ATTO PRIMO


Scena Prima

(Vestibolo del Palazzo del Senato. Cleomene, Neocle, Jero, Adrasto e guerrieri greci)

CORO
(a Cleomene, il quale è tristo, e pensieroso)
Signor, un sol tuo cenno
Ne accoglie in queste mura,
Per torre alla sciagura
De' padri nostri il suol.

(fra sé)

Ma!… che fia!… Non ci ode, e geme!
Qual pensier lo affanna e preme?
Qual mai duolo avvolge in cor?
Ah! per noi non v'è più scampo,
Il destin ne opprime ancor!

CLEOMENE
Del vincitor superbo di Bisanzio
Che tutta in ogni intorno
Assedia la città, noi già sfidammo
La feroce baldanza.
Ciascun dì del tiranno
L'ira fa provocar; ma del futuro
Io tremo!… Ohimè!… sul campo dell'onore
I più forti campioni,
Miseri! han sepoltura.
Cingon le nostre mura
Ignei bronzi di guerra;
E uniti all'inumano
Acciar del Musulmano
Mieton… che orror!… il popolo e i soldati.
Maometto udì che Grecia oppressa langue,
Né vuol ristar quell'empio cor dal sangue?
Per torne all'empio giogo,
Oh ciel!… che far potremo?
Anche pugnar… morire…
O arrenderci dovremo?
Che istante, oh Dio, crudel!…
Liberi dite qual cura in voi più regge:
Il vostro sol pensier mi fia di legge.

CORO
In così reo periglio
Giovar che può il coraggio?
Come ad un rio servaggio
Potremo, oh Dio! fuggir?…

NEOCLE
Guerrieri, a noi s'affida
La Grecia omai, che langue:
Versando il nostro sangue
Per lei si dee perir.
Di schiavitù l'orrore
Ridesti il vostro ardore.
L'ardire de' tiranni
Da tutti noi s'inganni…
Il dì della vendetta
Pei nostri pur verrà.

JERO
Sì, combattete: il Ciel ne reggerà.

JERO, CLEOMENE
La spada omicida
Lo scudo è del forte;
Se onore gli è guida,
Se sfida la sorte,
La vita sprezzando
Va lieto a pugnar.
E dove egli cada,
Per sorte fatale,
La fronda immortale
Si seppe acquistar.

NEOCLE, CLEOMENE, JERO, CORO
Corriamo, amici, all'armi
Il barbaro a fugar. All'armi!…
Corinto Si vada a salvar.
Sa un'alma non vile
La morte sprezzar.
Il Cielo n'è guida;
Si vada a pugnar.

CLEOMENE
Il vostro ardor, prodi guerrieri, è guida
Alla vittoria, e par che a noi sorrida.
Voi consultar io volli,
Non il vostro coraggio
Di che mai temer seppi.
Tutti sul patrio altare,
Tutti giuriam di vincere o morire.
Chi mai potria soffrire
L'infamia e la vergogna?
L'onor più che la vita il forte agogna.

TUTTI
Su quest'armi, delizia del forte,
Noi di vincer giuriamo o perir;
E sfidiamo i perigli e la morte,
Affrontar de' nemici l'ardir.
Ma se fia che ogni Greco soccomba
Del destino all'avverso tenor,
Che Corinto gli serva di tomba,
Monumento di gloria ed onor.

(Adrasto ed i guerrieri partono).

Scena Seconda

(Cleomene, Jero e Neocle)

CLEOMENE
È salva ancor la patria:
Struggeremo i nemici.
L'ebbrezza mia guerriera
Infiammerà ogni cor. Jero, partite.

JERO
Sì: in questo dì di pianto
Preghiamo il Ciel, che ne protegga intanto.

(Parte)

NEOCLE
(a Cleomene)
Tua figlia m'è promessa;
E d'un imen di pace
In Corinto dovrà splender la face.
La tua fé manterrai?

CLEOMENE
Sì… vien Pamira.

Scena Terza

(Pamira e detti)

CLEOMENE
T'appressa, o figlia.
Questo giorno infausto
Forse a noi sorgerà…
Ei dee fissar tua sorte…
Forse pugnando io sarò tratto a morte.
E questa io preferisco
Al destin d'esser vile.
A tuo sostegno io scelsi
Tra i guerrieri il più forte.
Eccol, Neocle.

PAMIRA
(fra sé)
Che mai sento!

NEOCLE
Appaga
L'ardor di che m'avvampo,
E dall'ara di nozze io volo al campo.

PAMIRA
(fra sé)
Oh dolor!

CLEOMENE
Vien, mi segui!…
La pompa è di già presta.

PAMIRA
Ma in un giorno di duol!…

NEOCLE
Ciel!…

CLEOMENE
Che t'arresta?

PAMIRA
I miei giorni, se il vuoi,
O padre, saran tuoi:… ma questo imene…

CLEOMENE
Gran Dio!…

NEOCLE
Gran Dio!

PAMIRA
Me vedi a' tuoi piè

NEOCLE
Che sarà?

CLEOMENE
Fatal mistero!
Ed ha forse il tuo cor
Ad altri fé giurata?

PAMIRA
Almanzor in Atene
La mia fé ricevette.

CLEOMENE
Chi fia quest'Almanzor?
Chi fia, parla, l'audace?

PAMIRA
Nol tradirà Pamira.

CLEOMENE
Ah! Sgombra dall'alma un tanto affetto:
Ché se tu non rinunzi
A questo insano amore,
L'ira su te cadrà del genitore.

PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE
Destin terribile!
Oh rio dolor!…
Qual colpo orribile
M'agghiaccia il cor!

O Ciel! propizio
Mie preci intendi:
La pace all'anima
A me tu rendi.
Del cielo irato
Cessi lo sdegno,
D'avverso fato
Cangi il rigor.

Scena Quarta

(Gli anzidetti. Guerrieri greci e diverse donne greche entrano in disordine)

CORO
Di morte il suon - Mandò l'ostil masnada:
Per noi non han - Quegl'empi cor pietà.
Se incerta ancor - si sta la greca spada,
Il Musulman - Corinto struggerà.

PAMIRA
Qual mai dolor! - Già vien l'ostil masnada!
Oh Ciel, in te, - Nel tuo favor fidiam!

CLEOMENE
Figli d'eroi -
Su, riprendiam la spada.

NEOCLE, CLEOMENE, CORO
Corriam le mura difendiam.

CLEOMENE
Andiam, guerrieri, andiam!

PAMIRA
Oh padre!… Oh duolo!

CLEOMENE
Se il mio valore illudesse il destino,
Se noi spenti cadiamo
Sul campo dello scempio,
Schiava Pamira esser dovria d'un empio!

PAMIRA
Oh padre!…

CLEOMENE
(le dà un pugnale)
Questo ferro mi risponda di te.

PAMIRA
Tutto comprende
La tua Pamira, o padre.

CLEOMENE
Sia dei vili ogni speme illusa appieno.
Pensa che vita a Grecia avesti in seno.

PAMIRA
La data fe' rammento,
E in quel fatal momento la figlia tua sarò.
A prevenir l'oltraggio dell'inimiche squadre
L'esempio di mio padre infiammerà il mio cor.

PAMIRA, CORO DI DONNE
Oh Ciel! del tuo favore
Tutto il bisogno io sento.
Proteggi la mia patria
In sì crudel cimento,
Seconda il lor valor.

CLEOMENE, NEOCLE
Qual sorte mai funesta!
L'acciar che sol mi resta
Punisca il lor furor.
Un voto insuperabile
Infiammi il nostro cor.

CLEOMENE, NEOCLE, CORO
La gloria della patria
Infiammi il nostro/vostro cor.

PAMIRA
Destino inesorabile,
Da' fine al tuo rigor.

CLEOMENE
Mia figlia! Ti rammenta…

PAMIRA
Il ferro…

CLEOMENE
Sii degna di me.

(Partono).

Scena Quinta

(Piazza di Corinto. I soldati musulmani traversano la scena inseguendo de' soldati greci; altri soldati turchi arrivano)

CORO
Dal ferro del forte
Germoglia la morte,
La strage e l'orror.
Qual forza non cede
Al nostro valor?
Nessuno pel vinto
S'accolga dolor;
Esecri Corinto
Il proprio furor.

Scena Sesta

(Maometto con seguito e detti)

MAOMETTO
Cessi vittoria di mia voce al suono.
Guerrier, sorgete. In sen di queste mura
Sien da voi rispettati
Que' prodigi dell'arte. Io vo' scolpirvi
La mia conquista, e ne' futuri giorni
Di mie gesta serbar fama; son l’arti,
O figli della gloria,
Che immortal degli eroi fan la memoria.

CORO
Omaggio, gloria e onor
Al nostro conduttor!

MAOMETTO
Duce di tanti eroi,
Crollar farò gl'imperi,
E volerò con voi
Del mondo a trionfar.

CORO
Omaggio, gloria e onor
Al nostro conduttor!

MAOMETTO
A Maometto intorno
Venite ad esultar.

Scena Settima

(Omar e detti)

OMAR
Trionfammo, signor; ma i Greci ancora
Difendono il sentier della fortezza.
Un de' lor capi in nostre man venìa.
Vuoi che s'uccida?…

MAOMETTO
(alle guardie)
A me condotto ei sia.
Vaghezza di parlargli anzi mi prende.

(Omar fa cenno ad alcuni soldati, che partono).

OMAR
Vinse Maometto, e vendicarsi or teme?

MAOMETTO
Amico! a me… deh! tu perdona. Innanzi
Ch'io v'apparissi vincitor, la Grecia
D'Almanzor sotto il nome, io tutta scorsi…

OMAR
E d'Almanzor col nome?…

MAOMETTO
Ed in Atene… oh Dio!…
Qual si offriva donzella al guardo mio!
Io movo verso Atene, e già comincia
La mia ventura. Amico,
I suoi vezzi rammento, e al suo pensiero
Ardir più in me non sento.
Ma il prigionier ver noi volge le piante.

Scena Ottava

(Gli anzidetti, Cleomene fra le guardie)

MAOMETTO
Capo all'oste ribelle,
Ordina a' tuoi soldati
Di deporre la spada.

CLEOMENE
Non m'udrebber giammai.
La Grecia è fida alla sua gloria.

MAOMETTO
Verso la fortezza
A riunirsi li spinge un folle ardore.
Difendersi s’apran?

CLEOMENE
Sapran morire.

MAOMETTO
Reprimi que' trasporti
D'inutile valore.
Vuoi che porti là dentro il mio furore?

CLEOMENE
D'uopo di ciò non hai:
Prevenirti col lor ferro vedrai.

MAOMETTO
Quale audacia!

CLEOMENE
Disfidan l'odio tuo
Essi, che morir sanno;
Né fremerai tu invano, empio tiranno:
Paventa!

MAOMETTO
Guardie! a me costui sia tolto.
Quanto io vi tema udrai fra breve, o stolto.
I ferri omai precipitin sugl'empi.

Scena Nona

(Pamira, i precedenti, Ismene e donne)

PAMIRA
Oh Ciel! Fermate…

MAOMETTO
Andate; m'ubbidite.

PAMIRA
Oh padre!… Ingrata sorte! Il mio dolore
Mitigar possa almen il vincitore.

(A Maometto)

Signor… io cado a' piedi tuoi…

MAOMETTO
(fra sé)
Qual voce!…

PAMIRA
(riconoscendo Maometto)
Ciel!… che vedo!… Almanzor…

MAOMETTO
(fra sé)
Pamira!… oh Dio!

(fra sé)

È lei. Quel ciglio ha spento il foco mio.

PAMIRA
Ritrovo l'amante
Nel crudo nemico:
Che barbaro istante!
Che penso?… Che dico?
La morte che imploro
Deh! porga ristoro
A tanto dolor!

MAOMETTO
(fra sé)
Quel nobile aspetto,
Quel ciglio d'amore
Riaccendon l'affetto
Che accolse il mio core.
Distrugger può solo
Quel volto, quel duolo
Dell'alma il furor.

CLEOMENE
(fra sé)
Amante la figlia
Dell'empio tiranno!
Chi, oh Ciel, mi consiglia?
Qual barbaro affanno.
La morte che imploro
Mi porga ristoro
A tanto dolor.

ISMENE
(fra sé)
Cleomene fra l'ira
Ondeggia e l'affanno
E geme Pamira
Pel barbaro inganno…
Quel Cielo che imploro
Deh! porga ristoro
A tanto dolor!

CORO
Il tenero aspetto
D'inerme beltà
Ridesta in Maometto
La spenta pietà.
Qual magico incanto
Quel ciglio, quel pianto
Han mai su quel cor!

MAOMETTO
Pamira, mi sei resa…

PAMIRA
Nel giorno del terror.

MAOMETTO
Giorno sarà di pace se tu mi segui all'ara:
Per te la Grecia,
o cara fia tolta al suo dolor.

PAMIRA
Oh padre!…

CLEOMENE
Oh mio furor!
Ah fuggi un tristo imene!…

MAOMETTO
Mi segui, o mio tesor.

CLEOMENE
Figlia, quel dubbio eccede:
Neocle avea tua fede.

MAOMETTO
Neocle?… Oh Ciel!

CLEOMENE
Lui solo disponga del tuo cor.

PAMIRA
Giammai!…

CLEOMENE
Spietata figlia!…
L'ardor che ti consiglia
Accende in me lo sdegno,
Mi rende un padre indegno:
Ti maledico.

TUTTI meno CLEOMENE
Oh!… quale orror!

PAMIRA
L'alma che geme
Non ha più speme,
Più non resiste
Al suo dolor.

CLEOMENE
Quel core ingrato
D'un padre irato
Tema lo sdegno
Vendicator.

MAOMETTO
(a Pamira)
Vien, mi segui: l'amore, il potere
Puniran di quell'alma l'orgoglio!
Un rifiuto soffrire non soglio,
E vendetta tremenda farò.

CLEOMENE
Fra i rimorsi, fra il duol e l'affanno
Sempre viva l'indegna nel pianto;
Tolga morte rossore cotanto
Ad un padre che tutto perdé!

PAMIRA, ISMENE, DONNE
Dai rimorsi, dal duol, dall'affanno
Lacerata non regge quest'alma;
Dio possente! mi/le rendi la calma,
Che il mio/suo core innocente perdé.

OMAR, CORO DI TURCHI
Non piegar di Maometto lo sdegno
Vanterebbe il potere d'un Dio;
Di vendetta lo strugge il desìo;
Fatal giorno pei Greci quest'è.
ATTO PRIMO


Scena Prima

(Vestibolo del Palazzo del Senato. Cleomene, Neocle, Jero, Adrasto e guerrieri greci)

CORO
(a Cleomene, il quale è tristo, e pensieroso)
Signor, un sol tuo cenno
Ne accoglie in queste mura,
Per torre alla sciagura
De' padri nostri il suol.

(fra sé)

Ma!… che fia!… Non ci ode, e geme!
Qual pensier lo affanna e preme?
Qual mai duolo avvolge in cor?
Ah! per noi non v'è più scampo,
Il destin ne opprime ancor!

CLEOMENE
Del vincitor superbo di Bisanzio
Che tutta in ogni intorno
Assedia la città, noi già sfidammo
La feroce baldanza.
Ciascun dì del tiranno
L'ira fa provocar; ma del futuro
Io tremo!… Ohimè!… sul campo dell'onore
I più forti campioni,
Miseri! han sepoltura.
Cingon le nostre mura
Ignei bronzi di guerra;
E uniti all'inumano
Acciar del Musulmano
Mieton… che orror!… il popolo e i soldati.
Maometto udì che Grecia oppressa langue,
Né vuol ristar quell'empio cor dal sangue?
Per torne all'empio giogo,
Oh ciel!… che far potremo?
Anche pugnar… morire…
O arrenderci dovremo?
Che istante, oh Dio, crudel!…
Liberi dite qual cura in voi più regge:
Il vostro sol pensier mi fia di legge.

CORO
In così reo periglio
Giovar che può il coraggio?
Come ad un rio servaggio
Potremo, oh Dio! fuggir?…

NEOCLE
Guerrieri, a noi s'affida
La Grecia omai, che langue:
Versando il nostro sangue
Per lei si dee perir.
Di schiavitù l'orrore
Ridesti il vostro ardore.
L'ardire de' tiranni
Da tutti noi s'inganni…
Il dì della vendetta
Pei nostri pur verrà.

JERO
Sì, combattete: il Ciel ne reggerà.

JERO, CLEOMENE
La spada omicida
Lo scudo è del forte;
Se onore gli è guida,
Se sfida la sorte,
La vita sprezzando
Va lieto a pugnar.
E dove egli cada,
Per sorte fatale,
La fronda immortale
Si seppe acquistar.

NEOCLE, CLEOMENE, JERO, CORO
Corriamo, amici, all'armi
Il barbaro a fugar. All'armi!…
Corinto Si vada a salvar.
Sa un'alma non vile
La morte sprezzar.
Il Cielo n'è guida;
Si vada a pugnar.

CLEOMENE
Il vostro ardor, prodi guerrieri, è guida
Alla vittoria, e par che a noi sorrida.
Voi consultar io volli,
Non il vostro coraggio
Di che mai temer seppi.
Tutti sul patrio altare,
Tutti giuriam di vincere o morire.
Chi mai potria soffrire
L'infamia e la vergogna?
L'onor più che la vita il forte agogna.

TUTTI
Su quest'armi, delizia del forte,
Noi di vincer giuriamo o perir;
E sfidiamo i perigli e la morte,
Affrontar de' nemici l'ardir.
Ma se fia che ogni Greco soccomba
Del destino all'avverso tenor,
Che Corinto gli serva di tomba,
Monumento di gloria ed onor.

(Adrasto ed i guerrieri partono).

Scena Seconda

(Cleomene, Jero e Neocle)

CLEOMENE
È salva ancor la patria:
Struggeremo i nemici.
L'ebbrezza mia guerriera
Infiammerà ogni cor. Jero, partite.

JERO
Sì: in questo dì di pianto
Preghiamo il Ciel, che ne protegga intanto.

(Parte)

NEOCLE
(a Cleomene)
Tua figlia m'è promessa;
E d'un imen di pace
In Corinto dovrà splender la face.
La tua fé manterrai?

CLEOMENE
Sì… vien Pamira.

Scena Terza

(Pamira e detti)

CLEOMENE
T'appressa, o figlia.
Questo giorno infausto
Forse a noi sorgerà…
Ei dee fissar tua sorte…
Forse pugnando io sarò tratto a morte.
E questa io preferisco
Al destin d'esser vile.
A tuo sostegno io scelsi
Tra i guerrieri il più forte.
Eccol, Neocle.

PAMIRA
(fra sé)
Che mai sento!

NEOCLE
Appaga
L'ardor di che m'avvampo,
E dall'ara di nozze io volo al campo.

PAMIRA
(fra sé)
Oh dolor!

CLEOMENE
Vien, mi segui!…
La pompa è di già presta.

PAMIRA
Ma in un giorno di duol!…

NEOCLE
Ciel!…

CLEOMENE
Che t'arresta?

PAMIRA
I miei giorni, se il vuoi,
O padre, saran tuoi:… ma questo imene…

CLEOMENE
Gran Dio!…

NEOCLE
Gran Dio!

PAMIRA
Me vedi a' tuoi piè

NEOCLE
Che sarà?

CLEOMENE
Fatal mistero!
Ed ha forse il tuo cor
Ad altri fé giurata?

PAMIRA
Almanzor in Atene
La mia fé ricevette.

CLEOMENE
Chi fia quest'Almanzor?
Chi fia, parla, l'audace?

PAMIRA
Nol tradirà Pamira.

CLEOMENE
Ah! Sgombra dall'alma un tanto affetto:
Ché se tu non rinunzi
A questo insano amore,
L'ira su te cadrà del genitore.

PAMIRA, NEOCLE, CLEOMENE
Destin terribile!
Oh rio dolor!…
Qual colpo orribile
M'agghiaccia il cor!

O Ciel! propizio
Mie preci intendi:
La pace all'anima
A me tu rendi.
Del cielo irato
Cessi lo sdegno,
D'avverso fato
Cangi il rigor.

Scena Quarta

(Gli anzidetti. Guerrieri greci e diverse donne greche entrano in disordine)

CORO
Di morte il suon - Mandò l'ostil masnada:
Per noi non han - Quegl'empi cor pietà.
Se incerta ancor - si sta la greca spada,
Il Musulman - Corinto struggerà.

PAMIRA
Qual mai dolor! - Già vien l'ostil masnada!
Oh Ciel, in te, - Nel tuo favor fidiam!

CLEOMENE
Figli d'eroi -
Su, riprendiam la spada.

NEOCLE, CLEOMENE, CORO
Corriam le mura difendiam.

CLEOMENE
Andiam, guerrieri, andiam!

PAMIRA
Oh padre!… Oh duolo!

CLEOMENE
Se il mio valore illudesse il destino,
Se noi spenti cadiamo
Sul campo dello scempio,
Schiava Pamira esser dovria d'un empio!

PAMIRA
Oh padre!…

CLEOMENE
(le dà un pugnale)
Questo ferro mi risponda di te.

PAMIRA
Tutto comprende
La tua Pamira, o padre.

CLEOMENE
Sia dei vili ogni speme illusa appieno.
Pensa che vita a Grecia avesti in seno.

PAMIRA
La data fe' rammento,
E in quel fatal momento la figlia tua sarò.
A prevenir l'oltraggio dell'inimiche squadre
L'esempio di mio padre infiammerà il mio cor.

PAMIRA, CORO DI DONNE
Oh Ciel! del tuo favore
Tutto il bisogno io sento.
Proteggi la mia patria
In sì crudel cimento,
Seconda il lor valor.

CLEOMENE, NEOCLE
Qual sorte mai funesta!
L'acciar che sol mi resta
Punisca il lor furor.
Un voto insuperabile
Infiammi il nostro cor.

CLEOMENE, NEOCLE, CORO
La gloria della patria
Infiammi il nostro/vostro cor.

PAMIRA
Destino inesorabile,
Da' fine al tuo rigor.

CLEOMENE
Mia figlia! Ti rammenta…

PAMIRA
Il ferro…

CLEOMENE
Sii degna di me.

(Partono).

Scena Quinta

(Piazza di Corinto. I soldati musulmani traversano la scena inseguendo de' soldati greci; altri soldati turchi arrivano)

CORO
Dal ferro del forte
Germoglia la morte,
La strage e l'orror.
Qual forza non cede
Al nostro valor?
Nessuno pel vinto
S'accolga dolor;
Esecri Corinto
Il proprio furor.

Scena Sesta

(Maometto con seguito e detti)

MAOMETTO
Cessi vittoria di mia voce al suono.
Guerrier, sorgete. In sen di queste mura
Sien da voi rispettati
Que' prodigi dell'arte. Io vo' scolpirvi
La mia conquista, e ne' futuri giorni
Di mie gesta serbar fama; son l’arti,
O figli della gloria,
Che immortal degli eroi fan la memoria.

CORO
Omaggio, gloria e onor
Al nostro conduttor!

MAOMETTO
Duce di tanti eroi,
Crollar farò gl'imperi,
E volerò con voi
Del mondo a trionfar.

CORO
Omaggio, gloria e onor
Al nostro conduttor!

MAOMETTO
A Maometto intorno
Venite ad esultar.

Scena Settima

(Omar e detti)

OMAR
Trionfammo, signor; ma i Greci ancora
Difendono il sentier della fortezza.
Un de' lor capi in nostre man venìa.
Vuoi che s'uccida?…

MAOMETTO
(alle guardie)
A me condotto ei sia.
Vaghezza di parlargli anzi mi prende.

(Omar fa cenno ad alcuni soldati, che partono).

OMAR
Vinse Maometto, e vendicarsi or teme?

MAOMETTO
Amico! a me… deh! tu perdona. Innanzi
Ch'io v'apparissi vincitor, la Grecia
D'Almanzor sotto il nome, io tutta scorsi…

OMAR
E d'Almanzor col nome?…

MAOMETTO
Ed in Atene… oh Dio!…
Qual si offriva donzella al guardo mio!
Io movo verso Atene, e già comincia
La mia ventura. Amico,
I suoi vezzi rammento, e al suo pensiero
Ardir più in me non sento.
Ma il prigionier ver noi volge le piante.

Scena Ottava

(Gli anzidetti, Cleomene fra le guardie)

MAOMETTO
Capo all'oste ribelle,
Ordina a' tuoi soldati
Di deporre la spada.

CLEOMENE
Non m'udrebber giammai.
La Grecia è fida alla sua gloria.

MAOMETTO
Verso la fortezza
A riunirsi li spinge un folle ardore.
Difendersi s’apran?

CLEOMENE
Sapran morire.

MAOMETTO
Reprimi que' trasporti
D'inutile valore.
Vuoi che porti là dentro il mio furore?

CLEOMENE
D'uopo di ciò non hai:
Prevenirti col lor ferro vedrai.

MAOMETTO
Quale audacia!

CLEOMENE
Disfidan l'odio tuo
Essi, che morir sanno;
Né fremerai tu invano, empio tiranno:
Paventa!

MAOMETTO
Guardie! a me costui sia tolto.
Quanto io vi tema udrai fra breve, o stolto.
I ferri omai precipitin sugl'empi.

Scena Nona

(Pamira, i precedenti, Ismene e donne)

PAMIRA
Oh Ciel! Fermate…

MAOMETTO
Andate; m'ubbidite.

PAMIRA
Oh padre!… Ingrata sorte! Il mio dolore
Mitigar possa almen il vincitore.

(A Maometto)

Signor… io cado a' piedi tuoi…

MAOMETTO
(fra sé)
Qual voce!…

PAMIRA
(riconoscendo Maometto)
Ciel!… che vedo!… Almanzor…

MAOMETTO
(fra sé)
Pamira!… oh Dio!

(fra sé)

È lei. Quel ciglio ha spento il foco mio.

PAMIRA
Ritrovo l'amante
Nel crudo nemico:
Che barbaro istante!
Che penso?… Che dico?
La morte che imploro
Deh! porga ristoro
A tanto dolor!

MAOMETTO
(fra sé)
Quel nobile aspetto,
Quel ciglio d'amore
Riaccendon l'affetto
Che accolse il mio core.
Distrugger può solo
Quel volto, quel duolo
Dell'alma il furor.

CLEOMENE
(fra sé)
Amante la figlia
Dell'empio tiranno!
Chi, oh Ciel, mi consiglia?
Qual barbaro affanno.
La morte che imploro
Mi porga ristoro
A tanto dolor.

ISMENE
(fra sé)
Cleomene fra l'ira
Ondeggia e l'affanno
E geme Pamira
Pel barbaro inganno…
Quel Cielo che imploro
Deh! porga ristoro
A tanto dolor!

CORO
Il tenero aspetto
D'inerme beltà
Ridesta in Maometto
La spenta pietà.
Qual magico incanto
Quel ciglio, quel pianto
Han mai su quel cor!

MAOMETTO
Pamira, mi sei resa…

PAMIRA
Nel giorno del terror.

MAOMETTO
Giorno sarà di pace se tu mi segui all'ara:
Per te la Grecia,
o cara fia tolta al suo dolor.

PAMIRA
Oh padre!…

CLEOMENE
Oh mio furor!
Ah fuggi un tristo imene!…

MAOMETTO
Mi segui, o mio tesor.

CLEOMENE
Figlia, quel dubbio eccede:
Neocle avea tua fede.

MAOMETTO
Neocle?… Oh Ciel!

CLEOMENE
Lui solo disponga del tuo cor.

PAMIRA
Giammai!…

CLEOMENE
Spietata figlia!…
L'ardor che ti consiglia
Accende in me lo sdegno,
Mi rende un padre indegno:
Ti maledico.

TUTTI meno CLEOMENE
Oh!… quale orror!

PAMIRA
L'alma che geme
Non ha più speme,
Più non resiste
Al suo dolor.

CLEOMENE
Quel core ingrato
D'un padre irato
Tema lo sdegno
Vendicator.

MAOMETTO
(a Pamira)
Vien, mi segui: l'amore, il potere
Puniran di quell'alma l'orgoglio!
Un rifiuto soffrire non soglio,
E vendetta tremenda farò.

CLEOMENE
Fra i rimorsi, fra il duol e l'affanno
Sempre viva l'indegna nel pianto;
Tolga morte rossore cotanto
Ad un padre che tutto perdé!

PAMIRA, ISMENE, DONNE
Dai rimorsi, dal duol, dall'affanno
Lacerata non regge quest'alma;
Dio possente! mi/le rendi la calma,
Che il mio/suo core innocente perdé.

OMAR, CORO DI TURCHI
Non piegar di Maometto lo sdegno
Vanterebbe il potere d'un Dio;
Di vendetta lo strugge il desìo;
Fatal giorno pei Greci quest'è.


最終更新:2017年01月04日 12:13