ATTO SECONDO
Scena Prima
(Stanza del Doge nel Palazzo Ducale in Genova. Porte laterali. Da un poggiolo si vede la città. Un tavolo: un'anfora e una tazza. Annotta)
PAOLO
(a Pietro traendolo verso il poggiolo)
Quei due vedesti?
PIETRO
Sì.
PAOLO
Li traggi tosto
Dal carcer loro per l'andito ascoso,
Che questa chiave schiuderà.
PIETRO
T'intesi.
(Esce)
Scena Seconda
PAOLO
Me stesso ho maledetto!
E l'anatema
M'insegue ancor… e l'aura ancor ne trema!
Vilipeso… reietto
Dal Senato e da Genova, qui vibro
L'ultimo stral pria di fuggir, qui libro
La sorte tua, Doge, in quest'ansia estrema.
Tu, che m'offendi e che mi devi il trono,
Qui t'abbandono
Al tuo destino
In questa ora fatale…
(Estrae un'ampolla, ne vuota il contenuto nella tazza)
Qui ti stillo una lenta, atra agonia…
Là t'armo un assassino.
Scelga morte sua via
Fra il tosco ed il pugnale.
Scena Terza
(Detto, Fiesco e Gabriele dalla destra, condotti da Pietro, che si ritira)
FIESCO
Prigioniero in qual loco m'adduci?
PAOLO
Nelle stanze del Doge, e favella a te Paolo.
FIESCO
I tuoi sguardi son truci…
PAOLO
Io so l'odio che celasi in te.
Tu m'ascolta.
FIESCO
Che brami?
PAOLO
Al cimento
Preparasti de' Guelfi la schiera?
FIESCO
Sì.
PAOLO
Ma vano fia tanto ardimento!
Questo Doge, aborrito da me
Quanto voi l'aborrite, v'appresta
Nuovo scempio…
FIESCO
Mi tendi un agguato.
PAOLO
Un agguato?… Di Fiesco la testa
Il tiranno segnata non ha?…
Io t'insegno vittoria. -
FIESCO
A qual patto?
PAOLO
Trucidarlo qui, mentre egli dorme.
FIESCO
Osi a Fiesco proporre un misfatto?
PAOLO
Te rifiuti?
FIESCO
Sì.
PAOLO
Al carcer ten va.
(Fiesco parte dalla destra; Gabriele fa per seguirlo, ma è arrestato da Paolo)
Scena Quarta
PAOLO
Udisti?
GABRIELE
Vil disegno!
PAOLO
Amelia dunque mai tu non amasti?
GABRIELE
Che dici?
PAOLO
È qui.
GABRIELE
Qui Amelia! -
PAOLO
E del vegliardo
Segno è alle infami dilettanze.
GABRIELE
Astuto dimon, cessa…
(Paolo corre a chiuder la porta di destra)
Che fai?
PAOLO
Da qui ogni varco t'è conteso. - Ardisci
Il colpo… O sepoltura
Avrai fra queste mura.
(Parte frettoloso dalla porta sinistra, che si chiude dentro)
Scena Quinta
GABRIELE
O inferno! Amelia qui! L'ama il vegliardo!…
E il furor che m'accende
M'è conteso sfogar!… Tu m'uccidesti
Il padre… tu m'involi il mio tesoro…
Trema, iniquo… già troppa era un'offesa,
Doppia vendetta hai sul tuo capo accesa.
Sento avvampar nell'anima
Furente gelosia;
Tutto il suo sangue spegnerne
L'incendio non potria;
S'ei mille vite avesse,
Se mieterle potesse
D'un colpo il mio furor,
Non sarei sazio ancor.
Che parlo!… Ohimè!…
Piango!… pietà, gran Dio, del mio martiro!…
Pietoso cielo, rendilà,
Rendila a questo core,
Pura siccome l'angelo
Che veglia al suo pudore;
Ma se una nube impura
Tanto candor m'oscura,
Priva di sue virtù,
Ch'io non la vegga più.
Scena Sesta
AMELIA
(entra)
Tu qui?…
GABRIELE
Amelia!
AMELIA
Chi il varco t'apria?
GABRIELE
E tu come qui?
AMELIA
Io…
GABRIELE
Ah sleale!
AMELIA
Ah crudele!…
GABRIELE
Il tiranno ferale…
AMELIA
Il rispetta…
GABRIELE
Egli t'ama…
AMELIA
D'amor santo…
GABRIELE
E tu?…
AMELIA
L'amo al pari…
GABRIELE
E t'ascolto, Né t'uccido?
AMELIA
Infelice!… mel credi, pura io sono…
GABRIELE
Favella.
AMELIA
Concedi che il segreto non aprasi ancor.
GABRIELE
Parla - in tuo cor virgineo
Fede al diletto rendi -
Il tuo silenzio è funebre
Vel che su me distendi.
Dammi la vita o il feretro,
Sdegno la tua pietà.
AMELIA
Sgombra dall'alma il dubbio…
Santa nel petto mio
L'immagin tua s'accoglie
Come nel tempio Iddio.
No, procellosa tenebra
Un ciel d'amor non ha.
(S'ode uno squillo)
Il Doge vien - scampo non hai -
T'ascondi!
GABRIELE
No.
AMELIA
Il patibol t'aspetta.
GABRIELE
Io non lo temo.
AMELIA
Nell'ora stessa teco avrò morte…
Se non ti move di me pietà.
GABRIELE
Dite pietade?…
(Tra sé)
Lo vuol la sorte…
Si compia il fato… Egli morrà.
(Amelia nasconde Gabriele sul poggiolo)
Scena Settima
(il Doge entra dalla destra leggendo un foglio)
DOGE
Figlia!…
AMELIA
Sì afflitto, o padre mio?
DOGE
T'inganni…
Ma tu piangevi.
AMELIA
Io…
DOGE
La cagion m'è nota
Delle lagrime tue… Già mel dicesti…
Ami; e se degno fia
Dite l'eletto del tuo core…
AMELIA
O padre,
Fra' Liguri il più prode, il più gentile…
DOGE
Il noma.
AMELIA
Adorno…
DOGE
Il mio nemico!
AMELIA
Padre!…
DOGE
Vedi qui scritto il nome suo?… congiura
Coi Guelfi…
AMELIA
Ciel!… perdonagli!…
DOGE
Nol posso.
AMELIA
Con lui morrò…
DOGE
L'ami cotanto?
AMELIA
Io l'amo
D'ardente, d'infinito amor. O al tempio
Con lui mi guida, o sopra entrambi cada
La scure del carnefice…
DOGE
O crudele
Destino! O dileguate mie speranze!
Una figlia ritrovo; ed un nemico
A me la invola… Ascolta:
S'ei ravveduto…
AMELIA
Il fia…
DOGE
Forse il perdono allor…
AMELIA
Padre adorato!…
DOGE
Ti ritraggi -
Attender qui degg'io l'aurora…
AMELIA
Lascia ch'io vegli al fianco tuo…
DOGE
No, ti ritraggi…
AMELIA
Padre!…
DOGE
Il voglio…
AMELIA
(entrando, fra sé)
Gran Dio! come salvarlo?
Scena Ottava
DOGE
Doge! ancor proveran la tua clemenza
I traditori? - Di paura segno
Fora il castigo. -
M'ardono le fauci.
(Versa dall'anfora nella tazza e beve)
Perfin l'onda del fonte è amara al labbro
Dell'uom che regna…
O duol… la mente è oppressa…
Stanche le membra… ahimè… mi vince il sonno.
(Siede)
Oh! Amelia…; ami… un nemico…
(S'addormenta)
GABRIELE
(entra con precauzione, s'avvicina al Doge e lo contempla)
Ei dorme!… quale
Sento ritegno?… E riverenza o tema?…
Vacilla il mio voler?… Tu dormi, o veglio,
Del padre mio carnefice, tu mio
Rival… Figlio d'Adorno!… la paterna
Ombra ti chiama vindice…
(Brandisce un pugnale e va per trafiggere il Doge, ma Amelia, che era ritornata, va rapidamente a porsi tra esso ed il padre)
Scena Nona
AMELIA
Insensato! Vecchio inerme il tuo braccio colpisce!
GABRIELE
Tua difesa mio sdegno raccende.
AMELIA
Santo, il giuro, è l'amor che ci unisce,
Né alle nostre speranze contende.
GABRIELE
Che favelli?…
DOGE
(destandosi)
Ah!…
AMELIA
Nascondi il pugnale,
Vien… ch'ei t'oda…
GABRIELE
Prostrarmi al suo piede?
DOGE
(entra improvvisamente fra loro, dicendo a Gabriele)
Ecco il petto… colpisci, sleale!
GABRIELE
Sangue il sangue d'Adorno ti chiede.
DOGE
E fia ver?… chi t'aprì queste porte?
AMELIA
Non io.
GABRIELE
Niun quest'arcano saprà.
DOGE
Il dirai fra tormenti…
GABRIELE
La morte, tuoi supplizi non temo.
AMELIA
Ah pietà!
DOGE
Ah quel padre tu ben vendicasti,
Che da me contristato già fu…
Un celeste tesor m'involasti…
La mia figlia…
GABRIELE
Suo padre sei tu!!!
Perdono, Amelia - Indomito
Geloso amor fu il mio…
Doge, il velame squarciasi…
Un assassin son io…
Dammi la morte; il ciglio
A te non oso alzar.
AMELIA
(fra sé)
Madre, che dall'empireo
Proteggi la tua figlia,
Del genitor all'anima
Meco pietà consiglia…
Ei si rendea colpevole
Solo per troppo amor
DOGE
(fra sé)
Deggio salvarlo e stendere
La mano all'inimico?
Sì - pace splenda ai Liguri,
Si plachi l'odio antico;
Sia d'amistanze italiche
Il mio sepolcro altar.
CORO
(interno)
All'armi, all'armi, o Liguri,
Patrio dover v'appella -
Scoppiò dell'ira il folgore;
E notte di procella.
Le guelfe spade cingano
Di tirannia lo spalto -
Del coronato veglio,
Su, alla magion, l'assalto.
AMELIA
(corre al poggiolo)
Quai gridi?…
GABRIELE
I tuoi nemici…
DOGE
Il so.
AMELIA
S'addensa il popolo.
CORO
(interno)
¡Guerra! ¡Morte!
DOGE
(a Gabriele)
T'unisci a' tuoi…
GABRIELE
Che pugni contro di te?… mai più.
DOGE
Dunque messaggio.
Ti reca lor di pace,
E il sole di domani
Non sorga a rischiarar fraterne stragi.
GABRIELE
Teco a pugnar ritorno,
Se la clemenza tua non li disarmi.
DOGE
(accennando Amelia)
Sarà costei tuo premio.
GABRIELE, AMELIA
O inaspettata gioia!
AMELIA
O padre!
DOGE, GABRIELE
(snudando le spade)
All'armi!