ATTO QUARTO


Scena Prima

(Re Egeo ed Arcane)

40. Recitativo

▼ARCANE▲
Sire come t’imponesti
Ad Agilea portai l’alto comando
Ma in quest’istante, a noi Medea venendo
Piena d’ira e di sdegno
Impedì che Agilea risposta desse.

▼EGEO▲
Chi di sdegno l’accese?

▼ARCANE▲
Offesa d’Agilea, ella si mostra.

▼EGEO▲
Qual ne fu la cagion?

▼ARCANE▲
Dirti ciò non posso
Ma qui dalle Arti sue
Vidi i campi fioriti
Cangiati in un asprissimo deserto

▼EGEO▲
Ciò contro l’idol mio?

▼ARCANE▲
Si; che io stesso vidi
Sortir dal cupo Baratro Infernale
Molte Furie a’ suoi danni, e tormentarla.

▼EGEO▲
Empia, cruda Medea
Così dunque di me tu ti deridi?
Truciderò l’Indegna
Porterò Morte e Stragi, e’ già nel seno
Sento dell’Ira, sparso il rio Veleno.

41. Aria Egeo

Voglio Stragi, e Voglio morte,
Vuo’ vendetta, e Vuo’ rigor:
Ho nel petto un’alma forte,
Che di sdegno accende il cor.
Voglio… etc.

42. Recitativo

▼ARCANE▲
Amor per Agilea
Nel Regio petto accende
Contro l’Empia Medea, d’Ira la face
Ed io per Clizia bella
L’Alma accender mi sento
Hor che scaccia pietosa, il mio tormento.

43. Aria Arcane

Benchè tuoni, e L’etra avampi
Pur di folgori e di Lampi,
Non paventa un core amante.
Ma se Amor si mostra irato
In un seno Idolatrato
L’Alma in petto, è ognor tremante.
Benchè tuoni… (bis).

Scena Seconda

(Agilea e Medea)

44. Recitativo

▼AGILEA▲
Cruda, ed ancor non vuoi
Mitigar le mie pene?
Già che pietà non senti,
dammi almeno la morte.

▼MEDEA▲
Un Re compiaci, e il mio desio contenta,
Se vuoi dar fine al tuo tormento atroce.

▼AGILEA▲
Dhe fa che la mia sorte
Habbia Libero il core
E abbandono la vita al tuo rigore.

▼MEDEA▲
Se Cessa il Viver tuo, cessa il tuo affanno.

▼AGILEA▲
S’armi pure a mio danno,
La spietata Medea
Non posso non amar, se vita io spiro.

▼MEDEA▲
Peggio che morte attendi

▼AGILEA▲
Degna dunque di pena è la costanza?

▼MEDEA▲
Sciolgasi contro di te la Mia possanza.

(Medea fa i suoi scongiuri)

Scena Terza

(Teseo dormendo discende, condotto da Spettri che Volano, e detti)

▼AGILEA▲
E che mai veggio oh Dio!
Dormendo è qui condotto l’idol mio.

45. Aria Agilea

Deh v’aprite, o Luci belle,
e destatevi all’amor;
Se con essere eclissate voi piagate,
Che farete, o vaghe stelle
Quando in voi torn’il fulgor.
Deh v’aprite… etc.

46. Recitativo

▼MEDEA▲
E ancor su’ gli occhi miei
Tanto ardisce Agilea?
Ora saprà qual sia
Nel petto di Medea la gelosia.

47. Aria Medea

Dal cupo Baratro, Venite o Furie,
Qui le mie ingiurie a vendicar;
Più non tardate, a voi s’aspetta
Di far Vendetta
Di chi persiste a m’oltraggiar.
Dal cupo… etc.

(Le Furie sortono, tenendo da una mano un face; e dall’altra un coltello)

48. Recitativo

▼AGILEA▲
S’arma contro di me tutto l’Inferno?

▼MEDEA▲
Trema in veder la pena tua, spietata.
Teseo, a’ morte destino,
E tu’ la colpa sei del suo morire.

▼AGILEA▲
Perché dici che l’ami,
Se poi morto lo brami?

▼MEDEA▲
Ora vedrem’
chi di noi più l’adora,
Pria che cederti, vuo ch’il suo martire,
Adempia la mia brama;
Che più forte è l’amore,
Quando cangia in furore.

(Parla alle Furie)

Finite l’opra olà, più non si tardi.

▼AGILEA▲
Arresta, arresta il colpo;
Ai reali Immenei già mi preparo.
Il tuo desio s’adempia:
Di Teseo il cor sia tuo:
Null’ a grado m’è più, ch’il viver suo.

▼MEDEA▲
Ciò pur anco non basta: devi per contentarmi
Mostrarti a Teseo Infida;
Digli ch’è solo il genio,
Non la necessità ch’a lui ti toglie:
Che col tuo aiuto
appagar vuò mie voglie.

▼AGILEA▲
Cruda necessità

▼MEDEA▲
Ciò far tu devi, oppure

▼AGILEA▲
No.
Voglio la vita sua, voglio il suo bene:
Dolce per lui l’affanno,
è a questo petto; sì sia;
tradir me stessa, io ti prometto.

▼MEDEA▲
Cessi dunque il timore, è in un momento
Sia da nuovo portento
Tutto da se diviso
Quest’Inferno cangiato in Paradiso.

(Le Furie rientrano nell’Inferno, ed il Teatro rappresenta un’Isola Incantata)

Scena Quarta

(Medea, Teseo e Agilea. Medea toccandoTeseo, con la Verga Incantata fa ch’Ei si risvegli)

49. Aria Teseo

▼TESEO▲
Chi ritorna alla mia mente
La perduta rimembranza
Chi mi rende, a’ i Lumi il dì?
Io nol’ so! Ma già consente
Il pensiero, alla Speranza,
Di mirar chi lo ferì.
Chi ritorna… (bis).

50. Recitativo

▼MEDEA▲
Mira qual cura prendo
O Teseo per giovarti;
Nulla Temer tu dei,
Sempre sarà per te mia possanza.

▼TESEO▲
Troppo Medea ti deggio
Ma dov’è il brando?

▼MEDEA▲
Reso ti sia fra poco
Contro l’odio Reale, io ti difendo

▼TESEO▲
Sì, si…

(Vede Agilea)

deh quale appare
Nuova luce in quest’occhi?
Tu qui bella Agilea? Ma non rispondi?

▼MEDEA▲
(Ad Agilea)
Né pur mirar tu degni
Un eroe sì pregiato?

▼TESEO▲
(Ad Agilea)
E che mai feci o bella,
che così mi disprezzi?

▼MEDEA▲
(Ad Agilea)
Che si vendichi un dì, forse non temi?

▼TESEO▲
No che m’oltraggi pur: che m’abbandoni
Sempre per lei sarà questo cor mio

▼MEDEA▲
(Ad Agilea)
Non ti move a pietà sì fido amore?
Ah che d’un re nel trono,
il dorato Diadema,
I Lumi abbaglia:
Ma un Re benchè possente
Deve temer la mia vendetta ultrice.
Per riaver questo core, a lui men’ vado;
E tu qui resta intanto; ahi lasso
Per ammollir col pianto, un cor di Sasso.

(parte)

Scena Quinta

▼TESEO▲
Agilea più non m’ama!
Ed in un giorno o Dio,
Ha l’affetto e l’amor posto in oblio?

▼AGILEA▲
Cessa, deh’ cessa omai
Di seguire un’infida:
Il brando tuo glorioso
Ti farà strada, a un più sincero amore.

▼TESEO▲
Io non l’adoprerò, che in darmi morte.
Se la bella Agilea così si lascia,
Di nulla più mi cale;
Che perdendo colei, che m’è gradita,
Non curo più di conservar la Vita.

▼AGILEA▲
Oh Dio?!

▼TESEO▲
Ah tu sospiri?
A’ tuoi confusi accenti,
mio cor si confonde.

▼AGILEA▲
No, più amarti non deggio,
Sempre farò per te Vie più crudeli.

51. Aria Teseo

Qual Tigre o qual Megera
T’impresse alma sì fiera
Entro del seno?
Qual aspe ti nutrì
Chi per latte ti diè
Tanto Veleno?
Qual Tigre… etc.

(Agilea piange ascosamente)

52. Recitativo

▼TESEO▲
Tu piangi, e a me l’ascondi?
Deh, lascia, lascia o cara
Ch’abbia parte al tuo duolo.

▼AGILEA▲
(a parte)
Ah che strugger mi sento.
Oh Teseo, Oh Dio, Vanne lungi da me;
Lascia un’Infida
O punito sarai d’un tanto ardire.

53. Aria Agilea

Amarti io sì vorrei
Il Cielo, il Ciel lo sa;
Ma più non deggio amarti,
Oh Dei che crudeltà:
La dura sorte mia
Vuò ch’Infedel ti sia
E solo per salvarti,
Nascondo pietà.
Amarti, etc.

▼TESEO▲
Troppo un Re che t’adora
Ti fa temere o bella
Sappi dunque che io sono
Figlio d’Egeo.

▼AGILEA▲
Prole del Re tu Sei!

▼TESEO▲
Sì, ma celato il tenni,
Perch’il solo valer, bramai che fosse
Scopo dell’Amor mio.

▼AGILEA▲
Ah ch’al nodo Reale
Medea vuol che mi porti;
Ne per salvarti, o caro,
Ma più non mi resta;
E per salvarti a forza
Per gli odiosi immenei già mi preparo.

▼TESEO▲
Deh, no; pria che ‘ ciò segua
Lascia che s’armi pur contr’il mio petto
Tutto l’Inferno irato
Per te morro, e allor’ morrò beato.

Scena Sesta

(Medea e detti. Medea sorte in un subito da una nube con la spada di Teseo in pugno)

54. Recitativo

▼MEDEA▲
Non vi lagnate più fidi amatori;
Sol lungi il tutto intesi:
Finger non è più tempo.

▼AGILEA▲
Medea perdona, ad un amor sincero
Che osservar non potè quanto promise

▼TESEO▲
Sopra di me sol cada il Vostro sdegno

▼AGILEA▲
Disunirai col mio morire i cori.

▼TESEO▲
Altro che il viver suo non ti domando.

▼MEDEA▲
Teseo, io t’amo,
e lo vedrai fra poco.
Stanca de falli miei
Nodo si grato apprezzo;
Se vana è l’ira mia.
Contro tanta virtù ch’in voi risplende,
felice almen farò d’un’altra il core,
già che felice non mi vuole amore.

▼TESEO▲
La gioia opprime i sensi

▼MEDEA▲
Ecco il brando godete

(rende il brando a Teseo)

Le destre unite
a vostri cori avrete.

Scena Settima

(Agilea e Teseo)

▼TESEO▲
Chi di noi più beato?

▼AGILEA▲
E’ giunto pur di quello tanto bramato.

55. Duetto

▼AGILEA E TESEO▲
Cara, / Caro,
Ti dono in pegno il cor,
D’un puro e fido amor
Che mi consola
Fugato ogni martir
Non resta che a gioir
E sempre nel tuo, / Mio, sen
Tu sarai sola
Voglio esser sola… (bis).
ATTO QUARTO


Scena Prima

(Re Egeo ed Arcane)

40. Recitativo

ARCANE
Sire come t’imponesti
Ad Agilea portai l’alto comando
Ma in quest’istante, a noi Medea venendo
Piena d’ira e di sdegno
Impedì che Agilea risposta desse.

EGEO
Chi di sdegno l’accese?

ARCANE
Offesa d’Agilea, ella si mostra.

EGEO
Qual ne fu la cagion?

ARCANE
Dirti ciò non posso
Ma qui dalle Arti sue
Vidi i campi fioriti
Cangiati in un asprissimo deserto

EGEO
Ciò contro l’idol mio?

ARCANE
Si; che io stesso vidi
Sortir dal cupo Baratro Infernale
Molte Furie a’ suoi danni, e tormentarla.

EGEO
Empia, cruda Medea
Così dunque di me tu ti deridi?
Truciderò l’Indegna
Porterò Morte e Stragi, e’ già nel seno
Sento dell’Ira, sparso il rio Veleno.

41. Aria Egeo

Voglio Stragi, e Voglio morte,
Vuo’ vendetta, e Vuo’ rigor:
Ho nel petto un’alma forte,
Che di sdegno accende il cor.
Voglio… etc.

42. Recitativo

ARCANE
Amor per Agilea
Nel Regio petto accende
Contro l’Empia Medea, d’Ira la face
Ed io per Clizia bella
L’Alma accender mi sento
Hor che scaccia pietosa, il mio tormento.

43. Aria Arcane

Benchè tuoni, e L’etra avampi
Pur di folgori e di Lampi,
Non paventa un core amante.
Ma se Amor si mostra irato
In un seno Idolatrato
L’Alma in petto, è ognor tremante.
Benchè tuoni… (bis).

Scena Seconda

(Agilea e Medea)

44. Recitativo

AGILEA
Cruda, ed ancor non vuoi
Mitigar le mie pene?
Già che pietà non senti,
dammi almeno la morte.

MEDEA
Un Re compiaci, e il mio desio contenta,
Se vuoi dar fine al tuo tormento atroce.

AGILEA
Dhe fa che la mia sorte
Habbia Libero il core
E abbandono la vita al tuo rigore.

MEDEA
Se Cessa il Viver tuo, cessa il tuo affanno.

AGILEA
S’armi pure a mio danno,
La spietata Medea
Non posso non amar, se vita io spiro.

MEDEA
Peggio che morte attendi

AGILEA
Degna dunque di pena è la costanza?

MEDEA
Sciolgasi contro di te la Mia possanza.

(Medea fa i suoi scongiuri)

Scena Terza

(Teseo dormendo discende, condotto da Spettri che Volano, e detti)

AGILEA
E che mai veggio oh Dio!
Dormendo è qui condotto l’idol mio.

45. Aria Agilea

Deh v’aprite, o Luci belle,
e destatevi all’amor;
Se con essere eclissate voi piagate,
Che farete, o vaghe stelle
Quando in voi torn’il fulgor.
Deh v’aprite… etc.

46. Recitativo

MEDEA
E ancor su’ gli occhi miei
Tanto ardisce Agilea?
Ora saprà qual sia
Nel petto di Medea la gelosia.

47. Aria Medea

Dal cupo Baratro, Venite o Furie,
Qui le mie ingiurie a vendicar;
Più non tardate, a voi s’aspetta
Di far Vendetta
Di chi persiste a m’oltraggiar.
Dal cupo… etc.

(Le Furie sortono, tenendo da una mano un face; e dall’altra un coltello)

48. Recitativo

AGILEA
S’arma contro di me tutto l’Inferno?

MEDEA
Trema in veder la pena tua, spietata.
Teseo, a’ morte destino,
E tu’ la colpa sei del suo morire.

AGILEA
Perché dici che l’ami,
Se poi morto lo brami?

MEDEA
Ora vedrem’
chi di noi più l’adora,
Pria che cederti, vuo ch’il suo martire,
Adempia la mia brama;
Che più forte è l’amore,
Quando cangia in furore.

(Parla alle Furie)

Finite l’opra olà, più non si tardi.

AGILEA
Arresta, arresta il colpo;
Ai reali Immenei già mi preparo.
Il tuo desio s’adempia:
Di Teseo il cor sia tuo:
Null’ a grado m’è più, ch’il viver suo.

MEDEA
Ciò pur anco non basta: devi per contentarmi
Mostrarti a Teseo Infida;
Digli ch’è solo il genio,
Non la necessità ch’a lui ti toglie:
Che col tuo aiuto
appagar vuò mie voglie.

AGILEA
Cruda necessità

MEDEA
Ciò far tu devi, oppure

AGILEA
No.
Voglio la vita sua, voglio il suo bene:
Dolce per lui l’affanno,
è a questo petto; sì sia;
tradir me stessa, io ti prometto.

MEDEA
Cessi dunque il timore, è in un momento
Sia da nuovo portento
Tutto da se diviso
Quest’Inferno cangiato in Paradiso.

(Le Furie rientrano nell’Inferno, ed il Teatro rappresenta un’Isola Incantata)

Scena Quarta

(Medea, Teseo e Agilea. Medea toccandoTeseo, con la Verga Incantata fa ch’Ei si risvegli)

49. Aria Teseo

TESEO
Chi ritorna alla mia mente
La perduta rimembranza
Chi mi rende, a’ i Lumi il dì?
Io nol’ so! Ma già consente
Il pensiero, alla Speranza,
Di mirar chi lo ferì.
Chi ritorna… (bis).

50. Recitativo

MEDEA
Mira qual cura prendo
O Teseo per giovarti;
Nulla Temer tu dei,
Sempre sarà per te mia possanza.

TESEO
Troppo Medea ti deggio
Ma dov’è il brando?

MEDEA
Reso ti sia fra poco
Contro l’odio Reale, io ti difendo

TESEO
Sì, si…

(Vede Agilea)

deh quale appare
Nuova luce in quest’occhi?
Tu qui bella Agilea? Ma non rispondi?

MEDEA
(Ad Agilea)
Né pur mirar tu degni
Un eroe sì pregiato?

TESEO
(Ad Agilea)
E che mai feci o bella,
che così mi disprezzi?

MEDEA
(Ad Agilea)
Che si vendichi un dì, forse non temi?

TESEO
No che m’oltraggi pur: che m’abbandoni
Sempre per lei sarà questo cor mio

MEDEA
(Ad Agilea)
Non ti move a pietà sì fido amore?
Ah che d’un re nel trono,
il dorato Diadema,
I Lumi abbaglia:
Ma un Re benchè possente
Deve temer la mia vendetta ultrice.
Per riaver questo core, a lui men’ vado;
E tu qui resta intanto; ahi lasso
Per ammollir col pianto, un cor di Sasso.

(parte)

Scena Quinta

TESEO
Agilea più non m’ama!
Ed in un giorno o Dio,
Ha l’affetto e l’amor posto in oblio?

AGILEA
Cessa, deh’ cessa omai
Di seguire un’infida:
Il brando tuo glorioso
Ti farà strada, a un più sincero amore.

TESEO
Io non l’adoprerò, che in darmi morte.
Se la bella Agilea così si lascia,
Di nulla più mi cale;
Che perdendo colei, che m’è gradita,
Non curo più di conservar la Vita.

AGILEA
Oh Dio?!

TESEO
Ah tu sospiri?
A’ tuoi confusi accenti,
mio cor si confonde.

AGILEA
No, più amarti non deggio,
Sempre farò per te Vie più crudeli.

51. Aria Teseo

Qual Tigre o qual Megera
T’impresse alma sì fiera
Entro del seno?
Qual aspe ti nutrì
Chi per latte ti diè
Tanto Veleno?
Qual Tigre… etc.

(Agilea piange ascosamente)

52. Recitativo

TESEO
Tu piangi, e a me l’ascondi?
Deh, lascia, lascia o cara
Ch’abbia parte al tuo duolo.

AGILEA
(a parte)
Ah che strugger mi sento.
Oh Teseo, Oh Dio, Vanne lungi da me;
Lascia un’Infida
O punito sarai d’un tanto ardire.

53. Aria Agilea

Amarti io sì vorrei
Il Cielo, il Ciel lo sa;
Ma più non deggio amarti,
Oh Dei che crudeltà:
La dura sorte mia
Vuò ch’Infedel ti sia
E solo per salvarti,
Nascondo pietà.
Amarti, etc.

TESEO
Troppo un Re che t’adora
Ti fa temere o bella
Sappi dunque che io sono
Figlio d’Egeo.

AGILEA
Prole del Re tu Sei!

TESEO
Sì, ma celato il tenni,
Perch’il solo valer, bramai che fosse
Scopo dell’Amor mio.

AGILEA
Ah ch’al nodo Reale
Medea vuol che mi porti;
Ne per salvarti, o caro,
Ma più non mi resta;
E per salvarti a forza
Per gli odiosi immenei già mi preparo.

TESEO
Deh, no; pria che ‘ ciò segua
Lascia che s’armi pur contr’il mio petto
Tutto l’Inferno irato
Per te morro, e allor’ morrò beato.

Scena Sesta

(Medea e detti. Medea sorte in un subito da una nube con la spada di Teseo in pugno)

54. Recitativo

MEDEA
Non vi lagnate più fidi amatori;
Sol lungi il tutto intesi:
Finger non è più tempo.

AGILEA
Medea perdona, ad un amor sincero
Che osservar non potè quanto promise

TESEO
Sopra di me sol cada il Vostro sdegno

AGILEA
Disunirai col mio morire i cori.

TESEO
Altro che il viver suo non ti domando.

MEDEA
Teseo, io t’amo,
e lo vedrai fra poco.
Stanca de falli miei
Nodo si grato apprezzo;
Se vana è l’ira mia.
Contro tanta virtù ch’in voi risplende,
felice almen farò d’un’altra il core,
già che felice non mi vuole amore.

TESEO
La gioia opprime i sensi

MEDEA
Ecco il brando godete

(rende il brando a Teseo)

Le destre unite
a vostri cori avrete.

Scena Settima

(Agilea e Teseo)

TESEO
Chi di noi più beato?

AGILEA
E’ giunto pur di quello tanto bramato.

55. Duetto

AGILEA E TESEO
Cara, / Caro,
Ti dono in pegno il cor,
D’un puro e fido amor
Che mi consola
Fugato ogni martir
Non resta che a gioir
E sempre nel tuo, / Mio, sen
Tu sarai sola
Voglio esser sola… (bis).
最終更新:2021年09月11日 07:34