ALAIDE▲
Cessa! ah cessa! qual voce hai profferita!
Non io, non io t'avrei
Oltraggiato così, se al mio cospetto
Accusato ti avesse il mondo intero.
Esci.

▼ARTURO▲
Ah! m'odi: io t'offesi, é vero, è vero.
Serba, serba i tuoi segreti;
Rispettarli ognor prometto:
Ma ch'io t'ami invan mi vieti;
Mio destino è questo affetto:
Tu sei l'aura ch'io respiro.
Sei la luce, il sol ch'io miro:
Quanti beni ha il mondo e il cielo
L'amor tuo mi può donar.

▼ALAIDE▲
Taci, taci, è l'amor mio
Condannato sulla terra;
Associarti non poss'io
Al destin che mi fa guerra:
Segui il tuo, del mio migliore,
Me cancella dal tuo core…
Ah! così potessi anch'io
Te dal cuore cancellar!

▼ARTURO▲
M'ami dunque? oh gioia estrema!
M'ami, e speri d'obbliarmi?…

▼ALAIDE▲
Io lo debbo… parti, trema…
Più infelice almen non farmi.

▼ARTURO▲
Te vo' lieta, te felice;
Farti tale ancor mi lice.
Da regnanti io son disceso,
Posso un serto a te recar.

▼ALAIDE▲
Ahi! funesto, ahi tristo peso!
Qui deserta io vo' spirar.

▼ARTURO▲
Ah! se tu vuoi fuggir
Il mondo e il suo splendor,
Io ti saprò seguir
In un deserto ancor.
Qualunque sia sentier,
Ameno fia con te;
Parrà la vita a me
Un sogno di piacer.

▼ALAIDE▲
Ah! non ti lusingar!
Ti perde il tuo desir.
Io nacqui per penar,
Per fare altrui soffrir.
Si oscura il ciel per me,
Per me si attrista il sol;
Mi regge appena il suol,
Perchè coprir mi dè.

(Si sente lontano suono di caccia)

Odi… qual suon!

▼ARTURO▲
Si adunano i cacciatori intorno.

▼ALAIDE▲
Irne dèi tu: festeggiano delle tue nozze il giorno.

▼ARTURO▲
Io del castel la vergine sposata ancor non ho.

▼ALAIDE▲
Insano! e me far vuoi
Rea dei spergiuri tuoi?
E sempre a far dei miseri
Dannata, o ciel! sarò?
Me sciagurata!…

▼ARTURO▲
Ah! calmati!

▼ALAIDE▲
Addio per sempre…

▼ARTURO▲
Ah! no!

▼ALAIDE▲
Un ultimo addio
Recevi, infelice;
Di più non poss'io;
Di più non ti lice:
Quel pianto mi cela
Che il ciglio ti vela
Pregare tu dèi, non pianger per me.
Nell'ore serene
Che il ciel ti sorride,
Deh! pensa che in pene
Lasciasti Alaide; e un raggio di calma
Implora ad un'alma,
Che forse più misera è fatta per te.

▼ARTURO▲
Che io possa lasciarti!
Crudel, non ho core:
Dovevi mostrarti
Men degna d'amore.
Per chi t'ha veduta,
Per chi t'ha perduta,
Un peso è la vita,
Soffribil non è.
Se l'ira ti preme
Degli astri tiranni,
Ci colgano insieme,
Ci oppriman gli affanni:
è mia la tua sorte
In vita ed in morte,
O teco sommerso,
O salvo con te.

Scena Ottava

(Foresta nelle vicinanze di Montolino. Vedesi in distanza la capanna di Alaide. Odonsi da lontano i suoni di corno e grida confuse coi suoni, indizio di rumorosa caccia. Le grida a poco a poco si avvicinano, e suonano distinte: attraversano quindi la scena varii cacciatori: indi Osburgo e Coro)

▼VOCI LONTANE.▲
Campo ai veltri.
Il cervo è uscito.
Corre, vola.
Si dilegua.

▼TUTTI▲
Via pei clivi é già sparito…

(Sortono)

Giù per piano ognun l'insegua.

▼OSBURGO, CORO▲
Lungo il lago, dove i boschi
Son più densi, son più foschi,
Un drappel veloce scenda
Ogni varco a rinserrar…
Corra un altro, e i colli ascenda,
L'ardue cime ad occupar.

(Alcuni cacciatori corrono a sinistra della selva; altri salgono di fronte, e si perdono fra i dirupi. Rimane Osburgo e trattiene porzione di cacciatori)

▼OSBURGO▲
Questo è il luogo… là… in quel tetto
La Straniera fa soggiorno.

▼CORO▲
Aborrito, orrendo oggetto!

▼OSBURGO▲
Di punirla é presso il giorno.

▼CORO▲
Sì punirla.

▼OSBURGO▲
Vi frenate;
La promessa rammentate…

▼TUTTI▲
Qui non visti - qui segreti,
Appiattati - queti, queti,
Esploriam, spiam gl'indegni
Suoi pensieri, suoi disegni…
Con qual arte, con che modi
Tragge Arturo a vaneggiar.
Scoprirem le inique frodi;
Le sapremo vendicar.

(Si disperdono)

Scena Nona

(Valdeburgo e Arturo)

▼VALDEBURGO▲
(Incontrandosi)
Ti trovo alfin.

▼ARTURO▲
Tu di me in traccia?

▼VALDEBURGO▲
Tutti sono in traccia di te.
Stupisce ognuno
Che delle nozze tue fugga tu stesso
Il lieto festeggiar; ma un cor ne geme,
Un cor non preparato a tal ferita.

▼ARTURO▲
Oh Valdeburgo! a me tu porgi aita.
Io d'Isoletta apprezzo
La candid'alma, la beltà ne ammiro,
Il dolce favellar, gli atti soavi; Ma…

▼VALDEBURGO▲
Prosegui.

▼ARTURO▲
Io non l'amo.

▼VALDEBURGO▲
Ah! tu l'amavi.
Sì, tu l'amavi, Arturo,
Pria che i tuoi sensi affascinar sapesse
Donna indegna di te, proscritta, oscura,
E infame forse; tal d'intorno è grido,
Tal ogni labbro con orror ne parla.

▼ARTURO▲
O amico, odila pria di condannarla.
Vuoi tu del cieco volgo
Prestar fede alle accuse?

▼VALDEBURGO▲
E tu più cieco
Al desìo che t'illude? Ah! squarcia, amico,
Squarcia la benda alfin: ricovra in seno
Dell'innocenza: ella t'attende ancora,
Bella senza prestigi, e a te sorride…

▼ARTURO▲
E tu vedi, o crudel, vedi Alaide
Sì: questa grazia imploro,
Valdeburgo in te… Vedila e poi,
Se consigliar mi puoi
Che per sempre io la fugga… io tel prometto…
La fuggirò.

▼VALDEBURGO▲
La tua promessa accetto.

Scena Decima

(Mentre si avviano verso la capanna di Alaide, vedesi ella stessa uscire dalla foresta)

▼ARTURO▲
Eccola.

▼ALAIDE▲
(Veggendo Valdeburgo)
Cielo!

▼VALDEBURGO▲
(Correndo a lei)
Agn…

▼ALAIDE▲
Taci!
Ah! qual gioia…

(Si abbandona nelle braccia di Valdeburgo che la stringe)

▼ARTURO▲
(Guardando entrambi turbato. Fra sè)
Oh sospetto!

▼VALDEBURGO▲
(accorgendosi dell'agitazione d'Arturo)
Arturo! Sgombra I dubbi tuoi: de' miei prim'anni
io vedo la compagna in costei.
Credi.

▼ARTURO▲
Tel credo.
Poichè la stringi al seno,
Ella è scolpata assai: libero io posso
Senza rimorso amarla.

(Si appressa con trasporto ad Alaide. Valdeburgo lo prende per un braccio e lo allontana)

▼VALDEBURGO▲
Ah! fuggi: più che mai tu dèi scordarla.

▼ARTURO▲
Io! che mai dici?…

▼ALAIDE▲
Ahi! misera!

▼VALDEBURGO▲
Fuggir, fuggir la dèi.

▼ARTURO▲
Parla: perchè?

▼VALDEBURGO▲
Nol chiedere.

▼ARTURO▲
É forse colpa in lei?

▼VALDEBURGO▲
No.

▼ARTURO▲
D'altri amante é forse?

▼VALDEBURGO▲
No.

▼ARTURO▲
D'altri sposa?

▼VALDEBURGO▲
No.

▼ARTURO▲
Dunque chi puote opporse?

▼VALDEBURGO▲
Tutto…

▼ALAIDE▲
Ah! non dirlo.

▼ARTURO▲
(con impeto)
Il so.
Tu sol t'opponi, o perfido…
Omai squarciato è il velo.

(Per impugnare la spada)

▼ALAIDE▲
Cessa…

▼VALDEBURGO▲
Insensato! ascoltami.

▼ARTURO▲
Tu mi tradisci.

▼ALAIDE▲
Oh! cielo!

▼ARTURO▲
(Ad Alaide)
Almen tu parla, aita!
La mente mia smarrita.
Pronunzia un solo accento:
Di', che rival non ho.

▼ALAIDE▲
Deh! m'odi…

▼ARTURO▲
Un solo accento.

(Con tutto l'impeto della gelosia)

Rival mi é desso?

▼ALAIDE▲
Ah! no.

(Un momento di silenzio. Alaide si volge come supplichevole a Valdeburgo che la guarda fissamente come in aria di rimprovero, Arturo si avvicina a lui)

▼VALDEBURGO▲
No: non ti son rivale;
Non io ti tolgo a lei:
Necessità fatale
Ti vieta amar costei:
Ti arrendi al prego estremo
Di chi ti è amico ancor.

▼ARTURO▲
(Ad Alaide)
Ah! se non mi è rivale,
Che vuol da me costui?
Per qual poter fatale
Tremi dinanzi a lui?
Qualunque ei sia, nol temo.
Il mio potere è amor.

▼ALAIDE▲
No: tu non hai rivale…
Io più non amo, il sai…
Ma se di me ti cale,
Lasciami in pace omai.
Per me disastro estremo
é il tuo funesto amor.

▼VALDEBURGO▲
(Ad Alaide)
Poichè senno in lui non resta,
Nè virtù di cavalier, Tu mi siegui.

▼ARTURO▲
(snuda la spada)
Arresta, arresta; un di noi qui dee cader.

▼VALDEBURGO▲
(Ponendo la mano sulla spada)
Sconsigliato!

▼ALAIDE▲
Ah! ver non sia…
La tua vita, Arturo, è mia.

▼ARTURO▲
Oh! Alaide! parla, imponi,
Qual più vuoi di me disponi.
Tutto, fuor che altrui lasciarti,
Tutto Artur per te farà.

▼ALAIDE▲
Cedi adunque, ah! cedi e parti…

▼ARTURO▲
Ti vedrò?

▼ALAIDE▲
Lo giuro… Va.

Trio

▼ARTURO▲
Cedo, cedo; a te m'involo,
Ma un accento mi conforti.
Dimmi almeno, dimmi solo
Che perdoni a' miei trasporti,
Che la smania non t'offende,
Il tumulto del mio cor.

▼ALAIDE▲
Mi vedrai, mia fè n'avesti,
Ma deh! va, se amor mi porti…
Tu mi perdi se più resti,
Se rinnovi i tuoi trasporti…
Da te sol, da te dipende
Ogni ben ch'io spero ancor.

▼VALDEBURGO▲
Vanne alfine, o sciagurato,
Al dover più non opporti,
Arrossir, in te tornato,
Tu dovrai de' tuoi trasporti!
Del furore che t'accende
Proverai rimorso in cor.

(Si dividono e partono per diversa via)

Scena Undicesima

(Luogo remoto, ove é posta la capanna della Straniera, ombreggiata da piante silvestri. Di prospetto s'innalzano alcune rupi, a' piedi delle quali é il lago. Arturo, indi Osburgo e Cacciatori. Comincia a poco a poco ad oscurarsi il cielo, e a minacciare tempesta, che nell'ultima scena scoppia con estrema violenza. Arturo rimane lungamente immobile, e assorto in profondi pensieri)

▼ARTURO▲
Che mai penso? Un dubbio atroce
Mi rimane, e il cor mi preme…
Si discacci… ah! la sua voce
Non si acqueta; e ognor più freme…
Rio presagio!… il ciel si oscura…
Trista e squallida è natura…
Ogni oggetto il lutto veste
Di un tradito e morto amor,
Ah! fuggiam… son larve queste…
Sogni son del mio timor.

(Si avvia per partire: esce Osburgo da lato opposto col Coro)

▼OSBURGO, CORO▲
Odi, Artur…

▼ARTURO▲
Mi lascia.

▼CORO▲
Ah! riedi;
Non partir… tu sei tradito.

▼ARTURO▲
Io? da chi?

(Ritorna in dietro)

▼CORO▲
(Circondandolo)
Da, chi più credi
Fido a te, l'inganno è ordito…

▼ARTURO▲
Come? dove?

▼CORO▲
La Straniera
A cui fè tu presti intera…
Valdeburgo, a cui tu cieco
Ti abbandoni e ognora hai teco,
Da gran tempo accesi in petto
Da segreto e vile affetto,
Paventando che il tuo scorno
Possa alcuno a te scoprir,
Di nascosto al nuovo giorno
Han deciso di fuggir.

▼ARTURO▲
Ciel! che sento!

▼CORO▲
Noi nel bosco,
Non veduti dagl'indegni,
Col favor dell'aer fosco,
Tutti udimmo i lor disegni.
Hanno entrambi a te celato,
A te finto nome e stato…
Ambidue dai patrii liti
Fur cacciati, fur banditi…
Accusati d'inudite,
Di esecrande reità.

▼ARTURO▲
Ah! cessate… non seguite…
Coppia rea! tremar dovrà.

▼CORO▲
Taci, taci… acqueta l'ire…
Fingi ancor, non ti scoprire.
Non dar campo a' menzogneri
D'inventar più rei misteri…
Ti convinci da te stesso
Dove giunga il loro eccesso…
Poi prorompi, e sia bandita
Ogni voce di pietà…

▼ARTURO▲
Oh! perfidia!

▼CORO▲
Fia punita.

▼ARTURO▲
Oh! furor!

▼CORO▲
Si sfogherà.

(Il Coro tragge seco Arturo e si disperde)

Scena Dodicesima

(Alaide e Valdeburgo escono dalla capanna; indi Arturo, che si cela)

▼ALAIDE▲
Ah! non partir: già stende
Oscura notte il velo:
Fosco, nebbioso è il cielo,
Non una stella appar.

▼VALDEBURGO▲
Finchè un sol raggio splende,
E gli elementi han posa,
Per la foresta ombrosa
Saprò la via trovar.

▼ALAIDE▲
Ti rivedrò?

▼VALDEBURGO▲
Domani.

▼ARTURO▲
(Fra sè)
Ecco gl'indegni insieme!

▼ALAIDE▲
Pensa che a me rimani
Unica guida e speme.

▼ARTURO▲
(Fra sè)
Perfida!

▼VALDEBURGO▲
E tu sovvienti
De' sacri giuramenti:
Tu dèi fuggire Arturo,
Tu dèi con me partir.

▼ALAIDE▲
Oh! Leopoldo! io giuro
I passi tuoi seguir.

▼VALDEBURGO, ALAIDE▲
Addio per poco! Addio
Fino alla nuova aurora!
Saremo uniti allora
Per non lasciarci più.

▼ARTURO▲
(Fra sè)
Empio! l'estremo addio
All'infedel dèi tu.

Scena Tredicesima

(Valdeburgo riconduce Alaide alla capanna: quand'essa é rientrata, esce Arturo dal suo nascondiglio)

▼ARTURO▲
Leopoldo!

▼VALDEBURGO▲
Oh! ciel! qual nome!

▼ARTURO▲
Leopoldo!

▼VALDEBURGO▲
(Riconoscendo la voce)
Arturo!

▼ARTURO▲
Discendi.

▼VALDEBURGO▲
Che vuoi tu?

▼ARTURO▲
(Con voce repressa e con tutto l'impeto del furore)
Vendetta.

▼VALDEBURGO▲
Come?

▼ARTURO▲
Mal t'infingi: ti difendi.

▼VALDEBURGO▲
Qual furor!

▼ARTURO▲
Estremo è desso.

▼VALDEBURGO▲
Chi lo accende?

▼ARTURO▲
Tu… tu stesso.

▼VALDEBURGO▲
Io?…

▼ARTURO▲
Sì… taci e il ferro stringi,
Se pur senso è in te d'onor.

▼VALDEBURGO▲
Sciagurato, a che mi astringi?…

(Combattono. Valdeburgo retrocede incalzato da Arturo fino alla riva del lago: è ferito, e vacilla)

▼ARTURO▲
Mori.

▼VALDEBURGO▲
Oh! Arturo!

(Cade nel lago)

Scena Quattordicesima

(Comparisce dalla capanna Alaide con una face in mano)

▼ALAIDE▲
Qual rumor!

(S'incontra in Arturo che scende furioso)

Chi vegg'io?

▼ARTURO▲
Son vendicato.

▼ALAIDE▲
Qual parlar?… ohimè! qual sangue?

▼ARTURO▲
Del fellon da me svenato…

▼ALAIDE▲
Ah! dov'è?

▼ARTURO▲
Nel lago, esangue.

▼ALAIDE▲
Che mai festi?

▼ARTURO▲
Il tuo tesoro…
Leopoldo… ucciso… io l'ho.

▼ALAIDE▲
Ah! il fratel…

▼ARTURO▲
(Spaventato)
Fratello?

▼ALAIDE▲
Io moro!

▼ARTURO▲
(dopo un momento di silenzio)
Ti fia reso, o anch'io morrò?.

(Ascende velocemente alla riva: Alaide lo segue sbigottita)

▼ALAIDE▲
Odi… arresta.

(Arturo si precipita nel lago)

▼VOCI LONTANE▲
Un uom nell'onda!

▼ALAIDE▲
Ciel! soccorso!

(Cade in ginocchio nel luogo ove fu ferito Valdeburgo)

▼VOCI PIÙ VICINE▲
Aita, aita!…

Scena Quindicesima

(Accorrono da varie parti gli abitanti delle rive del lago con fiaccole. Osburgo seguito da uomini armati si presenta sulla rupe ov'è prostrata Alaide; la vede, la solleva da terra)

▼CORO▲
La Straniera! sangue gronda!

▼ALAIDE▲
Sangue!… o ciel!…

(Scende inorridita: tutti la seguono)

▼CORO▲
Perchè smarrita?
Parla… parla… quale eccesso…
Qual misfatto hai tu commesso?

▼OSBURGO▲
Questo acciar di sangue intriso riconosci?

▼ALAIDE▲
Ah lo ravviso!…
Lo ascondete agli occhi miei…
Ch'io nol vegga!… orror mi fa!

▼CORO▲
Empia! forse!…

▼ALAIDE▲
(fuori di sè)
Ah! sì, son tale…
L'amor mio fu a lui fatale…
Io l'uccisi, lo perdei…
Per me pena il ciel non ha.

▼CORO▲
Tu omicida!… ah! si, lo sei…
Te la scure punirà.

(Un momento di silenzio: tuona, lampeggia, fischia il vento nella foresta, Alaide é delirante)

▼ALAIDE▲
Un grido io sento
Suonar per l'onda…
Egli è un lamento
Di lui che muor.
Ciascun si taccia…
Nessun risponda…
Ei mi rinfaccia
Un empio amor.
A suoi lamenti
Vi unite, o venti!
Prorompi, o tuono accusator!
Io l'ho perduto…
Io l'ho voluto…
Non v'è perdono
A tanto error.

▼CORO▲
Paventa, indegna,
Il ciel si sdegna;
T'annunzia il folgore
Il suo furor.

(La tempesta è al colmo. Osburgo egli armati la circondano e la traggono seco. Cala il sipario)
ATTO PRIMO

Scena Prima

(Atrio nel Castello di Montolino: di fronte il lago, e al di là del lago veduta del villaggio illuminato. Quanto si vede indica che si sta celebrando una festa. Si festeggia infatti l'anniversario, in cui la Bretagna è stata restituita dagl'Inglesi a Filippo Augusto, e il vicino matrimonio d'Isoletta di Montolino con Arturo di Ravenstel. Il lago è sparso di navicelle addobbate, e illuminate. Odesi da lontano una lieta armonia e festose voci di applauso. A poco a poco si sente distinto il canto; ed ora da una, ora dall'altra navicella uomini e donne cantano le seguenti strofe a coro)

CORO I DI UOMINI
Voga, voga, il vento tace,
Splendon gli astri in cielo azzurro;
Sol con placido sussurro
Bacia i lidi il dolce umor.
Voga, voga: é l'alma pace
Messaggiera dell'amor.

CORO I DI DONNE
O Castel di Montolino,
Dell'amor già sei soggiorno;
Quando spunti il nuovo giorno,
Lo sarai d'Imene ancor.
Voga, voga: egli è vicino
Di due cori a fare un cor.

CORO II DI UOMINI
Lievi, lievi in sen del lago
Tuffan l'ali amiche aurette;
E la luna vi riflette
Il suo placido splendor.
Voga, voga: ella é l'immago
D'innocente e casto ardor.

CORO II DI DONNE
A noi reca un'aura pura
L'olezzar del suol fiorente;
Al rumor della corrente
Mesce il lido il suo rumor.
Voga, voga: è la natura
Che si desta, e sente amor.

Scena Seconda

(Valdeburgo e Isoletta)

VALDEBURGO
Trista e pensosa, mentre a te d'intorno
Tutto sorride, abbandonar sì tosto.
Isoletta, puoi tu la nobil festa,
Che delle nozze tue precede il giorno?

ISOLETTA
Col cuor trafitto dalla festa io torno.
Sì, Valdeburgo, a te d'Arturo amico,
A te pietoso cor tutte io confido
Le segrete mie pene.
Gioia da questo Imene
Più sperar non poss'io…
Cambiato è Arturo,
Crudelmente cambiato… Un altro oggetto
Su quell'anima ardente arbitro impera.

VALDEBURGO
Altro oggetto! e il sai tu?

ISOLETTA
Sì: la Straniera.

VALDEBURGO
Che dici?
Ignota donna,
Raminga, errante, e da ciascun fuggita,
Preporre a te, spirto gentile e raggio
D'innocenza e beltà? Deh! non pensarlo,
Vano sospetto ei fia.

ISOLETTA
Fatto, ahi! fatto è certezza all'alma mia.

(Dopo aver guardato intorno, prende dopo con precauzione, e gli dice)

Io la vidi.

VALDEBURGO
Tu! che ascolto?
Dove? quando?

ISOLETTA
Ier, sul lago.

VALDEBURGO
E ti parve?

ISOLETTA
Agli atti, al volto
Non mortal, divina imago…

Ma il suo schifo a me d'innante
Via spari com'ombra errante,
E ne usciva un suon dolente,
Qual sospir d'un cor morente;
E di Arturo al nome unita
Questa voce di dolor:
"Ogni speme è a te rapita,
Che riponi nell'amor"

VALDEBURGO
Qual mistero!

ISOLETTA
Il più funesto…
Io ne tremo.

VALDEBURGO
E Arturo intanto?…

ISOLETTA
Più nol veggo.

VALDEBURGO
Oh! come presto
Per te sorse il dì del pianto!

Giovin rosa, il vergin seno
Schiudi appena al ciel sereno,
E già langui scolorita,
Gioco al vento struggitor?
Ah! l'aurora della vita!
Ma fa core: è forse Arturo
Meno reo, che tu non credi.

ISOLETTA
Mi abbandona lo spergiuro;
E in che istante, oh Dio! tel vedi.

VALDEBURGO
Spera ah! spera…

ISOLETTA
Ognor presenti
Al pensier ho quegli accenti…
"Ogni speme é a te rapita
Che riponi nell'amor"

VALDEBURGO
Ah! l'aurora della vita
é l'aurora del dolor!

Scena Terza

(Odonsi grida lontane. Una navicella bruna attraversa il lago: vedesi in essa la Straniera co perta d'un velo. Molte barche l'inseguono)

CORO
(In lontano)
La Straniera! la Straniera!

ISOLETTA
Cielo! é dessa.

(Sbigottita riconoscendola)

CORO
Ah! trista festa,
Se l'iniqua fattucchiera
Del suo aspetto la funesta!

ISOLETTA
(Tremante a Valdeburgo)
Odi! Ahi lassa! é vero, é vero.

VALDEBURGO
Sgombra, ah! sgombra un van timor.

CORO
Precidetele il sentiero.
Si raggiunga.

Scena Quarta

(Accorrono da varie parti il signor di Montolino, Osburgo, ed altri Cavalieri ecc. Isoletta è tremante appoggiata a Valdeburgo)

MONTOLINO
(Veggendo Isoletta, e accorrendo a lei)
Qual rumor!
Che mai veggo? figlia!…

ISOLETTA
Ah! padre!
Odi tu? sciagura a noi.

MONTOLINO, CORO
E tu pur di vili squadre
Il terror divider puoi?

ISOLETTA
La Straniera!… Arturo!… oh! ambascia!
Trema il cor, nè sa perchè.

OSBURGO, MONTOLINO, CORO
Lo spavento al volgo lascia;
Troppo indegno egli è di te.

(Isoletta si avvicina a Valdeburgo, e conducendolo in disparte li dice con somma passione)

ISOLETTA
Oh tu, che sai gli spasimi
Di questo cor piagato,
Tu solo puoi comprendere,
Se giusto é il mio terror.
Deh! per pietà, confortami,
Conduci a me l'ingrato;
Oppur mi assisti a reggere
Al peso del dolor.

VALDEBURGO
Nascondi altrui le lagrime,
Acqueta il cor turbato;
Io spero, io voglio riedere
A te consolator.
Ma se restar tu vittima
Dovessi di un ingrato,
Un seno dove piangere
Nel mio ti resta ancor.

CORO, MONTOLINO, OSBURGO
Ritorna ai Giochi, e mostrati
Con volto men turbato;
Non far che il nostro giubilo
Rattristi il tuo timor.

(Isoletta parte con Valdeburgo seguitata dal Coro. A poco a poco la scena rimane vuota)

Scena Quinta

(Montolino ed Osburgo)

MONTOLINO
Osburgo!… Io non divido la sicurezza tua.

OSBURGO
Tu pur col volgo
Temerai la Straniera?

MONTOLINO
Arturo io temo.
Questo disprezzo estremo
D'Isoletta e di me, questo sì strano
De' suoi doveri oblio, d'onde in lui nato?

OSBURGO
Da un cor, ben tel diss'io, sempre agitato,
Un inquieto istinto
Di tristezza lo pasce, e lo trascina
Ove geme, l'affanno e la sventura.
Nelle vietate mura,
Ove nascosta ad ogni sguardo alberga
La bandita dal trono e dagli altari,
Agnese di Merania, osò l'insano
Con suo periglio penetrare un giorno,
Saper lo dèi.

MONTOLINO
Fama ne corse intorno.
Giusta lo spinse allora
Pietà d'Agnese, chè la sua caduta
Di stupore colmò l'Europa intiera.
Ma d'ignota Straniera
Perché tanto pensier?…

OSBURGO
Pietade istessa
Lo guida a lei, perché la crede oppressa.

MONTOLINO
Funesta al suo riposo indole é questa…

OSBURGO
E la lusinga e nutre
Questo Stranier, misterioso anch'esso,
Che di tanta amistade a lui si é stretto.

MONTOLINO
Ben dici: e aver sospetto dobbiam di tutti.

OSBURGO
E sovra tutti attento
Io veglio quindi ad ogni costo, sposo
Fia d'Isoletta tua l'unico germe
De' nostri Prenci…

MONTOLINO
Me possente a un tempo,
E te ricco farai. Purché si stringa
Codesto nodo, l'avvenir non curo.

OSBURGO
In me riposa - é ne' miei lacci Arturo.

(Partono)

Scena Sesta

(Interno della capanna ove abita la Straniera. Arturo entra guardingo)

ARTURO
É sgombro il loco… Rimaner degg'io,
O non visto partir? - Beato albergo!
Irresistibil forza
Come un magico cerchio in te m'arresta:
L'aura, sì l'aura ch'ella spira è questa.

(S'inoltra)

Oh potess'io scoprire
Cara donna, chi sei; scioglier potessi
Il velo in cui ti copri anco a te stessa!…

(S'accorge di un ritratto)

Un ritratto?… veggiam… è dessa, é dessa.
Ricco manto la copre; il crin le cinge
Serto di gemme…
Eri tu dunque un tempo
Più felice, mio ben! Parla, deh! parla.
Più felice di pria può farti Arturo,
Se confidarti all'amor suo consenti…

(Odesi da lontano un suono di liuto)

Qual suon!… Essa è Alaide…
o cari accenti!

UNA VOCE CANTA DA LONTANO
Sventurato il cor che fida
Nel sorriso dell'amor:
Brilla e muor qual luce infida,
Che smarrisce il viator.

ARTURO
É mesta la sua voce,
Meste come il suo cor son le sue note.

VOCE PIÙ VICINA
Infelice il cor che apprezza
Alto stato e verde età.
Una larva è la grandezza,
Fior caduco è la beltà.

ARTURO
Fortunato chi puote
Dar conforto a quell'alma, e far che un riso
Torni a brillar su quell'amabil viso!

VOCE VICINISSIMA
Ogni speme, ogni ventura
Lunghi dì durar non può.
Solo, ahi! solo il pianto dura,
E per sempre io piangerò.

Scena Settima

(Arturo va per uscire: s'incontra con Alaide essa é vestita di nero)

ARTURO
Alaide!

ALAIDE
Che miro! In queste soglie,
Sciagurato, che cerchi?

ARTURO
A te vicino,
Un istante di pace.

ALAIDE
É meco il lutto,
La sventura, il dolor.

ARTURO
Divider teco
Tutto il peso vogl'io de' mali tuoi.

ALAIDE
Dividere i miei mali? ah tu nol puoi!
Compiangimi soltanto;
Altro non ti é concesso.

ARTURO
In tuo soccorso
Forse il cielo m'invia. Credilo a questo,
Che mi spinge ver te potere arcano;
Credilo all'amor mio. T'amo, lo sai,
E son tuo, tuo per sempre, io tel giurai.

ALAIDE
Tenero cor!

(Fra sè)

Che dico? Ove trascorro?

(Ad Arturo)

Va, lasciami, fuggi,
Non t'appressar. Insuperabil pose
Fra noi barriera il ciel. Deh! non punirlo
Dell'amor suo, gran Dio!
Sola io merto soffrir… la rea son io.

ARTURO
Che ascolto? e fia verace
Dunque la fama? E tu proscritta, errante,
Infamata, avvilita…

ALAIDE
Cessa! ah cessa! qual voce hai profferita!
Non io, non io t'avrei
Oltraggiato così, se al mio cospetto
Accusato ti avesse il mondo intero.
Esci.

ARTURO
Ah! m'odi: io t'offesi, é vero, è vero.
Serba, serba i tuoi segreti;
Rispettarli ognor prometto:
Ma ch'io t'ami invan mi vieti;
Mio destino è questo affetto:
Tu sei l'aura ch'io respiro.
Sei la luce, il sol ch'io miro:
Quanti beni ha il mondo e il cielo
L'amor tuo mi può donar.

ALAIDE
Taci, taci, è l'amor mio
Condannato sulla terra;
Associarti non poss'io
Al destin che mi fa guerra:
Segui il tuo, del mio migliore,
Me cancella dal tuo core…
Ah! così potessi anch'io
Te dal cuore cancellar!

ARTURO
M'ami dunque? oh gioia estrema!
M'ami, e speri d'obbliarmi?…

ALAIDE
Io lo debbo… parti, trema…
Più infelice almen non farmi.

ARTURO
Te vo' lieta, te felice;
Farti tale ancor mi lice.
Da regnanti io son disceso,
Posso un serto a te recar.

ALAIDE
Ahi! funesto, ahi tristo peso!
Qui deserta io vo' spirar.

ARTURO
Ah! se tu vuoi fuggir
Il mondo e il suo splendor,
Io ti saprò seguir
In un deserto ancor.
Qualunque sia sentier,
Ameno fia con te;
Parrà la vita a me
Un sogno di piacer.

ALAIDE
Ah! non ti lusingar!
Ti perde il tuo desir.
Io nacqui per penar,
Per fare altrui soffrir.
Si oscura il ciel per me,
Per me si attrista il sol;
Mi regge appena il suol,
Perchè coprir mi dè.

(Si sente lontano suono di caccia)

Odi… qual suon!

ARTURO
Si adunano i cacciatori intorno.

ALAIDE
Irne dèi tu: festeggiano delle tue nozze il giorno.

ARTURO
Io del castel la vergine sposata ancor non ho.

ALAIDE
Insano! e me far vuoi
Rea dei spergiuri tuoi?
E sempre a far dei miseri
Dannata, o ciel! sarò?
Me sciagurata!…

ARTURO
Ah! calmati!

ALAIDE
Addio per sempre…

ARTURO
Ah! no!

ALAIDE
Un ultimo addio
Recevi, infelice;
Di più non poss'io;
Di più non ti lice:
Quel pianto mi cela
Che il ciglio ti vela
Pregare tu dèi, non pianger per me.
Nell'ore serene
Che il ciel ti sorride,
Deh! pensa che in pene
Lasciasti Alaide; e un raggio di calma
Implora ad un'alma,
Che forse più misera è fatta per te.

ARTURO
Che io possa lasciarti!
Crudel, non ho core:
Dovevi mostrarti
Men degna d'amore.
Per chi t'ha veduta,
Per chi t'ha perduta,
Un peso è la vita,
Soffribil non è.
Se l'ira ti preme
Degli astri tiranni,
Ci colgano insieme,
Ci oppriman gli affanni:
è mia la tua sorte
In vita ed in morte,
O teco sommerso,
O salvo con te.

Scena Ottava

(Foresta nelle vicinanze di Montolino. Vedesi in distanza la capanna di Alaide. Odonsi da lontano i suoni di corno e grida confuse coi suoni, indizio di rumorosa caccia. Le grida a poco a poco si avvicinano, e suonano distinte: attraversano quindi la scena varii cacciatori: indi Osburgo e Coro)

VOCI LONTANE.
Campo ai veltri.
Il cervo è uscito.
Corre, vola.
Si dilegua.

TUTTI
Via pei clivi é già sparito…

(Sortono)

Giù per piano ognun l'insegua.

OSBURGO, CORO
Lungo il lago, dove i boschi
Son più densi, son più foschi,
Un drappel veloce scenda
Ogni varco a rinserrar…
Corra un altro, e i colli ascenda,
L'ardue cime ad occupar.

(Alcuni cacciatori corrono a sinistra della selva; altri salgono di fronte, e si perdono fra i dirupi. Rimane Osburgo e trattiene porzione di cacciatori)

OSBURGO
Questo è il luogo… là… in quel tetto
La Straniera fa soggiorno.

CORO
Aborrito, orrendo oggetto!

OSBURGO
Di punirla é presso il giorno.

CORO
Sì punirla.

OSBURGO
Vi frenate;
La promessa rammentate…

TUTTI
Qui non visti - qui segreti,
Appiattati - queti, queti,
Esploriam, spiam gl'indegni
Suoi pensieri, suoi disegni…
Con qual arte, con che modi
Tragge Arturo a vaneggiar.
Scoprirem le inique frodi;
Le sapremo vendicar.

(Si disperdono)

Scena Nona

(Valdeburgo e Arturo)

VALDEBURGO
(Incontrandosi)
Ti trovo alfin.

ARTURO
Tu di me in traccia?

VALDEBURGO
Tutti sono in traccia di te.
Stupisce ognuno
Che delle nozze tue fugga tu stesso
Il lieto festeggiar; ma un cor ne geme,
Un cor non preparato a tal ferita.

ARTURO
Oh Valdeburgo! a me tu porgi aita.
Io d'Isoletta apprezzo
La candid'alma, la beltà ne ammiro,
Il dolce favellar, gli atti soavi; Ma…

VALDEBURGO
Prosegui.

ARTURO
Io non l'amo.

VALDEBURGO
Ah! tu l'amavi.
Sì, tu l'amavi, Arturo,
Pria che i tuoi sensi affascinar sapesse
Donna indegna di te, proscritta, oscura,
E infame forse; tal d'intorno è grido,
Tal ogni labbro con orror ne parla.

ARTURO
O amico, odila pria di condannarla.
Vuoi tu del cieco volgo
Prestar fede alle accuse?

VALDEBURGO
E tu più cieco
Al desìo che t'illude? Ah! squarcia, amico,
Squarcia la benda alfin: ricovra in seno
Dell'innocenza: ella t'attende ancora,
Bella senza prestigi, e a te sorride…

ARTURO
E tu vedi, o crudel, vedi Alaide
Sì: questa grazia imploro,
Valdeburgo in te… Vedila e poi,
Se consigliar mi puoi
Che per sempre io la fugga… io tel prometto…
La fuggirò.

VALDEBURGO
La tua promessa accetto.

Scena Decima

(Mentre si avviano verso la capanna di Alaide, vedesi ella stessa uscire dalla foresta)

ARTURO
Eccola.

ALAIDE
(Veggendo Valdeburgo)
Cielo!

VALDEBURGO
(Correndo a lei)
Agn…

ALAIDE
Taci!
Ah! qual gioia…

(Si abbandona nelle braccia di Valdeburgo che la stringe)

ARTURO
(Guardando entrambi turbato. Fra sè)
Oh sospetto!

VALDEBURGO
(accorgendosi dell'agitazione d'Arturo)
Arturo! Sgombra I dubbi tuoi: de' miei prim'anni
io vedo la compagna in costei.
Credi.

ARTURO
Tel credo.
Poichè la stringi al seno,
Ella è scolpata assai: libero io posso
Senza rimorso amarla.

(Si appressa con trasporto ad Alaide. Valdeburgo lo prende per un braccio e lo allontana)

VALDEBURGO
Ah! fuggi: più che mai tu dèi scordarla.

ARTURO
Io! che mai dici?…

ALAIDE
Ahi! misera!

VALDEBURGO
Fuggir, fuggir la dèi.

ARTURO
Parla: perchè?

VALDEBURGO
Nol chiedere.

ARTURO
É forse colpa in lei?

VALDEBURGO
No.

ARTURO
D'altri amante é forse?

VALDEBURGO
No.

ARTURO
D'altri sposa?

VALDEBURGO
No.

ARTURO
Dunque chi puote opporse?

VALDEBURGO
Tutto…

ALAIDE
Ah! non dirlo.

ARTURO
(con impeto)
Il so.
Tu sol t'opponi, o perfido…
Omai squarciato è il velo.

(Per impugnare la spada)

ALAIDE
Cessa…

VALDEBURGO
Insensato! ascoltami.

ARTURO
Tu mi tradisci.

ALAIDE
Oh! cielo!

ARTURO
(Ad Alaide)
Almen tu parla, aita!
La mente mia smarrita.
Pronunzia un solo accento:
Di', che rival non ho.

ALAIDE
Deh! m'odi…

ARTURO
Un solo accento.

(Con tutto l'impeto della gelosia)

Rival mi é desso?

ALAIDE
Ah! no.

(Un momento di silenzio. Alaide si volge come supplichevole a Valdeburgo che la guarda fissamente come in aria di rimprovero, Arturo si avvicina a lui)

VALDEBURGO
No: non ti son rivale;
Non io ti tolgo a lei:
Necessità fatale
Ti vieta amar costei:
Ti arrendi al prego estremo
Di chi ti è amico ancor.

ARTURO
(Ad Alaide)
Ah! se non mi è rivale,
Che vuol da me costui?
Per qual poter fatale
Tremi dinanzi a lui?
Qualunque ei sia, nol temo.
Il mio potere è amor.

ALAIDE
No: tu non hai rivale…
Io più non amo, il sai…
Ma se di me ti cale,
Lasciami in pace omai.
Per me disastro estremo
é il tuo funesto amor.

VALDEBURGO
(Ad Alaide)
Poichè senno in lui non resta,
Nè virtù di cavalier, Tu mi siegui.

ARTURO
(snuda la spada)
Arresta, arresta; un di noi qui dee cader.

VALDEBURGO
(Ponendo la mano sulla spada)
Sconsigliato!

ALAIDE
Ah! ver non sia…
La tua vita, Arturo, è mia.

ARTURO
Oh! Alaide! parla, imponi,
Qual più vuoi di me disponi.
Tutto, fuor che altrui lasciarti,
Tutto Artur per te farà.

ALAIDE
Cedi adunque, ah! cedi e parti…

ARTURO
Ti vedrò?

ALAIDE
Lo giuro… Va.

Trio

ARTURO
Cedo, cedo; a te m'involo,
Ma un accento mi conforti.
Dimmi almeno, dimmi solo
Che perdoni a' miei trasporti,
Che la smania non t'offende,
Il tumulto del mio cor.

ALAIDE
Mi vedrai, mia fè n'avesti,
Ma deh! va, se amor mi porti…
Tu mi perdi se più resti,
Se rinnovi i tuoi trasporti…
Da te sol, da te dipende
Ogni ben ch'io spero ancor.

VALDEBURGO
Vanne alfine, o sciagurato,
Al dover più non opporti,
Arrossir, in te tornato,
Tu dovrai de' tuoi trasporti!
Del furore che t'accende
Proverai rimorso in cor.

(Si dividono e partono per diversa via)

Scena Undicesima

(Luogo remoto, ove é posta la capanna della Straniera, ombreggiata da piante silvestri. Di prospetto s'innalzano alcune rupi, a' piedi delle quali é il lago. Arturo, indi Osburgo e Cacciatori. Comincia a poco a poco ad oscurarsi il cielo, e a minacciare tempesta, che nell'ultima scena scoppia con estrema violenza. Arturo rimane lungamente immobile, e assorto in profondi pensieri)

ARTURO
Che mai penso? Un dubbio atroce
Mi rimane, e il cor mi preme…
Si discacci… ah! la sua voce
Non si acqueta; e ognor più freme…
Rio presagio!… il ciel si oscura…
Trista e squallida è natura…
Ogni oggetto il lutto veste
Di un tradito e morto amor,
Ah! fuggiam… son larve queste…
Sogni son del mio timor.

(Si avvia per partire: esce Osburgo da lato opposto col Coro)

OSBURGO, CORO
Odi, Artur…

ARTURO
Mi lascia.

CORO
Ah! riedi;
Non partir… tu sei tradito.

ARTURO
Io? da chi?

(Ritorna in dietro)

CORO
(Circondandolo)
Da, chi più credi
Fido a te, l'inganno è ordito…

ARTURO
Come? dove?

CORO
La Straniera
A cui fè tu presti intera…
Valdeburgo, a cui tu cieco
Ti abbandoni e ognora hai teco,
Da gran tempo accesi in petto
Da segreto e vile affetto,
Paventando che il tuo scorno
Possa alcuno a te scoprir,
Di nascosto al nuovo giorno
Han deciso di fuggir.

ARTURO
Ciel! che sento!

CORO
Noi nel bosco,
Non veduti dagl'indegni,
Col favor dell'aer fosco,
Tutti udimmo i lor disegni.
Hanno entrambi a te celato,
A te finto nome e stato…
Ambidue dai patrii liti
Fur cacciati, fur banditi…
Accusati d'inudite,
Di esecrande reità.

ARTURO
Ah! cessate… non seguite…
Coppia rea! tremar dovrà.

CORO
Taci, taci… acqueta l'ire…
Fingi ancor, non ti scoprire.
Non dar campo a' menzogneri
D'inventar più rei misteri…
Ti convinci da te stesso
Dove giunga il loro eccesso…
Poi prorompi, e sia bandita
Ogni voce di pietà…

ARTURO
Oh! perfidia!

CORO
Fia punita.

ARTURO
Oh! furor!

CORO
Si sfogherà.

(Il Coro tragge seco Arturo e si disperde)

Scena Dodicesima

(Alaide e Valdeburgo escono dalla capanna; indi Arturo, che si cela)

ALAIDE
Ah! non partir: già stende
Oscura notte il velo:
Fosco, nebbioso è il cielo,
Non una stella appar.

VALDEBURGO
Finchè un sol raggio splende,
E gli elementi han posa,
Per la foresta ombrosa
Saprò la via trovar.

ALAIDE
Ti rivedrò?

VALDEBURGO
Domani.

ARTURO
(Fra sè)
Ecco gl'indegni insieme!

ALAIDE
Pensa che a me rimani
Unica guida e speme.

ARTURO
(Fra sè)
Perfida!

VALDEBURGO
E tu sovvienti
De' sacri giuramenti:
Tu dèi fuggire Arturo,
Tu dèi con me partir.

ALAIDE
Oh! Leopoldo! io giuro
I passi tuoi seguir.

VALDEBURGO, ALAIDE
Addio per poco! Addio
Fino alla nuova aurora!
Saremo uniti allora
Per non lasciarci più.

ARTURO
(Fra sè)
Empio! l'estremo addio
All'infedel dèi tu.

Scena Tredicesima

(Valdeburgo riconduce Alaide alla capanna: quand'essa é rientrata, esce Arturo dal suo nascondiglio)

ARTURO
Leopoldo!

VALDEBURGO
Oh! ciel! qual nome!

ARTURO
Leopoldo!

VALDEBURGO
(Riconoscendo la voce)
Arturo!

ARTURO
Discendi.

VALDEBURGO
Che vuoi tu?

ARTURO
(Con voce repressa e con tutto l'impeto del furore)
Vendetta.

VALDEBURGO
Come?

ARTURO
Mal t'infingi: ti difendi.

VALDEBURGO
Qual furor!

ARTURO
Estremo è desso.

VALDEBURGO
Chi lo accende?

ARTURO
Tu… tu stesso.

VALDEBURGO
Io?…

ARTURO
Sì… taci e il ferro stringi,
Se pur senso è in te d'onor.

VALDEBURGO
Sciagurato, a che mi astringi?…

(Combattono. Valdeburgo retrocede incalzato da Arturo fino alla riva del lago: è ferito, e vacilla)

ARTURO
Mori.

VALDEBURGO
Oh! Arturo!

(Cade nel lago)

Scena Quattordicesima

(Comparisce dalla capanna Alaide con una face in mano)

ALAIDE
Qual rumor!

(S'incontra in Arturo che scende furioso)

Chi vegg'io?

ARTURO
Son vendicato.

ALAIDE
Qual parlar?… ohimè! qual sangue?

ARTURO
Del fellon da me svenato…

ALAIDE
Ah! dov'è?

ARTURO
Nel lago, esangue.

ALAIDE
Che mai festi?

ARTURO
Il tuo tesoro…
Leopoldo… ucciso… io l'ho.

ALAIDE
Ah! il fratel…

ARTURO
(Spaventato)
Fratello?

ALAIDE
Io moro!

ARTURO
(dopo un momento di silenzio)
Ti fia reso, o anch'io morrò?.

(Ascende velocemente alla riva: Alaide lo segue sbigottita)

ALAIDE
Odi… arresta.

(Arturo si precipita nel lago)

VOCI LONTANE
Un uom nell'onda!

ALAIDE
Ciel! soccorso!

(Cade in ginocchio nel luogo ove fu ferito Valdeburgo)

VOCI PIÙ VICINE
Aita, aita!…

Scena Quindicesima

(Accorrono da varie parti gli abitanti delle rive del lago con fiaccole. Osburgo seguito da uomini armati si presenta sulla rupe ov'è prostrata Alaide; la vede, la solleva da terra)

CORO
La Straniera! sangue gronda!

ALAIDE
Sangue!… o ciel!…

(Scende inorridita: tutti la seguono)

CORO
Perchè smarrita?
Parla… parla… quale eccesso…
Qual misfatto hai tu commesso?

OSBURGO
Questo acciar di sangue intriso riconosci?

ALAIDE
Ah lo ravviso!…
Lo ascondete agli occhi miei…
Ch'io nol vegga!… orror mi fa!

CORO
Empia! forse!…

ALAIDE
(fuori di sè)
Ah! sì, son tale…
L'amor mio fu a lui fatale…
Io l'uccisi, lo perdei…
Per me pena il ciel non ha.

CORO
Tu omicida!… ah! si, lo sei…
Te la scure punirà.

(Un momento di silenzio: tuona, lampeggia, fischia il vento nella foresta, Alaide é delirante)

ALAIDE
Un grido io sento
Suonar per l'onda…
Egli è un lamento
Di lui che muor.
Ciascun si taccia…
Nessun risponda…
Ei mi rinfaccia
Un empio amor.
A suoi lamenti
Vi unite, o venti!
Prorompi, o tuono accusator!
Io l'ho perduto…
Io l'ho voluto…
Non v'è perdono
A tanto error.

CORO
Paventa, indegna,
Il ciel si sdegna;
T'annunzia il folgore
Il suo furor.

(La tempesta è al colmo. Osburgo egli armati la circondano e la traggono seco. Cala il sipario)


最終更新:2018年05月14日 14:21