ATTO QUARTO
Scena prima
Il gabinetto del Re a Madrid.
Introduzione (Orchestra)
FILIPPO
(in profonda meditazione)
Ella giammai m'amò!
No, quel cor chiuso è a me,
amor per me non ha, per me non ha!
Io la rivedo ancor
contemplar triste in volto
il mio crin bianco il dì che
qui di Francia venne.
No, amor per me non ha,
amor per me non ha!
(ritornando in sé)
Ove son?
Quei doppier presso a finir!
L'aurora imbianca il mio veron,
già spunta il dì!
Passar veggo i miei giorni lenti!
Il sonno, o Dio,
sparì da' miei occhi languenti.
Dormirò sol nel manto mio regal,
quando la mia giornata è giunta a sera,
dormirò sol sotto la vôlta nera,
dormirò sotto la vôlta nera,
là nell'avello dell'Escurial.
Se il serto regal a me desse il poter
di leggere nei cor
che Dio può sol, può sol veder.
Ah! se il serto regal, a me desse il poter
di leggere nei cor che Dio sol può veder!
Se dorme il prence, veglia il traditore;
il serto perde il re, il consorte l'onore!
Dormirò sol nel manto mio regal, ecc.
Ah! se il serto regal, ecc.
a me desse il poter di leggere nei cor!
Ella giammai m'amò!
No, quel cor chiuso m'è,
amor per me non ha,
amor per me non ha!
(Preceduto dal Conte di Lerma, il Grande Inquisitore, vegliardo di novant'anni e cieco, entra sostenuto da due frati domenicani.)
CONTE DI LERMA
Il Grand'Inquisitor!
L'INQUISITORE
Son io dinanzi al Re?
FILIPPO
Sì; vi feci chiamar, mio padre!
In dubbio son.
Carlo mi colma il cor d'una tristezza amara;
l'Infante è a me ribelle
armossi contro il padre.
L'INQUISITORE
Qual mezzo per punir scegli tu?
FILIPPO
Mezzo estrem.
L'INQUISITORE
Noto mi sia!
FILIPPO
Che fugga o che la scure…
L'INQUISITORE
Ebben?
FILIPPO
Se il figlio a morte invio,
m'assolve la tua mano?
L'INQUISITORE
La pace dell'impero
i dì val d'un ribelle.
FILIPPO
Posso il figlio immolar al mondo,
io cristian?
L'INQUISITORE
Per riscattarci Iddio
il suo sacrificò.
FILIPPO
Ma tu puoi dar vigor
a legge sì severa?
L'INQUISITORE
Ovunque avrà vigor,
se sul Calvario l'ebbe.
FILIPPO
La natura, l'amor
tacer potranno in me?
L'INQUISITORE
Tutto tacer dovrà
per esaltar la fé.
FILIPPO
Sta ben!
L'INQUISITORE
Non vuol il Re su d'altro interrogarmi?
FILIPPO
No.
L'INQUISITORE
Allor son io ch'a voi parlerò, Sire.
Nell'ispano suol
mai l'eresia dominò,
ma v'ha chi vuol
minar l'edifizio divin.
L'amico egli è del Re,
il suo fedel compagno,
il demon tentator
che lo spinge a rovina.
Di Carlo il tradimento
che giunse a t'irritar,
in paragon del suo
futile gioco appar.
Ed io, l'Inquisitor,
io che levai sovente
sopra orde vil' di rei
la mano mia possente,
pei grandi di quaggiù,
scordando la mia fé
tranquilli lascio andar
un gran ribelle…e il Re!
FILIPPO
Per traversar i dì
dolenti in cui viviamo
nella mia Corte invan
cercat'ho quel che bramo.
Un uomo! Un cor leal!
Io lo trovai!
L'INQUISITORE
Perché un uomo?
Perché allor il nome hai tu di Re,
Sire, se alcun v'ha pari a te?
FILIPPO
Non più, frate!
L'INQUISITORE
Le idee dei novator
in te son penetrate!
Infrangere tu vuoi
con la tua debol man
il santo giogo esteso
sovra l'orbe roman!
Ritorna al tuo dover;
la Chiesa all'uom che spera,
a chi si pente, puote
offrir la venia intera:
A te chiedo il Signor di Posa.
FILIPPO
No, giammai!
L'INQUISITORE
O Re, se non foss'io
con te nel regio ostel
oggi stesso, io giuro a Dio,
doman saresti presso
il Grande Inquisitore
al tribunal supremo.
FILIPPO
Frate,
troppo soffrii il tuo parlar crudel!
L'INQUISITORE
Perché evocar allor l'ombra di Samuel?
Dato ho finor due regi
al regno tuo possente!
L'opra di tanti dì
tu vuoi strugger, demente!
(per uscire)
Perché mi trovo io qui?
Che vuol il Re da me?
FILIPPO
Mio padre,
che tra noi la pace alberghi ancor.
L'INQUISITORE
La pace?
FILIPPO
Obbliar tu dêi quel ch'è passato.
L'INQUISITORE
Forse!
(L'Inquisitore esce condotto dai frati.)
FILIPPO
Dunque il trono piegar dovrà
sempre all'altare!
(Elisabetta entra e si getta ai piedi del Re.)
ELISABETTA
Giustizia, giustizia, Sire!
Giustizia, giustizia!
Ho fé nella lealtà del Re.
Son nella Corte tua
crudelmente trattata
e da nemici oscuri
incogniti oltraggiata.
Lo scrigno ov'io chiudea, Sire,
tutt'un tesor, i gioielli…altri oggetti,
a me più cari ancor,
l'hanno rapito a me!
l'hanno rapito a me!
Giustizia, giustizia!
la reclamo da Vostra Maestà!
FILIPPO
Quello che voi cercate, eccolo!
(Mostra alla Regina un cofanetto sul tavolo.)
ELISABETTA
Ciel!
FILIPPO
A voi d'aprirlo piaccia.
(Ella rifiuta.)
Ebben, io l'aprirò!
(Infrange il cofanetto.)
ELISABETTA
(da sé)
Ah! mi sento morir!
FILIPPO
Il ritratto di Carlo!
Non trovate parola?
Il ritratto di Carlo!
ELISABETTA
Sì!
FILIPPO
Fra i vostri gioiel'?
ELISABETTA
Sì!
FILIPPO
Che! confessar l'osate a me?
ELISABETTA
Io l'oso! Sì!
Ben lo sapete, un dì promessa
al figlio vostro fu la mia man!
Or v'appartengo…
a Dio sommessa,
ma immacolata qual giglio son!
Ed ora si sospetta
l'onor d'Elisabetta!
Si dubita di me…
e chi m'oltraggia è il Re!
FILIPPO
Ardita troppo voi favellate!
Me debole credete
e sfidarmi sembrate:
la debolezza in me
può diventar furor.
Tremate allor,
per voi, per me.
ELISABETTA
Il mio fallir qual è?
FILIPPO
Spergiura!
Se tanta infamia colmò la misura,
se fui da voi, se fui tradito,
io lo giuro innanzi al ciel,
il sangue verserò!
ELISABETTA
Pietà mi fate…
FILIPPO
Ah! la pietà d'adultera consorte!
ELISABETTA
Ah!
(Cade svenuta. Filippo apre la porta.)
FILIPPO
Soccorso alla Regina!
(Entrano Eboli e Rodrigo.)
EBOLI
(da sé)
Ciel! che mai feci! Ahimè!
RODRIGO
(a Filippo)
Sire! soggetta è a voi la metà della terra:
sareste dunque in tanto vasto imper
il sol cui non v'è dato il comandar?
FILIPPO
(da sé)
Ah! sii maledetto, sospetto fatale,
opera d'un demòn infernal!
EBOLI
(da sé)
La perdei, la perdei!
Oh rimorso fatale!
FILIPPO
No! Non macchiò la fé giurata!
La sua fierezza il dice a me!
EBOLI
Commettea, Commettea un delitto infernal!
La perdei! La perdei!
RODRIGO
(da sé)
Omai d'oprar suonata è l'ora,
folgor orrenda in ciel brillò,
omai d'oprar suonata è l'ora,
folgor orrenda in ciel brillò!
Che per la Spagna un uomo muora,
lieto avvenir le lascerò;
che per la Spagna un uomo muora,
lieto avvenir le lascerò.
EBOLI
La perdei! rimorso fatale!
la perdei!
FILIPPO
A me infedel costei non fu!
No! non macchiò la fé
giurata, a me infedele, infedele non fu!
EBOLI
Ah! la tradia…io tradia
quel nobile cor! oh dolor! oh dolor!
RODRIGO
Omai d'oprar, omai d'oprar suonata è l'ora!
ELISABETTA
(rinvenendo)
Che avvenne? O ciel!
in pianto e duolo ognun, o madre,
m'abbandonò.
Io son straniera in questo suol!
Più sulla terra speme non ho!
EBOLI
Oh dolor!
Rimorso, rimorso fatal! La tradia!
Io tradia quel nobile core!
Io ne morrò, dal dolor morrò!
FILIPPO
No, non macchiò la fé giurata,
a me infedele, infedele non fu!
RODRIGO
Omai d'oprar suonata è l'ora,
folgor orrenda in ciel brillò,
in ciel, in ciel brillò!
ELISABETTA
Ah! sola, straniera in questo suolo,
ah! più sulla terra più speme non ho;
ognun, ahimè! o madre mia,
ognun quaggiù m'abbandonò.
Più speme omai, ah! che in ciel non ho!
Speme ho sol, speme ho sol nel ciel!
EBOLI
Io tradia quel nobile core, oh dolor! oh dolor!
Io la tradia! ah! ne morrò!
io la tradia! ah! ne morrò!
La perdei, la tradia, oh! rimorso fatale!
Io tradia quel nobile core, oh dolor!
Oh rimorso! io ne morrò.
Oh, rimorso fatal! se più perdon
non avrò in terra, o in ciel!
FILIPPO
No! non macchiò la fé giurata!
A me infedel costei non fu!
A me non fu infedel, ecc.
Ah! sia maledetto il sospetto,
il demone, il rio demòn!
RODRIGO
E che per la Spagna un uomo muora,
lieto avvenir le lascerò! ecc.
Che per la Spagna un uomo muora,
io lieti dì le lascerò! ecc.
Che un uomo muora,
lieti dì a lei legar saprò!
(Escono Filippo e Rodrigo lasciando Eboli sola colla Regina.)
EBOLI
(gettandosi ai piedi della Regina)
Pietà! Pietà! perdon!
per la rea che si pente.
ELISABETTA
Al mio piè! Voi! Qual colpa?
EBOLI
Ah! m'uccide il rimorso!
Torturato è il mio cor.
Angel del ciel,
Regina augusta e pia,
sappiate a qual demòn
l'inferno vi dà in preda!
Quello scrigno…son io che l'involai.
ELISABETTA
Voi!
EBOLI
Sì, son io, son io che v'accusai!
ELISABETTA
Voi!
EBOLI
Sì, l'amor, il furor…
l'odio che avea per voi.
La gelosia crudel
che straziavami il cor
contro voi m'eccitar!
Io Carlo amavo!
E Carlo m'ha sprezzata!
ELISABETTA
Voi l'amaste! Sorgete!
EBOLI
No! No! pietà di me!
un'altra colpa!
ELISABETTA
Ancor!
EBOLI
Pietà! Pietà!
Il Re…non imprecate a me!
Sì! sedotta! perduta!
L'error che v'imputai,
io…io stessa avea commesso!
ELISABETTA
Rendetemi la croce!
La Corte vi convien lasciar
col dì novello!
Fra l'esiglio, ed il vel…
sceglier potrete!
(Esce Elisabetta.)
EBOLI
Ah! più non vedrò,
ah, più mai non vedrò la Regina!
O don fatale, o don crudel,
che in suo furor mi fece il cielo!
Tu che ci fai sì vane, altere,
ti maledico, ti maledico, o mia beltà.
Versar, versar sol posso il pianto,
speme non ho, soffrir dovrò!
Il mio delitto è orribil tanto
che cancellar mai nol potrò!
Ti maledico, ti maledico, o mia beltà,
ah! ti maledico, o mia beltà!
O mia Regina, io t'immolai
al folle error di questo cor.
Solo in un chiostro al mondo omai
dovrò celar il mio dolor!
Ohimè! Ohimè! o mia Regina,
solo in un chiostro al mondo omai
dovrò celar il mio dolor!
Ah! solo in un chiostro al mondo omai
dovrò celar il mio dolor!
Oh ciel! E Carlo? a morte domani,
gran Dio! a morte andar vedrò!
Ah! un dì mi resta, la speme m'arride,
sia benedetto il ciel, benedetto il ciel!
Lo salverò. Un dì mi resta,
un dì mi resta,
ah, sia benedetto il ciel!
Sì, lo salverò!
Scena seconda
La prigione di Don Carlo.
(Don Carlo è assiso, col capo nelle mani. Rodrigo entra e parla sottovoce ad alcuni ufficiali che si allontanano.)
RODRIGO
Son io, mio Carlo.
CARLO
O Rodrigo!
io ti son ben grato di venir
di Carlo alla prigion.
RODRIGO
Mio Carlo!
CARLO
Ben tu il sai!
m'abbandonò il vigore!
D'Isabella l'amor mi tortura e m'uccide.
No, più valor non ho pei viventi!
Ma tu puoi salvarli ancor;
oppressi no, non fian più.
RODRIGO
Ah! noto appien ti sia l'affetto mio!
Uscir tu dêi da quest'orrendo avel.
Felice ancor io son
se abbracciarti poss'io.
Io ti salvai!
CARLO
Che di'?
RODRIGO
Convien qui dirci, convien qui dirci addio.
O mio Carlo!
Per me giunto è il dì supremo,
no, mai più ci rivedrem;
ci congiunga Iddio nel ciel,
Ei che premia i suoi fedel'.
Sul tuo ciglio il pianto io miro;
lagrimar, lagrimarcosì perché?
No, fa cor, no, fa cor,
l'estremo spiro, l'estremo spiro lieto è
a chi morrà per te.
No, fa cor, ecc.
CARLO
Che parli tu di morte?
RODRIGO
Ascolta, il tempo stringe.
Rivolta ho già su me la folgore tremenda!
Tu più non sei oggi il rival del Re:
il fiero agitator delle Fiandre…
son io!
CARLO
Chi potrà prestar fé?
RODRIGO
Le prove son tremende!
I fogli tuoi trovati in mio poter
della ribellion testimoni son chiari,
e questo capo al certo a prezzo è messo già.
(Due uomini discendono la scalinata della prigione. Uno d'essi è vestito dell'abito del Sant'Uffizio; l'altro è armato d'un archibugio. Si mostrano Carlo e Rodrigo, che non li vedono.)
CARLO
Svelar vo' tutto al Re.
RODRIGO
No, ti serba alla Fiandra,
ti serba alla grand'opra,
tu la dovrai compire;
un nuovo secol d'ôr rinascer tu farai;
regnare tu dovevi, ed io morir per te.
(L'assassino fa fuoco.)
CARLO
Ciel, la morte! per chi mai?
RODRIGO
Per me! la vendetta del Re
tardare non potea!
CARLO
Gran Dio!
RODRIGO
O Carlo, ascolta, la madre
t'aspetta a San Giusto doman;
tutto ella sa.
Ah! la terra mi manca!
Carlo mio, a me porgi la man!
Io morrò, ma lieto in core,
ché potei così serbar
alla Spagna un salvatore!
Ah! di me non ti scordar!
Di me non ti scordar!
Regnare tu dovevi,
ed io morir per te.
Ah! io morrò, ma lieto in core,
ché potei così serbar
alla Spagna un salvatore!
Ah! di me non ti scordar!
Ah! la terra mi manca…
la mano a me, a me…
Ah! salva la Fiandra…
Carlo, addio,…ah! ah!
(Rodrigo muore. Carlo cade disperatamente sul suo corpo. Entra Filippo seguito da alcuni grandi di Spagna.)
FILIPPO
Mio Carlo, a te la spada io rendo.
CARLO
Arretra!
La tua man di sangue è intrisa!
Orror! Una fraterna fede ci unia!
Ei m'amava!
La vita sua per me sacrificò!
FILIPPO
Presagio mio feral!
CARLO
Tu più figlio non hai!
I regni miei stan presso a lui!
FILIPPO
(da sé, contemplando Rodrigo)
Chi rende a me quell'uom?
(S'ode suonare a stormo.)
I GRANDI
Ciel! suona a stormo!
POPOLO
(fuori)
Perir dovrà
chi d'arrestarci attenti!
ognun che ci arresti!
Feriam! feriam! feriam!
senza tema o pietà!
non abbia alcun pietà!
tremar dovrà e curvar la testa,
tremar davanti al popol ultor!
LERMA
Il popol è in furor!
È l'Infante ch'ei vuol!
FILIPPO
Si schiudan le porte!
LERMA, I GRANDI
Ciel!
FILIPPO
Obbedite! Io lo vo'!
(Il popolo entra furiosamente.)
POPOLO
Feriam! feriam!
Feriam, più niun ci arresta!
Feriam! feriam!
Feriam! né tema, o pietà!
Tremar dovrà, e curvar la testa,
tremar davanti al popol ultor!
(Entra Eboli, mascherata.)
EBOLI
(a Carlo)
Va! fuggi!
FILIPPO
(al popolo)
Che volete?
POPOLO
L'Infante!
FILIPPO
Egli qui sta!
(Appare il Grande Inquisitore.)
'INQUISITORE
Sacrilegio infame!
POPOLO
Il Grand'Inquisitor!
L'INQUISITORE
Vi prostrate innanzi al Re,
che Dio protegge!
Vi prostrate! Vi prostrate!
FILIPPO, L'INQUISITORE
A terra!
(Il popolo cade in ginocchio.)
POPOLO
Signor, di noi pietà!
Di noi pietà!
FILIPPO
Gran Dio, sia gloria a te!
POPOLO
Signor!…
LERMA
Evviva il Re!
TUTTI
Evviva il Re!
(L'Inquisitore e Filippo escono in mezzo al popolo genuflesso.)
POPOLO
…Pietà!