ATTO SECONDO

Scena Prima

(Appartamento)

Arioso

▼COSTANZA▲
Se m'è contrario il Cielo,
e che sperar potrò fra tante pene?

Recitativo

▼BERARDO▲
(entra)
Seco Isacio mi volle
finché partì l'ambasciador britanno,
e in libertà lasciommi poi.

▼COSTANZA▲
Lo stesso con Pulcheria m'avvenne:
ah! qualche inganno temo.

▼BERARDO▲
S'ha da temer sempre un tiranno.

▼COSTANZA▲
Pensi tu, che a Riccardo ch'io viva
in questa reggia giunte sian le notizie?

▼BERARDO▲
Per alcuno de' nostri

▼COSTANZA▲
Vanne, o mio fido, interroga,
ed a tempo l'arte e l'ingegno adopra.

▼BERARDO▲
Le più secrete vie tenterò,
perché il tutto a te si scopra.

Aria

Dell'empia frode il velo
squarciare io tenterò,
propizio spera il Cielo
a un degno amor…
E quel poter sovrano,
che a scampo tuo vegliò,
ha in sua possente mano
tua gioia ancor.
Dell'empia frode, etc.
(Parte. Isacio sopraviene)

Recitativo

▼COSTANZA▲
Riccardo sospirato.

▼ISACIO▲
Real Costanza!

▼COSTANZA▲
(a parte)
Ciel! che sento?

▼ISACIO▲
In vano, in van ti celi,
a me palese è il tutto;
sì, sì, Costanza sei.

▼COSTANZA▲
(a parte)
Cielo, tu dammi aita!

(forte)
Costanza io sono.

▼ISACIO▲
(a parte)
Lieto mi rende e certo.

▼COSTANZA▲
Tacqui incerta de' miei casi,
in suolo non mai visto,
e fascie e nome.
Berardo ancora si chiamò Narsete.
Deh, magnanimo Rè,
se di tue grazie degna pur sono,
in quella del mio sposo giunge la destra mia.

▼ISACIO▲
Consolati e gioisci, in breve d'or
tenaci avrai gli amplessi del marito e i baci.

▼COSTANZA▲
Tua pietà generosa premiata fia dal giusto Ciel,
cui piace rendere a me la sospirata pace.

Aria

Di notte il pellegrino,
se perde il suo camino,
non sa dove guidar il passo errante…
Ma un lume poi se vede,
là presto volge il piede,
e sente consolar l'alma anelante.
Di notte il pellegrino, etc.
(Parte)

Recitativo

▼ISACIO▲
Quanto saresti insano, cuor d'Isacio,
se altrui dassi 'l tesor, che ti portò fortuna,
è virtude in amor propizia frode.
Non goda mai, chi quando può non gode.

(Entra Pulcheria.)

▼PULCHERIA▲
All'affetto di padre supplichevole io vengo.

▼ISACIO▲
Amata figlia mia, Pulcheria, che brami?

▼PULCHERIA▲
Oggi almeno permetti, che d'Imeneo la face
non s'accenda per me: merita Oronte
del mio sdegno soffrir qualche cordoglio.
(fra sé)
Pria s'egli è fido assicurarmi voglio.

▼ISACIO▲
Figlia, cangiato aspetto ha la tua sorte:
sposa ti vuole, ma ti vuol Regina.

▼PULCHERIA▲
Regina! Padre, Oronte che dirà?

▼ISACIO▲
Odimi, figlia.

▼PULCHERIA▲
Attenta.

▼ISACIO▲
Consorte al Rè Britanno fra momenti ne andrai
col nome di Costanza;
egli non vide mai la sposa, e forse,
preso da tua beltà, felice renderà la nostra frode.

▼PULCHERIA▲
Io di Riccardo sposa! Cieli!

▼ISACIO▲
Il vuole l'interesse del Regno, l'util del soglio;
e non rispondi ancora?

▼PULCHERIA▲
Umilio riverente al paterno comando
la volontà di figlia.

▼ISACIO▲
Vanne, ubidisci.

▼PULCHERIA▲
E Oronte?

▼ISACIO▲
Egli pospone ai vantaggi d'Isacio
l'amor suo, le tue nozze.
Il mio comando eseguisca Pulcheria:
pensi sol che ciò chiede
il mio regno, il mio soglio;
pensi ch'è figlia mia,
ch'io così voglio.

Aria

Ti vedrò regnar sul trono,
e l'inganno consigliò
ingegnoso e accorto amor…
Quando un core s'innamora,
scopra pur la frode, allora
è contento dell'error…
Ti vedrò regnar, etc.
(Parte)

Recitativo

▼PULCHERIA▲
Ah, padre! ah, Cielo! a che voi m'astringete?
deggio per vendicarmi d'un amante infedel,
far che la frode maschera sia
d'un tradimento enorme?
Ah no, mai ver non fia,
che di tanta empietà ministra io sia.
Ma, il genitore, oh Dio! cosi m'impone,
e vuole ch'io Costanza tradisca,
ch'io tradisca Riccardo: deggio ubidir?
Ubidirò; ma poi l'inganno scoprirò
de' torti suoi.

Aria

Quel gelsomino, che imperla il prato,
a tutti è grato,
e niuno offende la sua beltà…
Così il mio core, candido e puro,
se n'va sicuro,
perché innocente si scoprirà…
Quel gelsomino, etc.

(Pulcheria uscita, entrano Costanza e Oronte.)

Recitativo

▼COSTANZA▲
Prencipe, ogn'or compagna è d'amor gelosia.
Pulcheria…

▼ORONTE▲
Offende la fede mia.
(Entra Berardo.)
Ma qui Narsete?

▼BERARDO▲
Udite: di Costanza col nome
a Riccardo in isposa Isacio infido
con sacrilego inganno la figlia manda…

▼COSTANZA▲
Oh Cielo!

▼BERARDO▲
Io quivi ascoso intesi in colloquio segreto
a concertar l'inganno e la partita.

▼COSTANZA▲
Partirà?

▼BERARDO▲
In questo punto.

▼COSTANZA▲
M'ingannò Isacio! Iniquo Rè!
spietato!

▼ORONTE▲
Cruda infedel Pulcheria!
Fu pretesto la gelosia fallace!

▼COSTANZA▲
Oronte, io son Costanza.

▼ORONTE▲
Costanza sei?

▼COSTANZA▲
Tradita dal tiranno.
Nobil guerrier, se i tradimenti aborri,
una regina misera soccorri!

▼ORONTE▲
Me n'volo alla vendetta: e pria che nuova
spunti l'alba vermiglia,
due rei saran puniti, e padre e figlia.

▼COSTANZA▲
Berardo, l'una all'altra
per me succedon le sciagure,
e quella, che nova giunge,
sempre è dell'altra peggior.

▼BERARDO▲
Prova, o Regina, sono d'un'alma grande
i casi avversi.

▼COSTANZA▲
Finché vedo il mio ben, misero, o Dio!
in pene e in pianto languirà
il cor mio.

Aria

Caro, vieni a me!
Fido vieni; puoi tu, caro,
addolcire il duolo amaro,
di chi pena sol per te…
Pensa alla mia fé,
pensa ancor al mio martir,
e che a tanti miei sospir
sarai solo la mercé…
Caro, vieni a me! etc.

Scena Seconda

(Cambiamento di Scena. Il lido di Limisso, con regio padiglione, e seggio d'oro da un lato. Riccardo viene accompagnato dal suo esercito)

Arioso

▼RICCARDO▲
Quanto tarda il caro bene
le mie pene a consolar…

(S'avvicina Pulcheria con seguito di damigelle.)

Recitativo

Ma vedo corteggiata da nobil donzelle
a me venire l'amata sposa mia, la mia Costanza.
Giunge al bramato fin la mia speranza.
Sì, già vedo il mio bel sole,
raddoppiando il giorno in cielo,
senza velo scintillar.
Vieni, bell'idol mio…

(fra sé)
Ma che! diverse la fama a me portò
le sue sembianze

▼PULCHERIA▲
(fra sé)
Sospeso, egli s'arresta! or lo ravviso,
ambasciatore di se stesso ei venne.
(forte)
A te salva mi guida amica stella.

▼RICCARDO▲
(fra sé)
Ma bella è pur.

(forte)
Queste guerriere squadre t'onorino Regina.

(Segue il saluto militare. Poi entra Oronte.)

▼ORONTE▲
Alfin, da cento spade ostilmente assalito,
qui mi rifuggio: e all'inclito Riccardo
discopro tradimenti.

▼PULCHERIA▲
(fra sé)
Come, Oronte?

▼RICCARDO▲
Io tradito?

▼ORONTE▲
Quella non è quel credi
la tua Costanza, o Re.

▼RICCARDO▲
Non è Costanza?

▼ORONTE▲
Figlia è d'Isacio, è Pulcheria.

▼RICCARDO▲
Iniquo Isacio! ingannatore!
indegno del nome di regnante!
Conciterò l'armate schiere in guerra,
quante folgori ha il Cielo,
quante spade ha la terrà,
stringerò, svenerò, fulminerò.
(a Pulcheria)
E tu…

▼PULCHERIA▲
Leggi paterne…

▼RICCARDO▲
Inique, ingiuste!

▼PULCHERIA▲
Deh! i giusti sdegni affrena;
in finché resa ti fia la regia sposa
io resterò in catene.

▼RICCARDO▲
No, tu stessa per moverlo a ragione
al padre andrai.

▼PULCHERIA▲
O prigioniera o serva a tua somma virtù
sempre m'avrai.

▼RICCARDO▲
Dato a Costanza ho il core,
è unito ora agli affetti e l'impegno d'onore;
ma non pensar, che delle tue bellezze
anch'io non abbia anmiratore il guardo.
T'onoro, e mia vendetta
dell'armi nel furore te sol rispetta.

▼ORONTE▲
A me promessa, e poi mancata, o Sire,
Pulcheria fu dal reo padre.

▼PULCHERIA▲
Infedele lui meritasti infido, e me crudele.

Aria

(a Riccardo)
Ai guardi tuoi
son pur vaga son pur bella,
ma che poi?
Non son cara, non son quella.
(ad Oronte)
Questa, ingrato, è fedeltà!
(a Riccardo)
Sì, fortunato spero te nella tua brama.
(ad Oronte)
Ma, chi m'ama,
non lo so, quando il sarà,
no, non lo so…
Ai guardi tuoi, etc.

(Parte)

Recitativo

▼ORONTE▲
Si sforzi alla ragion questo tiranno.
Io son di Licia il prence, e in quelle mura
ho mille armati fidi miei vassalli,
pronti a vittoria o a morte.

▼RICCARDO▲
E ne potresti con un segnal
dare il comando altrui?

▼ORONTE▲
Questo impronto regal, Sire,
gli rende fidi a chi 'l mostra.

▼RICCARDO▲
A me lo fida; intanto
su le mie squadre impero avrai;
le appresta a un soccorso, e vedrai
quanto valore regna nei cuor Britanni.

▼ORONTE▲
Eccoti il segno.
Renderò fede ed opre
a un tanto Onore.

▼RICCARDO▲
O lieto tornerò con l'idol mio,
o mostrerò a quell'empio
come un monarca inglese benigno è sì;
ma sa punir le offese.

Aria

O vendicarmi
saprò con l'armi,
o lieto (felice) amante col mio bel sole ritornerò…
E certo allora
con la tua bella felice ancora
te renderò.
O vendicarmi, etc.

Recitativo

▼ORONTE▲
Che mai pensa tentar l'alma guerriera!
Ma non senza ragione
fama lo suol chiamar Cuor di Leone.
Egli è fido a Costanza, all'alma mia
tormento non può dar la gelosia.
Pronto a soccorsi io già m'appresto, e spero
veder vinta la frode,
trionfanti il valore, il giusto, il vero.

Aria

Dell'onor di giuste imprese
fia seguace la vittoria,
e l'amor trionferà…
O cessar dovran l'offese,
o il valore avrà la gloria,
e l'inganno perirà.
Dell'onor di giuste imprese, etc.

Scena Terza

(Cambiamento di Scena. L'atrio della reggia d'Isacio)

Recitativo

▼ISACIO▲
Ah! scampò dagli agguati Oronte,
e tutto scoperto avrà l'inganno.
Empia fortuna, sempre t'opponi ai grandi disegni!

▼BERARDO▲
(entrando)
Sire, tornato è qui l'ambasciador Britanno,
e udienza chiede.

▼ISACIO▲
Ei venga.

(Berardo parte.)
Sì, scoperta è la frode.
Arte mi giovi; troppo forte è il nemico.

▼RICCARDO▲
(entrando)
Strano sembra al mio Rè,
che tu mancata abbia la data fé.
Perché Pulcheria, tua figlia, a lui mandasti,
e non Costanza! Le sacre leggi d'onore
serbi così nella tua Reggia?
Io vengo l'ultima volta a demandarti, Isacio,
la navarrese Principessa.

▼ISACIO▲
Strano sembrami, che il tuo Rè
l'onor più grande, l'interesse maggiore,
dal minor non distingua.
Unica figlia è a me Pulcheria,
e questo regno in dote avrà
se de' Britanni ella è regina.
Ritorna a lui: fagli saper ch'ei deve,
già che fu discoperta, amar tal frode.

▼RICCARDO▲
Vano è il ritorno.
Ei vuoi Costanza,
e vuole, ch'io la conduca.
Poco inver conosci il Britanno valore:
l'interesse a lui serve, egli all'onore.

▼ISACIO▲
Più tempo io chiedo alla risposta.

▼RICCARDO▲
No, risolvi su'l momento,
questa destra riserra e guerra, e pace.
Scegli!

▼ISACIO▲
Guerra.

▼RICCARDO▲
Guerra? e guerra avrai.
Già pronte di Limisso all'estrema ruina
son le nostr'armi invitte:
in brevi istanti vedrai.

▼ISACIO▲
Dal tuo sovrano l'ostilitate ebbe principio:
ci tenne prigioniera Pulcheria,
aspri, e tiranni puoi tu negare i modi suoi?

▼RICCARDO▲
T'inganni. Mira e da saggio,
fa prova maggiore
della sua cortesia, non del rigore.

▼PULCHERIA▲
(entrando)
Padre, al tuo piè m'accogli.
Oronte ha reso l'obbedienza mia vana;
deh, rendi Costanza al Rè suo sposo.
Tu non vedesti mai core più generoso,
alma più grande; anche in mezzo ai furori
d'una scoperta frode le dolci cortesie
temprar lo sdegno. Per far pago il suo merto
perder saprei, non ch'acquistar un regno.
In sì cortese istinto, deh! generoso emulo sii…

▼ISACIO▲
Son vinto.
Costanza amai: goderne onor mi vieta:
vanne, dalla tua mano
l'abbia il Britanno ambasciador.

▼PULCHERIA▲
Son lieta.

(Partono Isacio e Pulcheria)

▼RICCARDO▲
Nube, che il sole adombra,
svanisce al fin da quello,
e appare allor più bello
con lucido spiendor il suo sembiante…
Sì fugge il duol, che ingombra
le brame del desio,
e fa che l'idol mio
più amabile sarà al core amante.
Nube, che il sole adombra, etc.

Scena Quarta

(Cambiamento di Scena. Cabinetto. Costanza seduta appoggiata ad un tavolino)

Arioso

▼COSTANZA▲
Sì m'è contrario il Cielo,
e morta al fin sarò in tante pene.

Recitativo

▼PULCHERIA▲
(entrando)
Mesta e pensosa è ancor Costanza?

▼COSTANZA▲
Quella tu sei:
perduto ho nome e sposo in trono:
piango la sorte mia.

▼PULCHERIA▲
Quella non sono.

▼COSTANZA▲
Tua bellezza aiutar dovea la frode.

▼PULCHERIA▲
Obbedienza m'indusse, ma onor
me fé poco abile all'inganno.
Con mio piacer, tutto scoperse Oronte.
Torno, e dal padre ottengo
mandarti al caro sposo.

▼COSTANZA▲
Oh, accogli in questo tenero amplesso
un'amistà sincera, generosa Pulcheria!

▼PULCHERIA▲
Ecco il Britanno ambasciador, che per te viene.

▼RICCARDO▲
(che entra)
S'inchina meco l'Anglia al tuo piè,
bella Reina (somma beltà!);
te impaziente aspetta:
e per me qui ti manda il mio sovrano,
il suo cor tutto amore,
in questo bacio su la regia mano.

▼COSTANZA▲
Al generoso amato Rè vogl'io,
che in breve dia risposta l'umiltà del cor mio.
Del tuo gran merto sempre avrò rimembranza.

▼PULCHERIA▲
Eh! che Riccardo tuo vedi, o Costanza;
ei di se stesso ambasciador qui venne.

▼RICCARDO▲
T'abbraccio amata sposa…

▼COSTANZA▲
La sorpresa m'opprime:
al regio piede del caro sposo mio…

▼RICCARDO▲
Sorgi, e qui posa.
Condurre a fine la bell'opra or dei,
generosa Pulcheria.
Il nome mio non isvelar finché lontan…

▼PULCHERIA▲
Riccardo, dagli avi gloriosi
animo forte trassi; veduto hai già,
se tutto onore ho l'alma.

▼RICCARDO▲
Sì, mi fido al tuo bel core

▼PULCHERIA▲
L'aquila altera conosce i figli
se in faccia al sole osan guardar…
E crede allora pronti a' perigli,
che possan quegli degli altri augelli pur trionfar.
L'aquila altera, etc.

(Parte)

Recitativo

▼RICCARDO▲
Tutt'i passati affanni or copra oblio;
pensi alle gioie sol l'alma felice.
Speme del desir mio, vieni a parte del trono;
al Regno vieni.

▼COSTANZA▲
Te più del trono,
e più del Regno io bramo.
Paga rendermi vuoi? sol dimmi: io t'amo!

Duetto RICCARDO e COSTANZA

▼RICCARDO▲
T'amo, sì!
T'amo, sì, sarai tu quella
solo cara, solo bella
al mio guardo ed al mio cor.

▼COSTANZA▲
T'amo sì!
T'amo sì, e più m'appaga
ch'aver soglio, ch'esser vaga,
se son cara al tuo bel cor.

▼RICCARDO, COSTANZA▲
Te sol bramo, te sol amo,
mio diletto, tutto affetto,
dolce meta del mio amor.
T'amo sì, etc.
ATTO SECONDO

Scena Prima

(Appartamento)

Arioso

COSTANZA
Se m'è contrario il Cielo,
e che sperar potrò fra tante pene?

Recitativo

BERARDO
(entra)
Seco Isacio mi volle
finché partì l'ambasciador britanno,
e in libertà lasciommi poi.

COSTANZA
Lo stesso con Pulcheria m'avvenne:
ah! qualche inganno temo.

BERARDO
S'ha da temer sempre un tiranno.

COSTANZA
Pensi tu, che a Riccardo ch'io viva
in questa reggia giunte sian le notizie?

BERARDO
Per alcuno de' nostri

COSTANZA
Vanne, o mio fido, interroga,
ed a tempo l'arte e l'ingegno adopra.

BERARDO
Le più secrete vie tenterò,
perché il tutto a te si scopra.

Aria

Dell'empia frode il velo
squarciare io tenterò,
propizio spera il Cielo
a un degno amor…
E quel poter sovrano,
che a scampo tuo vegliò,
ha in sua possente mano
tua gioia ancor.
Dell'empia frode, etc.
(Parte. Isacio sopraviene)

Recitativo

COSTANZA
Riccardo sospirato.

ISACIO
Real Costanza!

COSTANZA
(a parte)
Ciel! che sento?

ISACIO
In vano, in van ti celi,
a me palese è il tutto;
sì, sì, Costanza sei.

COSTANZA
(a parte)
Cielo, tu dammi aita!

(forte)
Costanza io sono.

ISACIO
(a parte)
Lieto mi rende e certo.

COSTANZA
Tacqui incerta de' miei casi,
in suolo non mai visto,
e fascie e nome.
Berardo ancora si chiamò Narsete.
Deh, magnanimo Rè,
se di tue grazie degna pur sono,
in quella del mio sposo giunge la destra mia.

ISACIO
Consolati e gioisci, in breve d'or
tenaci avrai gli amplessi del marito e i baci.

COSTANZA
Tua pietà generosa premiata fia dal giusto Ciel,
cui piace rendere a me la sospirata pace.

Aria

Di notte il pellegrino,
se perde il suo camino,
non sa dove guidar il passo errante…
Ma un lume poi se vede,
là presto volge il piede,
e sente consolar l'alma anelante.
Di notte il pellegrino, etc.
(Parte)

Recitativo

ISACIO
Quanto saresti insano, cuor d'Isacio,
se altrui dassi 'l tesor, che ti portò fortuna,
è virtude in amor propizia frode.
Non goda mai, chi quando può non gode.

(Entra Pulcheria.)

PULCHERIA
All'affetto di padre supplichevole io vengo.

ISACIO
Amata figlia mia, Pulcheria, che brami?

PULCHERIA
Oggi almeno permetti, che d'Imeneo la face
non s'accenda per me: merita Oronte
del mio sdegno soffrir qualche cordoglio.
(fra sé)
Pria s'egli è fido assicurarmi voglio.

ISACIO
Figlia, cangiato aspetto ha la tua sorte:
sposa ti vuole, ma ti vuol Regina.

PULCHERIA
Regina! Padre, Oronte che dirà?

ISACIO
Odimi, figlia.

PULCHERIA
Attenta.

ISACIO
Consorte al Rè Britanno fra momenti ne andrai
col nome di Costanza;
egli non vide mai la sposa, e forse,
preso da tua beltà, felice renderà la nostra frode.

PULCHERIA
Io di Riccardo sposa! Cieli!

ISACIO
Il vuole l'interesse del Regno, l'util del soglio;
e non rispondi ancora?

PULCHERIA
Umilio riverente al paterno comando
la volontà di figlia.

ISACIO
Vanne, ubidisci.

PULCHERIA
E Oronte?

ISACIO
Egli pospone ai vantaggi d'Isacio
l'amor suo, le tue nozze.
Il mio comando eseguisca Pulcheria:
pensi sol che ciò chiede
il mio regno, il mio soglio;
pensi ch'è figlia mia,
ch'io così voglio.

Aria

Ti vedrò regnar sul trono,
e l'inganno consigliò
ingegnoso e accorto amor…
Quando un core s'innamora,
scopra pur la frode, allora
è contento dell'error…
Ti vedrò regnar, etc.
(Parte)

Recitativo

PULCHERIA
Ah, padre! ah, Cielo! a che voi m'astringete?
deggio per vendicarmi d'un amante infedel,
far che la frode maschera sia
d'un tradimento enorme?
Ah no, mai ver non fia,
che di tanta empietà ministra io sia.
Ma, il genitore, oh Dio! cosi m'impone,
e vuole ch'io Costanza tradisca,
ch'io tradisca Riccardo: deggio ubidir?
Ubidirò; ma poi l'inganno scoprirò
de' torti suoi.

Aria

Quel gelsomino, che imperla il prato,
a tutti è grato,
e niuno offende la sua beltà…
Così il mio core, candido e puro,
se n'va sicuro,
perché innocente si scoprirà…
Quel gelsomino, etc.

(Pulcheria uscita, entrano Costanza e Oronte.)

Recitativo

COSTANZA
Prencipe, ogn'or compagna è d'amor gelosia.
Pulcheria…

ORONTE
Offende la fede mia.
(Entra Berardo.)
Ma qui Narsete?

BERARDO
Udite: di Costanza col nome
a Riccardo in isposa Isacio infido
con sacrilego inganno la figlia manda…

COSTANZA
Oh Cielo!

BERARDO
Io quivi ascoso intesi in colloquio segreto
a concertar l'inganno e la partita.

COSTANZA
Partirà?

BERARDO
In questo punto.

COSTANZA
M'ingannò Isacio! Iniquo Rè!
spietato!

ORONTE
Cruda infedel Pulcheria!
Fu pretesto la gelosia fallace!

COSTANZA
Oronte, io son Costanza.

ORONTE
Costanza sei?

COSTANZA
Tradita dal tiranno.
Nobil guerrier, se i tradimenti aborri,
una regina misera soccorri!

ORONTE
Me n'volo alla vendetta: e pria che nuova
spunti l'alba vermiglia,
due rei saran puniti, e padre e figlia.

COSTANZA
Berardo, l'una all'altra
per me succedon le sciagure,
e quella, che nova giunge,
sempre è dell'altra peggior.

BERARDO
Prova, o Regina, sono d'un'alma grande
i casi avversi.

COSTANZA
Finché vedo il mio ben, misero, o Dio!
in pene e in pianto languirà
il cor mio.

Aria

Caro, vieni a me!
Fido vieni; puoi tu, caro,
addolcire il duolo amaro,
di chi pena sol per te…
Pensa alla mia fé,
pensa ancor al mio martir,
e che a tanti miei sospir
sarai solo la mercé…
Caro, vieni a me! etc.

Scena Seconda

(Cambiamento di Scena. Il lido di Limisso, con regio padiglione, e seggio d'oro da un lato. Riccardo viene accompagnato dal suo esercito)

Arioso

RICCARDO
Quanto tarda il caro bene
le mie pene a consolar…

(S'avvicina Pulcheria con seguito di damigelle.)

Recitativo

Ma vedo corteggiata da nobil donzelle
a me venire l'amata sposa mia, la mia Costanza.
Giunge al bramato fin la mia speranza.
Sì, già vedo il mio bel sole,
raddoppiando il giorno in cielo,
senza velo scintillar.
Vieni, bell'idol mio…

(fra sé)
Ma che! diverse la fama a me portò
le sue sembianze

PULCHERIA
(fra sé)
Sospeso, egli s'arresta! or lo ravviso,
ambasciatore di se stesso ei venne.
(forte)
A te salva mi guida amica stella.

RICCARDO
(fra sé)
Ma bella è pur.

(forte)
Queste guerriere squadre t'onorino Regina.

(Segue il saluto militare. Poi entra Oronte.)

ORONTE
Alfin, da cento spade ostilmente assalito,
qui mi rifuggio: e all'inclito Riccardo
discopro tradimenti.

PULCHERIA
(fra sé)
Come, Oronte?

RICCARDO
Io tradito?

ORONTE
Quella non è quel credi
la tua Costanza, o Re.

RICCARDO
Non è Costanza?

ORONTE
Figlia è d'Isacio, è Pulcheria.

RICCARDO
Iniquo Isacio! ingannatore!
indegno del nome di regnante!
Conciterò l'armate schiere in guerra,
quante folgori ha il Cielo,
quante spade ha la terrà,
stringerò, svenerò, fulminerò.
(a Pulcheria)
E tu…

PULCHERIA
Leggi paterne…

RICCARDO
Inique, ingiuste!

PULCHERIA
Deh! i giusti sdegni affrena;
in finché resa ti fia la regia sposa
io resterò in catene.

RICCARDO
No, tu stessa per moverlo a ragione
al padre andrai.

PULCHERIA
O prigioniera o serva a tua somma virtù
sempre m'avrai.

RICCARDO
Dato a Costanza ho il core,
è unito ora agli affetti e l'impegno d'onore;
ma non pensar, che delle tue bellezze
anch'io non abbia anmiratore il guardo.
T'onoro, e mia vendetta
dell'armi nel furore te sol rispetta.

ORONTE
A me promessa, e poi mancata, o Sire,
Pulcheria fu dal reo padre.

PULCHERIA
Infedele lui meritasti infido, e me crudele.

Aria

(a Riccardo)
Ai guardi tuoi
son pur vaga son pur bella,
ma che poi?
Non son cara, non son quella.
(ad Oronte)
Questa, ingrato, è fedeltà!
(a Riccardo)
Sì, fortunato spero te nella tua brama.
(ad Oronte)
Ma, chi m'ama,
non lo so, quando il sarà,
no, non lo so…
Ai guardi tuoi, etc.

(Parte)

Recitativo

ORONTE
Si sforzi alla ragion questo tiranno.
Io son di Licia il prence, e in quelle mura
ho mille armati fidi miei vassalli,
pronti a vittoria o a morte.

RICCARDO
E ne potresti con un segnal
dare il comando altrui?

ORONTE
Questo impronto regal, Sire,
gli rende fidi a chi 'l mostra.

RICCARDO
A me lo fida; intanto
su le mie squadre impero avrai;
le appresta a un soccorso, e vedrai
quanto valore regna nei cuor Britanni.

ORONTE
Eccoti il segno.
Renderò fede ed opre
a un tanto Onore.

RICCARDO
O lieto tornerò con l'idol mio,
o mostrerò a quell'empio
come un monarca inglese benigno è sì;
ma sa punir le offese.

Aria

O vendicarmi
saprò con l'armi,
o lieto (felice) amante col mio bel sole ritornerò…
E certo allora
con la tua bella felice ancora
te renderò.
O vendicarmi, etc.

Recitativo

ORONTE
Che mai pensa tentar l'alma guerriera!
Ma non senza ragione
fama lo suol chiamar Cuor di Leone.
Egli è fido a Costanza, all'alma mia
tormento non può dar la gelosia.
Pronto a soccorsi io già m'appresto, e spero
veder vinta la frode,
trionfanti il valore, il giusto, il vero.

Aria

Dell'onor di giuste imprese
fia seguace la vittoria,
e l'amor trionferà…
O cessar dovran l'offese,
o il valore avrà la gloria,
e l'inganno perirà.
Dell'onor di giuste imprese, etc.

Scena Terza

(Cambiamento di Scena. L'atrio della reggia d'Isacio)

Recitativo

ISACIO
Ah! scampò dagli agguati Oronte,
e tutto scoperto avrà l'inganno.
Empia fortuna, sempre t'opponi ai grandi disegni!

BERARDO
(entrando)
Sire, tornato è qui l'ambasciador Britanno,
e udienza chiede.

ISACIO
Ei venga.

(Berardo parte.)
Sì, scoperta è la frode.
Arte mi giovi; troppo forte è il nemico.

RICCARDO
(entrando)
Strano sembra al mio Rè,
che tu mancata abbia la data fé.
Perché Pulcheria, tua figlia, a lui mandasti,
e non Costanza! Le sacre leggi d'onore
serbi così nella tua Reggia?
Io vengo l'ultima volta a demandarti, Isacio,
la navarrese Principessa.

ISACIO
Strano sembrami, che il tuo Rè
l'onor più grande, l'interesse maggiore,
dal minor non distingua.
Unica figlia è a me Pulcheria,
e questo regno in dote avrà
se de' Britanni ella è regina.
Ritorna a lui: fagli saper ch'ei deve,
già che fu discoperta, amar tal frode.

RICCARDO
Vano è il ritorno.
Ei vuoi Costanza,
e vuole, ch'io la conduca.
Poco inver conosci il Britanno valore:
l'interesse a lui serve, egli all'onore.

ISACIO
Più tempo io chiedo alla risposta.

RICCARDO
No, risolvi su'l momento,
questa destra riserra e guerra, e pace.
Scegli!

ISACIO
Guerra.

RICCARDO
Guerra? e guerra avrai.
Già pronte di Limisso all'estrema ruina
son le nostr'armi invitte:
in brevi istanti vedrai.

ISACIO
Dal tuo sovrano l'ostilitate ebbe principio:
ci tenne prigioniera Pulcheria,
aspri, e tiranni puoi tu negare i modi suoi?

RICCARDO
T'inganni. Mira e da saggio,
fa prova maggiore
della sua cortesia, non del rigore.

PULCHERIA
(entrando)
Padre, al tuo piè m'accogli.
Oronte ha reso l'obbedienza mia vana;
deh, rendi Costanza al Rè suo sposo.
Tu non vedesti mai core più generoso,
alma più grande; anche in mezzo ai furori
d'una scoperta frode le dolci cortesie
temprar lo sdegno. Per far pago il suo merto
perder saprei, non ch'acquistar un regno.
In sì cortese istinto, deh! generoso emulo sii…

ISACIO
Son vinto.
Costanza amai: goderne onor mi vieta:
vanne, dalla tua mano
l'abbia il Britanno ambasciador.

PULCHERIA
Son lieta.

(Partono Isacio e Pulcheria)

RICCARDO
Nube, che il sole adombra,
svanisce al fin da quello,
e appare allor più bello
con lucido spiendor il suo sembiante…
Sì fugge il duol, che ingombra
le brame del desio,
e fa che l'idol mio
più amabile sarà al core amante.
Nube, che il sole adombra, etc.

Scena Quarta

(Cambiamento di Scena. Cabinetto. Costanza seduta appoggiata ad un tavolino)

Arioso

COSTANZA
Sì m'è contrario il Cielo,
e morta al fin sarò in tante pene.

Recitativo

PULCHERIA
(entrando)
Mesta e pensosa è ancor Costanza?

COSTANZA
Quella tu sei:
perduto ho nome e sposo in trono:
piango la sorte mia.

PULCHERIA
Quella non sono.

COSTANZA
Tua bellezza aiutar dovea la frode.

PULCHERIA
Obbedienza m'indusse, ma onor
me fé poco abile all'inganno.
Con mio piacer, tutto scoperse Oronte.
Torno, e dal padre ottengo
mandarti al caro sposo.

COSTANZA
Oh, accogli in questo tenero amplesso
un'amistà sincera, generosa Pulcheria!

PULCHERIA
Ecco il Britanno ambasciador, che per te viene.

RICCARDO
(che entra)
S'inchina meco l'Anglia al tuo piè,
bella Reina (somma beltà!);
te impaziente aspetta:
e per me qui ti manda il mio sovrano,
il suo cor tutto amore,
in questo bacio su la regia mano.

COSTANZA
Al generoso amato Rè vogl'io,
che in breve dia risposta l'umiltà del cor mio.
Del tuo gran merto sempre avrò rimembranza.

PULCHERIA
Eh! che Riccardo tuo vedi, o Costanza;
ei di se stesso ambasciador qui venne.

RICCARDO
T'abbraccio amata sposa…

COSTANZA
La sorpresa m'opprime:
al regio piede del caro sposo mio…

RICCARDO
Sorgi, e qui posa.
Condurre a fine la bell'opra or dei,
generosa Pulcheria.
Il nome mio non isvelar finché lontan…

PULCHERIA
Riccardo, dagli avi gloriosi
animo forte trassi; veduto hai già,
se tutto onore ho l'alma.

RICCARDO
Sì, mi fido al tuo bel core

PULCHERIA
L'aquila altera conosce i figli
se in faccia al sole osan guardar…
E crede allora pronti a' perigli,
che possan quegli degli altri augelli pur trionfar.
L'aquila altera, etc.

(Parte)

Recitativo

RICCARDO
Tutt'i passati affanni or copra oblio;
pensi alle gioie sol l'alma felice.
Speme del desir mio, vieni a parte del trono;
al Regno vieni.

COSTANZA
Te più del trono,
e più del Regno io bramo.
Paga rendermi vuoi? sol dimmi: io t'amo!

Duetto RICCARDO e COSTANZA

RICCARDO
T'amo, sì!
T'amo, sì, sarai tu quella
solo cara, solo bella
al mio guardo ed al mio cor.

COSTANZA
T'amo sì!
T'amo sì, e più m'appaga
ch'aver soglio, ch'esser vaga,
se son cara al tuo bel cor.

RICCARDO, COSTANZA
Te sol bramo, te sol amo,
mio diletto, tutto affetto,
dolce meta del mio amor.
T'amo sì, etc.
最終更新:2021年04月09日 20:25