ATTO TERZO

Davanti sarà un arco trionfale di basilica bisantina. Oltre l'arco è la camera di Donello, nel Palazzo. L'alba è vicina. Silvana siede sulla sponda del lettuccio. Donello posa il capo sul suo grembo.

▼SILVANA▲
Io sono nata quella notte, nell'ora del prodigio,
che tu, amore, m'hai baciata: di tutto quel
che fu prima d'allora non mi sovviene più.

▼DONELLO▲
Nova come l'aurora ogni giorno,
al mio sguardo tu rinasci nel fuoco.
Ond'io sempre ardo.

▼SILVANA▲
Sì, tutt'ardente della mia giovinezza,
e innamorata. Che tu subitamente
m'hai ridestata dal sonno d'un
inverno oltre il ricordo, eterno…
Ecco, è fiorita la primavera:
folgora il mio raggio di sole!
Ecco il mio maggio che di rose
s'ammanta! E l'anima mi canta
l'inno della dolce vita!

▼DONELLO▲
O strana maga, che
avvenne in me? che sottil filtro
m'hai versato? Tu sei fonte perenne
di desiderio: io bevo insaziato alla
soavità della tua bocca. ed ogni
nervo scocca e il mio vivido sangue
t'invoca: o sempre nova, o tutta
bella, per cui si disfiora baldanza,
e si rinnova… Dammi le labbra ancora!
(un lungo bacio)

▼SILVANA▲
Ah, tutta la mia vita in te si versa!
Vedi, son vuota… Son come immersa
nella delizia… E lieve è la mia
gota sul cuore tuo che batte tanto forte…

▼DONELLO▲
(di subito smagato e avverso)
Taci. Non ti muovere: morta.
Perch'io creda chiusa per sempre
questa bocca ai baci, perch'io ti
veda nelle pupille spenta quell'oscura
malia che mi tiene prigione,
perch'io mi senta libero…
Oh ribellione del cuor torbido e vile!
Ansia di fuggir via da te, che sei
fastidio ed onta! Non respirare:
ch'io ti veda morta. Ahimè, come
è sottile e fragile il tuo collo,
e come palpita…

▼SILVANA▲
Dolce la morte, mentre ancor
le vene tremano tutte del gioito
bene… Fa ch'io muoia così,
mentre mi cingi con le tue dure
braccia e alla gola mi stringi
l'appassionata faccia…
e sentirai l' esser mio profondo
verso di te fluire…
Così voglio morire!
Altro non c'è, altro non c'è nel mondo…

▼DONELLO▲
(nuovamente smarrito)
Forse null'altra cosa, forse
è qui tutto il mondo nella
cerchia amorosa ove il mio male
ascondo… Anima mia, smarrita
nell'eterno desio…

▼SILVANA▲
Noi due soli, o vita mia…
Noi due soli, tu ed io…
Ah non vuole, l'invidiosa aurora!

▼DONELLO▲
O sole non ti levare ancora!
Amore, non te ne andare ancora!

▼SILVANA▲
O sole, non ti levare ancora!

▼AGATA▲
(che vegliava fuor dalla porta, annunzia)
La patrizia Eudossia.

(Gli amanti si separano rapidi)

▼DONELLO▲
Tu, nonna?

▼EUDOSSIA▲
Io.
Ma spegni quel doppiere:
è quasi giorno. I vecchi hanno
il sonno leggero e breve.
Ed io sono mesi parecchi che più non dormo,
perchè il sonno è morto prima di me…
(a Silvana)
Non quel che pensi, no.

▼SILVANA▲
Patrizia, il mio pensiero è mio.
Questo soltanto non m'è tolto
nella tua triste reggia.

▼EUDOSSIA▲
Male. Spesse volte un pensiero
può uccidere.

▼SILVANA▲
Oh! il tuo, se lo potesse!
Da gran tempo per me sarebbe
giunta l'ora…

▼EUDOSSIA▲
Quando Dio vuole… Che se Dio
mi tenne viva e veggente in così
tarda età, senza cagione non sarà…
Non venne tuo padre ancora? Bene. verrà.
(Silvana si avvolge e muove verso la porta. Aspra, imperiosa, Eudossia la trattiene)
Perchè fuggi?
No, resta… ora. Ora sei qui con me.
(a Donello)
Obbedirai, Donello, al suo comando
con lieto viso… Guardalo negli
occhi: è così vecchio, più vecchio di
me, e l'austero suo cuore è tanto stanco…
Chi vuole, chi vuole la sua morte
e l'affattura?
Io veglio, perchè il male non lo schianti…
il male che il Signore Iddio non volle
ch'io tagliassi nella sua radice.
Sia fatta sempre la sua volontà.
Anche tu l'ami il padre tuo, Donello:
amalo, che di grande amore è degno. No…
non parlare… Ecco: l'Esarca viene.

(Entra Basilio, stanco il passo, malato in aspetto)

▼BASILIO▲
Il buon giorno, figliuolo. Per
te, buono più che per me.
(si volge alla madre)
Gli hai detto?

▼EUDOSSIA▲
No. Ed anche volli che la tua
donna sapesse da te…

▼DONELLO▲
Che cosa?

▼BASILIO▲
La basilissa Irene ti chiama a Bisanzio…
(Silvana fissa Donello)

▼DONELLO▲
A Bisanzio?

▼BASILIO▲
Un suo messaggio…

▼DONELLO▲
E tu… solo…

▼BASILIO▲
Linguaggio di femmina, non d'uomo.

▼DONELLO▲
(ancora dominato dallo sguardo)
Non dicevi tu ieri la minaccia
del duca di Spoleto? vedi?
È meglio ch'io rimanga al tuo fianco.

▼BASILIO▲
Non importa: se la forza mi regge
basterò solo… In questa tomba
d'oro. E tu segui la tua stella.

▼DONELLO▲
(in subita smania di liberazione)
Questo vuoi? Questo comandi? Bene.
io t'obbedisco. Forse è il segno
di Dio perch'io mi scampi,
perchè mi tragga dalla morta gora,
perchè la trista anima mia ritrovi
e la rinnovi, s'è pur tempo ancora.

(Torvo, come inseguito, fugge. Eudossia accenna un gesto forse per trattenerlo, poi esce dietro lui. Silvana lentamente si avvicina all'Esarca)

▼SILVANA▲
Tu soffri?

▼BASILIO▲
Un poco.

▼SILVANA▲
Non voglio che parta, Donello…

▼BASILIO▲
Anche a te spiace…

▼SILVANA▲
Certo…

▼BASILIO▲
Ma e necessario…

▼SILVANA▲
E se io ti prego? Se ho qualche grazia
presso di te, Basilio,
ascoltami una volta…

▼BASILIO▲
E m'è già tanto grave,
ma è necessario.

▼SILVANA▲
No. Tua madre lo vuole:
questa trama è sua…

▼BASILIO▲
Tu sempre e ovunque vedi la dura mano di lei…
No… È necessario. Ora tu sola mi resti
per conforto… Siamo come la dolce Sulamita
e il vecchio Davide…

▼SILVANA▲
Non mi toccare!
Io il tuo conforto?
E tu che m'hai rubato la mia giovinezza,
la mia parte di gioia nella vita!
Comprata come schiava, rivestita di gemme
e d'oro per il tuo piacere!
Tu, tu, che m'hai serrata adolescente,
fra queste tetre mura,
dove l'ombra del barbaro demente s'aggira
e m'impaura del suo malvagio riso…
E m'hai precluso il bel sole di Dio,
la mia terra, il mio mare,
l'aria m'hai tolto!
Ti sei accorto, di', che bruciavo di passione?
Ed io mi morivo così,
nel disperato desiderio d'amare!
No, Sfiorire, appassire nell'ombra…
Ah, quanto t'ho desiderato morto ogni volta
che a me venivi, ad ogni tuo partire!
E come tu m'hai tolta quando a te piacque,
così, quando in me nacque
l'invincibile amore, presi lui…

(Basilio balza in piedi, stringendo con la mano destra la spalliera dello scanno)

Sì, tuo figlio, tuo figlio! Ora lo sai!

(Basilio si abbranca con la sinistra il petto e ricade pesantemente a sedere. I suoi occhi sbarrati fissano l'energumena; lentamente il corpo si piega in avanti, poi si accascia. Silvana guarda forsennata gli occhi vitrei dell'Esarca morto. Finalmente urla)

Aiuto!

(Accorre Eudossia e dietro lei qualcuno della corte)

▼EUDOSSIA▲
Tu! Tu l'hai ucciso! Strega!

(Dai due passaggi aperti nell'arco trionfale accorre il popolo)

▼CORO▲
L'Esarca! Accorri, accorri!
Serra! Ah! La patrizia Silvana!
No!
È la greca che urla e accusa!
Perchè è della terra nostra!
Odio greco!
Giuri sulla teca di San Vitale!
E vivremo sempre in pavento di streghe!
Sia fatto il giuramento di purgazione!

▼CORO NELLA CHIESA▲
(Sul tumulto della folla prevale il canto dei chierici)
Sia gloria e lode a Te.,
Cristo Pantocrate!

▼CORO▲
Al tribunale santo!

(La folla entra nella basilica già folta di clero. La cattedra del Vescovo è ancora vuota. In alto, nel matroneo, si vedrà entrare Eudossia; in basso, dietro la cattedra, è seduto Donello)

▼CORO NELLA CHIESA▲
Figlio di Dio! Tu che esalti la fede
dei cristiani,
Figlio di Dio, governa con l'Autocrate!
Figlio di Dio, aumenta la potenza dei Romani!

(All'entrare del vescovo tutti intonano l'inno obbligatorio)

▼CORO, CORO NELLA CHIESA▲
Chi è grande come il nostro Iddio?
Chi è forte come l'Iddio che
prodiga i miracoli?
Come il Dio che trionfa della morte?
Come il Dio che ama gli uomini?

▼IL VESCOVO▲
Tu sei Dio perchè prodighi i miracoli.

▼CORI▲
Gloria a te, Aghios Christos!

▼IL VESCOVO▲
Tu sei Dio perchè sei misericorde

▼CORI▲
Gloria a te, Aghios Christos!

▼IL VESCOVO▲
E perchè ami gli uomini.

▼CORI▲
Sia lunga vita al Vescovo piissimo,
eguale degli Apostoli! Sia lunga vita!
Chi è grande come il nostro Iddio? ecc.

(Entra Silvana e si inginocchia davanti alla cattedra)

▼IL VESCOVO▲
Donna, tu sai l'accusa.
Iddio farà che l'innocenza splenda.
Se hai peccato, confessati e la
Misericordia assolverà, ma temi
se spergiuri innanzi al popolo,
la Giustizia infallibile e tremenda.

▼SILVANA▲
Io non uccisi. Dio mi vede. Nego.

▼IL VESCOVO▲
Non vocasti lo spirto del mal vanto
per fattura e per opera d'incanto?

▼SILVANA▲
Io non fatturai. Dio la sa.
Nego.

▼IL VESCOVO▲
Non hai con arte di magia legato il
tuo figliastro a te, per il peccato?

▼SILVANA▲
Non per malia, per empito d'amore,
per empito di vita, che è più
forte d'ogni malvagia sorte,
peccato ho contro il mio sposo e
signore: ho peccato in ardore e
Dio mi punirà, ma per l'amore!
Donello, anima mia, tu che sai,
perchè taci? Il filtro e la malia
erano solo i miei baci. Il misterioso
raggio che accendeva il tuo cuore,
l'aereo messaggio era un grido d'amore!
Donello, anima mia,
tu che sai, perchè taci?

▼CORO▲
Ahi, peccato d'amore,
ahi quanta pena a gentil core
ispiri! Ahi, peccato d'amor,
ahi, luttuoso amore, com'è piena
l'anima di sospiri!
Ahi, com'è piena l'anima di sospiri. Ahi!

▼DONELLO▲
(avanzandosi)
Vescovo, assolvi: il suo peccato
è mio! Su me discenda il castigo
di Dio, a me comanda la più fiera
ammenda! A morte, a tristo esilio,
col sacco e non la spada, io malvagio
figlio, me ne andrò dove tu vorrai ch'io
vada, in penitenza disperata impresa
fino a quando l'offesa ombra si plachi.
Ma questa peccatrice, che non ha ucciso,
Cristo la giudicherà.

▼CORO▲
Ahi, che pietà di loro!
Ahi, cieca vita!
O contaminato amore!
Dio toccherà l'anima sbigottita,
ma tu assolvi, pastore!

(Eudossia è discesa dal matroneo e s'accosta all'altare)

▼EUDOSSIA▲
No, no, non assolverai.
L'Esarca è morto per opera di strega,
ucciso con l'aiuto del demonio.
E il misero che nega e difende non sa:
ei non sa d'essere ammaliato dall'oscena
succuba e fatto schiavo nella volontà.
Ma io, che vidi,
accuso e testimonio e provo:
quale voce ebbe sua madre?
Chi diede asilo ad Agnese di Cervia?
Che gridò Agnese di Cervia dal rogo?
Io lo dico, una
due, tre volte dico
su questo legno santo, e se mentisco
il vero Iddio mi fulmini ora,
a pie' dell'altare: Strega, figlia di strega!

▼CORO▲
Difenditi! vaneggia per lo
schianto del figlio suo!
Occhio sbarrato, ciglio senza pianto…
Perchè non parli?
Il tuo cuore s'è franto?
Impetrato è il tuo volto?
Occhio sbarrato, ciglio senza pianto,
rigido viso smorto! Gesù! Gesù!
Il nemico è d'accanto
nel maleficio assorto!
Difenditi! Vaneggia per lo schianto
del figlio suo che è morto!
Segno di croce, ad ogni incanto
scudo e conforto solo…

▼SILVANA▲
Tu credi? Anche tu credi? Ahi!

▼DONELLO▲
Giura sulla croce di Dio…

▼CORO▲
Il tuo cuore s'è franto?
Padre, Figliuolo, Spirito Santo.
Impetrato è il tuo volto?
Il nemico è d'accanto nel maleficio assorto!
Difenditi! Vaneggia ecc.
Segno di croce, scudo e conforto solo…
ad ogni triste incanto.

▼DONELLO▲
No, non è vero.
Di' che non è vero…

▼CORO▲
Solo in te spero Padre, Figliuolo,
Spirito Santo.

▼SILVANA▲
Donello!

▼DONELLO▲
Giura sulla croce di Dio
che mio padre… che io…

▼SILVANA▲
Tu credi? Anche tu credi?
e t'allontani… e m'abbandoni…

(Due diaconi hanno posato d'innanzi al Vescovo la teca con le reliquie sante: s'inginocchiano e chinano il capo reggendo la teca all'altezza delle loro fronti. Anche Silvana è in ginocchio, ed ora ripete affannosamente, a voce bassissima la formula del giuramento di purgazione che il Vescovo le suggerisce. La folla cade in ginocchio)

▼IL VESCOVO▲
Su le reliquie sante…

▼SILVANA▲
Su le reliquie sante…

▼IL VESCOVO▲
Su la croce raggiante

▼SILVANA▲
Su la croce raggiante…

▼IL VESCOVO▲
Per la salute dell'anima mia…

▼SILVANA▲
(sempre più debolmente)
Per la salute dell'anima mia…

▼IL VESCOVO▲
Giuro… giuro… giuro…

(Silvana lentamente si abbandona silenziosamente: il viso disfatto tocca le ginocchia. Il Vescovo indietreggia levando la mano in gesto di anatema. La folla balza in piedi urlando)

▼CORO▲
Ha confessato! Confessa!
Non nega più!
Giustizia di Dio!
Strega!

(Cieca d'orrore la folla si allontana dalla reproba)

Quadro: il Vescovo maledicente, i due diaconi che portano via gelosamente la teca delle reliquie, la folla fuggente, e Silvana ripiegata sopra se stessa, affranta sola.
ATTO TERZO

Davanti sarà un arco trionfale di basilica bisantina. Oltre l'arco è la camera di Donello, nel Palazzo. L'alba è vicina. Silvana siede sulla sponda del lettuccio. Donello posa il capo sul suo grembo.

SILVANA
Io sono nata quella notte, nell'ora del prodigio,
che tu, amore, m'hai baciata: di tutto quel
che fu prima d'allora non mi sovviene più.

DONELLO
Nova come l'aurora ogni giorno,
al mio sguardo tu rinasci nel fuoco.
Ond'io sempre ardo.

SILVANA
Sì, tutt'ardente della mia giovinezza,
e innamorata. Che tu subitamente
m'hai ridestata dal sonno d'un
inverno oltre il ricordo, eterno…
Ecco, è fiorita la primavera:
folgora il mio raggio di sole!
Ecco il mio maggio che di rose
s'ammanta! E l'anima mi canta
l'inno della dolce vita!

DONELLO
O strana maga, che
avvenne in me? che sottil filtro
m'hai versato? Tu sei fonte perenne
di desiderio: io bevo insaziato alla
soavità della tua bocca. ed ogni
nervo scocca e il mio vivido sangue
t'invoca: o sempre nova, o tutta
bella, per cui si disfiora baldanza,
e si rinnova… Dammi le labbra ancora!
(un lungo bacio)

SILVANA
Ah, tutta la mia vita in te si versa!
Vedi, son vuota… Son come immersa
nella delizia… E lieve è la mia
gota sul cuore tuo che batte tanto forte…

DONELLO
(di subito smagato e avverso)
Taci. Non ti muovere: morta.
Perch'io creda chiusa per sempre
questa bocca ai baci, perch'io ti
veda nelle pupille spenta quell'oscura
malia che mi tiene prigione,
perch'io mi senta libero…
Oh ribellione del cuor torbido e vile!
Ansia di fuggir via da te, che sei
fastidio ed onta! Non respirare:
ch'io ti veda morta. Ahimè, come
è sottile e fragile il tuo collo,
e come palpita…

SILVANA
Dolce la morte, mentre ancor
le vene tremano tutte del gioito
bene… Fa ch'io muoia così,
mentre mi cingi con le tue dure
braccia e alla gola mi stringi
l'appassionata faccia…
e sentirai l' esser mio profondo
verso di te fluire…
Così voglio morire!
Altro non c'è, altro non c'è nel mondo…

DONELLO
(nuovamente smarrito)
Forse null'altra cosa, forse
è qui tutto il mondo nella
cerchia amorosa ove il mio male
ascondo… Anima mia, smarrita
nell'eterno desio…

SILVANA
Noi due soli, o vita mia…
Noi due soli, tu ed io…
Ah non vuole, l'invidiosa aurora!

DONELLO
O sole non ti levare ancora!
Amore, non te ne andare ancora!

SILVANA
O sole, non ti levare ancora!

AGATA
(che vegliava fuor dalla porta, annunzia)
La patrizia Eudossia.

(Gli amanti si separano rapidi)

DONELLO
Tu, nonna?

EUDOSSIA
Io.
Ma spegni quel doppiere:
è quasi giorno. I vecchi hanno
il sonno leggero e breve.
Ed io sono mesi parecchi che più non dormo,
perchè il sonno è morto prima di me…
(a Silvana)
Non quel che pensi, no.

SILVANA
Patrizia, il mio pensiero è mio.
Questo soltanto non m'è tolto
nella tua triste reggia.

EUDOSSIA
Male. Spesse volte un pensiero
può uccidere.

SILVANA
Oh! il tuo, se lo potesse!
Da gran tempo per me sarebbe
giunta l'ora…

EUDOSSIA
Quando Dio vuole… Che se Dio
mi tenne viva e veggente in così
tarda età, senza cagione non sarà…
Non venne tuo padre ancora? Bene. verrà.
(Silvana si avvolge e muove verso la porta. Aspra, imperiosa, Eudossia la trattiene)
Perchè fuggi?
No, resta… ora. Ora sei qui con me.
(a Donello)
Obbedirai, Donello, al suo comando
con lieto viso… Guardalo negli
occhi: è così vecchio, più vecchio di
me, e l'austero suo cuore è tanto stanco…
Chi vuole, chi vuole la sua morte
e l'affattura?
Io veglio, perchè il male non lo schianti…
il male che il Signore Iddio non volle
ch'io tagliassi nella sua radice.
Sia fatta sempre la sua volontà.
Anche tu l'ami il padre tuo, Donello:
amalo, che di grande amore è degno. No…
non parlare… Ecco: l'Esarca viene.

(Entra Basilio, stanco il passo, malato in aspetto)

BASILIO
Il buon giorno, figliuolo. Per
te, buono più che per me.
(si volge alla madre)
Gli hai detto?

EUDOSSIA
No. Ed anche volli che la tua
donna sapesse da te…

DONELLO
Che cosa?

BASILIO
La basilissa Irene ti chiama a Bisanzio…
(Silvana fissa Donello)

DONELLO
A Bisanzio?

BASILIO
Un suo messaggio…

DONELLO
E tu… solo…

BASILIO
Linguaggio di femmina, non d'uomo.

DONELLO
(ancora dominato dallo sguardo)
Non dicevi tu ieri la minaccia
del duca di Spoleto? vedi?
È meglio ch'io rimanga al tuo fianco.

BASILIO
Non importa: se la forza mi regge
basterò solo… In questa tomba
d'oro. E tu segui la tua stella.

DONELLO
(in subita smania di liberazione)
Questo vuoi? Questo comandi? Bene.
io t'obbedisco. Forse è il segno
di Dio perch'io mi scampi,
perchè mi tragga dalla morta gora,
perchè la trista anima mia ritrovi
e la rinnovi, s'è pur tempo ancora.

(Torvo, come inseguito, fugge. Eudossia accenna un gesto forse per trattenerlo, poi esce dietro lui. Silvana lentamente si avvicina all'Esarca)

SILVANA
Tu soffri?

BASILIO
Un poco.

SILVANA
Non voglio che parta, Donello…

BASILIO
Anche a te spiace…

SILVANA
Certo…

BASILIO
Ma e necessario…

SILVANA
E se io ti prego? Se ho qualche grazia
presso di te, Basilio,
ascoltami una volta…

BASILIO
E m'è già tanto grave,
ma è necessario.

SILVANA
No. Tua madre lo vuole:
questa trama è sua…

BASILIO
Tu sempre e ovunque vedi la dura mano di lei…
No… È necessario. Ora tu sola mi resti
per conforto… Siamo come la dolce Sulamita
e il vecchio Davide…

SILVANA
Non mi toccare!
Io il tuo conforto?
E tu che m'hai rubato la mia giovinezza,
la mia parte di gioia nella vita!
Comprata come schiava, rivestita di gemme
e d'oro per il tuo piacere!
Tu, tu, che m'hai serrata adolescente,
fra queste tetre mura,
dove l'ombra del barbaro demente s'aggira
e m'impaura del suo malvagio riso…
E m'hai precluso il bel sole di Dio,
la mia terra, il mio mare,
l'aria m'hai tolto!
Ti sei accorto, di', che bruciavo di passione?
Ed io mi morivo così,
nel disperato desiderio d'amare!
No, Sfiorire, appassire nell'ombra…
Ah, quanto t'ho desiderato morto ogni volta
che a me venivi, ad ogni tuo partire!
E come tu m'hai tolta quando a te piacque,
così, quando in me nacque
l'invincibile amore, presi lui…

(Basilio balza in piedi, stringendo con la mano destra la spalliera dello scanno)

Sì, tuo figlio, tuo figlio! Ora lo sai!

(Basilio si abbranca con la sinistra il petto e ricade pesantemente a sedere. I suoi occhi sbarrati fissano l'energumena; lentamente il corpo si piega in avanti, poi si accascia. Silvana guarda forsennata gli occhi vitrei dell'Esarca morto. Finalmente urla)

Aiuto!

(Accorre Eudossia e dietro lei qualcuno della corte)

EUDOSSIA
Tu! Tu l'hai ucciso! Strega!

(Dai due passaggi aperti nell'arco trionfale accorre il popolo)

CORO
L'Esarca! Accorri, accorri!
Serra! Ah! La patrizia Silvana!
No!
È la greca che urla e accusa!
Perchè è della terra nostra!
Odio greco!
Giuri sulla teca di San Vitale!
E vivremo sempre in pavento di streghe!
Sia fatto il giuramento di purgazione!

CORO NELLA CHIESA
(Sul tumulto della folla prevale il canto dei chierici)
Sia gloria e lode a Te.,
Cristo Pantocrate!

CORO
Al tribunale santo!

(La folla entra nella basilica già folta di clero. La cattedra del Vescovo è ancora vuota. In alto, nel matroneo, si vedrà entrare Eudossia; in basso, dietro la cattedra, è seduto Donello)

CORO NELLA CHIESA
Figlio di Dio! Tu che esalti la fede
dei cristiani,
Figlio di Dio, governa con l'Autocrate!
Figlio di Dio, aumenta la potenza dei Romani!

(All'entrare del vescovo tutti intonano l'inno obbligatorio)

CORO, CORO NELLA CHIESA
Chi è grande come il nostro Iddio?
Chi è forte come l'Iddio che
prodiga i miracoli?
Come il Dio che trionfa della morte?
Come il Dio che ama gli uomini?

IL VESCOVO
Tu sei Dio perchè prodighi i miracoli.

CORI
Gloria a te, Aghios Christos!

IL VESCOVO
Tu sei Dio perchè sei misericorde

CORI
Gloria a te, Aghios Christos!

IL VESCOVO
E perchè ami gli uomini.

CORI
Sia lunga vita al Vescovo piissimo,
eguale degli Apostoli! Sia lunga vita!
Chi è grande come il nostro Iddio? ecc.

(Entra Silvana e si inginocchia davanti alla cattedra)

IL VESCOVO
Donna, tu sai l'accusa.
Iddio farà che l'innocenza splenda.
Se hai peccato, confessati e la
Misericordia assolverà, ma temi
se spergiuri innanzi al popolo,
la Giustizia infallibile e tremenda.

SILVANA
Io non uccisi. Dio mi vede. Nego.

IL VESCOVO
Non vocasti lo spirto del mal vanto
per fattura e per opera d'incanto?

SILVANA
Io non fatturai. Dio la sa.
Nego.

IL VESCOVO
Non hai con arte di magia legato il
tuo figliastro a te, per il peccato?

SILVANA
Non per malia, per empito d'amore,
per empito di vita, che è più
forte d'ogni malvagia sorte,
peccato ho contro il mio sposo e
signore: ho peccato in ardore e
Dio mi punirà, ma per l'amore!
Donello, anima mia, tu che sai,
perchè taci? Il filtro e la malia
erano solo i miei baci. Il misterioso
raggio che accendeva il tuo cuore,
l'aereo messaggio era un grido d'amore!
Donello, anima mia,
tu che sai, perchè taci?

CORO
Ahi, peccato d'amore,
ahi quanta pena a gentil core
ispiri! Ahi, peccato d'amor,
ahi, luttuoso amore, com'è piena
l'anima di sospiri!
Ahi, com'è piena l'anima di sospiri. Ahi!

DONELLO
(avanzandosi)
Vescovo, assolvi: il suo peccato
è mio! Su me discenda il castigo
di Dio, a me comanda la più fiera
ammenda! A morte, a tristo esilio,
col sacco e non la spada, io malvagio
figlio, me ne andrò dove tu vorrai ch'io
vada, in penitenza disperata impresa
fino a quando l'offesa ombra si plachi.
Ma questa peccatrice, che non ha ucciso,
Cristo la giudicherà.

CORO
Ahi, che pietà di loro!
Ahi, cieca vita!
O contaminato amore!
Dio toccherà l'anima sbigottita,
ma tu assolvi, pastore!

(Eudossia è discesa dal matroneo e s'accosta all'altare)

EUDOSSIA
No, no, non assolverai.
L'Esarca è morto per opera di strega,
ucciso con l'aiuto del demonio.
E il misero che nega e difende non sa:
ei non sa d'essere ammaliato dall'oscena
succuba e fatto schiavo nella volontà.
Ma io, che vidi,
accuso e testimonio e provo:
quale voce ebbe sua madre?
Chi diede asilo ad Agnese di Cervia?
Che gridò Agnese di Cervia dal rogo?
Io lo dico, una
due, tre volte dico
su questo legno santo, e se mentisco
il vero Iddio mi fulmini ora,
a pie' dell'altare: Strega, figlia di strega!

CORO
Difenditi! vaneggia per lo
schianto del figlio suo!
Occhio sbarrato, ciglio senza pianto…
Perchè non parli?
Il tuo cuore s'è franto?
Impetrato è il tuo volto?
Occhio sbarrato, ciglio senza pianto,
rigido viso smorto! Gesù! Gesù!
Il nemico è d'accanto
nel maleficio assorto!
Difenditi! Vaneggia per lo schianto
del figlio suo che è morto!
Segno di croce, ad ogni incanto
scudo e conforto solo…

SILVANA
Tu credi? Anche tu credi? Ahi!

DONELLO
Giura sulla croce di Dio…

CORO
Il tuo cuore s'è franto?
Padre, Figliuolo, Spirito Santo.
Impetrato è il tuo volto?
Il nemico è d'accanto nel maleficio assorto!
Difenditi! Vaneggia ecc.
Segno di croce, scudo e conforto solo…
ad ogni triste incanto.

DONELLO
No, non è vero.
Di' che non è vero…

CORO
Solo in te spero Padre, Figliuolo,
Spirito Santo.

SILVANA
Donello!

DONELLO
Giura sulla croce di Dio
che mio padre… che io…

SILVANA
Tu credi? Anche tu credi?
e t'allontani… e m'abbandoni…

(Due diaconi hanno posato d'innanzi al Vescovo la teca con le reliquie sante: s'inginocchiano e chinano il capo reggendo la teca all'altezza delle loro fronti. Anche Silvana è in ginocchio, ed ora ripete affannosamente, a voce bassissima la formula del giuramento di purgazione che il Vescovo le suggerisce. La folla cade in ginocchio)

IL VESCOVO
Su le reliquie sante…

SILVANA
Su le reliquie sante…

IL VESCOVO
Su la croce raggiante

SILVANA
Su la croce raggiante…

IL VESCOVO
Per la salute dell'anima mia…

SILVANA
(sempre più debolmente)
Per la salute dell'anima mia…

IL VESCOVO
Giuro… giuro… giuro…

(Silvana lentamente si abbandona silenziosamente: il viso disfatto tocca le ginocchia. Il Vescovo indietreggia levando la mano in gesto di anatema. La folla balza in piedi urlando)

CORO
Ha confessato! Confessa!
Non nega più!
Giustizia di Dio!
Strega!

(Cieca d'orrore la folla si allontana dalla reproba)

Quadro: il Vescovo maledicente, i due diaconi che portano via gelosamente la teca delle reliquie, la folla fuggente, e Silvana ripiegata sopra se stessa, affranta sola.
最終更新:2020年02月19日 21:29