PARTE SECONDA: "Il contratto nuziale"
Scena Prima
(Gabinetto negli appartamenti di Lord Asthon. Enrico e Normanno. Enrico è seduto presso un tavolino: Normanno sopraggiunge.)
NORMANNO
Lucia fra poco a te verrà.
ENRICO
Tremante L'aspetto.
A festeggiar le nozze illustri
Già nel castello i nobili congiunti
Giunser di mia famiglia; in breve Arturo
Qui volge…
(sorgendo agitatissimo)
E s'ella pertinace osasse d'opporsi?…
NORMANNO
Non temer: la lunga assenza
Del tuo nemico, i fogli
Da noi rapiti, e la bugiarda nuova
Ch'egli s'accese d'altra fiamma,
in core di Lucia
spegneranno il cieco amore.
ENRICO
Ella s'avanza!… Il simulato foglio
(Normanno gli dà un foglio)
Porgimi, ed esci sulla via che tragge
Alla città regina di Scozia;
e qui fra plausi, e liete grida
Conduci Arturo.
(Normanno esce.)
Scena Seconda
(Lucia si arresta presso la soglia: la pallidezza del suo volto, il guardo smarrito, e tutto in lei annunzia i patimenti ch'ella sofferse ed i primi sintomi d'un'alienazione mentale)
ENRICO
Appressati, Lucia.
(Lucia si avanza alcuni passi macchinalmente, e sempre figgendo lo sguardo immobile negli occhi di Enrico)
Sperai più lieta in questo dì vederti,
In questo dì, che d'imeneo le faci
Si accendono per te.
Mi guardi, e taci?
LUCIA
Il pallor funesto orrendo
Che ricopre il volto mio
Ti rimprovera tacendo
Il mio strazio… il mio dolore.
Perdonar ti possa Iddio
L'inumano tuo rigor.
E il mio dolor.
ENRICO
A ragion mi fe' spietato
Quel che t'arse indegno affetto…
Ma si taccia del passato…
Tuo fratello io sono ancor.
Spenta è l'ira nel mio petto
Spegni tu l'insano amor.
Nobil sposo…
LUCIA
Cessa… ah! cessa.
ENRICO
Come?
LUCIA
Ad altr'uomo giurai mia fè.
ENRICO
(iracondo)
Nol potevi…
LUCIA
Enrico!…
ENRICO
Nol potevi!…
LUCIA
Ad altr'uomo giurai mia fè.
ENRICO
(raffrenandosi)
Or basti.
(porgendole il foglio, ch'ebbe da Normanno)
Questo foglio appien ti dice,
Qual crudel, qual empio amasti!
Leggi!
LUCIA
(legge: la sorpresa, ed il più vivo affanno si dipingono nel suo volto, ed un tremito l'investe dal capo alle piante)
Il core mi balzò!
ENRICO
(accorrendo in di lei soccorso.)
Tu vacilli!…
LUCIA
Me infelice!…
Ahi!… la folgore piombò!
Soffriva nel pianto…
languìa nel dolore…
La speme…
la vita riposi
in un core…
L'istante di morte
è giunto per me.
Quel core infedele
ad altra si diè!…
ENRICO
Un folle ti accese, un perfido amore:
Tradisti il tuo sangue
per vil seduttore
LUCIA
Oh! Dio!
ENRICO
Ma degna dal cielo ne avesti mercè:
Quel core infedele ad altra si diè!
(si ascoltano echeggiare in lontananza festivi suoni, e clamorose grida)
LUCIA
Che fia!…
ENRICO
Suonar di giubilo
Senti la riva?
LUCIA
Ebbene?
ENRICO
Giunge il tuo sposo.
LUCIA
Un brivido
Mi corse per le vene!
ENRICO
A te s'appresta il talamo!…
LUCIA
La tomba a me s'appresta!
ENRICO
Ora fatale è questa!
LUCIA
Ho sugli occhi un vel!
ENRICO
M'odi.
Spento è Guglielmo… ascendere
Vedremo in trono Maria…
Prostrata è nella polvere
La parte ch'io seguia…
LUCIA
Ah! Io tremo!…
ENRICO
Dal precipizio
Arturo può sottrarmi,
Sol egli!…
LUCIA
Ed io? Ed io?…
ENRICO
Salvarmi devi.
LUCIA
Enrico!
ENRICO
Vieni allo sposo!
LUCIA
Ad altro giurai!
ENRICO
Devi salvarmi…
LUCIA
Ma!…
ENRICO
Il devi!
(in atto di uscire)
LUCIA
Oh ciel!… Oh ciel!
ENRICO
(ritornando a Lucia, e con accento rapido, ma energico)
Se tradirmi tu potrai,
La mia sorte è già compita…
Tu m'involi onore, e vita;
Tu la scure appresti a me…
Ne' tuoi sogni mi vedrai
Ombra irata e minacciosa!…
Quella scure sanguinosa
Starà sempre innanzi a te!
LUCIA
(volgendo al cielo gli occhi gonfi di lagrime)
Tu che vedi il pianto mio…
Tu che leggi in questo core,
Se respinto il mio dolore
Come in terra in ciel non è.
Tu mi togli, eterno Iddio,
Questa vita disperata…
ENRICO
Ah! Quella scure sanguinosa
starà sempre innanzi a te
LUCIA
Ah! Io son tanto sventurata,
Che la morte è un ben per me!
(Enrico parte affrettatamente. Lucia si abbandona su d'una seggiola, ove resta qualche momento in silenzio.)
Scena Terza
(Lucia vendendo giungere Raimondo, gli va incontro ansiosissima)
LUCIA
Ebben?
RAIMONDO
Di tua speranza l'ultimo raggio tramontò!
Credei, al tuo sospetto, che il fratel chiudesse
tutte le strade, onde sul Franco suolo,
all'uomo che amar giurasti
Non giungesser tue nuove:
Io stesso un foglio da te vergato,
per secura mano recar gli feci…
Invano! Tace mai sempre…
Quel silenzio assai D'infedeltà ti parla!
LUCIA
E me consigli?
RAIMONDO
Di piegarti al destino.
LUCIA
E il giuramento?…
RAIMONDO
Tu pur vaneggi!
I nuziali voti
Che il ministro di Dio non benedice
nè il ciel,
nè il mondo riconosce.
LUCIA
Ah! cede persuasa la mente…
Ma sordo alla ragion
resiste il core.
RAIMONDO
Vincerlo è forza.
LUCIA
Oh, sventurato amore!
RAIMONDO
Ah! Cedi, cedi o più sciagure
ti sovrastano infelice…
Per le tenere mie cure,
Per l'estinta genitrice
Il periglio d'un fratello
deh ti mova; e cangi il cor…
O la madre nell'avello
fremerà per te d'orror.
LUCIA
Ah! Ah! Taci…
RAIMONDO
La madre! Il fratello!
LUCIA
Taci… taci: tu vincesti…
Non son tanto snaturata.
RAIMONDO
Oh! qual gioia in me tu desti!
Oh qual nube hai dissipata!…
Al ben de' tuoi qual vittima
offri Lucia, te stessa;
e tanto sacrifizio
scritto nel ciel sarà.
Se la pietà degli uomini
a te non fia concessa;
v'è un Dio, che tergere
il pianto tuo saprà.
LUCIA
Guidami tu… tu reggimi…
Son fuori di me stessa!…
Lungo crudel supplizio
La vita a me sarà!
RAIMONDO
Si, figlia, coraggio.
Qual nube hai disgombrata!
(Partono.)
Scena Quarta
(Magnifica sala, pomposamente ornata pel ricevimento di Arturo. Nel fondo una porta praticabile. Altre porte laterali. Enrico, Arturo, Normanno, cavalieri e dame congiunti di Asthon, paggi, armigeri, abitanti di Lammermoor, e domestici, tutti inoltrandosi dal fondo)
CORO
Per te d'immenso giubilo
Tutto s'avviva intorno
Per te veggiam rinascere
Della speranza il giorno
Qui l'amistà ti guida,
Qui ti conduce amore,
Qual astro in notte infida
Qual riso nel dolor.
ARTURO
Per poco fra le tenebre
Sparì la vostra stella;
Io la farò risorgere
Più fulgida e più bella.
La man mi porgi Enrico…
Ti stringi a questo cor.
A te ne vengo amico,
Fratello e difensor.
CORO
Per te d'immenso giubilo
Tutto s'avviva intorno
Per te veggiam rinascere
Della speranza il giorno
Qui l'amistà ti guida,
Qui ti conduce amore,
ARTURO
A te ne vengo amico,
Fratello e difensor.
CORO
Qual astro in notte infida
Qual riso nel dolor…
Fratello e difensor!
ARTURO
Dov'è Lucia?
ENRICO
Qui giungere or la vedrem…
(In disparte ad Arturo)
Se in lei
Soverchia è la mestizia,
Maravigliarti, no, no, non dei.
Dal duolo oppressa e vinta
Piange la madre estinta…
ARTURO
M'è noto, si, si, m'è noto.
ENRICO
Soverchia è la mestizia
Ma piange la madre.
ARTURO
Or solvi un dubbio:
Fama suonò, che Edgardo
Sovr'essa temerario
Alzare osò lo sguardo…
Temerario…
ENRICO
È vero quel folle ardia, ma…
ARTURO
Ah!
CORO
S'avanza qui Lucia; s'avanza.
ENRICO
(Ad Arturo)
Piange la madre estinta…
Scena Quinta
(Lucia, nel massimo abbattimento, è sostenuta da Raimondo ed Alisa)
ENRICO
(presentando Arturo a Lucia)
Ecco il tuo sposo…
(Lucia fa un movimento come per retrocedere. Sommessamente a Lucia)
Incauta!…
Perder mi vuoi?
LUCIA
(Fra sè)
Gran Dio!
ARTURO
Ti piaccia i voti accogliere
del tenero amor mio…
ENRICO
(A Lucia)
Incauta!
(accostandosi ad un tavolino su cui è il contratto nuziale, e troncando destramente le parole ad Arturo)
Omai si compia il rito.
LUCIA
(Fra sè)
Gran Dio!
ENRICO
(ad Arturo)
T'appressa.
ARTURO
Oh dolce invito!
(avvicinandosi ad Enrico che sottoscrive il contratto, egli vi appone la sua firma. Intanto Raimondo, ed Alisa conducono la tremebonda Lucia verso il tavolino.)
LUCIA
(fra sè)
Io vado al sacrifizio!…
RAIMONDO
(In disparte)
Reggi buon Dio l'afflitta.
ENRICO
(piano a Lucia, e scagliandole furtive, e tremende occhiate)
Non esitar. Scrivi!
LUCIA
(fra sè)
Me misera!…
(piena di spavento, e quasi fuor di se medesima, segna l'atto)
La mia condanna ho scritta!
ENRICO
(fra sè)
Respiro!
LUCIA
(fra sè)
Io gelo e ardo!…
Io manco!…
(Si ascolta dalla porta in fondo lo strepito di persona che è per entrare a forza)
TUTTI
Qual fragor!…
Chi giunge?…
Scena Sesta
(Entra Edgardo)
EDGARDO
(Con voce e atteggiamento terribili. Egli è ravvolto in gran mantello)
Edgardo!
GLI ALTRI
Edgardo!…
LUCIA
Oh fulmine!…
(cade tramortita)
GLI ALTRI
Oh terror!…
(Lo scompiglio è universale. Alisa, col soccorso di alcune donne solleva Lucia, e l'adagia su una seggiola.)
EDGARDO
(In disparte)
Chi mi frena in tal momento?…
Chi troncò dell'ire il corso?
Il suo duolo, il suo spavento
Son la prova d'un rimorso!…
Ma, qual rosa inaridita,
Ella sta fra morte e vita!…
Io son vinto… son commosso…
T'amo, ingrata, t'amo ancor!
ENRICO
(In disparte)
Chi trattiene il mio furore,
E la man che al brando corse?
Della misera in favore
Nel mio petto un grido sorse!
È il mio sangue! io l'ho tradita!
Ella sta fra morte e vita!…
Ah! che spegnere non posso
Un rimorso nel mio cor!
LUCIA
(riavendosi. In disparte)
Io sperai che a me la vita
Tronca avesse il mio spavento…
Ma la morte non m'aita…
Vivo ancor per mio tormento!
Da' miei lumi cadde il velo…
Mi tradì la terra e il cielo!…
Vorrei pianger, ma non posso…
Ah, mi manca il pianto ancor!
RAIMONDO
(Fra sè)
Qual terribile momento!…
Più formar non so parole!…
Densa nube di spavento
Par che copra i rai del sole!
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!…
Chi per lei non è commosso
Ha di tigre in petto il cor.
EDGARDO
(Fra sè)
Chi mi frena in tal momento?
Ma chi? Chi? Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!…
Ingrata! T'amo ancor,
si, t'amo ancor!
ENRICO
(In disparte)
È mio sangue! L'ho tradito!
Ella sta fra morte e vita…
Spegnere non posso i rimorsi…
ARTURO
(Fra sè)
Qual terribile momento!…
Più formar non so parole!…
Densa nube di spavento
Par che copra i rai del sole!
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!…
Chi per lei non è commosso
Ha di tigre in petto il cor.
ALISA E CORO
(In disparte)
Come rosa inaridita
Ella sta fra morte e vita!…
Chi per lei non è commosso
Ha di tigre in petto il cor.
LUCIA
(Fra sè)
Vorrei piangere e non posso…
M'abbandona il pianto ancor!
EDGARDO
(Fra sè)
Ah, son vinto, son commosso
t'amo ingrata, t'amo ancor!
ENRICO
(Fra sè)
Ah! È mio sangue, l'ho tradita!
Ella sta fra morte e vita!
Ah! Che spegnere non posso,
I rimorsi del mio cor!
RAIMONDO
(Fra sè)
Chi per lei non è commosso
ha di tigre in petto il cor!
ENRICO, ARTURO
(scagliandosi con le spade denudate contro Edgardo)
T'allontana sciagurato…
O il tuo sangue fia versato…
CORO
T'allontana sciagurato!
EDGARDO
(traendo anch'egli la spada)
Morirò, ma insiem col mio
Altro sangue scorrerà.
RAIMONDO
(mettendosi in mezzo alle parti avversarie, ed in tuono autorevole.)
Rispettate in me di Dio
la tremenda maestà.
In suo nome io vel comando,
Deponete l'ira e il brando…
Pace, pace… egli aborrisce
L'omicida, e scritto sta:
"Chi di ferro altrui ferisce,
Pur di ferro perirà."
Pace, pace!
(Tutti ripongono le spade. Un momento di silenzio.)
ENRICO
(facendo qualche passo verso Edgardo, e guardandolo biecamente di traverso)
Sconsigliato! in queste porte
Chi ti guida?
EDGARDO
(altero)
La mia sorte,
Il mio dritto…
ENRICO
Sciagurato!
EDGARDO
Sì! Lucia
La sua fede a me giurò.
RAIMONDO
Ah, questo amor funesto oblia;
Ella è d'altri!…
EDGARDO
D'altri?… ah! no.
RAIMONDO
(gli presenta il contratto nuziale)
Mira.
EDGARDO
(dopo averlo rapidamente letto, e figgendo gli occhi in Lucia)
Tremi!… ti confondi!
Son tue cifre?
(mostrando la di lei firma)
A me rispondi:
(con più forza)
Son tue cifre? Rispondi.
LUCIA
(con voce simigliante ad un gemito)
Sì…
EDGARDO
(soffocando la sua collera)
Riprendi
Il tuo pegno, infido cor.
(le rende il di lei anello)
LUCIA
Ah!
EDGARDO
Il mio dammi!
LUCIA
Almen…
EDGARDO
Lo rendi.
LUCIA
Edgardo! Edgardo!
(Lo smarrimento di Lucia lascia divedere, che la mente turbata della infelice intende appena ciò che fa: quindi si toglie tremando l'anello dal dito, di cui Edgardo s'impadronisce sul momento.)
EDGARDO
Hai tradito il cielo, e amor!
(sciogliendo il freno del represso sdegno getta l'anello, e lo calpesta)
Maledetto sia l'istante
Che di te mi rese amante…
Stirpe iniqua… abbominata
Io dovea da te fuggir!…
Abbominata, maledetta,
Io dovea da te fuggir!
LUCIA
Ah!
EDGARDO
Ah! Vi disperda!
ENRICO
Insano ardir! Esci!
RAIMONDO
Insano ardir! Pace!
CORO
Insano ardir!
ARTURO, NORMANNO, CORO
Esci, fuggi il furor che accende ne
Solo un punto i suoi colpi sospende…
Ma fra poco più atroce, più fiero
Sul suo capo abborrito cadrà…
RAIMONDO
Infelice, t'invola… t'affretta…
(ad Edgardo)
I tuoi giorni… il tuo stato rispetta.
Vivi… e forse il tuo duolo fia spento:
Tutto è lieve all'eterna pietà.
LUCIA
(cadendo in ginocchio)
Dio lo salva… in sì fiero momento
D'una misera ascolta il lamento…
È la prece d'immenso dolore
Che più in terra speranza non ha…
È l'estrema domanda del core,
Che sul labbro spirando mi sta!
EDGARDO
(gettando la spada, ed offrendo il petto a' suoi nemici)
Trucidatemi, e pronubo al rito
Sia lo scempio d'un core tradito…
Del mio sangue bagnata la soglia
Dolce vista per l'empia sarà!…
Calpestando l'esangue mia spoglia
All'altare più lieta se ne andrà!
ENRICO, ARTURO E CORO
Va! T'invola
La macchia d'oltraggio sì nero
Lavata col sangue sarà.
Esci, fuggi, il furor che mi accende
solo un punto i suoi colpi sospende…
Ma fra poco più atroce, più fiero…
Sul tuo capo abborrito cadrà.
ALISA, RAIMONDO E CORO
Deh! Ti salva! Infelice!
T'invola… t'affretta!
I tuoi giorni… il suo stato rispetta…
Vivi, e forse il tuo duolo fia spento,
tutto è lieve all'eterna pietà.
Quante volte ad un solo tormento
Mille gioie apprestate non ha.
(Raimondo sostiene Lucia, in cui l'ambascia è giunta all'estremo: Alisa, e le Dame son loro d'intorno. Gli altri incalzano Edgardo fin presso la soglia. Intanto si abbassa la tela.)