ATTO TERZO
SCENA I
In Italia presso Velletri. Bosco. Notte oscurissima. Don Alvaro, in uniforme di capitano spagnuolo dei Granatieri del Re, si avanza lentamente dal fondo. Si sentono voci interne a destra.
CORO
Attenti al gioco, attenti, attenti al gioco, attenti …
PRIMA VOCE
Un asso a destra.
SECONDA VOCE
Ho vinto.
PRIMA VOCE
Un tre alla destra.
Cinque a manca.
SECONDA VOCE
Perdo.
ALVARO
La vita è inferno all'infelice.
Invano morte desio!
Siviglia!
Leonora!
Oh, rimembranza! Oh, notte
Ch'ogni ben mi rapisti!
Sarò infelice eternanmente, è scritto.
Della natal sua terra il padre volle
Spezzar l'estranio giogo,
E coll'unirsi
All'ultima dell'Incas la corona
Cingere confidò.
Fu vana impresa.
In un carcere nacqui;
Ho vinto.
Invano morte desio!
Siviglia!
Leonora!
Oh, rimembranza! Oh, notte
Ch'ogni ben mi rapisti!
Sarò infelice eternanmente, è scritto.
Della natal sua terra il padre volle
ALVARO
La vita è inferno all'infelice.
Invano morte desio!
Siviglia!
Leonora!
Oh, rimembranza! Oh, notte
Ch'ogni ben mi rapisti!
Sarò infelice eternanmente, è scritto.
Della natal sua terra il padre volle
Spezzar l'estranio giogo,
E coll'unirsi
All'ultima dell'Incas la corona
Cingere confidò.
Fu vana impresa.
In un carcere nacqui;
M'educava il deserto;
Sol vivo perchÈ ignota
È mia regale stirpe!
I miei parenti
Sognaro un trono, e li destò la scure!
Oh, quando fine avran
Le mie sventure!
O tu che seno agli angeli
Eternamente pura,
Salisti bella, incolume
Dalla mortal jattura,
O tu che seno agli angeli
Salisti bella, e pura.
Non iscordar di volgere
Lo sguardo a me tapino,
Che senza nome ed esule,
In odio del destino,
Che senza nome ed esule,
In odio del destino,
Chiedo anelando,
Ahi misero,
Chiedo anelando,
Ahi misero,
La morte d'incontrar.
Leonora mia, soccorrimi,
Leonora mia, soccorrimi,
Pietà, pietà, pietà del mio penar!
Leonora, soccorrimi,
Pietà del mio penar!
Leonora mia, pietà, pietà del mio penar!
Soccorrimi, pietà di me!
CARLO
dall'interno
Al tradimento!
VOCI
Muoia!
ALVARO
Quali grida!
CARLO
Aita!
ALVARO
Si soccorra.
VOCI
Muoia! Muoia!
Accorre al luogo onde si udivano le grida; si sente un picchiare di spade, alcuni ufficiali attraversando la scena fuggendo in disordine da destra a sinistra.
SCENA II
Don Alvaro ritorna con Don Carlo
ALVARO
Fuggir! Ferito siete?
CARLO
No, vi debbo la vita.
ALVARO
Chi erano?
CARLO
Assassini.
ALVARO
Presso al campo così?
CARLO
Franco dirò: fu alterco al gioco.
ALVARO
Comprendo, colà, a destra.
CARLO
Sì.
ALVARO
Ma come, si nobile d'aspetto, a quella bisca
scendeste?
CARLO
Nuovo sono.
Con ordini del general sol ieri
giunsi; senza voi morto sarei.
Or dite a chi debbo la vita?
ALVARO
Al caso …
CARLO
Pria il mio nome dirò. (Non sappia il vero)
Don Felice de Bornos, aiutante del duce.
ALVARO
Io, Capitan dei Granatieri,
Don Federico Herreros.
CARLO
La gloria dell'esercito!
ALVARO
Signore…
CARLO
Io l'amistà ne ambia; la chiedo e spero.
ALVARO
Io pure della vostra sarò fiero.
Si danno la destra.
ALVARO e CARLO
Amici in vita e in morte
Il mondo ne vedrà.
Uniti in vita e in morte
Entrambi troverà.
Uniti in vita e in morte, in vita e in morte
Entrambi ne vedrà.
VOCI INTERNO
Si odono voci interne e squilli di trombe
All'armi, all'armi!
Andiamo, all'armi!
All'armi, all'arm, all'arm, all'armi!
CARLO
Con voi scendere al campo d'onor, emularne
l'esempio potrò.
ALVARO
Testimone del vostro valor
Ammirarne le prove saprò.
CORO
All'armi, all'arm, all'arm, all'armi!
Escono correndo.
SCENA III
È il mattino. Salotto nell'abitazione d'un ufficiale superiore dell'esercito spagnuolo in Italia non lungi da Velletri. Nel fondo sonvi due porte, quella a sinistra mette ad una stanza da letto, l'altra è la comune. A sinistra presso il proscenio è una finestra. Si sente il rumore della vicina battaglia. Un Chirurgo militare ed alcuni Soldati ordinanze dalla comune corrono alla finestra.
SOLDATI
Arde la mischia.
CHIRURGO
guardando con un canocchiale
Prodi i granatieri!
SOLDATI
Li guida Herreros.
CHIRURGO
Ciel! … Ferito ei cadde! …
Piegano i suoi! …
L'aiutante li raccozza,
Alla carica li guida! …
Già fuggono i nemici.
I nostri han vinto!
VOCI
di fuori
A Spagna gloria!
ALTRE VOCI
Viva l'Italia!
TUTTI
Vittoria!
CHIRURGO
Portan qui ferito il Capitano.
SCENA IV
Don Alvaro, ferito e svenuto, è portato in una lettiga da quattro Granatieri. Da un lato è il Chirurgo, dall'altro è Don Carlo, coperto di polvere ed assai afflitto. Un Soldato depone una valigia sopra un tavolino. La lettiga è collocata quasi nel mezzo della scena.
CARLO
Piano … qui posi …
Approntisi il mio letto.
CHIRURGO
Silenzio.
CARLO
V'ha periglio?
CHIRURGO
La piaga che ha nel petto mi spaventa.
CARLO
Deh, il salvate.
ALVARO
rinvenendo
Ove son?
CARLO
Presso l'amico.
ALVARO
Lasciatemi morire.
CARLO
Vi salveran le nostre cure.
Premio
L'Ordine vi sarà di Calatrava.
ALVARO
Di Calatrava! Mai! Mai!
CARLO
fra sé
Che!
Inorridì di Calatrava al nome!
ALVARO
Amico …
CHIRURGO
Se parlate …
ALVARO:
Un detto sol …
CARLO
al chirurgo
Ven prego ne lasciate.
Il chirurgo si ritira. Don Alvaro accenna a Don Carlo di appressarsegli.
ALVARO
Solenne in quest'ora
Giurami dovete
Far pago un mio voto.
CARLO
Lo giuro, lo giuro.
ALVARO
Sul core cercate.
CARLO
Una chiave.
ALVARO
indicando la valigia
Con essa trarrete
Un piego celato!
L'affido all'onore,
Colà v'ha un mistero
Che meco morrà.
S'abbruci me spento.
CARLO
Lo giuro, sarà.
ALVARO
Or muoio tranquillo;
Vi stringo al cor mio.
Al core or muoio tranquillo;
Vi stringo al cor mio.
Or muoio tranquillo;
Vi stringo al cor mio.
CARLO
lo abbraccia con grande emozione
Amico, fidate, fidate nel cielo, fidate nel cielo,
Amico, fidate nel cielo, fidate.
Addio.
ALVARO
Addio.
Il chirurgo ed i soldati trasportano il ferito nella stanza da letto.
SCENA V
CARLO
Morir! Tremenda cosa!
Sì intrepido, sì prode, ei pur morrà! Uom singolar
costui! Tremò di Calatrava al nome. A lui palese n' è
forse il disonor? Cielo! Qual lampo!
S'ei fosse il seduttore?
Desso in mia mano, e vive!
Se m'ingannassi?
Questa chiave il dica.
Apre convulso la valigia, e ne trae un plico suggellato
Ecco i fogli! Che tento!
S'arresta
E la fé che giurai?
E questa vita che debbo al suo
valor? Anch'io lo salvo! S'ei fosse quell' Indo
maledetto che macchiò il sangue mio?… Il suggello
si franga. Niun qui mi vede. No?
Ben mi vegg'io!
Getta il plico
Urna fatale del mio destino,
Va, t'allontana, mi tenti invano;
L'onor a tergere qui venni, e insano
D'un onta nuova nol macchierò.
Un giuro è sacro per l'uom d'onore;
Que' fogli serbino il lor mistero.
Disperso vada il mal pensiero
Disperso vada il mal pensiero, il mal pensiero
Che all'atto indegno mi concitò.
Disperso vada il mal pensiero
Disperso vada il mal pensiero, il mal pensiero
Che all'atto indegno mi concitò.
Disperso vada il mal pensiero
Che all'atto indegno mi concitò, mi concitò.
E s'altra prova rinvenir potessi?
Vediam.
Torna a frugare nella valigia
Qui v'ha un ritratto…
Suggel non v'é … nulla ei ne disse …
Nulla promisi … s'apra dunque …
Ciel! Leonora!
Don Alvaro è il ferito!
Ora egli viva, e di mia man poi muoia!
Il chirurgo si presenta sulla porta della stanza
CHIRURGO
Lieta novella, è salvo!
Esce.
CARLO
È salvo! Oh gioia!
Egli è salvo! Gioia immensa
Che m'innondi il cor ti sento!
Potrò alfine il tradimento
Sull'infame vendicar.
Leonora, ove t'ascondi?
Di': seguisti tra le squadre
Chi del sangue di tuo padre
Chi del sangue di tuo padre
Ti fe' il volto rosseggiar?
Ah, felice appien sarei
Se potessi il brando mio
Ambedue d'averno al dio
D'un sol colpo consacrar!
Egli è salvo! Oh gioia immensa
Che m'innondi il cor ti sento!
Leonora, ove t'ascondi?
Ove t'ascondi, ove t'ascondi?
Di': seguisti tra le squadre
Chi del sangue di tuo padre
Ti fe' il volto, ti fe' il volto rosseggiar?
Ambedue al Dio d'averno vo' consacrar,
Ambedue al Dio d'averno vo' consacrar,
Ambedue vo' consacrar,
Parte precipitosamente.
SCENA VI
Accampamento militare presso Velletri. Sul davanti a sinistra è una bottega da rigattiere; a destra un'altra ove si vendono cibi, bevande e frutta. All'ingiro sono tende militari, baracche di rivenduglioli, ecc. È notte; la scena è deserta. Una pattuglia entra cautamente in scena, esplorando il campo.
CORO
Compagni, sostiamo,
Il campo esploriamo;
Non s'ode rumor,
Non brilla un chiarore;
Compagni, sostiamo,
Il campo esploriamo;
Non s'ode rumor,
Non brilla un chiarore;
In sonno profondo
Sepolto ognun sta.
Compagni, sostiamo,
Il campo esploriamo;
Fra poco la sveglia
Suonare s'udrà.
Il campo esploriamo,
Il campo esploriamo,
Il campo esploriamo,
Il campo esploriamo,
Ah no, non s'ode, non s'ode rumor,
Non s'ode rumor,
In sonno profondo
Sepolto ognun sta.
Non s'ode rumor, non s'ode rumor,
Compagni, inoltriamo,
Compagni, inoltriamo,
Fra poco la sveglia
Suonare s'udrà.
Non s'ode rumor, andiamo,
Compagni, Andiamo,
Non s'ode rumor, andiamo,
Compagni, Andiamo,
Andiamo, andiamo, andiamo.
SCENA VII
Spunta l'alba lentamente. Entra Don Alvaro pensoso
ALVARO
Né gustare m' è dato
Un' ora di quiete.
Affranta è l'alma dalla lotta crudel.
Pace ed oblio indarno, indarno
Io chieggo al cielo, indarno, indarno.
SCENA VIII
Detto e Don Carlo
CARLO
Capitano…
ALVARO
Chi mi chiama?
Riconosce Carlo
Voi, che si larghe cure mi prodigaste.
CARLO
La ferita vostra
Sanata è appieno?
ALVARO
Sì.
CARLO
Forte?
ALVARO
Quale prima.
CARLO
Sosterreste un duel?
ALVARO
Con chi?
CARLO
Nemici non avete?
ALVARO
Tutti ne abbiam …ma a stento, a stento comprendo …
CARLO
No? Messaggio non v'inviava
Don Alvaro, l'Indiano?
ALVARO
Oh tradimento!
Sleale! Il segreto fu dunque violato?
CARLO
Fu illeso quel piego,
L'effigie ha parlato.
Don Carlos di Vargas, tremate io sono.
ALVARO
D'ardite minacce
Non m'agito al suono.
CARLO
Usciamo all'istante.
Un deve morire.
ALVARO
La morte disprezzo,
Ma duolmi inveire
Contr'uom che per primo
Amistade m'offria.
CARLO
No, no, profanato
Tal nome non sia.
No, no, no, profanato
Tal nome non sia.
ALVARO
Non io, fu il destino,
Che il padre v'ha ucciso.
Non io che sedussi
Quell'angiol d'amore.
Ne guardano entrambi,
E dal paradiso
Ch'io sono innocente
Vi dicono al core.
Ch'io sono innocente
Vi dicono al core.
Sono innocente.
CARLO
Adunque colei?
ALVARO
La notte fatale
Io caddi per doppia
Ferita mortale;
Guaritone, un anno
In traccia ne andai,
Ahimé, ch'era spenta
Leonora trovai.
CARLO
Menzogna, menzogna!
La suora -
Ospitavala antica parente.
Vi giunsi, ma tardi …
ALVARO
Ed ella?
CARLO
Fuggente.
ALVARO
trasalendo
E vive! Ella vive, gran Dio!
CARLO
Sì, vive.
ALVARO
Don Carlo, amico, il fremito
Ch'ogni mia fibra, mia fibra scuote,
Vi dica che quest' anima
Infame esser non puote.
Vive! Gran Dio, quell'angelo …
Vive quell'angelo, vive!
Quell'angel vive, vive gran Dio!
CARLO
Ma in breve morirà.
In breve, in breve, in breve morirà.
Ella vive, ma in breve, ma in breve morirà.
ALVARO
No, d'un imene il vincolo
Stringa fra noi la speme;
E s'ella vive, insieme
Cerchiamo ove fuggì.
Giuro che illustre origine
Equale a voi mi rende,
E che il mio stemma splende
Come rifulge il di.
Ah! E s'ella vive, insieme
Cerchiam, cerchiamoo ove fuggì.
CARLO
Stolto!
Stolto! Fra noi dischiudesi
Insanguinato avello.
Come chiamar, come chiamar fratello
Chi tanto a me rapì?
D'eccelsa o vile origine.
È d'uopo ch'io vi spegna,
E dopo voi l'indegna
Che il sangue suo tradi.
ALVARO
Che dite? Che dite?
CARLO
Ella morrà, ella morrà, morrà,morrà.
ALVARO
Tacete! Tacete!
CARLO
Il giuro a Dio: morrà l'infame.
ALVARO
Voi pria cadrete, voi pria cadrete nel fatal certame.
CARLO
Morte! ov'io non cada esanime
Leonora giungerò
Tinto ancor del vostro sangue
Questo acciar le immergerò.
ALVARO
Morte! Sì! Col brando mio
Un sicario ucciderò;
Il pensier volgete a Dio.
L'ora vostra alfin suonò.
Morte! morte! morte!
Ora il pensier volgete a Dio.
L'ora vostra, l'ora vostra alfin suonò.
Andiam, andiam.
CARLO
Tinto ancor del vostro sangue
Questo acciar le immergerò.
Sì! Tinto ancor del vostro sangue
Questo acciar le immergerò, le immergerò.
Andiam, andiam.
TUTTI E DUE
A morte! Andiam morte!
Sguainano le spade e si battono furiosamente.
SCENA IX
Accorre la pattuglia del campo a separarli
CORO
Fermi! Arrestate!
CARLO
furente
No - la sua vita o la mia - tosto.
CORO
Lunge di qua si tragga.
ALVARO
fra sé
Forse del ciel l'aita a me soccorre.
CARLO
Colui morrà!
CORO
a Carlo che cerca svincolarsi
Vieni!
Vieni!
CARLO
a Don Alvaro
Carnefice del padre mio!
ALVARO
Or che mi resta? Pietoso Iddio,
Tu ispira, illumina il mio pensier.
Al chiostro, all'eremo, ai santi altari
L'oblio, la pace chiegga il guerrier.
Esce. Si allontanano poco a poco.
SCENA X
Spunta il sole; il rullo dei tamburi e lo squillo delle trombe danno il segnale della sveglia. La scena va animandosi a poco a poco. Soldati spagnuoli ed italiani di tutte le armi sortono dalle tende ripulendo schioppi, spade, uniformi, ecc. Ragazzi militari giuocano ai dai sui tamburi. Vivandiere che vendono liquori, frutta, pane, ecc. girano per il campo. Preziosilla, dall'alto d'una bracca, predice la buona ventura. scena animatissima.
CORO
Lorché pifferi e tamburi
Par che assordino la terra,
Siam felici, ch'è la guerra
Gioia e vita al militar.
Vita gaia, avventurosa,
Cui non cal doman né ieri,
Ch'ama tutti i suoi pensieri
Sol nell'oggi concentrar.
PREZIOSILLA
alle donne
Venite all'indovina,
Ch'è giunta di lontano,
E puote a voi l'arcano
Futuro decifrar.
ai soldati
Correte a lei d'intorno,
La mano le porgete,
Le amanti apprenderete
Se fide vi restâr.
CORO
Andate/Andiamo all'indovina,
La mano le porgiamo/porgete,
Le belle udir possiamo
Se fide a voi restâr.
PREZIOSILLA
Chi vuole il paradiso
s'accenda di valore,
e il barbaro invasore
s'accinga a debellar.
Avanti, avanti, avanti,
predirvi sentirete
qual premio coglierete
dal vostro battagliar,
ah! - qual premio coglierete
dal vostro battagliar.
SOLDATI
Avanti, avanti, avanti,
predirci sentiremo
qual premio coglieremo
dal nostro battagliar.
VIVANDIERE
Avanti, avanti, avanti,
predirivi sentirete
qual premio coglierete
dal vostro battagliar.
CORO
circondandola
Avanti, avanti, avanti.
SOLDATI
Qua, vivandiere, un sorso.
Le vivandiere versano loro
UN SOLDATO
Alla salute nostra!
TUTTI
bevendo
Viva!
UN SOLDATO
A Spagna ed all'Italia unite!
CORO
Evviva!
PREZIOSILLA
Al nostro eroe Don Federico Herreros!
TUTTI
Viva! Viva!
UN ALTRO SOLDATO
Ed al suo degno amico Don Felice de Bornos.
TUTTI
bevendo
Viva, viva!
SCENA XI
L'attenzione è attirata da Mastro Trabuco, rivendugliolo, che, dalla bottega a sinistra, viene con una cassetta al collo portante vari oggetti di meschino valore.
TRABUCO
A buon mercato chi vuol comprare?
Forbici, spille, sapon perfetto!
Io vendo e compro qualunque oggetto,
Concludo a pronti qualunque affar.
Concludo a pronti qualunque affar.
UN SOLDATO
Ho qui un monile; quanto mi dai?
ALTRO SOLDATO
V'è una collana. Se vuoi la vendo.
ALTRO SOLDATO
Questi orecchini, li pagherai?
TUTTI
mostrando orologi, anelli, ecc.
Vogliamo vendere …
TRABUCO
Ma quanto vedo
Tutto è robaccia, brutta robaccia, brutta robaccia!
TUTTI
Tale, o furfante, è la tua faccia.
TRABUCO
Pure aggiustiamoci, aggiustiamoci, per ogni pezzo
Do trenta soldi.
TUTTI
Da ladro è il prezzo.
TRABUCO
Ih! Quanta furia! C'intenderemo.
Qualch'altro soldo v'aggiungeremo.
Date qua, subito!
TUTTI
Purché all'istante
Venga il denaro bello e sonante.
TRABUCO
Prima la merce, qua, colle buone.
TUTTI
dandogli gli oggeti
A te. A te.
TRABUCO
ritrando la roba e pagando
A te, a te, benone, benone, benone, benone.
Benone, benone, benone.
TUTTI
cacciandolo
Sì, sì, ma vattene!
Sì, sì, ma vattene!
Sì, sì, ma vattene, vattene.
Vattene, vattene, vattene.
TRABUCO
fra sé, contento
Che buon affare, che buon affare!
poi, forte
A buon mercato chi vuol comprare,
A buon mercato chi vuol comprare,
A buon mercato chi vuol comprare,
A buon mercato chi vuol comprare?
Si avvia verso un'altro lato del campo.
SCENA XII
Detti e Contadini questuanti con ragazzi a mano.
CONTADINI
Pane, pan per carità,
Pane, pan per carità!
Tetti e campi devastati
N'ha la guerra, ed affamati
Cerchiam pane per pietà,
Cerchiam pane per pietà.
SCENA XIII
Detti ed alcune Reclute piangenti che giungono scortate.
RECLUTE
Povere madri deserte nel pianto
Per dura forza dovemmo lasciar.
Della beltà n'han rapiti all'incanto,
A' nostre case vogliamo tornar.
VIVANDIERE
accostandosi gaiamente alle reclute ed offrendo loro da bere
Non piangete, giovanotti,
Per le madri, per le belle;
V'ameremo quai sorelle,
Vi sapremo consolar.
Certo il diavolo non siamo;
Quelle lagrime tergete,
Al passato, ben vedete,
Ora è inutile pensar.
PREZIOSILLA
entra fra le reclute, ne prende alcune pel braccio, e dice loro burlescamente:
Che vergogna! Su, coraggio!
Bei figliuoli, siete pazzi?
Se piangete quai ragazzi
Vi farete corbellar,
Vi farete corbellar.
Un' occhiata a voi d'intorno,
E scommetto che indovino,
Ci sarà più d'un visino
Che sapravvi consolar.
VIVANDIERE
V'ameremo quai sorelle,
V'ameremo quai sorelle,
Al passato, ben vedete,
Ora è inutile pensar.
PREZIOSILLA
Ah! se piangete quai ragazzi
Vi farete corbellar,
Se piangete, se piangete
Vi farete corbellar, corbellar,
Su, coraggio, su, coraggio!
Se piangete quai ragazzi
Vi farete corbellar,
Su, coraggio, coraggio, coraggio!
VIVANDIERE
Non piangete per le madri e
Per le belle, no, non piangete
Ah, no, no, no,
Su, coraggio, su, coraggio!
Al passato, ben vedete,
Ora è inutile pensar.
TUTTI
Nella guerra è la follia
Che dee il campo rallegrar;
Viva, viva la pazzia
Che qui sola ha da regnar!
Le vivandiere prendono le reclute pel braccio e s'incomincia vivacissima danza generale. Ben presto la confusione e lo schiamazzo giungono al colmo.
SCENA XIV
Detti e Fra Melitone che, preso nel vortice della danza, è per un momento costretto a ballare con le vivandiere. Finalmente, riuscito a fermarsi, esclama:
MELITONE
Toh! Toh! Poffare il mondo! Che tempone!
Corre ben l'avventura! Anch'io ci sono.
Venni di Spagna a medicar ferite,
ed alme a mendicar.
Che vedo? È questo un campo di Cristiani, o siete Turchi?
Dove s'è visto berteggiar la santa
domenica così?…Ben più faccenda
le bottiglie vi dan che le battaglie!
E invece di vestir cenere e sacco
qui si tresca con Venere, con Bacco?
Il mondo è fatto una casa di pianto;
ogni convento ora è covo del vento! I santuari
spelonche diventar di sanguinari;
perfino i tabernacoli di Cristo
fatti son ricettacoli del tristo.
Tutto va a soqquadro.
E la ragion? La ragion?
Pro peccata vestra: pei vostri peccati.
SOLDATI
Ah, frate, frate!
MELITONE
Voi le feste calpestate,
Rubate, bestemmiate …
SOLDATI ITALIANI
Togone infame!
SOLDATI SPAGNUOLI
Segui pur, padruccio.
MELITONE
E membri e capi siete d'una stampa:
Tutti eretici.
Tutti, tutti cloaca di peccati,
E finché il mondo
Puzzi di tal pece
Non isperi la terra alcuna pace.
SOLDATI ITALIANI
serrandolo intorno
Dàlli! Dàlli!
SOLDATI SPAGNUOLI
difendendolo
Scappa! Scappa!
SOLDATI ITALIANI
Dàlli! Dàlli sulla cappa!
Cercano di picchiarlo, ma egli se la svigna, declamando sempre.
PREZIOSILLA
ai soldati che lo inseguono uscendo dalla scena
Lasciatelo chi'ei vada.
Far guerra ad un cappuccio! Bella impresa!
Non m'odon? Sia il tamburo sua difesa.
Prende a caso un tamburo e, imitata da qualche tamburino, lo suona. I soldati accorrono tosto a circondarla, seguiti da tutta la turba.
PREZIOSILLA e CORO
Rataplan, rataplan, della gloria
Nel soldato ritempra l'ardor;
Rataplan, rataplan, di vittoria
Questo suono è segnal percursor!
Rataplan, rataplan, or le schiere
Son guidate raccolte a pugnar!
Rataplan, rataplan, le bandiere
Del nemico si veggon piegar!
Rataplan, pim, pam, pum, inseguite
Chi la terga, fuggendo, voltò …
Rataplan, le gloriose ferite
Col trionfo il destin coronò.
Rataplan, rataplan, la vittoria
Più rifulge de' figli al valor!…
Rataplan, rataplan, la vittoria
Al guerriero conquista ogni cor.
Rataplan, rataplan, rataplan!
Escono correndo.