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ATTO PRIMO

Scena Prima

(Lido di Limisso con veduta di mare, e navi naufragate, e scogli)

Recitativo

▼COSTANZA▲
Lascia, Berardo, lasciami.

▼BERARDO▲
Che pensi, Costanza?

▼COSTANZA▲
Perir!

▼BERARDO▲
Seguimi!
Sarebbe disperarsi un furore:
vieni, e spera.

▼COSTANZA▲
È vana la speranza, dov'è contrario il Cielo!
A vista delle navi di Riccardo,
congiurano a miei danni l'onde, i venti, le stelle,
e immersi i legni appena, io giungo al lido,
ah! che preda ei restò del mare infido

Aria

Se perì l'amato bene
fra l'angosce e fra le pene
anch'io l'alma spirerò…
Non lo vidi, e pur l'adoro,
e sì grave è il mio martoro
che s'è mort'io non vivrò.
Se perì l'amato bene, etc.

Scena Seconda

(Cambiamento di Scena. La reggia d'Isacio)

Recitativo

▼PULCHERIA▲
Se la vergin regale, che venia per isposa
a Riccardo il Britanno, perì nella tempesta,
il caso infausto è degno di pietà.

▼ISACIO▲
(a Costanza ed a Berardo che l'approssimano)
Chi siete voi?

▼BERARDO▲
Siamo infelici, e non ignobil servi
della misera sposa dell'Anglo Rè…

▼COSTANZA▲
Ne' procellosi flutti Costanza immersa,
ahimè, perì!

▼ISACIO▲
Tuo nome?

▼COSTANZA▲
Doride, egli è Narsete e mio germano;
dell'invocato Cielo ne scampò la pietà.

▼ISACIO▲
(fra sé)
Quanto è gentile!
(forte)
Nella Reggia, oh Pulcheria,
col suo fratel diletto
ella teco dimori:
e tu alle nozze col Prence Oronte
ti prepara.

▼PULCHERIA▲
(fra sé)
Oh cielo!
(forte)
Doride, andiamo.
Oronte, conforto del cor mio, a me verrai!

▼ORONTE▲
Farfalla al divin raggio
son delle tue sembianze.

▼BERARDO▲
(a parte a Costanza)
Non sospirar!

▼COSTANZA▲
Perdute di sposa e di Regina ho le speranze.

▼PULCHERIA▲
(ad Isacio)
Vado per obbedirti, mio caro genitor;
tu dai conforto al cor, lo fai contento…
L'amabile diletto
di corrisposto affetto
vedrai brillar in me.
(ad Oronte)
Caro, per la tua fé amor già sento.
(ad Isacio)
Vado per obbedirti, etc.
(Parte)

Recitativo

▼ISACIO▲
T'arresta, Oronte, ascolta.
Vattene immantenente e fa' che al lido,
delle Britanne navi, ciò che 'l mar rigettò,
fiamma divori.
(Parte)

▼ORONTE▲
Eseguirò gli ordini fieri,
e poi all'idol mio me n'volo.
Bellissima Pulcheria, i lumi tuoi
dan luce e forza all'amorosa face,
che più m'accende, sempre più mi piace.

Aria

V'adoro, o luci belle,
v'amo, vezzose stelle;
voi m'infiammaste il sen…
Dal dì che vi mirai
sempre fedel v'amai,
sempre amorose e care,
sarete il sol mio ben…
V'adoro, o luci belle, etc.

Scena Terza

(Cambiamento di Scena. Padiglione non lunge dalle rive di Larisso)

Recitativo

▼RICCARDO▲
(con lettera aperta in mano)
Torni la gioia al nostro cor.
Costanza è salva, e nella reggia d'Isacio fa dimora.
Io stesso andrò non conosciuto in corte,
e per Riccardo chiederò la sposa.
Beltà, che mai non vidi,
è del mio sen gran pena,
e d'una face di cui m'è ignoto
lo splendore avvampo.
Ardo tutto d'amore e di desio:
accresce i vanti del più nobil cuore
avvezzo all'armi, arder d'illustre amore.

Aria

Cessata è la procella, ma l'alma non ha pace,
se a posseder non va l'oggetto amato…
No, che non toglie amore
le palme al nostro onore,
se illustre amor sarà, quant'è più grato.
Cessata è la procella, etc.

Scena Quarta

(Appartamento con tavolino)

Recitativo

▼COSTANZA▲
Cortese a noi si mostra l'amabile Pulcheria;
ma pur, Berardo, o Dio! anche fra queste
sì gentili accoglienze langue il seno affannoso.

▼BERARDO▲
Dove regna un crudel, non v'è riposo.

(Entra Oronte, e dall'altra parte, non vista da lui, Pulcheria.)

▼ORONTE▲
Doride, hai nel sembiante
un non so che di maestoso e grande,
che sveglia in chi ti mira
e rispetto, ed amor.

▼COSTANZA▲
Confusa, io taccio.

▼ORONTE▲
Parlano assai facondi,
allor che il labbro tace,
i vaghi lumi.

▼COSTANZA▲
Signor, convien la lode
a chi la merta.

(Pulcheria va d'improvviso in mezzo di Oronte e di Costanza.)

▼PULCHERIA▲
(A Costanza, ridendo)
Doride, hai nel sembiante
un non so che di maestoso e grande.

▼ORONTE▲
(fra sé)
Cieli! che deggio dir!

▼PULCHERIA▲
E in chi ti mira
svegli rispetto, e amore.

▼ORONTE▲
Pulcheria…

▼PULCHERIA▲
Traditore!
(segue parlando a costanza)
Parlano assai facondi,
allor che il labbro tace,
i vaghi lumi.
Convien la lode a chi la merta!
Offende il lodator tacendo
beltà ch'è peregrina.

(Si volta ad Oronte e gli dice ridendo)
Tu non dicesti il meglio, e chiama i baci…

▼ORONTE▲
No, Pulcheria, mio ben…

▼PULCHERIA▲
Perfido, taci!

▼COSTANZA▲
Deh! Principessa, io…

▼PULCHERIA▲
Bella, teco non ho
né sdegno né rigor,
sol vendicarmi vo'
d'amante traditor…

(ad Oronte)
Falso! la vo' con te,
che sei cangiando fé,
un Proteo ingannator.

(a Costanza)
Bella, teco non ho, etc.

(Parte)

(Viene improvisamente Isacio)

Recitativo

▼ISACIO▲
Oronte!

▼ORONTE▲
Sire!

▼ISACIO▲
Parti; qui con Doride solo io parlar voglio.

(Oronte inchinando parte.)

▼COSTANZA▲
(piano a Berardo)
Perché mai

▼ISACIO▲
Tu, o Narsete, vanne ancor.

▼BERARDO▲
Signor, permetti…

▼ISACIO▲
Olà

▼BERARDO▲
(fra sé)
O tiranno commando!

(Parte)

Recitativo

▼COSTANZA▲
(fra sé)
Ahi, che sarà?

▼ISACIO▲
Doride, la mia reggia
brilla per te più lieta.

▼COSTANZA▲
Perché la tua virtute in lei scintilla.

▼ISACIO▲
Tua beltà dir volesti.

▼COSTANZA▲
(fra sé)
Ahi! lodi a me sospette.

▼ISACIO▲
(fra sé)
Che divine sembianze!

(forte)
Bella, vil non nascesti:
i favor nostri
or di noi ti fan degna.

(Vuol prenderla per la mano; ella si ritira.)

▼COSTANZA▲
Non avvilisca, Isacio, la maestà del soglio:
il mio rossore… ti rimova… t'arresti:
ah! sol concedi, ch'io qual serva mi prostri
ai Regi piedi.

▼ORONTE▲
(Vien frettoloso.)
Sire, a te del Britannico monarca
l'ambasciador se n'viene.

(Costanza si leva allegra.)

▼ISACIO▲
(pensa)
Viene l'ambasciador?

▼COSTANZA▲
(fra sé)
Vive chi adoro?

▼ISACIO▲
(ridendo con Oronte)
Che vuol da noi?

▼ORONTE▲
Da cento armati legni sbarcò notturno,
e tacquero le trombe.

▼ISACIO▲
Ha squadre in armi?

▼ORONTE▲
E tanto è di guerrieri il numero,
che tutto già d'ogni lato carco il lido appar,
né si discopra arena.

▼COSTANZA▲
(fra sé)
Oh! nuova che mi dà diletto e pena!

▼ISACIO▲
Venga l'ambasciador.

(Parte Oronte; a Costanza)
Fra pochi istanti ti rivedrò;
Doride, addio.

▼COSTANZA▲
Deh, lascia…

Aria

Lascia la pace all'alma!
Tempesta alla mia calma
non rieda, no, per te…
Per facil mio perdono,
pensa che serva io sono,
pensa che tu sei Rè.
Lascia la pace all'alma! etc.
(Parte)

(Entra Riccardo come ambasciadore ad Isacio, che grave e superbo sta appoggiato ad un tavolino.)

Recitativo

▼RICCARDO▲
Isacio, il cui gran merto
tiene scettro su quest'isola,
illustre Riccardo, che dell'Anglia possiede il regio
soglio, a te m'invia:
ei ti chiede Costanza, sua consorte real,
che ancor non vide,
e su le sponde a te soggette spinse
avanzo di naufragio il mar feroce.

▼ISACIO▲
(fra sé)
Ah, Doride è Costanza!

▼RICCARDO▲
La bramata sua sposa
renda Isacio a Riccardo,
ed ei con le campate armate genti
partirà immantinente all'impresa che tenta.

▼ISACIO▲
Torna lieto a Riccardo, e di',
che in breve vedrà
la Regia sua sposa Costanza.
Nostro amico egli sia.
La destra porgimi a nome del tuo Rè.

▼RICCARDO▲
Piena d'onore te la porgo per lui.

▼ISACIO▲
Digli, che ottenne con la destra d'Isacio
anche il suo core.

(Parte)

▼RICCARDO▲
Superbo sia, qual già la fama il disse;
Isacio è giusto ancor.
Godi o mia speme, vedrai fra poco
il desiato bene. Oh, ne potessi almeno
partendo rimirar quelle sembianze,
che di grazia e bellezza han tanta fama.
Tosto sarai contenta
non tormentarmi, oh, impaziente brama.

Aria

Agitato da fiere tempeste,
se il nocchiero rivede sua stella
tutto lieto e sicuro se n'va…
Più non teme procelle funeste,
se mostrato gli viene da quelle
il camino, che salvo lo fa…
Agitato da fiere tempeste, etc.
ATTO PRIMO

Scena Prima

(Lido di Limisso con veduta di mare, e navi naufragate, e scogli)

Recitativo

COSTANZA
Lascia, Berardo, lasciami.

BERARDO
Che pensi, Costanza?

COSTANZA
Perir!

BERARDO
Seguimi!
Sarebbe disperarsi un furore:
vieni, e spera.

COSTANZA
È vana la speranza, dov'è contrario il Cielo!
A vista delle navi di Riccardo,
congiurano a miei danni l'onde, i venti, le stelle,
e immersi i legni appena, io giungo al lido,
ah! che preda ei restò del mare infido

Aria

Se perì l'amato bene
fra l'angosce e fra le pene
anch'io l'alma spirerò…
Non lo vidi, e pur l'adoro,
e sì grave è il mio martoro
che s'è mort'io non vivrò.
Se perì l'amato bene, etc.

Scena Seconda

(Cambiamento di Scena. La reggia d'Isacio)

Recitativo

PULCHERIA
Se la vergin regale, che venia per isposa
a Riccardo il Britanno, perì nella tempesta,
il caso infausto è degno di pietà.

ISACIO
(a Costanza ed a Berardo che l'approssimano)
Chi siete voi?

BERARDO
Siamo infelici, e non ignobil servi
della misera sposa dell'Anglo Rè…

COSTANZA
Ne' procellosi flutti Costanza immersa,
ahimè, perì!

ISACIO
Tuo nome?

COSTANZA
Doride, egli è Narsete e mio germano;
dell'invocato Cielo ne scampò la pietà.

ISACIO
(fra sé)
Quanto è gentile!
(forte)
Nella Reggia, oh Pulcheria,
col suo fratel diletto
ella teco dimori:
e tu alle nozze col Prence Oronte
ti prepara.

PULCHERIA
(fra sé)
Oh cielo!
(forte)
Doride, andiamo.
Oronte, conforto del cor mio, a me verrai!

ORONTE
Farfalla al divin raggio
son delle tue sembianze.

BERARDO
(a parte a Costanza)
Non sospirar!

COSTANZA
Perdute di sposa e di Regina ho le speranze.

PULCHERIA
(ad Isacio)
Vado per obbedirti, mio caro genitor;
tu dai conforto al cor, lo fai contento…
L'amabile diletto
di corrisposto affetto
vedrai brillar in me.
(ad Oronte)
Caro, per la tua fé amor già sento.
(ad Isacio)
Vado per obbedirti, etc.
(Parte)

Recitativo

ISACIO
T'arresta, Oronte, ascolta.
Vattene immantenente e fa' che al lido,
delle Britanne navi, ciò che 'l mar rigettò,
fiamma divori.
(Parte)

ORONTE
Eseguirò gli ordini fieri,
e poi all'idol mio me n'volo.
Bellissima Pulcheria, i lumi tuoi
dan luce e forza all'amorosa face,
che più m'accende, sempre più mi piace.

Aria

V'adoro, o luci belle,
v'amo, vezzose stelle;
voi m'infiammaste il sen…
Dal dì che vi mirai
sempre fedel v'amai,
sempre amorose e care,
sarete il sol mio ben…
V'adoro, o luci belle, etc.

Scena Terza

(Cambiamento di Scena. Padiglione non lunge dalle rive di Larisso)

Recitativo

RICCARDO
(con lettera aperta in mano)
Torni la gioia al nostro cor.
Costanza è salva, e nella reggia d'Isacio fa dimora.
Io stesso andrò non conosciuto in corte,
e per Riccardo chiederò la sposa.
Beltà, che mai non vidi,
è del mio sen gran pena,
e d'una face di cui m'è ignoto
lo splendore avvampo.
Ardo tutto d'amore e di desio:
accresce i vanti del più nobil cuore
avvezzo all'armi, arder d'illustre amore.

Aria

Cessata è la procella, ma l'alma non ha pace,
se a posseder non va l'oggetto amato…
No, che non toglie amore
le palme al nostro onore,
se illustre amor sarà, quant'è più grato.
Cessata è la procella, etc.

Scena Quarta

(Appartamento con tavolino)

Recitativo

COSTANZA
Cortese a noi si mostra l'amabile Pulcheria;
ma pur, Berardo, o Dio! anche fra queste
sì gentili accoglienze langue il seno affannoso.

BERARDO
Dove regna un crudel, non v'è riposo.

(Entra Oronte, e dall'altra parte, non vista da lui, Pulcheria.)

ORONTE
Doride, hai nel sembiante
un non so che di maestoso e grande,
che sveglia in chi ti mira
e rispetto, ed amor.

COSTANZA
Confusa, io taccio.

ORONTE
Parlano assai facondi,
allor che il labbro tace,
i vaghi lumi.

COSTANZA
Signor, convien la lode
a chi la merta.

(Pulcheria va d'improvviso in mezzo di Oronte e di Costanza.)

PULCHERIA
(A Costanza, ridendo)
Doride, hai nel sembiante
un non so che di maestoso e grande.

ORONTE
(fra sé)
Cieli! che deggio dir!

PULCHERIA
E in chi ti mira
svegli rispetto, e amore.

ORONTE
Pulcheria…

PULCHERIA
Traditore!
(segue parlando a costanza)
Parlano assai facondi,
allor che il labbro tace,
i vaghi lumi.
Convien la lode a chi la merta!
Offende il lodator tacendo
beltà ch'è peregrina.

(Si volta ad Oronte e gli dice ridendo)
Tu non dicesti il meglio, e chiama i baci…

ORONTE
No, Pulcheria, mio ben…

PULCHERIA
Perfido, taci!

COSTANZA
Deh! Principessa, io…

PULCHERIA
Bella, teco non ho
né sdegno né rigor,
sol vendicarmi vo'
d'amante traditor…

(ad Oronte)
Falso! la vo' con te,
che sei cangiando fé,
un Proteo ingannator.

(a Costanza)
Bella, teco non ho, etc.

(Parte)

(Viene improvisamente Isacio)

Recitativo

ISACIO
Oronte!

ORONTE
Sire!

ISACIO
Parti; qui con Doride solo io parlar voglio.

(Oronte inchinando parte.)

COSTANZA
(piano a Berardo)
Perché mai

ISACIO
Tu, o Narsete, vanne ancor.

BERARDO
Signor, permetti…

ISACIO
Olà

BERARDO
(fra sé)
O tiranno commando!

(Parte)

Recitativo

COSTANZA
(fra sé)
Ahi, che sarà?

ISACIO
Doride, la mia reggia
brilla per te più lieta.

COSTANZA
Perché la tua virtute in lei scintilla.

ISACIO
Tua beltà dir volesti.

COSTANZA
(fra sé)
Ahi! lodi a me sospette.

ISACIO
(fra sé)
Che divine sembianze!

(forte)
Bella, vil non nascesti:
i favor nostri
or di noi ti fan degna.

(Vuol prenderla per la mano; ella si ritira.)

COSTANZA
Non avvilisca, Isacio, la maestà del soglio:
il mio rossore… ti rimova… t'arresti:
ah! sol concedi, ch'io qual serva mi prostri
ai Regi piedi.

ORONTE
(Vien frettoloso.)
Sire, a te del Britannico monarca
l'ambasciador se n'viene.

(Costanza si leva allegra.)

ISACIO
(pensa)
Viene l'ambasciador?

COSTANZA
(fra sé)
Vive chi adoro?

ISACIO
(ridendo con Oronte)
Che vuol da noi?

ORONTE
Da cento armati legni sbarcò notturno,
e tacquero le trombe.

ISACIO
Ha squadre in armi?

ORONTE
E tanto è di guerrieri il numero,
che tutto già d'ogni lato carco il lido appar,
né si discopra arena.

COSTANZA
(fra sé)
Oh! nuova che mi dà diletto e pena!

ISACIO
Venga l'ambasciador.

(Parte Oronte; a Costanza)
Fra pochi istanti ti rivedrò;
Doride, addio.

COSTANZA
Deh, lascia…

Aria

Lascia la pace all'alma!
Tempesta alla mia calma
non rieda, no, per te…
Per facil mio perdono,
pensa che serva io sono,
pensa che tu sei Rè.
Lascia la pace all'alma! etc.
(Parte)

(Entra Riccardo come ambasciadore ad Isacio, che grave e superbo sta appoggiato ad un tavolino.)

Recitativo

RICCARDO
Isacio, il cui gran merto
tiene scettro su quest'isola,
illustre Riccardo, che dell'Anglia possiede il regio
soglio, a te m'invia:
ei ti chiede Costanza, sua consorte real,
che ancor non vide,
e su le sponde a te soggette spinse
avanzo di naufragio il mar feroce.

ISACIO
(fra sé)
Ah, Doride è Costanza!

RICCARDO
La bramata sua sposa
renda Isacio a Riccardo,
ed ei con le campate armate genti
partirà immantinente all'impresa che tenta.

ISACIO
Torna lieto a Riccardo, e di',
che in breve vedrà
la Regia sua sposa Costanza.
Nostro amico egli sia.
La destra porgimi a nome del tuo Rè.

RICCARDO
Piena d'onore te la porgo per lui.

ISACIO
Digli, che ottenne con la destra d'Isacio
anche il suo core.

(Parte)

RICCARDO
Superbo sia, qual già la fama il disse;
Isacio è giusto ancor.
Godi o mia speme, vedrai fra poco
il desiato bene. Oh, ne potessi almeno
partendo rimirar quelle sembianze,
che di grazia e bellezza han tanta fama.
Tosto sarai contenta
non tormentarmi, oh, impaziente brama.

Aria

Agitato da fiere tempeste,
se il nocchiero rivede sua stella
tutto lieto e sicuro se n'va…
Più non teme procelle funeste,
se mostrato gli viene da quelle
il camino, che salvo lo fa…
Agitato da fiere tempeste, etc.
最終更新:2021年04月09日 20:26