ATTO TERZO
Una vetreria abbandonata, sull'alta montagna, non lungi da'nevai. La parete di destra è roccia viva, e l'acqua vi scende condotta in un tubo d'argilla entro una vasca di pietra. A sinistra v'è la fucina col suo camino e il suo mantice. Attraverso la porta che s'apre in fondo, alta e larga come la bocca d'un fienile, appare il paesaggio alpestre: una rupe scoscesa e, in lontananza, una foresta di conifere, un piccolo lago, le vette biancheggianti. Nel tetto è un foro ond'esca il fumo. A destra, nella roccia, è tagliata una porta che dà adito a una grotta. Incudini, martelli, molti arnesi; presso il proscenio, un basso giaciglio coperto di pelli caprine. Nella fucina il fuoco divampa. ENRICO regge con le tenaglie grandi un pezzo di ferro rovente su una delle incudini. Una schiera di NANI in veste di minatori si affatica a lui d'intorno: L'UNO afferra, con Enrico, le tenaglie; UN ALTRO brandisce un gran martello e lo fa cadere sul ferro; UN TERZO muove il mantice; ALTRI battono sulle incudini o sono diversamente intenti al lavoro, intorno a pezzi già fusi e forgiati, o a modelli d'architettura e di scoltura. Seduto sulla pietra della vasca, l' ONDlNO lava un muccliietto d'oro.
▼ENRICO▲
Picchia, su, finchè il braccio ti si stronchi.
sconcio poltrone, e non piagnucolare!
Picchia! travàgliati i tuoi cento colpi
o ti brucio la barba sulla vampa!
▼IL SECONDO NANO▲
(getta il martello.)
▼ENRICO▲
Ah, lo sapevo, monellaccio! Aspetta,
chè se minaccio non lo fo per gioco!
(Lo acciuffa e lo regge alto sul fuoco: il Nano spiringa le gambe nel vuoto, e strilla. Gli altri raddoppian di lena.)
▼IL PRIMO NANO▲
(nelle cui mani Enrico ha lasciato le tenaglie grandi:)
Non reggo più … una mano, maestro!
▼ENRICO▲
Vengo.
(Accorre, riprende le tenaglie. Poi si volge al secondo nano:)
L'hai ritrovato il tuo vigore?
(Il secondo nano accenna di sì: rapido e gaio ha riafferrato il suo martello e batte più che può.)
▼ENRICO▲
Bene.
(Prende un gran pezzo di ferro forgiato e lo scruta con occhio intenditore.)
È, perfetto. Bravi!
(Subitamente il dubbio l'invade.)
No … no… Rompi,
schiavo del mio tormento e del mio dubbio!
Rompete! e via … Tutti via! Nella grotta.
(I nani abbandonano il lavoro e dileguann per la piccola porta che s'apre nella roccia, a destra. In fondo si vede passare il FAUNO, che porta un tronco di pino e lo depone su una catasta. ENRICO è disceso nella grotta, dietro ai nani.)
▼L' ONDINO▲
Entra, Fauno, brekekekex!
▼IL FAUNO▲
(facendo capolino:)
Sei tu ?
▼L' ONDINO▲
Sì, malannaggia il fumo e la fuliggine …
▼IL FAUNO▲
(ammiccando:)
Sono volati via?
▼L' ONDINO▲
Chi?
▼IL FAUNO▲
(si porta la maiio alla bocca e vi scocca sul dorso due baci:)
Ciù, ciù.
(Gorgoglia un cupo riso.)
Holdriho !
▼L' ONDINO▲
Gli romperò la testa.
▼IL FAUNO▲
Bene, bene.
▼L' ONDINO▲
All' uno e all' altra.
▼IL FAUNO▲
(ridendo:)
Razza maledetta,
che fruga i monti e ne strappa i metalli
e li arroventa e li piega e li domina …
Gli spiriti dell'acque e delle piante
lega al suo carro e sferza a suo talento;
ruba l'Elfe più bella e l'innamora …
▼L' ONDINO▲
Per lei foggia corone e bei monili,
e quando glieli offre le bacia la bocca …
(piange)
▼IL FAUNO▲
Ora ti metti a piangere? Oh che matto!
E ci son tante oceanine in mare,
tante najadi … E poi, chi sa? … col tempo …
▼RAUTENDELEIN▲
(entra rapida dalla porta di fondo:)
Oh, chi si vede! Amici, buona sera.
M'ha ben lavato l'oro il vecchio Ondino?
M'ha bene accatastato i tronchi il mio
Zampadibecco? Guardate: son tutta
carca di preziose maraviglie:
un cristallo di rocca, un diamante,
ecco un mucchietto di polvere d' oro,
ecco un favo di miele … Ma che caldo!
▼L' ONDINO▲
Calde giornate … e più calde le notti.
▼RAUTENDELEIN▲
Può essere. Ma tu, per tua ventura,
hai l'acqua ghiaccia: tuffati e rinfrescati.
(Il FAUNO ride sgangheratamente. L' ONDINO silenzioso dilegua giù nell' acqua.)
Ed anche tu, Faunetto,
va via, chè male odori, e un nero nugolo
di mosche adduci, che intorno ti ronzano.
(Il FAUNO, sempre ridendo, obbedisce. RAUTENDELEIN è intenta a deporre in un angolo le cose che ha portato seco, quando appare sulla soglia il CURATO. È in abito da montagna, accaldato e ansante per la faticosa ascesa.)
▼IL CURATO▲
Chi C'è?
(Vede Rautendelein.)
Tu? Lo sapevo.
▼RAUTENDELEIN▲
(pallida, ostile:)
Che volete voi qui?
▼IL CURATO▲
Dimmi: sei sola?
▼RAUTENDELEIN▲
Non dimandate: io non rispondo.
▼IL CURATO▲
Ehi, ehi !
non c'è male, ragazza … E in questo modo
subito mostri la tua faccia vera:
meglio! Sarà più rapido il mio dire.
Tu …
▼RAUTENDELEIN▲
Bada a te, uomo!
▼IL CURATO▲
Nessun potere
hai contra me: puro è il mio cuore e saldo.
Tu l'hai condotto qui sulla montagna …
▼RAUTENDELEIN▲
Chi?
▼IL CURATO▲
Mastro Enrico. E di chi vuoi che parli?
Con arte maga, con filtri d'inferno
tu l'hai rapito e te lo tieni avvinto …
▼RAUTENDELElN▲
Fossi pur ladra, a te nulla ho rubato.
▼IL CURATO▲
Non solo a me, non alla sposa, ai figli,
tu l'hai rubato alla Cristianità.
▼RAUTENDELEIN▲
(ode il passo di Enrico e subitamente si tramuta. Con voce di trionfo:)
Guardati innanzi, ecco l'eroe che viene.
Non odi il passo libero e sicuro?
Non senti l'occhio di Balder che splende?
È, un re, che viene, incontro ad un mendico.
Eja, juchheja! Salute al Maestro!
(Corre incontro a Enrico e si getta nelle sue braccia: egli è sulla porta della grotta e regge nella destra il pesante martello. Avanza, con la sinistra nelle mani di Rautendelein, e riconosce il Curato :)
▼ENRICO▲
Benvenuto, pastore, benvenuto!
▼IL CURATO▲
Salute in Dio, caro Maestro. Io guardo
il miracolo, in voi, giovine pianta
rinnovellata di novella fronda.
L'amor divino v'ha subitamente
toccato col suo soffio, come Davide.
▼ENRICO▲
Quel che voi dite è verità.
▼IL CURATO▲
Miracolo !
▼ENRICO▲
Riconosco il miracolo e l'adoro.
▼IL CURATO▲
Ah, non siete mutato, a Dio merce.
Mentivano gli stolti: hanno mentito.
▼ENRICO▲
Sono lo stesso e sono un altro. Aprite
le finestre: entrerà la luce e Dio.
▼IL CURATO▲
Saggia parola!
▼ENRICO▲
(a Rautendelein:)
Va, piccola mia,
offri vino al Curato.
(Rautendelein esce.)
IL CURATO
No, no, grazie.
▼ENRICO▲
Guarito sono, rinnovato: sento
in ogni vena, in ogni nervo, gioia
impaziente, rapido vigore,
volonta creatrice. Il Dio m'inspira.
Penso un'opera quale non fu mai
pensata: sopra un prodigioso tempio
un prodigioso coro di campane
nel metallo più nobile, da un'intima
forza agitate. S'io metto la mano
come ritorta conchiglia al mio orecchio,
ben odo l'ineffabile armonia;
se chiudo gli occhi, la forma perfetta
vedo. Quel che cercai tant' anni in vano,
ecco ricevo in dono dal Signore.
Maestro mi chiamavano, e non ero:
oggi sono Maestro, veramente.
▼IL CURATO▲
Per qual chiesa sarà l'opera vostra?
▼ENRICO▲
Per nessuna.
▼IL CURATO▲
Ma chi ne paga il prezzo?
▼ENRICO▲
Chi me ne paga il prezzo? O prete, prete..
chi ricompenseri la ricompensa?
chi dà gioia alla gioia?
Alba di luce, allor che primamente
sui marmi del mio bel tempio fiorito
vibrerà forte come tuon di maggio
l'appello: ed io vedrò venire innumeri
pellegrini del Sole … Gloria, gloria!
Canteran le mirabili campane
con voce di promessa e di conforto;
rievocheranno i canti della culla
e della mamma, i canti della terra
e le leggende che ciascuno ha in cuore.
E in ogni cuor pullulerà una vena
di bontà, un desiderio di bontà,
e tutti gli odii e i malvagi pensieri
si scioglieranno in lagrime d'amore.
Accederemo in lagrime alla Croce
e il Salvatore - oh gioia! - liberato
dalla forza del Sole, adolescente
d'eterna giovinezza, scenderà
tra i mandorli fioriti, alleluiando!
(Fiso nella mirabile visione, il vasto petto ansante e il volto irradiato di luce, ENRICO resta immobile; RAUTENDELEIN, che poc'anzi era rientrata recando anfora e coppe e s'era fermata, amorosa e trepida, ad ascoltare l'inno del maestro, ora cade in ginocchio d'innanzi a lui e gli prende la mano e la bacia lagrimando. Ma il CURATO ha udito con crescente orrore le parole eretiche: si domina tuttavia, e comincia a parlare lento e grave; ma via via che parla lo spavento e lo sdegno prevalgono.)
▼IL CURATO▲
Ho bene inteso. Quel che mi fu detto
è verità dolorosa. Venuto
sono in soccorso alla vostra miseria.
▼ENRICO▲
Alla miseria mia?
▼IL CURATO▲
Perduto sei, perduto! L'eresia
è innanzi a te, il peccato è con te;
dietro te versa silenziose lagrime
una donna, e i figliuoli tuoi le bevono.
(ENRICO china il capo, commosso: par che esiti.)
Anàtema sarài sul tempio: nega
l'idolo e torna alla Chiesa verace.
Caccia la meretrice e sarai salvo.
▼ENRICO▲
(sussulta: l'ingiuria gli ha reso la forza:)
Io morivo, e per sua virtù rinacqui.
▼IL CURATO▲
Ah, meglio t'era morire, che l'anima
perdere!
▼ENRICO▲
(risoluto:)
Or bene: uditemi. Non io
rinnegherò la mia forza e la vita.
So quel che voglio e quel che posso: verbo
non sarà che mi smuova dal proposito.
Più facile è che suoni la campana
sommersa, in fondo al lago. Dio vi guardi.
▼IL CURATO▲
(pieno d'ira e di sdegno:)
Sì, per te suonerà … per te … Ricordati.
(Fa un gesto d' orrore ed esce, senza volgersi indietro.)
(È sera. Anche nell'anima degli amanti è discesa l'ombra. I silenzi son pieni d'amore e di dolore.)
▼ENRICO▲
Posa la mano tua sulla mia fronte.
Così … ch'io senta i tuoi capelli … il cuore…
Più vicina … Mi porti la frescura
della selva, l' odor di rosmarino.
Un bacio, un bacio …
▼RAUTENDELEIN▲
Amore, amore, amore. ..
▼ENRICO▲
O mia vita …
▼RAUTENDELEIN▲
Tu ardi.
▼ENRICO▲
No, sto bene,
vicino a te sto bene. Amore, dimmi:
credi tu in me?
▼RAUTENDELEIN▲
Balder, eroe solare!
Balder! Io bacio i chiari sopraccigli
che s'inarcan su gli occhi azzurri e puri…
▼ENRICO▲
Sono io dunque, son io simile a Balder?
Fa ch'io lo senta, bimba, ch'io lo creda
e che conservi la mia fede immune.
Discaccia tu lo spettro pauroso
che s'arma di maledizioni oscure,
o sempre amata, o lungamente attesa.
▼RAUTENDELEIN▲
Bacio la fronte che raggia e risplende.
▼ENRICO▲
Da te, da te ogni virtù mi viene.
▼RAUTENDELEIN▲
Stringo il tuo braccio possente clie crea.
▼ENRICO▲
E tu sei la mia forza e la mia fiamma.
▼RAUTENDELEIN▲
Balder, eroe solare !…
(Pausa. Rompe il silenzio la voce lontana del FAUNO.)
▼IL FAUNO▲
Holdriho ! Holdriho!
Avanti, su, che diavolo temete?
Signor maestro, su, signor barbiere!
E il tempio di Baal rovini in cenere.
▼ENRICO▲
(balzando in piedi:)
Ma che gridi tra nebbia e notte, bestia?
(Salgono e s'avvicinano grida e voci confuse.)
▼RAUTENDELEIN▲
Non odi, Enrico? Uomini, voci d'uomini!
Gridan rabbiosamente contro a te.
(Una pietra, gettata di lontano, colpisce Rautendelein.)
Aiuto, nonna !
▼ENRICO▲
E sia! L'armi, qua l'armi!
È& la muta selvaggia del mal sonno
che mi s'avventa … Non m'azzannerà …
Latrate, cani! Giungete in buon iempo!
(Armato, s'avventa. S'ode il clamore della mischia, ed or sembra più vicino, or più lontano, come vuole il vento. RAUTENDELEIN corre qua e là, agitata, trepidante.)
▼RAUTENDELEIN▲
Nonna dei boschi, aiuto! Ondino, aiutalo!
(Appare l'ONDINO.)
Ah, buon Ondino, ti prego, ti prego:
apri la roccia, chè l'acqua precipiti
e travolga.. .
▼L' ONDINO▲
Brekekekex.. . Perchè?
▼RAUTENDELEIN▲
Fa che l'acque trabocchino a ruina.
▼L' ONDINO▲
Non posso …
▼RAUTENDELEIN▲
Ondino, sì che tu lo puoi …
▼L' ONDINO▲
Che mi darai?
▼RAUTENDELEIN▲
Che ti darò?
▼L' ONDINO▲
Sì.
▼RAUTENDELEIN▲
Dimmi
che vuoi …
▼L' ONDINO▲
Te! Voglio te! Brekekekex…
Libera il dolce corpo tuo dai sandali
rossi, dalla cintura e dalla veste,
sii quale sei, balzami sulle spalle,
ch'io ti porti lontano mille miglia.
▼RAUTENDELEIN▲
(con riso di scherno:)
Ah! ah!
▼L' ONDINO▲
(bieco:)
Tal sia di lui.
▼RAUTENDELEIN▲
No. In vano! Ascolta:
è il grido suo, ma è grido di vittoria!
(L' ONDINO si tuffa. ENRICO entra, inebriato di lotta, ridendo d'un riso selvaggio e trionfale.)
▼ENRICO▲
Fuggono, i cani, fuggono! E tu dammi
una coppa di vino e un bacio …
▼RAUTENDELEIN▲
(abbracciandolo, in un impeto d'amore e di gioia:)
Enrico!
Enrico! o mio vittorioso amore!
(Si baciano lungamente. Sciolto, egli si getta sul basso giaciglio. RAUTENDELEIN empie di vino una coppa e gliela porge: mentre beve, ENRICO trae ancora la fanciulla al suo fianco.)
▼ENRICO▲
Bevo a te, Elfe vestita di vento!
e con la libagione a te mi sposo
novamente…
▼RAUTENDELEIN▲
Ben son la giovinezza
tua, son la gioia sempre nova! Vieni,
ch' io ti suada il sonno con i baci
e ti ridesti con l'inno all'aurora!
▼ENRICO▲
(improwisamente:)
Taci … Resta in ascolto.
▼RAUTENDELEIN▲
Perchè?
▼ENRICO▲
Non odi?
▼RAUTENDELEIN▲
Udire? che?
▼ENRICO▲
Nulla.
▼RAUTENDELEIN▲
Che pensi, amore ?
▼ENRICO▲
Non so, non so… Si mescola al tuo canto
un lamento … una voce…
▼RAUTENDELEIN▲
Quale voce?
▼ENRICO▲
Una voce di pianto … dal profondo …
No. Follie. Non è nulla. Vieni, dammi
le tue labbra.
(Si baciano. Lungo silenzio. Subitaiiiente ENRICO balza, come percosso da un richiamo.)
Non odi nulla ancora?
▼RAUTENDELEIN▲
Odo il vento d'autunno nella selva,
odo il «cajac» del falco nella notte,
odo la voce tua strana e lontana …
▼ENRICO▲
E, niente vedi? cieca sei! Chi ascende
penosamente di laggiù?
▼RAUTENDELEIN▲
Il tuo sogno.
Chiudo la porta e il fantasma dilegua.
(Muove verso la porta, ma ENRICO la trattiene:)
▼ENRICO▲
Ma guarda! salgon alto sempre più …
▼RAUTENDELEIN▲
Dove ?
▼ENRICO▲
Là, nel sentiero della roccia …
scalzi. ..
▼RAUTENDELEIN▲
Chi?
▼ENRICO▲
E solo una camicia vestono. .
e portano una coppa … Come pesa!
E luce un nimbo intorno alla lor testa.
▼R,AUTENDELEIN▲
Un fuoco fatuo …
▼ENRICO▲
No … Giungi le rnani …
ora li vedi! Sono qui.
(Vede apparire DUE BIMBI, simili a spettri: bimbi scalzi, in camicia, stanchi: il maggiore dei due regge a fatica una grande coppa. ENRICO cade in ginocchio.)
▼IL PRIMO BIMBO▲
(con voce spenta)
Papà…
▼ENRICO▲
Figlio …
▼IL PRIMO BIMBO▲
Mammina cara ti saluta.
▼ENRICO▲
Figlio! piccolo mio caro… sta bene?
▼IL PRIMO BIlMBO▲
(lentamente, tristamente, staccarido le sillabe:)
Ora … sta … be-ne … sì …
▼ENRICO▲
Che avete li?
▼IL SECONDO BIMBO▲
Una coppa.
▼ENRICO▲
Per me?
▼IL SECONDO BIMBO▲
Si, babbo caro.
▼ENRICO▲
Che avete nelle coppa, creature?
▼IL SECONDO BIMBO▲
Amaro …
▼IL PRIMO BIMBO▲
Sale. ..
▼IL SECONDO BIMBO▲
Lagrime di mamma …
▼ENRICO▲
Signore Iddio !
▼RAUTENDELEIN▲
Ma che guardi tu fiso?
▼ENRICO▲
(senza ascoltare)
Dov'è la mamma vostra, dite, dite …
▼IL PRIMO BIMBO▲
Mammina.. .
▼ENRICO▲
Si … dov'è?
▼IL SECONDO BIMBO▲
Giù in fondo al lago.
▼IL PRIMO BIMBO▲
Nel lago … Tra i nenufari.
(Squilla da lontananze profonde una campana. I due BAMBINI sono dileguati. ENRICO balza, con i capelli irti, gli occhi sbarrati, livido di terrore.)
▼ENRICO▲
La campana … campana …
▼RAUTENDELEIN▲
Quale? dove?
▼ENRICO▲
La campana sommersa… suona… suona…
Chi ha fatto questo? Non voglio … non voglio!
aiuto!.. aiuto!..
▼RAUTENDELEIN▲
Enrico, torna in te.
▼ENRICO▲
Suona! Che Dio m'aiuti! Chi fa questo?
(Sembra avvedersi soltanto ora che Rautendelein gli è presso. Dà un balzo indietro e grida, folle d'orrore:)
Ah, t'odio! come t'odio! Indietro, indietro!
Io ti discaccio, Elfe d'inferno! Vattene,
spirito maledetto! Male a te,
a me, all'opera mia … Eccomi, vengo,
vengo! Signore, abbi pietà di me!
(Barcolla, cade, si leva, fugge.)
▼RAUTENDELEIN▲
Enrico, resta! … È finita … è finita!
ATTO TERZO
Una vetreria abbandonata, sull'alta montagna, non lungi da'nevai. La parete di destra è roccia viva, e l'acqua vi scende condotta in un tubo d'argilla entro una vasca di pietra. A sinistra v'è la fucina col suo camino e il suo mantice. Attraverso la porta che s'apre in fondo, alta e larga come la bocca d'un fienile, appare il paesaggio alpestre: una rupe scoscesa e, in lontananza, una foresta di conifere, un piccolo lago, le vette biancheggianti. Nel tetto è un foro ond'esca il fumo. A destra, nella roccia, è tagliata una porta che dà adito a una grotta. Incudini, martelli, molti arnesi; presso il proscenio, un basso giaciglio coperto di pelli caprine. Nella fucina il fuoco divampa. ENRICO regge con le tenaglie grandi un pezzo di ferro rovente su una delle incudini. Una schiera di NANI in veste di minatori si affatica a lui d'intorno: L'UNO afferra, con Enrico, le tenaglie; UN ALTRO brandisce un gran martello e lo fa cadere sul ferro; UN TERZO muove il mantice; ALTRI battono sulle incudini o sono diversamente intenti al lavoro, intorno a pezzi già fusi e forgiati, o a modelli d'architettura e di scoltura. Seduto sulla pietra della vasca, l' ONDlNO lava un muccliietto d'oro.
ENRICO
Picchia, su, finchè il braccio ti si stronchi.
sconcio poltrone, e non piagnucolare!
Picchia! travàgliati i tuoi cento colpi
o ti brucio la barba sulla vampa!
IL SECONDO NANO
(getta il martello.)
ENRICO
Ah, lo sapevo, monellaccio! Aspetta,
chè se minaccio non lo fo per gioco!
(Lo acciuffa e lo regge alto sul fuoco: il Nano spiringa le gambe nel vuoto, e strilla. Gli altri raddoppian di lena.)
IL PRIMO NANO
(nelle cui mani Enrico ha lasciato le tenaglie grandi:)
Non reggo più … una mano, maestro!
ENRICO
Vengo.
(Accorre, riprende le tenaglie. Poi si volge al secondo nano:)
L'hai ritrovato il tuo vigore?
(Il secondo nano accenna di sì: rapido e gaio ha riafferrato il suo martello e batte più che può.)
ENRICO
Bene.
(Prende un gran pezzo di ferro forgiato e lo scruta con occhio intenditore.)
È, perfetto. Bravi!
(Subitamente il dubbio l'invade.)
No … no… Rompi,
schiavo del mio tormento e del mio dubbio!
Rompete! e via … Tutti via! Nella grotta.
(I nani abbandonano il lavoro e dileguann per la piccola porta che s'apre nella roccia, a destra. In fondo si vede passare il FAUNO, che porta un tronco di pino e lo depone su una catasta. ENRICO è disceso nella grotta, dietro ai nani.)
L' ONDINO
Entra, Fauno, brekekekex!
IL FAUNO
(facendo capolino:)
Sei tu ?
L' ONDINO
Sì, malannaggia il fumo e la fuliggine …
IL FAUNO
(ammiccando:)
Sono volati via?
L' ONDINO
Chi?
IL FAUNO
(si porta la maiio alla bocca e vi scocca sul dorso due baci:)
Ciù, ciù.
(Gorgoglia un cupo riso.)
Holdriho !
L' ONDINO
Gli romperò la testa.
IL FAUNO
Bene, bene.
L' ONDINO
All' uno e all' altra.
IL FAUNO
(ridendo:)
Razza maledetta,
che fruga i monti e ne strappa i metalli
e li arroventa e li piega e li domina …
Gli spiriti dell'acque e delle piante
lega al suo carro e sferza a suo talento;
ruba l'Elfe più bella e l'innamora …
L' ONDINO
Per lei foggia corone e bei monili,
e quando glieli offre le bacia la bocca …
(piange)
IL FAUNO
Ora ti metti a piangere? Oh che matto!
E ci son tante oceanine in mare,
tante najadi … E poi, chi sa? … col tempo …
RAUTENDELEIN
(entra rapida dalla porta di fondo:)
Oh, chi si vede! Amici, buona sera.
M'ha ben lavato l'oro il vecchio Ondino?
M'ha bene accatastato i tronchi il mio
Zampadibecco? Guardate: son tutta
carca di preziose maraviglie:
un cristallo di rocca, un diamante,
ecco un mucchietto di polvere d' oro,
ecco un favo di miele … Ma che caldo!
L' ONDINO
Calde giornate … e più calde le notti.
RAUTENDELEIN
Può essere. Ma tu, per tua ventura,
hai l'acqua ghiaccia: tuffati e rinfrescati.
(Il FAUNO ride sgangheratamente. L' ONDINO silenzioso dilegua giù nell' acqua.)
Ed anche tu, Faunetto,
va via, chè male odori, e un nero nugolo
di mosche adduci, che intorno ti ronzano.
(Il FAUNO, sempre ridendo, obbedisce. RAUTENDELEIN è intenta a deporre in un angolo le cose che ha portato seco, quando appare sulla soglia il CURATO. È in abito da montagna, accaldato e ansante per la faticosa ascesa.)
IL CURATO
Chi C'è?
(Vede Rautendelein.)
Tu? Lo sapevo.
RAUTENDELEIN
(pallida, ostile:)
Che volete voi qui?
IL CURATO
Dimmi: sei sola?
RAUTENDELEIN
Non dimandate: io non rispondo.
IL CURATO
Ehi, ehi !
non c'è male, ragazza … E in questo modo
subito mostri la tua faccia vera:
meglio! Sarà più rapido il mio dire.
Tu …
RAUTENDELEIN
Bada a te, uomo!
IL CURATO
Nessun potere
hai contra me: puro è il mio cuore e saldo.
Tu l'hai condotto qui sulla montagna …
RAUTENDELEIN
Chi?
IL CURATO
Mastro Enrico. E di chi vuoi che parli?
Con arte maga, con filtri d'inferno
tu l'hai rapito e te lo tieni avvinto …
RAUTENDELElN
Fossi pur ladra, a te nulla ho rubato.
IL CURATO
Non solo a me, non alla sposa, ai figli,
tu l'hai rubato alla Cristianità.
RAUTENDELEIN
(ode il passo di Enrico e subitamente si tramuta. Con voce di trionfo:)
Guardati innanzi, ecco l'eroe che viene.
Non odi il passo libero e sicuro?
Non senti l'occhio di Balder che splende?
È, un re, che viene, incontro ad un mendico.
Eja, juchheja! Salute al Maestro!
(Corre incontro a Enrico e si getta nelle sue braccia: egli è sulla porta della grotta e regge nella destra il pesante martello. Avanza, con la sinistra nelle mani di Rautendelein, e riconosce il Curato :)
ENRICO
Benvenuto, pastore, benvenuto!
IL CURATO
Salute in Dio, caro Maestro. Io guardo
il miracolo, in voi, giovine pianta
rinnovellata di novella fronda.
L'amor divino v'ha subitamente
toccato col suo soffio, come Davide.
ENRICO
Quel che voi dite è verità.
IL CURATO
Miracolo !
ENRICO
Riconosco il miracolo e l'adoro.
IL CURATO
Ah, non siete mutato, a Dio merce.
Mentivano gli stolti: hanno mentito.
ENRICO
Sono lo stesso e sono un altro. Aprite
le finestre: entrerà la luce e Dio.
IL CURATO
Saggia parola!
ENRICO
(a Rautendelein:)
Va, piccola mia,
offri vino al Curato.
(Rautendelein esce.)
IL CURATO
No, no, grazie.
ENRICO
Guarito sono, rinnovato: sento
in ogni vena, in ogni nervo, gioia
impaziente, rapido vigore,
volonta creatrice. Il Dio m'inspira.
Penso un'opera quale non fu mai
pensata: sopra un prodigioso tempio
un prodigioso coro di campane
nel metallo più nobile, da un'intima
forza agitate. S'io metto la mano
come ritorta conchiglia al mio orecchio,
ben odo l'ineffabile armonia;
se chiudo gli occhi, la forma perfetta
vedo. Quel che cercai tant' anni in vano,
ecco ricevo in dono dal Signore.
Maestro mi chiamavano, e non ero:
oggi sono Maestro, veramente.
IL CURATO
Per qual chiesa sarà l'opera vostra?
ENRICO
Per nessuna.
IL CURATO
Ma chi ne paga il prezzo?
ENRICO
Chi me ne paga il prezzo? O prete, prete..
chi ricompenseri la ricompensa?
chi dà gioia alla gioia?
Alba di luce, allor che primamente
sui marmi del mio bel tempio fiorito
vibrerà forte come tuon di maggio
l'appello: ed io vedrò venire innumeri
pellegrini del Sole … Gloria, gloria!
Canteran le mirabili campane
con voce di promessa e di conforto;
rievocheranno i canti della culla
e della mamma, i canti della terra
e le leggende che ciascuno ha in cuore.
E in ogni cuor pullulerà una vena
di bontà, un desiderio di bontà,
e tutti gli odii e i malvagi pensieri
si scioglieranno in lagrime d'amore.
Accederemo in lagrime alla Croce
e il Salvatore - oh gioia! - liberato
dalla forza del Sole, adolescente
d'eterna giovinezza, scenderà
tra i mandorli fioriti, alleluiando!
(Fiso nella mirabile visione, il vasto petto ansante e il volto irradiato di luce, ENRICO resta immobile; RAUTENDELEIN, che poc'anzi era rientrata recando anfora e coppe e s'era fermata, amorosa e trepida, ad ascoltare l'inno del maestro, ora cade in ginocchio d'innanzi a lui e gli prende la mano e la bacia lagrimando. Ma il CURATO ha udito con crescente orrore le parole eretiche: si domina tuttavia, e comincia a parlare lento e grave; ma via via che parla lo spavento e lo sdegno prevalgono.)
IL CURATO
Ho bene inteso. Quel che mi fu detto
è verità dolorosa. Venuto
sono in soccorso alla vostra miseria.
ENRICO
Alla miseria mia?
IL CURATO
Perduto sei, perduto! L'eresia
è innanzi a te, il peccato è con te;
dietro te versa silenziose lagrime
una donna, e i figliuoli tuoi le bevono.
(ENRICO china il capo, commosso: par che esiti.)
Anàtema sarài sul tempio: nega
l'idolo e torna alla Chiesa verace.
Caccia la meretrice e sarai salvo.
ENRICO
(sussulta: l'ingiuria gli ha reso la forza:)
Io morivo, e per sua virtù rinacqui.
IL CURATO
Ah, meglio t'era morire, che l'anima
perdere!
ENRICO
(risoluto:)
Or bene: uditemi. Non io
rinnegherò la mia forza e la vita.
So quel che voglio e quel che posso: verbo
non sarà che mi smuova dal proposito.
Più facile è che suoni la campana
sommersa, in fondo al lago. Dio vi guardi.
IL CURATO
(pieno d'ira e di sdegno:)
Sì, per te suonerà … per te … Ricordati.
(Fa un gesto d' orrore ed esce, senza volgersi indietro.)
(È sera. Anche nell'anima degli amanti è discesa l'ombra. I silenzi son pieni d'amore e di dolore.)
ENRICO
Posa la mano tua sulla mia fronte.
Così … ch'io senta i tuoi capelli … il cuore…
Più vicina … Mi porti la frescura
della selva, l' odor di rosmarino.
Un bacio, un bacio …
RAUTENDELEIN
Amore, amore, amore. ..
ENRICO
O mia vita …
RAUTENDELEIN
Tu ardi.
ENRICO
No, sto bene,
vicino a te sto bene. Amore, dimmi:
credi tu in me?
RAUTENDELEIN
Balder, eroe solare!
Balder! Io bacio i chiari sopraccigli
che s'inarcan su gli occhi azzurri e puri…
ENRICO
Sono io dunque, son io simile a Balder?
Fa ch'io lo senta, bimba, ch'io lo creda
e che conservi la mia fede immune.
Discaccia tu lo spettro pauroso
che s'arma di maledizioni oscure,
o sempre amata, o lungamente attesa.
RAUTENDELEIN
Bacio la fronte che raggia e risplende.
ENRICO
Da te, da te ogni virtù mi viene.
RAUTENDELEIN
Stringo il tuo braccio possente clie crea.
ENRICO
E tu sei la mia forza e la mia fiamma.
RAUTENDELEIN
Balder, eroe solare !…
(Pausa. Rompe il silenzio la voce lontana del FAUNO.)
IL FAUNO
Holdriho ! Holdriho!
Avanti, su, che diavolo temete?
Signor maestro, su, signor barbiere!
E il tempio di Baal rovini in cenere.
ENRICO
(balzando in piedi:)
Ma che gridi tra nebbia e notte, bestia?
(Salgono e s'avvicinano grida e voci confuse.)
RAUTENDELEIN
Non odi, Enrico? Uomini, voci d'uomini!
Gridan rabbiosamente contro a te.
(Una pietra, gettata di lontano, colpisce Rautendelein.)
Aiuto, nonna !
ENRICO
E sia! L'armi, qua l'armi!
È& la muta selvaggia del mal sonno
che mi s'avventa … Non m'azzannerà …
Latrate, cani! Giungete in buon iempo!
(Armato, s'avventa. S'ode il clamore della mischia, ed or sembra più vicino, or più lontano, come vuole il vento. RAUTENDELEIN corre qua e là, agitata, trepidante.)
RAUTENDELEIN
Nonna dei boschi, aiuto! Ondino, aiutalo!
(Appare l'ONDINO.)
Ah, buon Ondino, ti prego, ti prego:
apri la roccia, chè l'acqua precipiti
e travolga.. .
L' ONDINO
Brekekekex.. . Perchè?
RAUTENDELEIN
Fa che l'acque trabocchino a ruina.
L' ONDINO
Non posso …
RAUTENDELEIN
Ondino, sì che tu lo puoi …
L' ONDINO
Che mi darai?
RAUTENDELEIN
Che ti darò?
L' ONDINO
Sì.
RAUTENDELEIN
Dimmi
che vuoi …
L' ONDINO
Te! Voglio te! Brekekekex…
Libera il dolce corpo tuo dai sandali
rossi, dalla cintura e dalla veste,
sii quale sei, balzami sulle spalle,
ch'io ti porti lontano mille miglia.
RAUTENDELEIN
(con riso di scherno:)
Ah! ah!
L' ONDINO
(bieco:)
Tal sia di lui.
RAUTENDELEIN
No. In vano! Ascolta:
è il grido suo, ma è grido di vittoria!
(L' ONDINO si tuffa. ENRICO entra, inebriato di lotta, ridendo d'un riso selvaggio e trionfale.)
ENRICO
Fuggono, i cani, fuggono! E tu dammi
una coppa di vino e un bacio …
RAUTENDELEIN
(abbracciandolo, in un impeto d'amore e di gioia:)
Enrico!
Enrico! o mio vittorioso amore!
(Si baciano lungamente. Sciolto, egli si getta sul basso giaciglio. RAUTENDELEIN empie di vino una coppa e gliela porge: mentre beve, ENRICO trae ancora la fanciulla al suo fianco.)
ENRICO
Bevo a te, Elfe vestita di vento!
e con la libagione a te mi sposo
novamente…
RAUTENDELEIN
Ben son la giovinezza
tua, son la gioia sempre nova! Vieni,
ch' io ti suada il sonno con i baci
e ti ridesti con l'inno all'aurora!
ENRICO
(improwisamente:)
Taci … Resta in ascolto.
RAUTENDELEIN
Perchè?
ENRICO
Non odi?
RAUTENDELEIN
Udire? che?
ENRICO
Nulla.
RAUTENDELEIN
Che pensi, amore ?
ENRICO
Non so, non so… Si mescola al tuo canto
un lamento … una voce…
RAUTENDELEIN
Quale voce?
ENRICO
Una voce di pianto … dal profondo …
No. Follie. Non è nulla. Vieni, dammi
le tue labbra.
(Si baciano. Lungo silenzio. Subitaiiiente ENRICO balza, come percosso da un richiamo.)
Non odi nulla ancora?
RAUTENDELEIN
Odo il vento d'autunno nella selva,
odo il «cajac» del falco nella notte,
odo la voce tua strana e lontana …
ENRICO
E, niente vedi? cieca sei! Chi ascende
penosamente di laggiù?
RAUTENDELEIN
Il tuo sogno.
Chiudo la porta e il fantasma dilegua.
(Muove verso la porta, ma ENRICO la trattiene:)
ENRICO
Ma guarda! salgon alto sempre più …
RAUTENDELEIN
Dove ?
ENRICO
Là, nel sentiero della roccia …
scalzi. ..
RAUTENDELEIN
Chi?
ENRICO
E solo una camicia vestono. .
e portano una coppa … Come pesa!
E luce un nimbo intorno alla lor testa.
R,AUTENDELEIN
Un fuoco fatuo …
ENRICO
No … Giungi le rnani …
ora li vedi! Sono qui.
(Vede apparire DUE BIMBI, simili a spettri: bimbi scalzi, in camicia, stanchi: il maggiore dei due regge a fatica una grande coppa. ENRICO cade in ginocchio.)
IL PRIMO BIMBO
(con voce spenta)
Papà…
ENRICO
Figlio …
IL PRIMO BIMBO
Mammina cara ti saluta.
ENRICO
Figlio! piccolo mio caro… sta bene?
IL PRIMO BIlMBO
(lentamente, tristamente, staccarido le sillabe:)
Ora … sta … be-ne … sì …
ENRICO
Che avete li?
IL SECONDO BIMBO
Una coppa.
ENRICO
Per me?
IL SECONDO BIMBO
Si, babbo caro.
ENRICO
Che avete nelle coppa, creature?
IL SECONDO BIMBO
Amaro …
IL PRIMO BIMBO
Sale. ..
IL SECONDO BIMBO
Lagrime di mamma …
ENRICO
Signore Iddio !
RAUTENDELEIN
Ma che guardi tu fiso?
ENRICO
(senza ascoltare)
Dov'è la mamma vostra, dite, dite …
IL PRIMO BIMBO
Mammina.. .
ENRICO
Si … dov'è?
IL SECONDO BIMBO
Giù in fondo al lago.
IL PRIMO BIMBO
Nel lago … Tra i nenufari.
(Squilla da lontananze profonde una campana. I due BAMBINI sono dileguati. ENRICO balza, con i capelli irti, gli occhi sbarrati, livido di terrore.)
ENRICO
La campana … campana …
RAUTENDELEIN
Quale? dove?
ENRICO
La campana sommersa… suona… suona…
Chi ha fatto questo? Non voglio … non voglio!
aiuto!.. aiuto!..
RAUTENDELEIN
Enrico, torna in te.
ENRICO
Suona! Che Dio m'aiuti! Chi fa questo?
(Sembra avvedersi soltanto ora che Rautendelein gli è presso. Dà un balzo indietro e grida, folle d'orrore:)
Ah, t'odio! come t'odio! Indietro, indietro!
Io ti discaccio, Elfe d'inferno! Vattene,
spirito maledetto! Male a te,
a me, all'opera mia … Eccomi, vengo,
vengo! Signore, abbi pietà di me!
(Barcolla, cade, si leva, fugge.)
RAUTENDELEIN
Enrico, resta! … È finita … è finita!